Editoriale | Triveneto Goal https://www.trivenetogoal.it Il meglio del calcio e dello sport triveneto in un unico imperdibile sito Fri, 28 Mar 2025 14:17:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 Padova-Vicenza, il momento della verità: tutte le carte e le variabili sul tavolo. Triestina, gambe e testa pesanti: un finale difficile. Trento, per lo sprint servono il miglior Rada e il miglior Di Carmine. Pordenone, un nuovo inizio https://www.trivenetogoal.it/2025/03/25/padova-vicenza-il-momento-della-verita-tutte-le-carte-e-le-variabili-sul-tavolo-triestina-gambe-e-testa-pesanti-un-finale-difficile-trento-per-lo-sprint-servono-il-miglior-rada-e-il-miglior-di/232026/ https://www.trivenetogoal.it/2025/03/25/padova-vicenza-il-momento-della-verita-tutte-le-carte-e-le-variabili-sul-tavolo-triestina-gambe-e-testa-pesanti-un-finale-difficile-trento-per-lo-sprint-servono-il-miglior-rada-e-il-miglior-di/232026/#respond Mon, 24 Mar 2025 23:15:22 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=232026 A cinque giornate dalla fine è arrivato il momento della verità nel duello Padova-Vicenza per il primo posto e per la Serie B. L’ultimo weekend ha nuovamente ribaltato sensazioni e impressioni, semplicemente perché il Vicenza ha fatto quello che ci si aspettava, ossia battere il Caldiero, non senza qualche difficoltà fino a quando il risultato […]

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A cinque giornate dalla fine è arrivato il momento della verità nel duello Padova-Vicenza per il primo posto e per la Serie B. L’ultimo weekend ha nuovamente ribaltato sensazioni e impressioni, semplicemente perché il Vicenza ha fatto quello che ci si aspettava, ossia battere il Caldiero, non senza qualche difficoltà fino a quando il risultato non è stato sbloccato, mentre il Padova ha confermato a Novara il trend negativo di questo girone di ritorno in trasferta. Nelle ultime cinque partite giocate lontano dall’Euganeo la squadra ha ottenuto appena un punto sui quindici disponibili, al 94′ nello scontro diretto col Vicenza. Migliore il rendimento complessivo fuori casa dei biancorossi, ma è altrettanto vero che neppure il Vicenza scoppia di salute. E, nelle tre occasioni avute in precedenza quando il primo posto è stato a tiro, per tre volte ha fallito l’opportunità dell’aggancio e del sorpasso. A Salò, nello scontro diretto del Menti, a Lecco. Insomma, il Padova di certo non scoppia di salute, ma neppure il Vicenza viaggia a mille, soprattutto lontano dal Menti. Il Padova visto al Piola ha sbagliato ancora una volta approccio alla gara, ha subito gol nei primi minuti, ha tradito insicurezze e nervosismo, ha dimostrato di avere qualche problema sia di tenuta mentale che di brillantezza atletica. Anche un cieco vede che la squadra non ha più quell’intensità che ha avuto nel girone d’andata, rimane in piedi aggrappata al primo posto con la forza dei nervi. Eppure anche a Novara, in un modo o nell’altro, la stava per riprendere. Ha segnato con Spagnoli, un minuto dopo si è guadagnato un rigore (che c’era). E a quel punto è successo un episodio a mio modo di vedere grave perché un giocatore (Liguori) ha anteposto la sua persona all’interesse del gruppo. Come ha ribadito Matteo Andreoletti nel dopo gara, il rigorista era Bortolussi, il vice Varas. Invece Liguori, un po’ come fece Lucca in Lecce – Udinese, si è andato a prendere il pallone e, cosa ancor più grave, nessuno (neppure il capitano) è andato a ricordargli le gerarchie chiare che esistevano. Liguori ha tirato e ha sbagliato, con il caso montato in sala stampa per Andreoletti, come aveva fatto per Broh, non le ha mandate a dire. E lo stesso ha fatto Spagnoli, che ha fatto capire chiaramente come la pensava il gruppo sull’accaduto. Ergo, se ci dovesse essere la stessa severità utilizzata per Broh, accompagnato alla porta dopo uno spezzone di gara non all’altezza a Trento, la stessa cosa dovrebbe essere fatta con Liguori. Invece abbiamo appreso che la società sembra intenzionata a perdonarlo, evidentemente con la volontà di sfruttare tutte le risorse a disposizione in questo finale di stagione. Ma il messaggio che si dà al gruppo a mio avviso, non è quello giusto. L’errore di Liguori può costare un campionato, questo sarebbe bene capirlo, perchè il Vicenza è lì, a un solo punto di distacco, pronto a provare a mettere la freccia. Non che a quaranta chilometri di distanza dalla città del Santo vada tutto bene. A Lecco, nell’ultima trasferta, i biancorossi non avevano certo brillato, così come a Caravaggio. A Meda erano riusciti a vincere al 96′ su una palla inattiva, ma della bella squadra che si vede al Menti in trasferta spesso si è vista una copia sbiadita. Col Caldiero per lunghi tratti si è vista la superiorità schiacciante biancorossa. Ma non è andato tutto liscio. Anche i sette minuti finali dopo il gol di Marras non mi hanno convinto fino in fondo. Squadra lunga, gestione un po’ ansiogena, insomma il Vicenza oggi sta un po’ meglio del Padova, ma non così tanto da avere la certezza che possa davvero mettere la freccia. A cinque giornate dalla fine, con un calendario frastagliato e ricco d’insidie per entrambe, può davvero accadere di tutto. Vedo il Padova ancora leggermente favorito, ma nella testa potrebbe pesare quel vantaggio enorme (10 punti) diventato un margine minimo (1 punto, con lo scontro diretto a favore). Il Vicenza si deve appoggiare ai suoi uomini di maggiore personalità, penso a Leverbe in difesa, penso a Ronaldo a centrocampo, penso a Ferrari in attacco. E deve sperare di recuperare il miglior Costa per questo sprint finale. Mi hanno chiesto in tanti come vedo il prossimo turno: mentre le altre volte avevo pochi dubbi e i risultati mi hanno dato ragione, stavolta non so sicuro di quello che potrà succedere. Ancora una volta il Padova giocherà prima del Vicenza, un’arma come abbiamo visto a doppio taglio e l’Atalanta U23 è una vera mina vagante. Se starà bene atleticamente e avrà una rosa pressoché al completo, può dare filo da torcere al Padova di questa primavera. Ma neppure per il Vicenza sarà una passeggiata a Vercelli, contro un avversario che in casa  ha ottenuto a volte risultati eclatanti e che sta lottando per la sopravvivenza. Insomma, tutto aperto e, se devo essere sincero, non avrei mai creduto a uno scenario simile con il Padova che per un giorno è stato anche a +13 con il massimo vantaggio di dieci punti mantenuto per diverse giornate. 

A Trieste, inutile dirlo, la situazione si è complicata notevolmente. La sconfitta di Gorgonzola è stata pesantissima e può influire molto anche sul morale. Oggi l’ipotesi più probabile è che l’Alabarda debba difendere la categoria ai playout, con tutte le problematiche che questo può significare. La squadra di Tesser oggi gioca con le gambe e la testa pesanti, la mazzata del -4 in classifica è stata durissima da assorbire per il gruppo. Psicologicamente ha “ammazzato” il gruppo, che a mio parere al suo interno era convinto di poter arrivare ai playoff. Adesso si deve risintonizzare e il calendario è davvero durissimo, con l’apice delle difficoltà nelle due sfide a Padova e Vicenza. Tesser e Delli Carri chiamino a raccolta i giocatori più esperti e si appoggino su di loro. Penso a Ionita, a Strizzolo, a Germano, a Fiordilino, a Silvestri, a Frare. Insomma a quelli che sanno come gestire certi momenti. Arzignano, Caravaggio, Zanica e Gorgonzola sono state partite simile e se la Triestina prende gol e non riesce a tenere il risultato in equilibrio, spesso finisce per deragliare anche oltre i propri demeriti. Poi, chiaro, ci si aspetta novità entro il 16 aprile, perché se davvero non dovesse accadere quello che dietro le quinte si prefigura sarebbe una catastrofe. Ma voglio ancora essere positivo e ipotizzare un finale positivo. Il movimento con il passaggio di consegne, avverrà all’interno del fondo Lbk Capital e non a livello di proprietà, una procedura molto più snella di un vero e proprio closing societario. Siamo arrivati ai dialoghi fra avvocati, che stanno definendo il tutto e la speranza è che si riesca a trovare la quadra. La società oggi praticamente non ha debiti, il che agevola il passaggio di consegne. Basterà? Staremo a vedere

Il Trento ha perso a Salò una partita giocata discretamente nella solita emergenza sulla corsia destra per l’ormai ben nota vicenda Frosinini e per l’assenza di Vitturini. Oggi Luca Tabbiani insegue il quarto posto, lui che ha il rinnovo automatico in caso di conquista della sesta piazza. Non si parla di rinnovo per Giorgio Zamuner e mi sembra che la strada sia segnata, visto che Luca Piazzi è già in società e gode della fiducia di Mauro Giacca. Insomma, si potrebbe presto chiudere un ciclo, mentre la squadra insegue il miglior piazzamento possibile. Per arrivare in alto il Trento ha bisogno del miglior Rada e del miglior Di Carmine in questo finale. Falasco ha preso possesso della difesa in un ruolo diverso da quello che si immaginava, ma la sua presenza è importante per i tanti giovani che ci sono in squadra. La sconfitta del Turina è meritata e non fa una grinza, ma non c’è tempo di piangere. Domenica arriva l’Albinoleffe e si può dare un segnale in controtendenza rispetto a quanto visto domenica. L’Arzignano ha espugnato Crema, dimostrando di essere in salute e può arrivare ai playoff, la Virtus Verona si è fatta imporre il pari da un Lecco molto coriaceo visto al Gavagnin. Gigi Fresco ha preso un premio alla carriera Coverciano (complimenti sinceri), il Legnago lotta disperatamente per evitare la retrocessione e l’Union Clodiense sembra aver ormai ammainato bandiera. Nel prossimo weekend torneranno Serie A e Serie B e si entrerà nel mese decisivo della stagione, ossia aprile, quando si deciderà tutto o quasi di un anno intero di calcio.

Postilla finale per il Pordenone. Dodici vittorie consecutive, campionato vinto, Eccellenza conquistata, festa grande sul campo e fuori. Ci voleva, un anno così, dopo i tanti, troppi veleni dell’ultima parte dell’era Lovisa. Ora si potrà programmare con calma lo step successivo. Prima, però, si festeggi. Perché non era scontato farcela al primo tentativo. E il calcio triveneto ha bisogno anche di Pordenone, una realtà che può dare ancora tanto, dopo aver aperto le finestre e cambiato un’aria che si era fatta irrespirabile.

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Padova e Triestina, c’è posta dall’America. Vicenza, manca qualcosa (parte due). Venezia, due reparti su tre vanno alla grande: si può sperare. Trento sprint, Verona-Como, trova le differenze https://www.trivenetogoal.it/2025/03/19/padova-e-triestina-ce-posta-dallamerica-vicenza-manca-qualcosa-parte-due-venezia-due-reparti-su-tre-vanno-alla-grande-si-puo-sperare-trento-sprint-verona-como-trova-le-differenze/231686/ https://www.trivenetogoal.it/2025/03/19/padova-e-triestina-ce-posta-dallamerica-vicenza-manca-qualcosa-parte-due-venezia-due-reparti-su-tre-vanno-alla-grande-si-puo-sperare-trento-sprint-verona-como-trova-le-differenze/231686/#respond Tue, 18 Mar 2025 23:24:08 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=231686 Può sembrare paradossale, ma la salvezza per la Triestina americana dopo i disastri di metà marzo e il mancato pagamento di Irpef e Inps, può arrivare… ancora dall’America. L’Alabarda a stelle e strisce che boccheggia dietro le quinte e che sul campo regala un’altra prova di maturità nello scontro ansiogeno contro la Pro Patria avvicinandosi […]

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Può sembrare paradossale, ma la salvezza per la Triestina americana dopo i disastri di metà marzo e il mancato pagamento di Irpef e Inps, può arrivare… ancora dall’America. L’Alabarda a stelle e strisce che boccheggia dietro le quinte e che sul campo regala un’altra prova di maturità nello scontro ansiogeno contro la Pro Patria avvicinandosi alla salvezza sul campo, potrebbe ricevere l’ancora di salvataggio decisiva per rimanere in piedi ancora una volta dagli Stati Uniti. Sì, perché dopo aver trattato a lungo con un gruppo svizzero nei giorni scorsi, un altro gruppo americano, a quanto pare molto serio, sembrerebbe disposto ad assumere il controllo, non della Triestina, ma di Lbk Capital, ossia del fondo che acquisì la proprietà dell’Alabarda nell’estate del 2023. Molte cose sono successe nel frattempo e Ben Rosenzweig, in tutta evidenza, ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza a guidare un club così prestigioso e storico non solo per il Nord Est, ma per tutto il calcio italiano. Troppi errori, gestioni mediatiche imbarazzanti e, visto che il presidente è lui, è lui a doversi fare da parte per il bene di tutti. Non è andata meglio a Sebastiano Stella, che ha messo in fila una serie di topiche notevoli, confermando i dubbi che esistevano sul suo conto a gestire un ruolo tanto determinante come quello di Ceo. Semplicemente, non è cosa per lui, per mandare avanti la Triestina serve gente all’altezza di una governance del club, che merita rispetto e non sciatteria e pressapochismo. La salvezza può arrivare dall’America e dal tanto vituperato Alex Menta, che ha molto da farsi perdonare, ma che è l’unico ad avere i contatti per evitare il peggio e per dare un senso a quasi due anni vissuti pericolosamente sulle montagne russe. E’ lui, infatti, a tessere la tela con questo gruppo imprenditoriale americano che sta trattando con Rosenzweig la sua uscita di scena. A Trieste, inutile dirlo, sperano di non dover assistere a metà aprile a un drammatico epilogo che sarebbe catastrofico a tutti i livelli. Non concediamo cambiali in bianco a nessuno, nel senso che prima di dire che davvero finirà bene attendiamo che gli eventi facciano il proprio corso. E solo dopo, eventualmente, diremo la nostra. Chi ha tirato fuori tanti soldi, al di là di tutti gli errori, un po’ di credito ce l’ha e, dunque, attendiamo di capire cosa succederà.

Ma l’America potrebbe essere nel futuro anche del Padova. Nella settimana in cui la squadra fa un giro panoramico all’inferno con biglietto di ritorno e un saliscendi da brivido nel corso di Padova-Pergolettese (al 45′ per la prima volta dall’inizio dell’anno il Vicenza era davanti di un punto, al 90′ la capolista è tornata ad avere quattro punti di vantaggio), dietro le quinte molte cose stanno accadendo. Il presidente Francesco Peghin ha smentito categoricamente che il Padova sia in vendita, Oughoourlian quando è sbarcato a Padova da un lato è sembrato voler continuare la sua avventura, dall’altro ha dispensato bacchettate a tutti quelli che lo circondano nella città del Santo, come chi si vuole togliere molti sassolini prima di uscire di scena. Secondo alcuni andrà avanti, secondo altri ha già deciso di cedere. Da mesi scriviamo che di acquirenti interessati a rilevare il pacchetto di maggioranza del Padova ce n’è più di uno. Il più serio è un gruppo di tre imprenditori americani, il cui capofila è originario di Firenze, ha un legame antico con la città del Santo e ha base a Washington D.C. per la sua attività. Il gruppo ha disponibilità economiche rilevanti, è già inserito nel mondo del football e dello sport americano, è intenzionato, se l’affare andrà in porto, a investire sullo stadio Euganeo per rifarlo completamente e sul centro sportivo. Non solo, ma l’acquirente potenziale è in città in questi giorni e ora tocca a Oughourlian decidere. Venderà il Padova o rilancerà? Nei prossimi giorni sapremo, ma la buona notizia, se mai ce ne fosse stato il bisogno è che, se Oughourlian dovesse decidere di lasciare, il Padova continuerà ad esistere, con progetti di crescita interessanti. Una notizia rassicurante, che non deve destabilizzare, ma deve anzi far comprendere come il club abbia ancora un’attrattiva, nonostante negli ultimi 30 anni abbia navigato troppo in terza serie e poco nelle categorie più nobili a cui era più abituato nei 60 anni di storia precedente.

Il duello col Vicenza oggi e alla data attuale, pende più verso la città del Santo. L’acquisto di Cristian Buonaiuto, come già avevamo avuto modo di sottolineare, può spostare gli equilibri, mentre il Vicenza ogni volta che arriva vicino al traguardo, costantemente non riesce a fare il salto di qualità. In tutta evidenza, ribadiamo quanto già scritto una settimana fa, manca qualcosa. Fateci caso. E’ sceso a -3 e la settimana successiva ha tradito con una prestazione scialba e insufficiente a Salò, ha avuto il derby in mano e si è fatto raggiungere al 94′  gestendo malissimo il possesso palla sull’ultima punizione, è sceso nuovamente a -2 dopo aver battuto il Novara, a Lecco è andato in vantaggio con un pizzico di fortuna. Ci si sarebbe aspettati che scoprire negli spogliatoi che il Padova perdeva e che per la prima volta si era davanti in classifica avrebbe messo le ali alla squadra. Nulla di tutto questo. Nel secondo tempo praticamente non si è tirato in porta e il Lecco ha, anzi, ottenuto il pareggio, acuendo la sensazione che il Vicenza non riesca a completare l’opera ogni volta che gli si presenta davanti l’opportunità per farlo. Manca personalità, forse, manca lucidità, manca la “garra” per fare il salto e mettere la freccia. Il risultato dell’avversario non si può controllare, ma il proprio rendimento e il modo in cui si gestiscono le partite soprattutto in trasferta sì. Mancano sei giornate e il tempo per smentire questa tendenza è sempre meno. Ora, davvero, non si dovrà più sbagliare se si vuole il primo posto e potrebbe anche non bastare.

Il Trento, nel frattempo, è tornato a correre. Prima ha battuto la Virtus Verona al Gavagnin, un risultato eclatante contro un avversario che era forse la squadra più in forma del campionato. Poi si è ripetuto contro l’Alcione Milano, giocando un ottimo primo tempo e risultando meno brillante paradossalmente quando è rimasto in superiorità numerica. Fatto sta che i gialloblù hanno concesso il bis, scoprendo una nuova solidità difensiva grazie anche al ritorno di Barison assieme a Cappelletti e all’affidabilità di un ottimo Maffei, che si è preso la fascia sinistra con grande personalità. Insomma, il Trento sta bene, è quarto in classifica e, nel momento di massima pressione stagionale, ha dato risposte molto convincenti. A volte una stagione è fatta di bivi, se imbocchi quello giusto tutto ti sorride, altrimenti entri in un vicolo cieco e rischi di buttare via tutto il lavoro fatto sino a quel momento. In coda l’Union Clodiense sta affondando sotto mille incongruenze ed errori probabilmente dovuti all’inesperienza della categoria. La retrocessione sembra inevitabile, mentre il Caldiero Terme sta lottando con il coltello fra i denti e proverà fino alla fine ad evitare il ritorno in Serie D, così come sta provando a fare il Legnago. L’Arzignano sogna i playoff ed è a un solo punto dalla decima piazza. Può concludere alla grande una stagione iniziata malissimo e che può finire quasi come in un sogno.

Il Venezia ha aumentato le proprie certezze dopo il mercato di gennaio. In porta l’infortunio di Stankovic poteva rappresentare una mazzata durissima da assorbire, forse un colpo letale. Invece il ds Filippo Antonelli ha scovato l’idea giusta, qualcosa che poteva assomigliare a un azzardo e che invece sta dando risultati eccellenti. Ionut Radu era in uno di quei momenti in cui la carriera può prendere una direzione e destinarti all’oblio, oppure un’altra direzione e offrirti il riscatto. Era ricordato solo per i disastri di Bologna che costarono lo scudetto all’Inter, sta dimostrando sul campo di avere molto da dare. Ha ottimi fondamentali, una buona reattività, ha subito un gol in quattro partite, rimanendo con la porta inviolata con Lazio, Atalanta e Napoli, tre big che non sono riuscite a fargli gol. Merito anche di un reparto che oggi è solido, roccioso, affidabile. Candé ha avuto un impatto notevolissimo, Schingtienne si è preso una maglia da titolare e Idzes è diventato una certezza. Radu subisce pochissimi gol perché davanti ha una difesa che a inizio anno non  dico fosse la banda del buco ma quasi e che oggi invece è una delle più difficili della A da superare. Questo perché anche il centrocampo è decollato. Kike Perez ha confermato tutte le sue qualità e ha dato quel dinamismo che mancava in mezzo a tanto equilibrio, Zerbin è spesso fra i migliori. Insomma, porta, difesa e centrocampo funzionano alla grande e sono migliorati. Stankovic ne avrà ancora per un mese e mezzo minimo, ma può recuperare senza fretta con un Radu così. Il vero peccato è non essere riusciti a sostituire adeguatamente Pohjanpalo. Come già ho avuto modo di scrivere, Shomurodov sarebbe stato un ottimo innesto, così come Yaremchuk e, tecnicamente parlando, avrei rischiato la puntata pure con Ben Yedder. Non è arrivato nessuno di loro e ci si è dovuti accontentare di quelli che, in tutta evidenza, sono stati dei ripieghi. Fila ha qualità ma è giovane e acerbo. Se si dovesse retrocedere sono convinto che in B farebbe bene, mentre Maric non ha mai dato la sensazione di poter essere un attaccante determinante in Serie A. Basterà tutto questo per salvarsi? Le percentuali di riuscita dell’impresa, diciamolo chiaramente, sono basse, eppure gli impegni proibitivi stanno finendo e, dopo il Bologna al Penzo, arriveranno partite alla portata e scontri diretti. Con i pareggi si rimane a galla ma prima o dopo si affonda, per salvarsi ci vogliono le vittorie. Sembra una cantilena, ma è davvero così.

Il Verona, ormai è evidente a tutti, si salverà. Ogni volta che ha avuto le spalle al muro si è sempre rialzato. Sempre. Anche a Udine era una partita non dico da dentro o fuori ma sicuramente molto importante e: a) la difesa più perforata del campionato è rimasta imbattuta; b) Duda ha sfornato un capolavoro su punizione; c) è arrivato un altro successo pesantissimo; d) Zanetti ha gli stessi punti del tanto celebrato Fabregas, che spendendo oltre 90 milioni sul mercato, dal punto di vista squisitamente numerico non ha fatto meglio di chi ha fatto le nozze coi fichi secchi sia in estate che a gennaio. Se salvezza sarà, andranno dati i giusti meriti non solo a Sogliano, capace di scovare talenti ovunque a basso prezzo, ma anche a un allenatore che pare aver trovato la sua dimensione nell’anno più difficile. Che ha vissuto giornate nerissime, ma che è sempre rimasto in piedi, sostenuto adeguatamente da una società che non lo ha mai lasciato da solo, resistendo alla tentazione di esonerarlo quando praticamente lo aveva fatto. 

Postilla finale per la Serie B. Ho visto Cittadella-Sassuolo e non c’è stata partita, al di là del punteggio finale che potrebbe ingannare. Troppo forte la corazzata neroverde, che ha giochicchiato per 90 minuti, troppo leziosa persino nei momenti in cui sarebbe servito piazzare i colpi giusti. Invece, specchiandosi troppo nel proprio talento, il Sassuolo ha rischiato persino di pareggiare una partita che aveva dominato in lungo e in largo. Per il Cittadella è arrivata la seconda sconfitta casalinga consecutiva e la classifica si è fatta nuovamente più cupa, con la zona pericolo di nuovo a una sola lunghezza. Un passetto più su sta il Südtirol, beffato dalla Carrarese nel finale. C’è ancora da soffrire per entrambe, anche se ribadiamo la nostra convinzione: dovessimo giocarci qualcosa al tavolo da gioco, scommetteremmo sulla salvezza di entrambe. Sono due squadre da battaglia, che possono arrivare in fondo salvando la pelle, in un modo o nell’altro

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Padova, uno scatto da B. Vicenza, tre indizi fanno una prova: manca qualcosa per il primo posto. Triestina, servono i fatti dietro la scrivania. Venezia, non è finita (e arriva la prima rata di Tessmann). Trento, patti chiari… https://www.trivenetogoal.it/2025/03/11/padova-uno-scatto-da-b-vicenza-tre-indizi-fanno-una-prova-manca-qualcosa-per-il-primo-posto-triestina-servono-i-fatti-dietro-la-scrivania-venezia-non-e-finita-e-arriva-la-prima-rata-di-tessma/231057/ https://www.trivenetogoal.it/2025/03/11/padova-uno-scatto-da-b-vicenza-tre-indizi-fanno-una-prova-manca-qualcosa-per-il-primo-posto-triestina-servono-i-fatti-dietro-la-scrivania-venezia-non-e-finita-e-arriva-la-prima-rata-di-tessma/231057/#respond Mon, 10 Mar 2025 23:08:31 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=231057 Non so dire se i risultati domenicali mettano definitivamente una pietra tombale sulla volata per il primo posto del girone A in Serie C, ma di sicuro ci sono due verità che emergono in maniera incontrovertibile da Caravaggio e da Padova. La capolista continua a dimostrare di meritare di essere tale, nonostante la flessione del […]

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Non so dire se i risultati domenicali mettano definitivamente una pietra tombale sulla volata per il primo posto del girone A in Serie C, ma di sicuro ci sono due verità che emergono in maniera incontrovertibile da Caravaggio e da Padova. La capolista continua a dimostrare di meritare di essere tale, nonostante la flessione del girone di ritorno, nonostante gli infortuni, nonostante una situazione ambientale a dir poco caotica. Ogni volta che è arrivata a un passo dallo smarrirsi ha sempre reagito e i meriti di Matteo Andreoletti sono indiscutibili. In un anno in cui ha fatto da parafulmine anche per conto di altri, il tecnico sta dimostrando una bravura fuori dal comune per un allenatore della sua (giovanissima) età. Ha indovinato alla perfezione la formazione anti-Albinoleffe, ha indovinato pure i cambi e ha condotto la squadra per mano fuori da un guado complicato dal punto di vista mentale. Bravo davvero e il 3-0 alla quarta forza del campionato è un messaggio chiaro al Vicenza. Cinque punti sono tanti, oggi fra Padova e Vicenza c’è lo spazio di due sconfitte e due contemporanee vittorie. Avevo scommesso su un turno a favore dei biancoscudati e così è stato, mentre su quello che potrebbe accadere giovedì ci arriviamo fra poco. Mi aspettavo che il Vicenza non avrebbe vinto a Caravaggio, per una serie di motivi: 1) avevo il sospetto, tramutatosi in certezza, che alla squadra manchi personalità, perché per tre volte ha avuto alla portata la vera possibilità di riaprire il campionato e per tre volte, per un motivo o per l’altro, ha fallito; 2) perché statisticamente l’Atalanta viaggiava da troppe giornate sottoritmo e prima o dopo ero convinto avrebbe reagito; 3) perché le caratteristiche tecniche dei nerazzurri, se la partita si mette in un certo modo, sono difficili da fronteggiare. Vecchi ha scelto una squadra di pedalatori, escludendo Ronaldo, per reagire alla velocità dei ragazzi di Modesto. Ma il piano non ha funzionato e dopo pochi minuti il Vicenza era già sotto. Il primo tempo, diciamolo senza mezzi termini, è stato orribile sotto tutti i punti di vista. Una squadra che punta al primo posto non può andare in campo con quell’atteggiamento, con quella flemma, con quella scarsa convinzione. L’Atalanta ha sbranato il Vicenza, che si è rialzato nella ripresa, sfruttando due calci da fermo e la bravura dei singoli. In tutta onestà: serve di più a tutti i livelli, dalla società, all’allenatore, alla squadra se si vuole il primato. Ad oggi mi viene da dire che per il primo posto manchi qualcosa, detto, dimostrato e ribadito da quanto accaduto in questi mesi. Le parole di Vecchi a fine gara, poi, fanno pensare. Aveva sempre difeso la squadra, stavolta le ha puntato il dito contro perché evidentemente si è sentito tradito. Al momento le percentuali di successo sono nettamente a favore del Padova, ma il calcio ha abituato a stupire, quindi lasciamo ancora aperto un piccolo spiraglio per i biancorossi. A patto che giovedì battano il Novara, altrimenti rimarrebbe solo l’imponderabile, per evitare di assegnare la promozione al Padova.

La Triestina è stata penalizzata di quattro punti ed è andata pure bene, checché ne dicano i vertici societari. L’avvocato Mattia Grassani sulle nostre colonne aveva paventato addirittura un disastroso -6, riuscendo a limitare i danni in sede di dibattimento. Difficile questo verdetto possa essere rivisto, così come, a quanto ne so, è difficile che venga restituito il punto del caso – Olivieri. A proposito di Olivieri. In quell’errore dal dischetto dopo tante cose belle c’è tutta la pesantezza del momento, di una squadra che (ne sono fermamente convinto) credeva addirittura ai playoff e invece si è ritrovata cornuta e mazziata. Con la Pergolettese ho visto una Triestina spenta, lontana parente di quella con sacro fuoco delle precedenti giornate. Tesser dovrà superarsi per riuscire a entrare nella testa dei giocatori e far capire loro che oggi l’unico obiettivo è la salvezza, da ottenere in qualsiasi modo. Per il resto servono i fatti dietro la scrivania. Delle parole di Rosenzweig onestamente non sappiamo che farcene. Generiche ammissioni di colpevolezza, nessuna testa che salta, niente di niente. La salvezza oggi potrebbe arrivare da un uomo contestato, ma che è l’unico ad avere i contatti per poter risollevare la baracca. Parliamo di Alex Menta, volato in Svizzera nei giorni scorsi per un passaggio di proprietà che potrebbe essere non così lontano. Ci auguriamo di non assistere a teatrini già visti ad altre latitudini, perché la situazione è molto seria e adesso servono atti concreti e acquirenti seri, altrimenti sarà la fine. Servono i soldi per finire la stagione, ne servono altri per cominciare la successiva cominciando lentamente a liberarsi delle zavorre del recente passato. Di 30 milioni di budget in 3 anni, ne sono stati spesi 27 e nemmeno siamo alla fine del secondo. Così, lo diciamo senza timore di smentita, non è possibile gestire un club e molte cose devono cambiare. 

La Virtus Verona è una meraviglia e il simbolo di questa rinascita dopo un inizio di stagione horror che aveva fatto dubitare anche un inguaribile ottimista come Gigi Fresco si chiama Michael De Marchi. Era entrato in un tunnel senza uscita, è tornato a Verona per ritrovare gli antichi splendori. Quattordici gol sono tantissimi, anche perché li ha segnati in mille modi diversi, sfruttando tutte le sue qualità. Probabilmente aveva bisogno di un ambiente senza pressioni per rendere al meglio e ci sta riuscendo. Il resto è una squadra che si sta rivalutando praticamente in ogni suo elemento La vittoria sull’Union Clodiense è stata meritata e, mentre i granata pagano errori e congiunzioni negative di una stagione tribolata che probabilmente si concluderà con la retrocessione, i rossoblù sognano. Mai erano arrivati così in alto così avanti nella stagione e se dovessero chiudere quarti sarebbe un mezzo miracolo. Il Trento sta pagando una serie di situazioni negative nel suo momento di flessione. Alcune sono tecniche, altre legate agli infortuni, altre ancora si creano perché i ruoli in società non si devono sovrapporre. Prendiamo il caso Frosinini. Da gennaio mi erano arrivate voci, avevo provato a verificarle e mi erano arrivate smentite. Ci avevo creduto, ma evidentemente avevo fatto male, perché Frosinini probabilmente fino a fine campionato non lo vedremo più in gialloblù. Gli hanno offerto il rinnovo, non è stato accettato e in società c’è il sospetto che ci sia già l’accordo con un altro club di B. Una vicenda sgradevole, che nuoce alla squadra e che non è stata gestita bene da nessuna delle due parti. Giusto per essere chiari. Il direttore generale, se c’è un direttore sportivo, non deve sovrapporsi, altrimenti si crea confusione e ci si fa del male da soli. Se a Trento si vuole che le cose funzionino bene, Piazzi deve fare il dg e non deve entrare nelle scelte tecniche imponendo soluzioni esotiche poco sensate e Zamuner deve poter gestire quotidianità e mercato nelle scelte, eccezion fatta per la vidimazione economica delle stesse. E’ vero che il Trento, nonostante non vinca da cinque partite, oggi è ancora quinto, ma il confine fra gloria e anonimato guardando la classifica è molto sottile e bisogna stare attenti a non buttare via un lavoro eccellente fatto sinora. L’Arzignano ha dimenticato in fretta Vicenza ottenendo una vittoria importantissima nei minuti finali con la Pro Vercelli e il Legnago ha dimostrato di essere ancora vivo. Lotta pure il Caldiero Terme, che tuttavia ha chance di salvezza molto ridotte.

In Serie A il weekend si è chiuso stasera con l’ottima prestazione dell’Udinese a Roma. Ottima, davvero, la prova bianconera, con il ritorno di Okoye fra i pali, con un Thauvin scintillante e con una difesa che, grazie all’innesto di Solet, ha fatto non uno, ma due passi in avanti. Ma le luci della ribalta vanno indiscutibilmente al Venezia che, nonostante sia considerato spacciato dal 99% degli addetti ai lavori, ha imposto un altro pareggio dopo Lazio e Atalanta, anche al Como di Fabregas, che era una delle squadre più in forma del campionato. No, non è ancora finita, anche se il calendario adesso metterà di fronte al Penzo alla squadra di Di Francesco Napoli e Bologna, due ostacoli durissimi. Ma se si riesce a tenere duro nelle prossime due partite muovendo ancora la classifica, dopo il cammino sarà più in discesa. Al Sinigaglia due ammonizioni nei primi minuti hanno condizionato la partita del Venezia, soprattutto quella di Zerbin, che infatti ha sfornato la sua prestazione più deludente da quando è arrivato in laguna. La difesa, però, regge egregiamente e Schingtienne oggi è diventato un titolare, Radu è da applausi e ha tappato egregiamente una falla gigantesca apertasi dopo l’infortunio di Stankovic. Idzes e Candè, nonostante qualche difficoltà, completano bene il reparto e la scelta di mettere la fascia di capitano sul braccio dell’indonesiano a mio avviso è stata la più giusta. Non è tutto, perché arrivano pure buone notizie finanziariamente parlando. Il Lione ha onorato la prima rata del pagamento di Tessmann e ha tutta l’intenzione di fare il bis anche per la prossima scadenza estiva. Sono soldi preziosi, che servono per andare avanti, comunque si concluda il campionato. Che potrebbe trovare in Christian Gytkjaer, l’uomo meno atteso che a gennaio doveva essere ceduto, il centravanti migliore per concludere la stagione. Il Verona, intanto, ha imboccato un vicolo cieco. Sono arrivate due sconfitte che si potevano mettere in preventivo, qualche polemica arbitrale (ma il braccio di Dominguez tanto polemizzato a mio avviso era coerente col movimento del corpo e attaccato allo stesso) e la sensazione che serva tantissimo Tengstedt per completare la missione. La grande mole di gioco prodotta, infatti, non ha un terminale sicuro offensivo e quando è entrato il danese il livello si è alzato notevolmente. Un gol annullato e l’assist per la catapulta di Mosquera che ha illuso tutti.

Postilla finale per Cittadella –  Südtirol: una partita senza senso e senza un filo logico. Se si legge il risultato si può pensare a un dominio in lungo e in largo altoatesino, invece per quasi un’ora l’equilibrio è stato quasi assoluto. Poi il Cittadella ha fatto capire benissimo perché Alessandro Dal Canto avesse detto che “ci sono dei fantasmi che questa squadra vede anche quando non ci sono”. Inspiegabile, infatti, il blackout completo che ha portato al tracollo granata. Tre gol presi in quattro minuti, Kastrati da museo degli orrori, poi di gol ne sono arrivati altri due, addirittura con la doppietta di Giorgini. Uno schiaffo a cinque dita in faccia al Cittadella, umiliato davanti al proprio pubblico. Siccome non è il primo tracollo stagionale (Sassuolo, Spezia sono ancora lì a fare male), è evidente che qualcosa non vada. Complimenti a Fabrizio Castori, che sta salvando il Südtirol scavalcando le carenze dirigenziali (a proposito, a fine anno probabilmente Bravo se ne andrà e c’è l’idea di cambiare direttore sportivo) scegliendo l’unica strada possibile. Quella del pragmatismo. In un modo o nell’altro la nave va condotta in porto, poi il prossimo anno molte cose dovranno cambiare per evitare di ripetere gli stessi errori che hanno reso tutto più difficile.

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Perché Padova e perché Vicenza: una volata da restare senza fiato. Triestina, è in gioco l’esistenza stessa del club. Venezia, perché non boccio il mercato di gennaio. Trento e gli infortuni: trovata la causa https://www.trivenetogoal.it/2025/03/04/perche-padova-e-perche-vicenza-una-volata-da-restare-senza-fiato-triestina-e-in-gioco-lesistenza-stessa-del-club-venezia-perche-non-boccio-il-mercato-di-gennaio-trento-e-gli-infortuni-trovata/230688/ https://www.trivenetogoal.it/2025/03/04/perche-padova-e-perche-vicenza-una-volata-da-restare-senza-fiato-triestina-e-in-gioco-lesistenza-stessa-del-club-venezia-perche-non-boccio-il-mercato-di-gennaio-trento-e-gli-infortuni-trovata/230688/#respond Tue, 04 Mar 2025 22:24:07 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=230688 Il duello infinito Padova-Vicenza ha vissuto un altro capitolo domenicale, scatenando come al solito infinite polemiche sui social. Sulla carta era un turno favorevole al Vicenza, impegnato in casa nel derby con l’Arzignano con cui ha una tradizione molto favorevole, mentre il Padova andava su un campo dove i precedenti erano a dir poco contrari. […]

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Il duello infinito Padova-Vicenza ha vissuto un altro capitolo domenicale, scatenando come al solito infinite polemiche sui social. Sulla carta era un turno favorevole al Vicenza, impegnato in casa nel derby con l’Arzignano con cui ha una tradizione molto favorevole, mentre il Padova andava su un campo dove i precedenti erano a dir poco contrari. Ha vinto il Vicenza, ha perso il Padova e il distacco in classifica è tornato di appena tre punti, con lo scontro diretto a favore della capolista. C’è un dato, più di ogni altro, che deve far riflettere. Dopo un girone di andata mostruoso, condotto a livelli record, il Padova nel girone di ritorno ha frenato e non poco: dando uno sguardo al riscontro dei numeri, infatti, dopo il giro di boa guida il Vicenza con 23 punti, davanti alla Virtus Verona e alla Feralpisalò appaiate a quota 22, quarta la Triestina, a pari merito con la Giana Erminio a 20, mentre il Padova sarebbe solo sesto a 18. Insomma, sottovalutare il calo della capolista sarebbe sbagliato. Più difficile capire a cosa sia dovuto. Ci sono diversi elementi che concorrono: gli infortuni di due terzi della difesa titolare (Belli e Perrotta), un calo fisico di alcuni degli uomini guida (Fusi e Crisetig), lo scadimento di forma di altri primattori (Liguori e, in parte, Bortolussi). Questo dal punto di vista tecnico, mentre sulla componente ambientale la situazione è nota e in questa sede non ci tornerò sopra. Se si vuole provare a leggere tutti gli elementi in ballo, si può dire che forse il Vicenza abbia un calendario leggermente più in discesa, ma si tratta di percentuali minime, anche perché conterà capire quando si affronteranno determinati avversari (saranno salvi? saranno retrocessi? in che stato di forma si presenteranno?). Il Vicenza ha vinto con pieno merito sull’Arzignano e ha confermato una caratteristica significativa del suo percorso: se in casa segna presto, entro il primo quarto d’ora, quasi sempre porta a casa il risultato pieno. Stavolta ci ha pensato Ronaldo con una punizione gioiello a sbloccare il risultato, complice il posizionamento errato di Boseggia, esattamente com’era successo a Padova sul gol di Varas, poi i biancorossi hanno dilagato, portando a casa agevolmente i tre punti. Il Padova ha approcciato male la partita di Salò, ha giocato sottoritmo nel primo tempo dove avrebbe meritato lo svantaggio, si è rialzato nella ripresa dove avrebbe meritato di segnare. Ai punti ci poteva stare il pari, ma la Feralpisalò non ha rubato nulla, segnando al 97′ in una mischia, portandosi a casa l’episodio favorevole e applicando la par condicio al Vicenza, che al Turina a sua volta era uscito sconfitto. Domenica si replica e sulla carta sembrerebbe più agevole l’impegno del Padova. L’Albinoleffe quarto in classifica è un cliente scomodo, ma se il Padova gioca come sa può batterlo, l’Atalanta sul suo campo è difficile da sconfiggere, anche se con le big ha spesso steccato ed è reduce da un periodo di forma molto negativo (quattro sconfitte nelle ultime cinque partite). Da qui alla fine ci sono ancora nove partite: il Padova è ancora favorito, ma a questo punto non si può escludere nulla e tante componenti faranno la differenza, comprese quelle ambientali, in un gigantesco calderone che accompagnerà al verdetto finale. Perché Padova: per la carta vincente che  può essere Buonaiuto. Perché Vicenza: per il valore della rosa nel suo complesso.

La Virtus Verona è riuscita nell’impresa di rimontare due gol alla Triestina al Gavagnin. L’Alabarda aveva cominciato a razzo, sparando una raffica di cartucce su un campo dove vincere è difficile per chiunque, segnando due volte in pochi minuti, prima con Ionita e poi con Vertainen. Ma stavolta probabilmente si è specchiata un po’ troppo su stessa, convinta che farsi rimontare due gol dopo quell’inizio sarebbe stato difficilissimo. E invece la Virtus non ha mollato, ha cambiato modulo, ha sfruttato due leggerezze avversarie e soprattutto quella finale di Frare, che ha letteralmente regalato il tredicesimo gol stagionale a uno scatenato De Marchi. Tanto di cappello a Gigi Fresco, che punta deciso a un incredibile quarto posto, con un girone di ritorno straordinario, in cui almeno cinque interpreti della formazione titolare sono letteralmente esplosi. La Triestina vive mesi difficilissimi: è in gioco la sopravvivenza stessa del club, in società ostentano sicurezza nel poter risolvere i propri guai, mentre a inizio settimana è arrivato il tanto temuto deferimento. Saranno quattro o due i punti di penalizzazione? Fa tutta la differenza del mondo uno scenario o l’altro. C’è da augurarsi vivamente che abbia ragione chi guida la società, mentre il futuro è un gigantesco punto interrogativo e oggi non sappiamo immaginare quali scenari potranno prefigurarsi. In calo, invece, il Trento, reduce da tre pareggi consecutivi in un momento in cui troppi infortuni stanno mettendo in grossa difficoltà il lavoro di Luca Tabbiani. Per aiutare l’allenatore bisognerà scoprire le cause e pare che la società abbia individuato la ragione principale di quello stillicidio che settimanalmente accompagna il cammino della squadra. A Vercelli mancava il regista titolare (Rada) e il suo vice (Aucelli), tanto che in cabina si è dovuto sistemare Di Cosmo, ormai palleggiato fra diversi ruoli e sdoppiatosi in più versioni. In coda sembra vicina alla resa l’Union Clodiense, che però ci proverà fino alla fine e boccheggia pure il Caldiero, a cui non ha giovato il doppio cambio di allenatore.

In Serie A sabato pomeriggio abbiamo ammirato uno splendido Venezia mettere alla frusta l’Atalanta, sfiorando persino la vittoria. La campagna acquisti invernale è stata definita “insufficiente” nel migliore dei casi, “indecente” nei peggiori, ma io ritengo che, al contrario, abbia migliorato la rosa in porta (Radu ha messo in soffitta la versione horror di Joronen di questa stagione dopo l’infortunio e sono arrivati due clean  sheet contro Lazio e Atalanta, semplicemente impensabile poche settimane fa), in difesa (Candè è diventato un titolare fisso con risultati ottimi, Marcandalli ha già dimostrato il suo talento e deve solo perfezionarlo), a centrocampo (Kike Perez ha aggiunto equilibrio e dinamismo) e sugli esterni (Zerbin resta un valore aggiunto). L’unico ruolo dove Antonelli non è riuscito a completare una campagna acquisti difficile ma complessivamente tutt’altro che negativa è l’attacco. La cessione di Pohjanpalo, come ho già avuto modo di sottolineare, aveva un suo senso, economico e tecnico, ma solo se fosse arrivato uno fra Yaremchuk, Shomurodov e Ben Yedder. Per un’incredibile serie di stravolgimenti, tecnici, extracampo e di circostanze impossibili da prevedere, non è arrivato nessuno dei tre e né Maric, né Fila, sembrano essere gli uomini giusti per far dimenticare il Doge. Ma non boccio il mercato di gennaio. Se l’obiettivo era quello di rimanere competitivi e di tenere in vita un club il più sano possibile, accetto di buon grado anche questa realtà. Non dimentichiamo che parliamo pur sempre di Serie A, che per la storia del Venezia non è certo la regola. Il distacco dal quartultimo posto è sceso a cinque punti, ma il problema resta sempre quello: manca una vittoria che faccia svoltare e a Como sarà durissima. Oggi affrontare la squadra di Fabregas è quasi come affrontare una big, ci vorrà una prestazione super per portare a casa i tre punti e riaprire la corsa salvezza. Dopo le ultime due partite giusto riconoscere anche i meriti di Di Francesco, che ha fatto davvero il massimo contro due avversarie di razza.

Ho visto Juventus – Verona è l’annullamento dell’eurogol di Suslov è stato un vero peccato, quel fuorigioco di Faraoni purtroppo c’era e ha vanificato una prodezza d’altri tempi della stella gialloblù. Il bunker di Zanetti ha retto oltre settanta minuti, poi si è sfaldato sotto i colpi del talento bianconero, prima di Thuram e poi del criticatissimo Koopmeiners. Nelle due trasferte contro Milan e Juventus, in ogni caso, la tanto vituperata difesa dell’Hellas ha retto egregiamente, dimostrando di aver raggiunto un equilibrio importante sia di reparto che di squadra. Il tutto mentre l’Udinese ha battuto anche il Parma e si è issato in decima posizione, chiudendo con tre mesi di anticipo la questione salvezza. Oggi i bianconeri sono una macchina quasi perfetta, Solet ha sistemato la difesa contribuendo anche ad alzare il rendimento di Bijol, il centrocampo ha trovato un equilibrio invidiabile con la crescita vertiginosa di Ekkelenkamp e le doti di Karlstrom, Lucca ha capito di aver commesso una sciocchezza a Lecce e i compagni lo hanno perdonato. Quanto a Runjaic, lo dico da inizio anno. Avrà un grande futuro e ha già un grande presente. Scelta perfetta, quella dei Pozzo, che hanno colto nel segno scovando un tecnico che farà strada a livelli più alti.

Se dovessi scommettere sulla salvezza di Cittadella e Südtirol non esiterei a puntare su entrambe. Per ragioni diverse: i biancorossi hanno trovato un assetto perfetto e un Castori che pensavo fosse a fine corsa e che, invece, sembra aver fatto quadrare tutti i conti, nascondendo i tanti errori gestionali della stagione. Un calcio pane e salame, tremendamente concreto e spigoloso, forse adatto per una realtà come quella bolzanina. I granata, ogni volta che sono con le spalle al muro, reagiscono sempre, a dimostrazione di avere un dna da combattimento al proprio interno e una conoscenza perfetta della categoria.  Non mi aspettavo la vittoria di Castellammare del Cittadella, mentre non sono sorpreso dall’ottima prestazione del Südtirol contro la terza forza del campionato. Una bella dimostrazione di forza, nel momento di massima difficoltà stagionale. La salvezza è alla portata e, visto da dove si era partiti, sarebbe decisamente un bel traguardo

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Triestina, 27 milioni in un anno e mezzo e mille interrogativi. Padova, Oughourlian contro tutti (ma la squadra vola). Vicenza, un segnale importante. Venezia, idee per il mal di gol. Virtus Verona, l’ennesima meraviglia. Trento, Barlocco dietro la lavagna https://www.trivenetogoal.it/2025/02/25/triestina-27-milioni-in-un-anno-e-mezzo-e-mille-interrogativi-padova-oughourlian-contro-tutti-ma-la-squadra-vola-vicenza-un-segnale-importante-venezia-idee-per-il-mal-di-gol-virtus-verona-l/230284/ https://www.trivenetogoal.it/2025/02/25/triestina-27-milioni-in-un-anno-e-mezzo-e-mille-interrogativi-padova-oughourlian-contro-tutti-ma-la-squadra-vola-vicenza-un-segnale-importante-venezia-idee-per-il-mal-di-gol-virtus-verona-l/230284/#respond Tue, 25 Feb 2025 21:35:27 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=230284 Ventisette milioni spesi in un anno e mezzo. Una penalizzazione (la seconda) in arrivo e un rapporto di fiducia che potrebbe essersi spezzato irrimediabilmente. Il fatto della settimana è senza dubbio l’incredibile stravolgimento di Trieste dove, proprio nella settimana in cui la squadra esce dalla zona retrocessione e si porta a soli cinque punti dalla […]

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Ventisette milioni spesi in un anno e mezzo. Una penalizzazione (la seconda) in arrivo e un rapporto di fiducia che potrebbe essersi spezzato irrimediabilmente. Il fatto della settimana è senza dubbio l’incredibile stravolgimento di Trieste dove, proprio nella settimana in cui la squadra esce dalla zona retrocessione e si porta a soli cinque punti dalla zona playoff, un’autentica mazzata si abbatte sulla Triestina. Come ammesso in una conferenza stampa che onestamente mi ha convinto molto poco dal presidente Ben Rosenzweig, non sono stati pagati gli adempimenti Irpef e Iva dello scorso 16 febbraio in ritardo, mentre gli stipendi sono stati pagati. Ergo: qualcuno dice due, altri (propendiamo per questa ipotesi) quattro punti di penalizzazione. Per arrivare in fondo alla stagione servono almeno cinque milioni e oggi personalmente attendo di capire se davvero quei soldi arriveranno. Perché onestamente la fiducia l’ho persa anch’io. Sembrava essere tornato tutto sui giusti binari, la squadra va a mille, continua a vincere, Daniele Delli Carri ha fatto un lavoro super sul mercato e Attilio Tesser ha rimesso in piedi una squadra che aveva appena sei punti in classifica. Oggi corre come un treno, è solida, non ha punti deboli particolari, segna il giusto, subisce  poco e riesce persino a superare gli infortuni che continuano a falcidiarla. Dicevo dei ventisette milioni spesi in un anno e mezzo. Il budget, già elevatissimo, era di trenta milioni in tre anni, abbiamo appena scavallato metà percorso ed è stato già speso quasi tutto. Cosa succederà adesso? Ci sono i soldi? La società verrà ceduta? Tesser a fine stagione stagione andrà via qualsiasi cosa succeda, Delli Carri è pronto a fare lo stesso e nel frattempo la squadra si ritrova di nuovo invischiata in una situazione non semplice. Lo dico in tutta onestà: è impensabile gestire una società di calcio in questa maniera, sarà difficile recuperare la fiducia della gente e così non si può andare avanti. Servono ruoli chiari in società, serve eliminare persone che col calcio c’entrano zero, serve una gestione oculata del denaro. Non so se la Triestina verrà ceduta, so che un’offerta russa è stata rispedita al mittente, ma così non si può fare calcio. Non lo merita la piazza, non lo merita una città che da troppo tempo aspetta di scrollarsi di dosso la Serie C, non lo meritano quei tifosi che, se adeguatamente stimolati, arrivano eccome in massa: basti ricordare sei anni fa, mica una vita fa, quando la finale playoff Triestina – Pisa fu vista al Rocco da 22mila spettatori. Pensate un po’ cosa potrebbe diventare questa piazza se ci fosse qualcuno in grado di fare le cose come dio pallone comanda. Un potenziale sconfinato, che andrebbe valorizzato ed esaltato, ma da troppi anni si attende la miccia giusta che non si accende mai. Se davvero vuole dare una svolta alla sua esperienza triestina, caro Rosenzweig, deve cambiare tanto. Non bastano i soldi, serve la competenza, servono le persone giuste al posto giusto, come dimostrato da questi ultimi due mesi. E i risultati arrivano, eccome se arrivano se si agisce secondo criterio.

Da Trieste a Padova, parliamo di due piazze che qualche analogia ce l’hanno. Da troppi anni galleggiano nella mediocrità della terza serie, con una sola fugace apparizione in Serie B dei biancoscudati nel 2018-2019, poi anche qui tanti soldi spesi e risultati pochi. Quest’anno, finalmente, sembra essere quello buono. Archiviati gli errori della passata stagione, il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli ha avuto il merito di indovinare l’allenatore, puntando su un Matteo Andreoletti che sta realizzando una vera impresa. Ha sei punti (sette considerando lo scontro diretto) sul Vicenza, ha perso una sola volta fra andata e ritorno, ha creato un gruppo fantastico, che è riuscito a isolarsi da tutto quello che gira attorno. Lo dico senza troppi giri di parole: dovesse riuscire a centrare la B, sarebbe un’impresa titanica, mentre fuori accade di tutto. Proprio nel momento in cui si ci poteva godere il fatto di aver superato un guado difficilissimo della stagione, quello di Vicenza, ecco arrivare in città a un anno di distanza dall’ultima volta Joseph Oughourlian. Che ha pensato bene di attaccare nell’ordine: 1) Comune di Padova; 2) tifoseria organizzata e ultras; 3) Comune di Teolo; 4) varie ed eventuali. Secondo il patron, il fatto di proporre uno spettacolo con la squadra prima in classifica sarebbe sufficiente a passare sopra a tutto il resto. C’era bisogno di sparare a zero su tutto quello che circonda la squadra? C’era bisogno di alzare un polverone, aizzando un tutti contro tutti, dividendo la città in guelfi e ghibellini? A parere di chi scrive, assolutamente no. Se alcuni dei concetti espressi sono condivisibili, c’è modo e modo di interfacciarsi con l’ambiente che ti circonda. Dove può portare andare in guerra contro tutti alla lunga? Per me in un vicolo cieco, se davvero Oughourlian ha intenzione di proseguire la sua avventura patavina. Mi sarei aspettato toni concilianti nei confronti dell’ala più numerosa della tifoseria patavina, messa invece alla berlina senza cercare un confronto. Il generico “le porte sono aperte” è appunto una frase di facciata, buttata lì senza un vero intento di ricucire. Ha risposto il sindaco Giordani e mi sono trovato d’accordo nel 70-75% di quello che ha detto. Sulla vicenda curva l’amministrazione comunale è indifendibile, ma ci sono aspetti che vanno oltre la volontà e le capacità di Palazzo Moroni e fare un gigantesco calderone buttando dentro pure la questione centro sportivo come se la sua realizzazione dipendesse dal Comune non è stata una bella uscita da parte di Oughourlian. Sul centro sportivo di Bresseo, per come la vedo io e mi è stata spiegata, do ragione al sindaco Valentino Turetta. A quelle condizioni, se fossi stato io il sindaco, non avrei accettato. Tutto questo per dire. E’ fisiologico che si entri in rotta di collisione con qualche componente in alcune fasi di una gestione societaria, ma quando ci si trova quasi tutti contro evidentemente qualcosa di sbagliato lo si è fatto e lo si sta facendo. Da come ha parlato, Oughourlian sembra pronto a rilanciare in caso di B, nel frattempo però dietro le quinte sono arrivate diverse manifestazioni d’interesse per il club. Ci ha pensato a lungo Presidio Investors prima di virare sul Verona, ha trattato (sta trattando?) un altro gruppo americano di cui il principale azionista ha antenati padovani, ci sono stati altri abboccamenti. In mezzo a tutto ciò, sicuramente ci hanno provato anche avventurieri poco raccomandabili, ma acquirenti seri ci sono, a conferma che al Padova non mancherà mai una cosa che in 115 anni di storia non è mai mancata: una proprietà. Sono stanco di sentire la storiella che se Oughourlian si stanca il Padova sparisce, perché non sarà così. Non lo è stato ai tempi di Cestaro, non lo sarà adesso. Oughourlian ha dalla sua i risultati che quest’anno sorridono, innegabile e ingiusto non tributare i giusti meriti, ma ho forti perplessità sul modo di gestire i rapporti con l’ambiente. Non si può sempre considerare le persone come dei codici a barre, non si può far finta che quello che ti circonda non abbia valore.  So bene che in Italia le proprietà straniere hanno un modus operandi simile, ma a mio parere per un successo lungo e duraturo serve mediare, non si può sempre indossare l’elmetto e attaccare tutto ciò che ti circonda.

A Vicenza si vive un clima di attesa e intanto un altro segnale è stato lanciato. A Lumezzane, per varie ragioni, non era semplice vincere e lo si è fatto, non senza qualche legittima difficoltà. Psicologicamente la squadra ha reagito al pareggio nel derby col Padova e si è rialzata. Il prossimo turno sulla carta sarà favorevole e a mio parere, se il Padova dovesse vincere anche a Salò, ecco che le speranze di rimonta biancorosse sarebbero davvero ridotte al lumicino. Nel frattempo al Saleri la squadra mi è complessivamente piaciuta. Senza troppo incantare, è stata lineare nello sviluppo del gioco, ha colpito con un bel gol, si è vista negare un rigore clamoroso. Siamo al limite dell’errore tecnico. Se non viene fischiato fallo, a quel punto se il difensore prende il pallone con le mani e se lo porta al petto, nemmeno un cieco può non vendere il penalty. E pazienza se l’arbitro prende un abbaglio, a quel punto l’assistente dovrebbe intervenire all’istante. L’episodio è stato ininfluente, ma testimonia bene la mediocrità e l’inadeguatezza di molti arbitri in terza serie. Il Vicenza, in definitiva, è ancora in piedi, vivo e vegeto e pronto a lottare fino in fondo. Nel prossimo weekend affronterà l’Arzignano e sulla carta è favorito, mentre il Padova ha un impegno molto complicato sulla carta a Salò. E’ una di quelle giornate in cui si capirà molto. Tutti gli altri discorsi (rinnovi o meno dei quadri dirigenziali, rinnovi giocatori, strategie) sono rimandati, ma è lecito chiedersi cosa farà Rosso se l’assalto alla B dovesse fallire anche quest’anno. Appunti sparsi: Rauti ogni dimostra quanto vale e quanto il suo apporto potrebbe essere determinante, Leverbe rappresenta oggi per Vicenza quello che ha rappresentato Golemic, Ronaldo in condizione è imprescindibile, Ferrari mi sembra avviato verso il pieno recupero.

Una speciale menzione la vorrei dedicare alla Virtus Verona. Sta facendo meraviglie, ha messo insieme cinque vittorie consecutive, è stata l’unica a battere il Padova, anche quest’anno sta facendo centro. A inizio anno,  lo ammetto, avevo molti dubbi, invece lungo il percorso si è corretto qua e là anche con l’arrivo di qualche svincolato, si sono fatti crescere i giovani presi e i risultati si vedono. Complimenti a Gigi Fresco per quanto sta facendo, ma evidentemente aveva ragione Stefano Marchetti, che quando in molti non credevano nei rossoblù a ottobre disse che la Virtus era la migliore mai costruita negli ultimi anni. Il Trento rallenta ancora e stavolta paga l’erroraccio di Sergio Barlocco: il portiere gialloblù finisce nel mirino, dopo aver preso gol su calcio d’angolo col Lumezzane, non sta vivendo un bel momento. Per il resto noto diverse differenze nelle ultime tre partite: a Trieste si è giocato bene, ma non si è concretizzato, col Lumezzane è stata la prova peggiore, con la Pergolettese la prestazione è stata discreta, ma si sono pagati errori individuali. Il Caldiero Terme è tornato alle origini richiamando Soave e sconfessando dopo poche giornate Roberto Bordin, al secondo flop consecutivo della sua carriera di allenatore dopo quello di Trieste, l’Union Clodiense ha lanciato finalmente un segnale battendo la Pro Vercelli e riscoprendo un vecchio centravanti come Gianmarco Zigoni, il Legnago con Bagatti potrebbe incredibilmente riuscire a salvarsi.

In Serie A il weekend è cominciato con l’incredibile litigio per il rigore che ha permesso all’Udinese di battere il Lecce. Lucca sembrava uno di quei bambini che nei campetti di periferia si prende il pallone e stravolge il concetto di squadra per egoismi personali. Penso che sarà difficile che la frattura venga ricomposta e mi aspetto una cessione a giugno senza troppi rimpianti. Bene ha fatto Runjaic a sostituirlo, perché la squadra viene prima di tutto e se l’Udinese oggi è decima e virtualmente salva, lo deve a quell’allenatore a cui in estate predissi un grande presente. Complimenti alla famiglia Pozzo per la scelta e, in questo caso, le referenze che mi erano arrivate non hanno tradito. Runjaic è un signor allenatore, pragmatico quanto basta, intelligente e attento agli equilibri. Per me farà strada. Poi ecco il Venezia e qui ci sono le dolenti note. Con la Lazio, lo sottolineiamo, avrebbe meritato di vincere, soprattutto grazie a un grande secondo tempo. Il problema è sempre lì, nel reparto offensivo, dove i problemi c’erano con Pohjanpalo e dove permangono anche oggi. Fila è acerbo e ha bisogno di tempo, Maric dovrebbe cambiare marcia alla sua carriera, Gytkjaer abbiamo capito che è dietro nelle gerarchie. Un’idea potrebbe essere quella di avanzare Zerbin, uno che ha i numeri per poter aumentare la pericolosità offensiva, fatto sta che il calendario non aiuta e che il gap dalla zona salvezza è salito a sei punti. Ora si andrà a Bergamo, poi a Como contro una delle squadre più in forma del campionato, poi al Penzo arriveranno Napoli e Bologna. Detto, molto onestamente: la successione degli impegni fa paura e ci vorrà un vero miracolo per non vedere fuggire lontano più ancora di quanto non siano già le concorrenti nella zona calda. Le note liete? Radu, Nicolussi Caviglia, Zerbin, Idzes. Le criticità? L’attacco, l’attacco e ancora l’attacco, più ancora di tutte le altre zone d’ombra. Di Francesco continua ad essere in bilico. Vedendo la prestazione della squadra con la Lazio verrebbe da dire che un eventuale esonero sarebbe ingiusto. Ma io ribalto la questione: è davvero l’allenatore pescarese il più adatto a cucire il vestito salvezza alla squadra? Comincio a nutrire qualche dubbio, perché alla fine quello che conta sono i punti e preferisco mille volte la praticità ai ricami d’alta classe. Resta il Verona, che trova una vittoria di incalcolabile importanza al 95′ con la Fiorentina. Una vittoria che vale platino e che conferma che questa squadra quasi certamente si salverà. Vuoi per il merito di un direttore che continua a pescare talenti ovunque (l’ultima perla Antoine Bernede, eroe della domenica al Bentegodi), vuoi per la bravura di un allenatore che sta superando prove durissime. Zanetti, per quanto visto sinora, merita la salvezza, perché ogni volta che è finito con le spalle al muro ha sempre risposto alla grande.

Pillole finali dalla B. Il Cittadella fa preoccupare i suoi tifosi. Incassa una meritata sconfitta col Modena, che si somma a quella di Catanzaro. Non si parla ancora di crisi, ma di sicuro mi sembra ci siano stati preoccupanti passi indietro. E non capisco, in tutta onestà, l’operazione Diaw, per tante ragioni, ma magari anche stavolta Marchetti mi smentirà. Il Südtirol è vivo e respira a pieni polmoni. A Brescia mi è piaciuto, si è visto annullare un gol dal Var, avrebbe forse meritato di fare bottino pieno. Bisognerà lottare fino alla fine, ma se dovessi sbilanciarmi oggi direi che sia il Cittadella che il Südtirol si salveranno. Vedremo se mi sbaglio.

The post Triestina, 27 milioni in un anno e mezzo e mille interrogativi. Padova, Oughourlian contro tutti (ma la squadra vola). Vicenza, un segnale importante. Venezia, idee per il mal di gol. Virtus Verona, l’ennesima meraviglia. Trento, Barlocco dietro la lavagna first appeared on Triveneto Goal.]]>
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Vicenza-Padova, quando un gol al 94′ può cambiare un campionato. Triestina, Tesser e Delli Carri regalano meraviglie: salvezza vicina, i playoff il sogno. Trento, gli infortuni sono troppi. Venezia, così l’epilogo non potrà che essere la B https://www.trivenetogoal.it/2025/02/18/vicenza-padova-quando-un-gol-al-94-puo-cambiare-un-campionato-triestina-tesser-e-delli-carri-regalano-meraviglie-salvezza-vicina-i-playoff-il-sogno-trento-gli-infortuni-sono-troppi-venezia/229845/ https://www.trivenetogoal.it/2025/02/18/vicenza-padova-quando-un-gol-al-94-puo-cambiare-un-campionato-triestina-tesser-e-delli-carri-regalano-meraviglie-salvezza-vicina-i-playoff-il-sogno-trento-gli-infortuni-sono-troppi-venezia/229845/#respond Mon, 17 Feb 2025 23:02:12 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=229845 Parto dal fondo e cioè da Genoa – Venezia, che ha chiuso pochi minuti fa il weekend calcistico del Triveneto. Scrivo a braccio e d’istinto, cercando di analizzare cosa ho visto a Marassi. Ammetto che il pensiero mi è andato a Wissam Ben Yedder. Ho provato a immaginare questa squadra con il funambolico francese a […]

The post Vicenza-Padova, quando un gol al 94′ può cambiare un campionato. Triestina, Tesser e Delli Carri regalano meraviglie: salvezza vicina, i playoff il sogno. Trento, gli infortuni sono troppi. Venezia, così l’epilogo non potrà che essere la B first appeared on Triveneto Goal.]]>
Parto dal fondo e cioè da Genoa – Venezia, che ha chiuso pochi minuti fa il weekend calcistico del Triveneto. Scrivo a braccio e d’istinto, cercando di analizzare cosa ho visto a Marassi. Ammetto che il pensiero mi è andato a Wissam Ben Yedder. Ho provato a immaginare questa squadra con il funambolico francese a far da terminale offensivo e ho avuto la conferma che manchi qualcosa. Manca colui che la butta dentro, che fa la differenza, che dà un senso al lavoro che ogni giocatore fa. Ben Yedder avrebbe potuto farla, ma il suo nome pesava troppo per tante ragioni, molte delle quali extarcampo. Perché per un tempo in campo si è visto più Venezia che Genoa, perché tre occasioni per segnare sono state arancioneroverdi, perché Kike Perez ha avuto sul piede la palla dell’1-0 ma l’ha fallita, perchè Nicolussi Caviglia ha scaldato i guantoni a Leali e perché Oristanio ha fatto l’unico tiro della sua scialba partita senza riuscire a impensierire il portiere avversario. Preoccupa molto il fatto che, per un motivo o per l’altro, il Venezia alla fine sia sempre al punto di partenza. Passano le settimane e le speranze di salvezza si riducono, a volte si coglie l’inadeguatezza dell’organico quando non riesce a svoltare, quando cede dopo aver subito e rischia di deragliare come stasera. Oggi c’è una realtà oggettiva da evidenziare: i cambi di Di Francesco non hanno portato nulla, anzi hanno peggiorato il rendimento collettivo. E qui la domanda da un milione di dollari: è perché l’organico è scarso o perché l’allenatore non sembra ispirato quando deve muovere le pedine sullo scacchiere? Detto molto onestamente, un frammento di verità c’è in ognuna delle due angolazioni: di sicuro l’organico non è eccelso, soprattutto nei rincalzi, ma fatico a ricordarmi una partita in cui un cambio di Di Francesco abbia spostato gli equilibri in meglio. Insomma, se il Venezia è penultimo e sta scivolando sempre più verso il baratro con un calendario complicatissimo davanti a sé sicuramente è in parte colpa di un organico che vale fedelmente il penultimo posto che occupa, ma allo stesso tempo dalla panchina spesso non arriva quel qualcosa in più che servirebbe per provare a svoltare.

Si è vista ieri un’ottima Udinese, che è arrivata a febbraio e che ha la salvezza già in cassaforte, con una serie di primizie da scoprire, da coltivare, da mettere sulla vetrina di famiglia. Ekkelenkamp è in stato di grazia ed è l’ultima scoperta dell’area scouting bianconera. Ha segnato tre gol in due partite, tutti decisivi, sta crescendo a vista d’occhio anche al di là delle tre fiammate in 180 minuti che hanno illuminato Udine. Il resto lo ha fatto una difesa sempre più convincente, trascinata al rialzo dall’ottimo Solet, altro innesto indovinato del mercato di gennaio. Ho visto pure Milan – Verona, una partita che ho seguito con attenzione. La peggiore difesa del campionato alla Scala del calcio ha fatto un figurone e si è inchinata soltanto a una doppia giocata d’autore, quella di Jimenez che ha alzato un pallone magnifico a tagliare in due i centrali gialloblù, completata poi dall’invito a nozze di Leao che ha smarcato a un metro dalla porta Gimenez. Sin lì il Verona è piaciuto decisamente di più rispetto all’imbarcata presa con l’Atalanta, ha imparato la lezione e ha imparato a perdere. Perché non è vero che perdere 5-0 o 1-0 è lo stesso. Anche se alla resa dei conti porti a casa zero punti, la consapevolezza di squadra è trascinata al rialzo dopo un ko onorevole come quello di San Siro. Manca, è vero, a centrocampo la regia di Belahyane, ceduto alla Lazio, ma ci sono molte altre cose a cui appigliarsi. Serdar e Suslov, quando stanno bene, sono due primattori che possono spostare gli equilibri, Sarr sta crescendo e pazienza se Lazovic pare avviato, fra una pubalgia e un acciacco, sul viale del tramonto. La salvezza è ancora possibile, per tante ragioni. Si può ancora sperare, immaginare, creare il guizzo che ti stacchi dal terzultimo posto, anche di un solo punto.

La domenica pomeriggio è stata indiscutibilmente monopolizzata dal derby Vicenza-Padova, che metteva in palio una buona fetta di promozione. In pochi secondi, è cambiato un intero campionato. Il Vicenza, che sin lì aveva fatto meglio del Padova meritando il vantaggio, si è dimenticato le regole base di come gestire il pallone nei minuti finali. E così abbiamo visto una punizione in cui, anziché portare la palla verso la linea di fondo, giocare con il cronometro, perdere tempo, tenere lontano l’avversario, si è buttata via un’azione, regalando al Padova l’ultimo possesso. E lì è successo che un minimo errore di posizionamento di Costa, un pallone in controtempo e la bravura di Valente e Spagnoli potrebbero aver deciso un campionato. Vero, mancano ancora 11 partite, ma stare a +3 azzerando il gap dello scontro diretto o a +6 con vista +7 fa tutta la differenza del mondo. Il derby offre uno spaccato di sé che racconta tanto: racconta che il Vicenza con Ronaldo e Ferrari in campo è una cosa, senza è un’altra. Fa capire perché lo scorso anno si sia perso in finale playoff con la Carrarese e perché quando Vecchi ha sostituito entrambi il Vicenza abbia perso personalità e qualche sicurezza. I cambi, in sostanza, non hanno migliorato un bel niente, mentre il Padova, tenuto a galla da uno straordinario Fortin, ha avuto il merito di rimanere aggrappato alla partita grazie anche ai subentranti. Ha avuto due occasioni vere, una l’ha sbagliata (Bortolussi) e l’altra l’ha segnata (Spagnoli). A proposito di Spagnoli: lo avevo criticato due settimane fa dopo il gol sbagliato con la Virtus Verona. Lui ha risposto con uno scatto di reni da applausi. Ha segnato alla Pro Patria, si è ripetuto a Vicenza. Quattro gol sono sempre pochi, ma di fronte a una reazione del genere, giù il cappello e basta. Ci sono due modi, infatti, per fronteggiare le difficoltà: deprimersi, prendersela con la stampa cattiva, oppure tirare fuori l’orgoglio e Spagnoli lo ha fatto. Sono certo che neppure lui fosse soddisfatto di se stesso fino alla partita con la Pro Patria, da adesso in avanti può essere lui l’uomo promozione. Il Vicenza non potrà praticamente più sbagliare, ha un calendario probabilmente leggermente migliore rispetto al Padova, ma dovrà essere praticamente perfetto, se vorrà centrare una rimonta che oggi è oggettivamente molto difficile.

A proposito di scalate difficili, la Triestina sta per uscire dalla zona salvezza, come si poteva immaginare. Aveva già un buon organico prima del mercato di gennaio, senza spese pazze Daniele Delli Carri ha messo a disposizione di Attilio Tesser i rinforzi giusti. Peccato per Strizzolo, che dovrà stare fuori un po’ per un problema alla caviglia che non pare gravissimo, stesso discorso per Cortinovis. Ovvio che qualcuno adesso una sbirciata più alto la voglia dare: il decimo posto dista otto punti, che sono davvero tanti. Una piccola speranza c’è, fermo restando che il primo diktat resta quello di completare la rimonta e blindare prima di tutto la categoria. Eppure se a segnare è un carneade come Jonsson che, per stessa ammissione di Tesser sta scalando gerarchie interne molto rapidamente, ecco che tutto diventa più chiaro. Tutti stanno interpretando lo spartito, ognuno per la propria fetta di responsabilità. La Triestina di oggi ricorda il Pordenone che scalò dalla C alla B. Partite sporche, vinte con una giocata, rischi ridotti al minimo dietro e il colpo di qualcuno fra i tanti ad alzare la posta. Oggi diventa importante persino Bianconi, preferito a Frare per il tipo di avversario e per il terreno del Piola di Vercelli, oltre che per la presenza in area  di un certo Comi che meritava una marcatura particolare.

Il Trento si è un po’ inceppato, Luca Tabbiani si è arrabbiato per qualche mugugno durante la partita col Lumezzane, ma deve fare i conti soprattutto con un numero troppo alto di infortuni. L’ultimo è Samuel Di Carmine, per il quale però l’allarme non suona più all’impazzata come dopo la sua uscita di scena domenicale. E’ il ginocchio, sì, ma non c’entrano i legamenti e al massimo si parla di un trauma distorsivo – contusivo, al punto che potrebbe addirittura esserci nell’anticipo di venerdì con la Pergolettese. Col Lumezzane la prestazione c’è stata solo a tratti, il Trento ha fatto peggio che a Trieste e l’assenza di Rada in mezzo si è avvertita distintamente. Il problema maggiore, si diceva, rimangono gli infortuni: Frosinini (due volte), Rada (tre volte), Barison (due volte), Peralta, Di Cosmo, Sangalli, Trainotti, Vitturini, giusto per fare alcuni esempi. Al punto che si fa strada il sospetto che l’idea di un nuovo centro sportivo possa essere un toccasana anche sotto questo punto di vista. Nel Monday Night onore alla Virtus Verona, che ha dato spettacolo nel derby col Caldiero Terme, ma menzione speciale anche per l’Arzignano, che fuori casa va come un treno e che ha battuto anche l’Alcione Milano. Affonda l’Union Clodiense, troppi errori in una stagione maledetta, in cui la tempistica delle varie decisioni prese, dentro e fuori dal campo, non è stata quella ideale. Neppure l’arrivo di Bruno Tedino, che aveva cominciato bene ma si è perso per strada, ha cambiato la sostanza.

Chiusura di sipario con la Serie B. Il Cittadella ha perso a Catanzaro per un’incomprensione fra Matino e Maniero e non è la prima volta che accade una cosa simile. La prestazione non è stata tutta da buttare, ma la sconfitta per come l’ho vista è stata meritata. Nessun dramma, considerata la classifica e dopo il blitz di Pisa, tutto resta in gioco. Festeggia anche il Südtirol, che fa sua una partita brutta, sporca e cattiva con la Sampdoria. I blucerchiati chiudono in nove, l’impressione vedendo il match è che i biancorossi abbiano giocato sulle debolezze avversarie, riuscendo a conquistare una vittoria che pesa come un macigno. La salvezza resta un approdo incerto, ma l’impressione è che Castori, pur senza fare meraviglie, stia riuscendo a trovare la quadratura del cerchio, quantomeno per giocarsela fino in fodno

The post Vicenza-Padova, quando un gol al 94′ può cambiare un campionato. Triestina, Tesser e Delli Carri regalano meraviglie: salvezza vicina, i playoff il sogno. Trento, gli infortuni sono troppi. Venezia, così l’epilogo non potrà che essere la B first appeared on Triveneto Goal.]]>
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Presidio Investors ha trattato il Padova prima di prendere il Verona. Vicenza, il derby e l’ultima chiamata per la B. Triestina, è davvero possibile sognare i playoff? Venezia, domani dentro o fuori per Ben Yedder: una vittoria per sperare https://www.trivenetogoal.it/2025/02/12/presidio-investors-ha-trattato-il-padova-prima-di-prendere-il-verona-vicenza-il-derby-e-lultima-chiamata-per-la-b-triestina-e-davvero-possibile-sognare-i-playoff-venezia-domani-si-decide-per-b/229473/ Wed, 12 Feb 2025 22:00:53 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=229473 È la settimana di Vicenza-Padova, che se non è un’ultima spiaggia per i biancorossi, poco ci manca. Sono in molti ad aver già messo le mani avanti sostenendo che questo derby non sia decisivo, ma non sono affatto d’accordo. In caso di vittoria di Padova il vantaggio diventerebbe pressoché incolmabile, con un +9 tendente al […]

The post Presidio Investors ha trattato il Padova prima di prendere il Verona. Vicenza, il derby e l’ultima chiamata per la B. Triestina, è davvero possibile sognare i playoff? Venezia, domani dentro o fuori per Ben Yedder: una vittoria per sperare first appeared on Triveneto Goal.]]>
È la settimana di Vicenza-Padova, che se non è un’ultima spiaggia per i biancorossi, poco ci manca. Sono in molti ad aver già messo le mani avanti sostenendo che questo derby non sia decisivo, ma non sono affatto d’accordo. In caso di vittoria di Padova il vantaggio diventerebbe pressoché incolmabile, con un +9 tendente al +10 in virtù dello scontro diretto a favore e con l’enorme spinta psicologica di aver vinto entrambi gli scontri diretti che difficilmente potrebbe essere trascurata. Una sorta di ipoteca sulla B, mentre in caso di pareggio la questione rimarrebbe aperta, con il Padova però sempre favorito. Ecco perché il Lane deve vincere, anche perché il verdetto di Salò è di quelli che fanno male: la squadra di Vecchi ha perso con tutte e tre le squadre migliori del girone A (Padova, Triestina e Feralpisalò), tre indizi chiarissimi che fanno una prova. Vecchi deve dare un segnale se vuole vincere il campionato. Manca qualcosa ai biancorossi, almeno fino a questo momento, per poter scavalcare il Padova, che di partite ne ha persa solo una (a Verona) e che si è subito rialzato dopo la sberla del Gavagnin. La settimana scorsa avevo profetizzato un nuovo allungo biancoscudato e così è stato. Era un passaggio delicato della stagione e il Padova lo ha superato brillantemente, trovando finalmente un gol pesante di Spagnoli, che ha risposto con personalità alle comprensibili critiche arrivate dopo i gol falliti nelle ultime settimane. Che derby sarà? Un derby molto fisico, dove il Vicenza proverà a replicare la partita dell’andata, cercando di finalizzare meglio la manovra, mentre mi aspetto che il Padova affronti il match con un atteggiamento simile. È una settimana ad alta tensione, in cui il Padova ha chiuso tutte le porte, mediatiche, degli allenamenti, delle interviste, a dimostrazione di quanto sia importante l’appuntamento di domenica. Mi aspetto Ronaldo e Ferrari in campo dal 1’, mi aspetto Pirrello al posto di Perrotta, mi aspetto uno spezzone importante per Buonaiuto, mi aspetto un clima incandescente per un match che dirà tanto e che avrà un peso specifico altissimo nell’economia dell’intera stagione.

Lunedì un altro derby triveneto ha premiato la Triestina contro il Trento. Un tempo praticamente senza occasioni, poi un altro tempo con una squadra (quella di Tesser) che ha fatto valere il peso di un ottimo mercato invernale. Non solo perché Ionita ha segnato il secondo gol consecutivo, ma anche per l’ottimo Silvestri e la sorpresa Balcot, che si è preso di forza la fascia destra. Il Trento complessivamente è stato buono, ottimo a tratti, ma ha peccato nella fase di finalizzazione e sta risentendo della prolungata assenza di Frosinini che, fino a quando la condizione lo ha sostenuto, è stato un valore aggiunto innegabile. L’attacco poggia tutto su Di Carmine, ma servono quelle alternative che al Rocco non si sono viste. Accornero non ha punto come sa fare, Disanto è andato a sprazzi e si è avvertita l’assenza di Peralta, inizialmente in panchina. La domanda da un milione di dollari: la Triestina deve davvero accontentarsi della salvezza con può sperare in una clamorosa rimonta playoff? Dal decimo posto ci sono nove punti e troppe squadre per immaginare un miracolo. Oggi che la Triestina sarebbe terza dall’arrivo di Tesser in poi, l’unico focus possibile dev’essere la salvezza, tutto il resto va messo in soffitta e, nel caso, ci sarà tempo di estrarlo dall’armadio nel rush finale della regular season. Il cambio di equilibri interno al club, con i fratelli Craft che adesso sono in maggioranza col 60% delle quote del fondo che possiede la Triestina, non va sottovalutato e qualcosa magari non nell’immediato, potrebbe cambiare. Postille finali per Caldiero Terme e Union Clodiense, che lottano per una salvezza sempre complicata, per l’Arzignano, arrivato a otto risultati utili consecutivi fuori casa e per la Virtus Verona, che vive un momento di forma strepitoso. Complimenti a Fresco, capace ancora una volta grazie a uno staff di prim’ordine di comporre una squadra che piace, che lotta, che sa sguazzare nel Mare Magno di una categoria difficile, in cui se non nuoti bene rischi di affogare.

Adesso saliamo di due piani e andiamo a Verona. Presidio Investors, che prima di prendere l’Hellas, udite udite, ha trattato a lungo il Padova negli ultimi mesi tramite il broker Giacomo Satta (e di acquirenti per il club biancoscudato ce ne sono anche altri), finalmente ha parlato e si è presentata in conferenza stampa. Italo Zanzi conosce bene l’ambiente calcistico, la conferenza tutto sommato mi ha convinto anche se poi bisogna vedere se alle parole seguiranno i fatti. Sul mercato era lecito attendersi qualcosa di più del piccolo cabotaggio a cui eravamo abituati nell’era Setti e la cessione di Belahyane l’ho trovata frettolosa. Si sarebbe potuto attendere e trattenerlo fino a giugno, quando forse il prezzo sarebbe ulteriormente lievitato. Sul campo è arrivato un altro rovescio preoccupante pesantissimo con l’Atalanta, ma il Verona ha dimostrato più volte quest’anno che quando ha avuto le spalle al muro si è sempre rialzato. Giusto avere fiducia? Un po’ di credito c’è ed è giusto concederlo, ma non bisogna scherzare troppo col fuoco. Le scommesse, tante, vanno vinte e non è automatico che lo siano.

Il Venezia ancora una volta si trova nella stessa situazione. Gioca una buona gara, mette in difficoltà la Roma, viene punito da quello che Eusebio Di Francesco ha definito “un rigorino”, si arrabbia perché di “rigorini” non ne è stato concesso un altro e perché alla resa dei conti lo 0-1 non ci stava. La quartultima piazza è sempre lì, a cinque punti, perché l’Empoli è in caduta libera, il Parma boccheggia e qualche piccola speranza ancora c’è. Come ho già avuto modo di scrivere una settimana fa per me Wissam Ben Yedder va preso, va tentata questa carta con un attaccante che lo scorso anno fece 16 gol in 32 partite. È fermo da sette mesi, ma ha tutte le possibilità per lasciare il segno. I dubbi, più che essere legati alle sue vicende extra campo, sembrano essere legati alla sua lunga inattività. Domani a quanto pare si saprà. Eppure la Serie A è un patrimonio inestimabile che va difeso fino all’ultimo. Kike Perez e Zerbin sono due ottimi acquisti, Candé ha retto l’impatto con la A e Marcandalli non ha demeritato, rigore a parte, al suo debutto in maglia arancioneroverde. Sinceramente non è onesto sostenere che la squadra sia più debole rispetto a inizio anno e ci sono fatti oggettivi per sostenerlo. Ora, però, bisogna vincere una partita e a Genova l’occasione c’è. Vieira ha portato solidità, la squadra che pure non gioca un calcio champagne si è allontanata dalla zona calda e forse, proprio per questo, può essere attaccabile da un Venezia affamato di punti e che vuole difendere la Serie A. L’Udinese ha fatto un figurone a Napoli, portandosi a casa un punto d’oro, grazie al gol più inatteso, quello di quell’Ekkelenkamp eroe per un giorno al Maradona. Runjaic sta traghettando la squadra in lidi sicuri, la salvezza è ormai cosa fatta e, visto che siamo appena a febbraio, è un traguardo davvero importante.

Post scriptum per la B. Il Cittadella si riprende a Pisa con gli interessi il ko a tavolino dell’andata, alla fine il calcio a volte restituisce quello che i cavilli regolamentari tolgono. Una vittoria probabilmente immeritata, quella dell’Arena Garibaldi, ma come ho detto una mano toglie e l’altra dà. E il sigillo di Pandolfi pone fine a una diatriba lontana da quello di cui vorremmo parlare ogni settimana. Il Südtirol si lamenta degli arbitri, ma la sconfitta di Cremona non fa una grinza. La lotta salvezza sarà lunga e logorante e le possibilità di evitare la C ci sono tutte. Dopotutto, prima che fisica, la guerra che si deve combattere è psicologica. Vincerà chi avrà i nervi più saldi e a Bolzano, in tempi non sospetti, hanno dimostrato di saper non perdere la testa.

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Venezia, non è ancora il momento di alzare bandiera bianca. La prima flessione del Padova, il Vicenza che spinge, la rivoluzione di Trieste, le scommesse di Marchetti, il fattore Pyythia e Treviso che bussa laggiù https://www.trivenetogoal.it/2025/02/04/venezia-non-e-ancora-il-momento-di-alzare-bandiera-bianca-la-prima-flessione-del-padova-il-vicenza-che-spinge-la-rivoluzione-di-trieste-le-scommesse-di-marchetti-il-fattore-pyythia-e-treviso-che/228993/ https://www.trivenetogoal.it/2025/02/04/venezia-non-e-ancora-il-momento-di-alzare-bandiera-bianca-la-prima-flessione-del-padova-il-vicenza-che-spinge-la-rivoluzione-di-trieste-le-scommesse-di-marchetti-il-fattore-pyythia-e-treviso-che/228993/#respond Tue, 04 Feb 2025 21:46:59 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=228993 Se n’è andata anche l’ennesima sessione di calciomercato extralarge, ridondante, debordante, invadente oltre ogni limite possibile. Come ho già avuto modo di scrivere e di ribadire, il giorno in cui si chiuderà la sessione con l’inizio delle partite (a Natale si potrebbe studiare una finestra di 15 giorni in coincidenza di una pausa) sarà sempre […]

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Se n’è andata anche l’ennesima sessione di calciomercato extralarge, ridondante, debordante, invadente oltre ogni limite possibile. Come ho già avuto modo di scrivere e di ribadire, il giorno in cui si chiuderà la sessione con l’inizio delle partite (a Natale si potrebbe studiare una finestra di 15 giorni in coincidenza di una pausa) sarà sempre troppo tardi. Paradossale quanto accaduto a gennaio, dove a Verona e a Venezia soprattutto ci sono giocatori scesi in campo con la testa altrove, qualcuno già venduto, altri in partenza e poi rimasti, altri ancora in arrivo. Parto ancora dal Venezia, perché mi pare la situazione con maggiori spunti di riflessione. E’ partito Pohjanpalo per 5 milioni più bonus, non l’importo della clausola ma esattamente quella via di mezzo che avevo indicato come approdo possibile fra domanda (6 milioni) e offerta (4 milioni più bonus). In molti hanno gettato la croce addosso alla società, ma io invece dico che sarebbe bastato, per Pohjanpalo, fare come ha fatto Christian Gytkjaer, ossia dire no (ai soldi del Palermo) e tutto si sarebbe spento sul nascere. Invece Pohjanpalo (che ha parlato e ha detto tutto in poche parole con un eloquente “a volte nella vita vanno fatte scelte difficili”) ha detto subito sì e, di fatto, non ha fatto nulla perché le cose potessero finire diversamente. Esaminiamo la cessione dal punto di vista tecnico: è forse un’eresia pensare e far notare che il giocatore visto sinora in Serie A, pur avendo segnato 6 gol, faticasse parecchio anche per i concetti di calcio di Di Francesco? La società ha valutato che forse si potesse migliorare, il Palermo ha bussato, il giocatore ha aperto e a quel punto anche la società ha fatto le sue valutazioni. Qualcuno ha definito Filippo Antonelli un liquidatore. Eppure, nelle precedenti sessioni di mercato, ha sempre avuto ragione lui. Quando cedette Crnigoj contro il volere della piazza ed ebbe ragione, quando la cessione di Johnsen alla Cremonese fu considerata un sacrilegio ed ebbe ancora ragione lui con la squadra promossa in Serie A proprio contro la Cremonese, adesso per la terza volta il dilemma si ripropone. Avrà ragione oppure no, Antonelli ad aver ceduto Pohjanpalo? Daniel Fila, pagato 2,8 milioni e non 1,5 milioni come si è letto in giro,  è oggettivamente una scommessa ma nessuno vieta a una scommessa di essere centrata e, prima di bocciarlo, va visto all’opera in Italia, dove i cechi spesso hanno fatto centro. Wissam Ben Yedder ha guai con la giustizia e una sentenza di primo grado a due anni di reclusione con la condizionale per violenza sessuale a cui si è appellato. Sul campo è sempre stato un crac e lo scorso anno segnò 16 reti in 32 partite in Ligue 1. Se il Venezia ha ancora una chance per salvarsi prendere Ben Yedder  avrebbe un senso preciso, perché arrivati a questo punto bisogna provarle tutte e anche il carisma conta. Domani si saprà. Per il resto della sessione vogliamo dire, per esempio, che Zerbin è un ottimo acquisto, che Kike Perez è un ottimo centrocampista e che Candé ha già dimostrato di reggere l’impatto con il campionato italiano? Sembra che il Venezia abbia fatto una campagna acquisti disastrosa, invece io voglio concedere ancora credito ad Antonelli, perché ha dimostrato di meritarlo. Una piccola chance di salvezza c’è e va giocata fino in fondo. Se ci fosse Ben Yedder, di sicuro le possibilità di farcela sarebbero maggiori. Poi, a proposito delle contestazioni alla società, vorrei ricordare che il Venezia è salito in Serie A, ha superato un momento drammatico ed è ancora in piedi, lo sarà anche in caso di retrocessione. Ha un saldo attivo di 5 milioni dal mercato di gennaio, con investimenti per 5 milioni e spese per 10. Certo, i tifosi non se ne fanno nulla delle plusvalenze o dei conti in ordine perché vogliono giustamente risultati, ma in una situazione complessa come quella ereditata dall’attuale gestione, essere ancora in piedi è già un successo. Ho scritto che restare in Serie A sarebbe il volano per diventare una realtà del massimo campionato, ma se ciò non dovesse accadere, si sono gettate le basi per ripartire di nuovo con basi più solide di quelle di appena un anno fa, quando il club fu davvero a un passo dalla bancarotta. A una piazza che oggi è disorientata ma che ha vissuto tre fallimenti ricominciando sempre dalla D, vorrei ricordare che stiamo pur sempre parlando di Serie A e grazie agli americani, il club è prima rinato dalle ceneri e oggi si trova ancora nella massima serie dopo la prima esperienza. Non è poco, a nostro avviso, per una piazza che non ha una tradizione decennale ai massimi livelli e che sta cercando di competere senza compromettere la sua stessa esistenza.

Dubbi e perplessità ce ne sono anche a Verona, dove la musica sul mercato non è cambiata neppure dopo l’arrivo di Presidio Investors. Fra tutte le cessioni quella più dolorosa è quella di Belahyane, anche perché come ho già avuto modo di sottolineare a un giocatore baciato dal talento sarebbe servito un altro anno in provincia prima di spiccare il volo. E invece adesso alla Lazio corre il rischio di bruciarsi. Sul campo la squadra, ancora una volta, quando ha le spalle al muro in qualche modo riesce sempre a emergere, un segnale che farebbe pensare che, a fine anno, la salvezza possa arrivare. Sul mercato sono arrivate una serie di scommesse scelte accuratamente da Sean Sogliano e anche qui, come Antonelli, vale la pena dare fiducia a chi, almeno a Verona, ha dimostrato di meritarla. Anche qui, visti i precedenti dello scorso anno e di due anni fa, si è stati capaci di banchettare e salvare la pelle con scarti e avanzi di qualità e con un lavoro di scouting che ha dato frutti innegabili.  Quanto all’Udinese, ha fatto poco o nulla sul mercato anche se Solet è senza dubbio un grande acquisto, ma battendo il Venezia si è quasi garantita la tranquillità da qui a giugno. Salvo cataclismi, insomma, ben difficilmente i bianconeri si faranno trascinare al ribasso. Nonostante le offerte, Lucca non è stato fatto partire, considerando che a giugno magari le cifre che serviranno per portarlo via saranno ben più alte. Nella seconda parte di stagione, inoltre, qualche scommessa fatta che comincia a lasciare intravedere le sue qualità (Bravo) potrebbe esplodere e far parlare molto di sé.

Quello appena trascorso è stato anche il weekend della prima sconfitta in campionato del Padova, che ha confermato la prima vera flessione stagionale perdendo ben 7 punti in sole 4 partite, facendo avvicinare il Vicenza a -3 da -10 e richiamando i tanti fantasmi che circondano la piazza dopo gli ultimi anni. Sentendo addetti ai lavori e operatori del mondo del calcio, nessuno si sarebbe aspettato uno scenario simile. Probabilmente non se lo sarebbero aspettato neppure a Vicenza. Come si può chiedere, infatti, a una tifoseria che ha sopportato un primo posto perso a pari punti per differenza reti nello scorso diretto, due finali playoff perse di cui una all’ultimo rigore, una sfilza di secondi posti di stare tranquilla di fronte agli eventi delle ultime settimane? Come potrebbe assorbire una rimonta epica della rivale più fiera?  Logico che il clima improvvisamente non sia dei migliori, inutile cercare di mettere la testa sotto la sabbia fingendo che tutto vada bene. Una singola sconfitta non può mettere sottosopra il lavoro di mesi, certo. A Verona si è perso con una buona dose di sfortuna (4 legni gridano vendetta), ma anche con una parte di demeriti, come l’incredibile gol sbagliato a due metri dalla porta da Alberto Spagnoli. Siamo a febbraio e la pazienza si sta esaurendo, per quello che doveva essere il fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva e che invece ha segnato appena due reti, di cui uno su azione. La società aveva investito per avere un bomber da doppia cifra e le cifre dimostrano che l’operazione ad oggi non è riuscita. Il Padova si è ritrovato un Bortolussi in versione deluxe (a proposito, perché 70 minuti in panchina a Verona?) e adesso deve stare attento. E’ ancora davanti e nessuno vuole cancellare l’ottimo lavoro svolto da Matteo Andreoletti, ma come abbiamo già avuto modo di ribadire in un campionato del genere con un avversario come il Vicenza, se l’obiettivo è il primo posto, il margine di errore è vicino allo zero. Sul mercato è arrivato Buonaiuto, che era il tipo di giocatore che mancava (brevilineo, di inserimento, con qualche gol in canna e con la capacità di cambiare passo) e la cui unica incognita sono le motivazioni con cui torna a Padova a 11 anni dalla prima esperienza. Mancano meno di due settimane al derby e il Vicenza ha messo insieme una serie positiva da urlo. Cinque vittorie consecutive sono un ruolino di marcia impressionante e, ricordando le parole di Stefano Vecchi, il Vicenza ha messo in pratica quello che il suo allenatore aveva detto a chiare lettere, quando era scivolato a -10 dalla vetta: “Ora il campionato lo può perdere solo il Padova, se loro caleranno noi dovremo essere bravi ad essere lì e non mollare”. Sembravano frasi di circostanza, addirittura le agenzie di scommesse per settimane non quotavano neppure più il Vicenza vincente in campionato, invece Vecchi ha recuperato Ferrari e Ronaldo, ha trovato un assetto solido e roccioso,  è riuscito a vincere a Meda al 96′ e adesso vede la rivale a tiro. Il campionato non finirà domenica e neppure dopo lo scontro diretto del Menti, anche perché sulla carta il prossimo turno è favorevole al Padova, che potrebbe nuovamente allungare. Oggi, però, per vari motivi non esiste più una chiara favorita e tutto si è ribaltato in tempi estremamente rapidi, molto più velocemente di quanto si potesse immaginare. La società sul mercato ha fatto il minimo indispensabile, considerando giustamente Ronaldo e Ferrari come due nuovi acquisti e Beghetto un elemento di contorno. Ora il duello è davvero tutto da vivere, fino in fondo.

E’ finito il mercato e Triestina e Trento, che si affronteranno lunedì al Rocco, hanno cambiato volto. Lo ha fatto molto di più l’Alabarda, che ha completato la rivoluzione prendendo Strizzolo (che dovrà dimostrare di poter fare ancora la differenza) e liberandosi di giocatori che non avevano le motivazioni giuste (Krollis e Kiyine su tutti). Un lavoro immane, quello del direttore sportivo Daniele Delli Carri, che ha dato il meglio possibile ad Attilio Tesser in condizioni oggettivamente difficili. A Lumezzane si è visto, per esempio, perché si sia voluto puntare su Artur Ionita, quanto ci voleva per aggiungere il giusto pepe alla linea mediana, si è blindato Correia e si è sistemata la difesa con innesti mirati e apprezzabili. Anche il Trento ha lavorato bene a gennaio. Accornero è un potenziale crac che secondo me nel girone di ritorno esplodere, Falasco e Maffei sono due buone scelte per alzare il livello sulla fascia sinistra, mentre Adil Titi è una scommessa molto azzardata, visto che è alla prima esperienza in Serie C e che è fermo da tempo. L’Union Clodiense ha rivoluzionato tutto l’organico, cambiando giustamente allenatore e provando a fare all in per cercare una salvezza ancora più complicata dopo il tracollo del Briamasco, il Caldiero Terme ha puntato sulla voglia di riscatto di Roberto Bordin che si sta giocando bene sinora le sue carte, la Virtus è una squadra difficilissima da battere sul suo campo quando è in giornata buona, il Legnago lotta per evitare la D ma è in una situazione a dir poco compromessa.

Chiusura di sipario con un paio di postille sulla B e sulla D. Pyythia (di questo ragazzo si sentirà parlare molto) ha avuto un impatto devastante a Bolzano e se oggi il Südtirol è ancora in piedi, con concrete chance di salvezza, lo deve a questa ispirata operazione di mercato che sta cambiando il presente biancorosso. Per il resto la squadra è appesa ai destini di Castori che, nonostante non faccia un calcio champagne e bollicine, vuole dimostrare di non essere ancora passato di moda a 70 anni suonati. Sul mercato si è cambiato tanto (Barreca l’ultimo innesto) perché evidentemente si sono compresi i tanti errori fatti in estate. Siccome il campionato permette anche questi recuperi, a Bolzano possono sperare di blindare la categoria. A Cittadella, dopo la sconfitta con lo Spezia, abbiamo assistito alla partenza di Branca, che condividiamo, mentre abbiamo molte perplessità sul ritorno di Davide Diaw. Che da troppo tempo convive con guai e acciacchi fisici che ne hanno frenato il rendimento. Se davvero Marchetti vincerà anche questa scommessa, bisognerà fargli un  monumento.  Bello, infine, il duello in D fra Treviso e Dolomiti Bellunesi. Il ritorno dei biancocelesti nel calcio che conta è atteso da tanti e non nego di nutrire simpatia verso una squadra che ho seguito per anni nei momenti d’oro. Oggi è la favorita, ma non così tanto e Nicola Zanini è lì, a non mollare di un centimetro, per provare a cambiare un finale che nella Marca sperano finalmente favorevole dopo anni davvero tremendi. 

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Vicenza, uno scatto per sognare la rimonta: il Padova pronto a rispondere. Venezia, perché Antonelli merita (ancora) fiducia. Triestina, fra le pieghe di mercato difficile. Bordin, partenza sprint. Verona, un altro capolavoro in arrivo? https://www.trivenetogoal.it/2025/01/28/vicenza-uno-scatto-per-sognare-la-rimonta-il-padova-pronto-a-rispondere-venezia-perche-antonelli-merita-ancora-fiducia-triestina-fra-le-pieghe-di-mercato-difficile-bordin-partenza-sprint-ve/228233/ https://www.trivenetogoal.it/2025/01/28/vicenza-uno-scatto-per-sognare-la-rimonta-il-padova-pronto-a-rispondere-venezia-perche-antonelli-merita-ancora-fiducia-triestina-fra-le-pieghe-di-mercato-difficile-bordin-partenza-sprint-ve/228233/#respond Tue, 28 Jan 2025 22:45:35 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=228233 Il weekend calcistico appena trascorso ha portato con sé molti temi interessanti alle nostre latitudini. Il duello infinito fra Padova e Vicenza ha conosciuto un altro capitolo. I biancorossi hanno rosicchiato altri due punti alla capolista, che continua ad avere in mano il gioco ma che deve stare attenta a non buttare via un vantaggio […]

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Il weekend calcistico appena trascorso ha portato con sé molti temi interessanti alle nostre latitudini. Il duello infinito fra Padova e Vicenza ha conosciuto un altro capitolo. I biancorossi hanno rosicchiato altri due punti alla capolista, che continua ad avere in mano il gioco ma che deve stare attenta a non buttare via un vantaggio che era diventato abissale. Dieci punti, checché ne dicano i soliti leoni da tastiera, sono un margine che in Serie C ha un solo precedente di una squadra che l’ha gettato al vento. Stagione 2016-2017, la Cremonese rimontò da febbraio 9 punti all’Alessandria e la affiancò all’ultima curva, prevalendo nella volata per lo scontro diretto a favore. Il Vicenza  oggi scoppia di salute. è straripante fisicamente e ha vinto in modo sontuoso con l’Alcione Milano, riscoprendo un Ronaldo in versione deluxe dopo l’infortunio, ma adesso avrà due trasferte consecutive: più comoda quella di Meda, molto più complicata quella di Salò. Il Padova ha un calendario migliore, Virtus Verona al Gavagnin e Pro Patria in casa. L’obiettivo minimo biancorosso è quello di restare a -6, in attesa dello scontro diretto di metà febbraio, mentre la capolista ha sempre in mano il gioco e vuole riprendere a marciare. Due pareggi consecutivi in casa sono un campanello d’allarme da non sottovalutare. Anche perché, se con l’Arzignano la prestazione era stata scintillante e avrebbe meritato di essere coronata dai tre punti, con la Pro Vercelli la squadra non mi è proprio piaciuta. Nessuno ha brillato, nessuno ha meritato il 7 in pagella e sono fioccate le insufficienze. Nulla di drammatico, intendiamoci, ma siccome la rivale corre veloce, non ci si può distrarre troppo e a Verona il Padova deve tornare a vincere. Stonano i mugugni e le frasi poco piacevoli in tribuna alla prima difficoltà stagionale di una squadra ancora imbattuta e il problema con la tifoseria organizzata che per protesta non entra all’Euganeo resta. Vedere il presidente Peghin da solo senza gli altri componenti societari festeggiare il 115esimo compleanno non è stata una bella immagine, perché in questo momento servirebbe unione d’intenti e l’istantanea che rimane è quella di uomo molto attaccato al territorio  e alla città, mentre tutti gli altri latitano. E non è una novità. I campionati si vincono anche con i piccoli gesti, non solo comprando e vendendo giocatori. Il Vicenza, se ritroverà Ronaldo e Ferrari ai massimi livelli, ha la possibilità di giocarsela fino in fondo. Deve scalare una montagna, ma sta avendo un merito innegabile. Non sta mollando la presa, ha resistito quando era per un giorno a -13, ha saputo parare anche l’infortunio di Cuomo, l’inquietudine di alcuni protagonisti che chiedevano il rinnovo, ha spostato il minimo indispensabile sul mercato e difficilmente farà altre operazioni da qui a lunedì prossimo. Il Padova, come già emerso da settimane, potrebbe prendere un attaccante più ancora che un centrocampista, che pure servirebbe. 

La Triestina ha buttato via una vittoria che avrebbe sicuramente meritato col Lecco, qualcosa secondo me è stato sbagliato nella gestione dei cambi, ma Tesser ha un largo credito di cui disporre e gli va data fiducia. Il mercato è difficilissimo, perché non basta neppure offrire tanti soldi ai giocatori per convincerli a venire e i rifiuti sono stati tanti, per via della posizione di classifica a dir poco mediocre. Il ds Daniele Delli Carri sta per completare l’opera. Ha preso Ionita, rinunciando a Cavion che ha chiesto due anni e mezzo di contratto (tanto quanto a Vicenza), ora dovrà trovare l’attaccante giusto. Luca Strizzolo è in cima alla lista dei desideri, ma serve un’offerta importante per convincerlo. Il primo assalto non ha dato l’esito sperato, ma la partita è ancora aperta. Gli ultimi sviluppi hanno dimostrato ancora una volta che l’unico obiettivo credibile, purtroppo per un club che ha speso tantissimo, non può che essere la salvezza. Obiettivo misero, in relazione alle risorse investite, ma che oggi dev’essere l’unica cosa a cui pensare. L’anno prossimo, finalmente, si potrà pensare a ricostruire con pazienza e facendo le cose fatte bene sin dall’inizio, mettendo ogni cosa al proprio posto. 

Il Trento non ha convinto, ha perso meritatamente a Verona col Caldiero Terme e ha cancellato quanto fatto di buono appena una settimana prima. La squadra non mi è proprio piaciuta e ha collezionato la peggior prestazione del 2025. Merito di Roberto Bordin, che è entrato molto bene alla guida dei gialloverdi e che ha ritoccato nel modo giusto una squadra che aveva perso fiducia. Un pari nell’andata della semifinale di Coppa Italia, un successo col Trento sono un bel biglietto da visita per chi ha molto da farsi perdonare per quanto visto lo scorso anno a Trieste. Ma la vita spesso offre una seconda opportunità e Bordin non vuole sprecarla. Un’occasione sprecata, invece, per il Trento, che va di pari passo a qualche spiffero esterno. Tanto per essere chiari: le cose funzioneranno e continueranno a funzionare se Zamuner farà il ds e se Piazzi si limiterà a fare il dg e non il ds ombra. Se ci saranno sovrapposizioni, si imboccherà un vicolo cieco. Serviva un centrocampista pronto e che conoscesse la categoria, sta per arrivare l’afro svedese Adil Titi, svincolato da un anno. La domanda è: di chi è l’idea? E soprattutto: ha senso un’operazione simile in un momento simile? L’Union Clodiense tenta un colpo di coda con Tedino sul ponte di comando, ma è una missione davvero complicata. Anche per Tedino, però, quattro punti in due partite, a dimostrazione che il cambio di allenatore era giusto e, anzi, è stato tardivo rispetto alle necessità.

Ieri sera ho visto dal vivo Venezia-Verona, una partita tesa e difficile, per due squadre che rischiano di retrocedere. Il pari va meglio al Verona, il Venezia doveva vincere e non lo ha fatto dopo una settimana allucinante. La vicenda Pohjanpalo va spiegata bene. Chi ha visto il Venezia giocare non ha potuto che constatare come il capitano qualche difficoltà da quando è sbarcato in Serie A l’abbia avuta: ha segnato sei gol, vero e non è che le rivali abbiano tanto di meglio. Il Cagliari ha Piccoli che di gol ne ha fatti cinque, il Genoa ha Pinamonti che ne ha fatti sei, il Verona ha Tengstedt che ne ha fatti sei, il Parma ha Bonny che ne ha fatti quattro. Ma forse Pohjanpalo non è il prototipo di attaccante che calza a pennello con le idee di Di Francesco. Il tecnico vorrebbe qualcuno che sappia attaccare la profondità, Shomurodov può essere un’idea molto buona, ma come supporto da affiancare a un centravanti, non può essere il centravanti della squadra. A Udine, giusto per fare un esempio, Shomurodov è entrato al primo della ripresa, si è messo accanto a Dovbyk e ha cambiato la partita, ricevendo gli elogi di Ranieri. A breve la Roma potrebbe cederlo al Venezia, ma il vero upgrade sarebbe prendere un centravanti come Yaremchuk, di cui ho ottimi ricordi in varie competizioni internazionali. Se davvero Pohjanpalo finirà al Palermo per una cifra compresa fra i 4 milioni più bonus che offre il Palermo e i 6 che chiede il Venezia e verrà rimpiazzato da Yaremchuk e Shomourodov con la contemporanea partenza di Gytkjaer, ecco che tutto potrebbe avere un senso preciso. Come la cessione di Ellertsson a 3,5 milioni al Genoa, tenendo il giocatore fino a giugno. I soldi verranno reinvestiti per rinforzare la squadra e a mio avviso si tratta di un’operazione giusta, che ha senso, che sta in piedi. Per questo Antonelli, che ha avuto ragione quando cedette Crnigoj contro il volere della piazza, che ha avuto ragione quando cedette Johnsen e scoppiò un finimondo, potrebbe avere ragione per la terza volta, tecnicamente parlando, se cedesse Pohjanpalo e prendesse due sostituti come Yaremchuk e Shomurodov. Di sicuro l’attacco ne gioverebbe e forse ci si potrebbe giocare la salvezza fino in fondo. Quello che pare evidente è che la dirigenza abbia capito che per salvarsi serve cambiare più di qualcosa, non soltanto uno o due ritocchi. E se Pohjanpalo restasse? Pur ritenendo più probabile la sua partenza alla data e all’orario attuale in cui scrivo, non escludo nulla, perché nel calcio succedono tante cose e se ho visto saltare affari con contratti già firmati figuriamoci se ancora non c’è accordo totale su tutta la linea.

A proposito di mercati creativi, se davvero il Verona cederà Belahyane al Chelsea sarà un altro capolavoro. Con tutta l’onestà del mondo, vedo un ragazzo dalle grandi potenzialità, ma se mi chiedete se è da Chelsea rispondo “Non ancora”. Vedo un grande futuro, ma a volte quando si fanno le cose troppo in fretta si rischia di bruciare un giocatore. Bene fa il Verona, eventualmente , a passare all’incasso, ma permettetemi di nutrire dubbi sul fatto che Belahyane possa decollare così presto, in un aeroporto così grande e con tanti campioni a circondarlo. La squadra a Venezia non mi ha fatto una grande impressione, ma ha saputo pareggiare usando i mezzi che ha, con qualche intuizione di Zanetti che con i cambi è riuscito a salvarsi ancora una volta. La strada rimane lunga e tortuosa, aver passato indenni Venezia è un buon punto di partenza. L’Udinese evidentemente soffre la Roma. Ha perso all’andata male, ha perso al ritorno giocando meglio, ma palesando qualche limite di troppo. I due rigori, a scanso di equivoci, ci sono entrambi, ha lasciato a desiderare il posizionamento della difesa, che senza Solet perde tantissimo.  La classifica rimane buona, ma non bisogna rilassarsi e il derby di sabato col Venezia è già una partita importante sotto tanti punti di vista.

Resta la Serie B. E’ stato un turno davvero positivo per Cittadella e Südtirol. Sono arrivate due vittorie: un po’ fortunata quella granata, maestosa quella biancorossa, con un grande Merkaj e la brutta tegola dell’infortunio  di Zedadka, che ha alzato bandiera bianca nel momento in cui poteva svoltare. Sul mercato il Cittadella ha cambiato poco ma cambierà ancora, mentre il Südtirol ha cambiato molto e potrebbe riuscire a risalire la corrente. Dal Canto è stato onesto nel dopogara nel riconoscere che di certo non si è vista una grande prestazione a Cosenza e i granata l’hanno sfangata grazie alle parate di Kastrati e Maniero e grazie a un’autorete. Ma a fine anno, se il Cittadella si salverà, nessuno si ricorderà che aveva vinto giocando male a Cosenza. Conterà solo che in quella trasferta sono arrivati tre punti benedetti. 

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Venezia-Pohjanpalo, cosa sta succedendo. Verona, una nuova era fra mille insidie. Padova-Vicenza, a lunghe falcate verso il derby. Triestina fra sogni e realtà. Trento, una meraviglia. Andreucci, Soave e Contini, tre esoneri, tre storie https://www.trivenetogoal.it/2025/01/21/venezia-pohjanpalo-cosa-sta-succedendo-verona-una-nuova-era-fra-mille-insidie-padova-vicenza-a-lunghe-falcate-verso-il-derby-triestina-fra-sogni-e-realta-trento-una-meraviglia-andreucci-soav/227505/ https://www.trivenetogoal.it/2025/01/21/venezia-pohjanpalo-cosa-sta-succedendo-verona-una-nuova-era-fra-mille-insidie-padova-vicenza-a-lunghe-falcate-verso-il-derby-triestina-fra-sogni-e-realta-trento-una-meraviglia-andreucci-soav/227505/#respond Mon, 20 Jan 2025 23:41:59 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=227505 Cosa sta succedendo fra il Venezia e Joel Pohjanpalo? E’ la domanda della settimana, senza alcun dubbio, traghettata e traslata a tutte le latitudini del Triveneto. Quattro giorni fa è arrivata una proposta del Palermo, dove il direttore sportivo Carlo Osti si è messo in testa di andare a prendersi il capocannoniere della scorsa stagione […]

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Cosa sta succedendo fra il Venezia e Joel Pohjanpalo? E’ la domanda della settimana, senza alcun dubbio, traghettata e traslata a tutte le latitudini del Triveneto. Quattro giorni fa è arrivata una proposta del Palermo, dove il direttore sportivo Carlo Osti si è messo in testa di andare a prendersi il capocannoniere della scorsa stagione in Serie B. Che per la verità non sta facendo malaccio neppure in Serie A. Sei gol, di cui tre su rigore (ma i rigori vanno segnati e basta dare un’occhiata alle statistiche di quanto si siano alzate le percentuali di errore negli ultimi anni per capire che timbrare dagli undici metri non è una banalità), un apporto che sicuramente non è stato stellare, ma neppure così disastroso da giustificarne la dipartita. Qual è il problema, allora? Che il Venezia ha deciso di ascoltare, di mettersi al tavolo e di non chiudere le porte in faccia alla partenza. Per ragioni economiche, ma non solo. Pohjanpalo, se tanto ci dà tanto, il suo pensiero l’ha espresso chiaramente con l’esultanza dopo il rigore segnato a Parma: “Resto qui”, il suo gesto è parso inequivocabile. Del resto, perché cambiare aria, mettendosi nei panni del giocatore? A Venezia sta a meraviglia, abita nella città più bella del mondo, i tifosi stravedono per lui, è capitano, passeggia per le calli e beve uno spritz, ha conquistato la Serie A con la squadra grazie ai suoi gol. In un calcio sempre meno romantico, l’ultima postilla che mancherebbe a questa bellissima storia d’amore sarebbe da aggiungere a fine stagione. Ecco, Pohjanpalo vorrebbe completare il cerchio aiutando il suo Venezia a mantenere la A da protagonista. Siccome, però, non siamo nati ieri, se il Palermo si è messo sulle tracce del giocatore, qualche spiraglio l’avrà intravisto, qualche spiraglio per mettersi sulla scrivania con calcolatrice e quant’altro ci dovrà pur essere. Si racconta pure, dietro le quinte, che si sarebbe parlato pure di Thomas Henry (un ritorno) come possibile parziale contropartita, ma su questo versante nessuna conferma. Qual è la cosa giusta da fare, insomma? Se il direttore sportivo Filippo Antonelli ritiene di avere in mano una soluzione alternativa migliore di Pohjanpalo, allora è comprensibile che alla cessione a cui tanti si oppongono ci faccia un pensiero. Ma con le finanze del Venezia, c’è davvero la possibilità di vendere il proprio capitano e di migliorare? Facciamo come i giocatori di poker e aspettiamo di “vedere” le carte in mano dei vari giocatori, prima di sentenziare. Nel frattempo applaudiamo Di Francesco che, con un solo difensore di ruolo, è riuscito a portare via un punto a Parma, sfiorando pure il successo pieno. Ci si è messo ancora Candela, che sino al rigore procurato per la verità non aveva neppure demeritato, a chiudere, forse, nel peggiore dei modi, la sua avventura veneziana, affossando la squadra. Era stato uno dei simboli della promozione, ma la Serie A al momento ha dimostrato di non essere la sua categoria. Col Verona, o dentro o fuori: o si vince, oppure le possibilità di salvezza si riducono al lumicino. Per il resto occhio agli ultimi colpi, perché a Venezia potrebbe succedere molto in questi dieci giorni che mancano alla fine del mercato.

A Verona, intanto, si è voltata pagina, sono arrivati gli americani che vogliono buttare giù il Bentegodi e rifare lo stadio. Perché? Perché quello è il vero business, ancora in gran parte inesplorato per l’ottusità dei nostri politici, per le forze contrarie che da sempre osteggiano le grandi idee edilizie e che hanno fatto saltare tanti bei progetti su e giù per l’Italia. Del fondo texano Presidio Investors si sa ancora troppo poco per poter dire con certezza come si comporteranno nel mondo del calcio italiano. Le proprietà americane ormai sono sempre più numerose, non solo in Serie A, a dimostrazione che gli investitori a stelle e strisce credono nell’Italia e nel calcio italiano. Il viso di Italo Zanzi, rassicurante per il suo pedigree e per il suo passato, placa parecchio ansie e preocupazioni, al resto dovrà pensare Sean Sogliano, che dovrà dimostrare che era lui il vero valore aggiunto del Verona e non Marco Baroni. Proprio quel Marco Baroni che nel suo Bentegodi ha dominato ancor più di quanto non dica il punteggio un Hellas in ambasce, in una di quelle serata da brividi che ne hanno contraddistinto il cammino. Lunedì prossimo è in carnet un derby veneto da brividi al Penzo, quasi un’ultima spiaggia per il Venezia, sempre più staccato dal quartultimo posto, ma decisivo pure per i colori gialloblù scivolati in zona retrocessione. Quando ha le spalle al muro, l’Hellas ha dimostrato di trovare risorse inaspettate, ben oltre i valori tecnici della squadra. Vedremo

Il Monday Night ha chiuso il weekend lungo del calcio triveneto con una delle peggiori versioni dell’Udinese viste quest’anno, seconda in negativo solo alla trasferta all’Olimpico persa con la Roma. Difficile, se non impossibile, trovare qualcosa da salvare nella debacle inattesa di Como. Ha tradito persino Solet, che aveva incantato alle prime uscite, del Sanchez che abbiamo conosciuto in questi tracce zero o quasi, il resto rivedibile per essere cortesi. La speranza è che sia stata una serataccia e basta, magari nel prossimo weekend con la Roma si capirà qualcosa di più.

Giornata ancora una volta da dimenticare in Serie B per Südtirol e Cittadella. Per la verità i biancorossi hanno messo paura al Sassuolo, segnando addirittura tre gol e mostrando un Niklas Pyyhtiä in versione extralusso. Impatto pazzesco per il talento del Bologna, che si è subito calato nella nuova realtà segnando due gol in due partite e sfornando pure un assist. Contro la corazzata neroverde, però, non è stato sufficiente e la classifica è sempre più inquietante, visto che la squadra è penultima. Ma dietro arrancano tutte e, in una giornata in cui il Cittadella torna a rivivere gli incubi del Tombolato nemico, la sconfitta  è quasi indolore, visto che il Frosinone pareggia, la Sampdoria e il Cosenza perdono e a vincere è solo la Salernitana di Roberto Breda, l’uomo per tutte le stagioni chiamato a risollevare una realtà in ambasce ma, quanto a valori, del tutto ingiustificata come invitata al tavolo delle possibili retrocesse. Cos ì come si suppone che presto pure la Sampdoria dovrebbe dimostrare il suo valore, per il momento emerso soltanto in minima parte. Fatemi spendere una parola per Alessio Vita: è un giocatore che ho sempre ammirato e che, con gli anni, è migliorato costantemente. Se oggi il Cittadella ha messo il muso fuori dalla palude retrocessione, una fetta consistente di merito è anche sua. Leader in campo e fuori, presente in zona gol e pure quando c’è da difendere.

Infine, il lungo capitolo della Serie C. Davanti, nessuno scossone. Il Padova ha vinto a Sesto San Giovanni, liberandosi anche dell’Alcione e continuando a macinare punti, record e vittorie soprattutto in trasferta, dove la squadra ha un seguito di tifosi davvero impressionante, contraltare spietato a quello che succede in casa, dove l’Euganeo rimane sempre più desolato nella sua solitudine e dove, guarda caso, i risultati sono leggermente peggiori che fuori casa. A scanso di equivoci, a norma di regolamento rigore ed espulsione in occasione del vantaggio ci stanno tutti (in gergo tecnico, dogso non genuino, con Stabile che si disinteressa completamente del pallone e spinge a due mani per terra Fusi, negandogli una chiara occasione da gol), per il resto la capolista piace meno che in altre occasioni, spreca tanto in undici contro dieci e la chiude solo nel finale. Alla resa dei conti, però, contano i punti (tre) con il vantaggio immutato sul Vicenza con una partita in meno da giocare. E la grande rivale? Ancora una volta gonfia il petto e mostra i muscoli a Busto Arsizio. Rilancia a sorpresa Ferrari dal primo minuto e intanto riceve in dote un assist, per i contributi pesanti ci sarà tempo. Non parte benissimo, soffre, ma poi va in vantaggio con una prodezza di un giocatore per cui stravedo (Talarico), raddoppia nel finale di tempo con un altro che scoppia di salute (Rolfini), blinda la porta con Confente, chiude il conto con Zonta. Insomma, il Vicenza ancora una volta dimostra di esserci, nonostante il ritardo consistente dal primo posto. Il calendario prima del derby di metà febbraio vede il Padova favorito da impegni sulla carta più abbordabili (Pro Vercelli e Pro Patria in casa, Virtus Verona in trasferta), mentre il Vicenza avrà l’Alcione Milano in casa e due trasferte contro Renate e Feralpisalò, che si annunciano assai spinose. Sul mercato le due contendenti faranno poco: il Padova forse prenderà un giocatore offensivo alla fine del mese, il Vicenza ha chiuso per Beghetto e forse rimarrà così, visto che l’infortunio di Cuomo non dovrebbe essere nulla di particolarmente serio.

Stecca la Triestina, che dimostra di soffrire molto le squadre fisiche e che la mettono sulla corsa. Con l’Atalanta si sa come funziona: duelli a tuttocampo e ritmi forsennati, sabato a Caravaggio l’Alabarda ha pagato qualche ingenuità di troppo sottoporta (davanti manca una punta, non ci sono dubbi) e i nerazzurri sono stati cinici, quasi spietati. Qualche episodio dubbio onestamente c’è stato, giusto per dire che i presunti favoritismi a una big perché invischiata nella lotta per non retrocedere esistono solo nella testa di chi vede marcio anche dove non c’è. Il ds Daniele Delli Carri è a caccia di certezze nel finale di mercato e sta scandagliando le varie opzioni per l’attaccante, mentre qualcuno dovrà per forza uscire. Ribadisco, a maggior ragione, quanto ho già avuto modo di scrivere: bisogna accantonare pensieri di playoff perché oggi l’unico obiettivo possibile resta quello di evitare i playout. Per tutti gli altri sogni di gloria si dovrà rimandare all’anno prossimo ogni ragionamento. Prima l’ambiente lo capisce e meglio è. Il Trento fa un figurone con l’Arzignano anche in emergenza assoluta. In una settimana dove a centrocampo ci sono tre giocatori di numero, dove Vitturini è a ko, Frosinini resta a mezzo servizio e dove Di Cosmo fa il terzino (senza contare Di Carmine ai box per un risentimento muscolare) andare ad espugnare Arzignano dopo aver fatto lo stesso a Lecco è motivo di comprensibile orgoglio. Ai talent scout di tutta Italia suggerisco di annotarsi il nome di Armand Rada: merita la B, senza se e senza ma e, se esiste un minimo di logica e di meritocrazia, a fine stagione il grande salto è pronto. Nel mirino del ds Zamuner c’è un centrocampista (sfumato Gargiulo andato al Cosenza dopo una trattativa di alcuni giorni, i nomi caldi sono quelli di Proia, Stronati, Di Gesù e Ballarini, sempre che offra le garanzie minime dopo tanti, troppi infortuni) per chiudere il mercato dopo aver sigillato Accornero, un talento purissimo che potrebbe esplodere proprio in maglia gialloblù.

Dulcis in fundo, i tre cambi di allenatori delle matricole della C, tutti la stessa settimana, quasi contemporaneamente. Sacrosanto nella sostanza, a dir poco curioso nella tempistica, quello di Chioggia con Bruno Tedino salito in sella al posto di Antonio Andreucci. Esonero giustissimo, si diceva. Andreucci ha fatto tanto in Serie D ottenendo una splendida promozione, ma in C ha dimostrato di non avere una proposta offensiva adeguata. Tedino in 24 ore non può aver fatto miracoli, ma sicuramente ha saputo toccare le corde giuste, perché l’Union Clodiense vista a Lumezzane era una squadra trasformata, che si è permessa persino il lusso di sbagliare un rigore senza intaccare il risultato finale. Esoneri, parte due. Dispiace per Cristian Soave, come Andreucci protagonista di una cavalcata straordinaria in D, ma alle prese con le difficoltà di un salto di categoria che dal dilettantismo al professionismo spesso risulta indigesto. Ecco, a dire la verità capisco molto meno la scelta di Roberto Bordin, quantomeno sulla carta, ma è giusto concedere il beneficio del dubbio per capire se l’allenatore che tanto male fece a Trieste possa trovare un redenzione in un paese di 8mila anime che spera di non tornare al piano di sotto. Così come il Legnago, che invece sceglie il romanticismo, richiamando Bagatti dopo aver esonerato anche Contini. Quanto sembrano lontani i tempi di Minadeo e di Donati….

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Padova-Vicenza, il duello infinito e il messaggio di Andreoletti alla società. Triestina, avanti tutta su tutti i fronti. Venezia, fare presto sul mercato altrimenti sarà retrocessione. Udinese, gli acquisti che spostano. Trento, la chiave per gennaio https://www.trivenetogoal.it/2025/01/13/padova-vicenza-il-duello-infinito-e-il-messaggio-di-andreoletti-alla-societa-triestina-avanti-tutta-su-tutti-i-fronti-venezia-fare-presto-sul-mercato-altrimenti-sara-retrocessione-udinese-gli-a/226866/ https://www.trivenetogoal.it/2025/01/13/padova-vicenza-il-duello-infinito-e-il-messaggio-di-andreoletti-alla-societa-triestina-avanti-tutta-su-tutti-i-fronti-venezia-fare-presto-sul-mercato-altrimenti-sara-retrocessione-udinese-gli-a/226866/#respond Sun, 12 Jan 2025 23:05:08 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=226866 Il duello infinito in Serie C scrive un altro capitolo. L’Arzignano si conferma una realtà di assoluto livello dopo il cambio di allenatore, con un rendimento da podio clamoroso. All’Euganeo spunta un pari, non del tutto inatteso, perché i giallocelesti sono tutt’altra cosa rispetto alla squadra inguardabile dell’andata e lo dimostrano con una prova coraggiosa, […]

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Il duello infinito in Serie C scrive un altro capitolo. L’Arzignano si conferma una realtà di assoluto livello dopo il cambio di allenatore, con un rendimento da podio clamoroso. All’Euganeo spunta un pari, non del tutto inatteso, perché i giallocelesti sono tutt’altra cosa rispetto alla squadra inguardabile dell’andata e lo dimostrano con una prova coraggiosa, di fronte a un avversario superiore, che macina gioco e occasioni, ma che continua a non trovare in Alberto Spagnoli quel centravanti da doppia cifra che cercava. Non si possono solo valutare le prestazioni, un attaccante deve segnare e al Padova oggi è mancato proprio un suo gol per risolvere la contesa. Nel frattempo il Vicenza offriva una prova scintillante e convincente contro l’Albinoleffe. Tre gol annullati se non è un record poco ci manca, al quarto tentativo ha colpito Rolfini, che dopo l’infortunio è tornato in gran spolvero. Vecchi spera di ritrovare su questi livelli molto presto anche Ronaldo e Ferrai, in tal modo il Vicenza proverebbe a giocarsela fino in fondo pur dovendo recuperare oggi 8 punti e dovendo obbligatoriamente vincere lo scontro diretto al Menti. Al di là delle versioni ufficiali e di quanto detto da Andreoletti in conferenza stampa, la formazione anti – Arzignano schierata dall’allenatore, passato improvvisamente per la prima volta nella stagione alla difesa a quattro, è un preciso messaggio alla società. Trovo inconcepibile che la cessione di Crescenzi sia stata formalizzata senza avere un sostituto pronto. Un errore grave, che in un momento come questo non si dovrebbe commettere. L’aver lasciato andare Crescenzi non fa certo scalpore, visto che è stato il giocatore a chiedere la cessione, fa scalpore che non ci sia un sostituto immediatamente pronto. Per andare in B quando si viaggia a quote così alte, anche i dettagli fanno la differenza e questo lo è. Se anche il sostituto dovesse arrivare domani mattina sempre in ritardo si sarebbe. Nessun allarme sul campo, perché la squadra ha comunque giocato una buona partita, fuori dal campo il duello sarà anche sul mercato perché il Vicenza cerca un rinforzo con caratteristiche simile a quella della rivale. Gli occhi adesso sono puntati sulla settimana prossima, quando il Padova sarà impegnato in trasferta con l’Alcione Milano, mentre il Vicenza sarà di scena a Busto Arsizio.

Trieste gode, ma ogni settimana che passa diventa sempre più inconcepibile aver tardato così tanto a richiamare Attilio Tesser, affidando la direzione sportiva a un dirigente capace come Daniele Delli Carri. Autolesionismo puro, anche perché a mio parere se da un lato la Triestina non avrà problemi a salvarsi, dall’altro i playoff sono troppo lontani per immaginare rimonte epiche. A Verona contro il Caldiero hanno deciso due rigori che hanno fatto arrabbiare Cristian Soave e i suoi ragazzi, ma la vittoria, a veder la partita con occhio esterno, non fa una grinza. Bella conferma per El Azrak, Olivieri è diventato l’uomo degli undici metri e, da quando c’è Tesser, si è trasformato in un cecchino dalla media realizzativa elevatissima, il resto del gruppo funziona a meraviglia. Frare è tornato il signor difensore che si conosceva, Correia è il miglior centrocampista della C e meriterebbe un salto di categoria (ha una clausola di 2,5 milioni, li vale tutti e vedremo se qualcuno intenderà spenderli), D’Urso sta rifiorendo, Tonetto è un mistero perché non giocasse prima. 

Il Trento ha sofferto molto l’Atalanta U23 nel primo tempo, rischiando di prendere un’imbarcata, ma poi nella ripresa è uscito fuori. Pur concedendo molto dietro, alla fine tutto sommato ha meritato il pari. Non ho visto nessuno eccellere particolarmente, Barlocco sul primo gol qualche colpa ce l’ha, Di Carmine anche dal dischetto è la solita sentenza, Disanto ha riscattato una prova grigia con una punizione meravigliosa e Rada è andato a corrente alternata. Il problema sono sempre gli infortuni: stavolta è toccato a Vitturini (emergenza vera sulla destra), mentre si è fermato ancora Sangalli (l’incubo ricomincia). Ora servono due rinforzi per gennaio e si potrebbe bussare alla porta del Brescia per il talento Nuamah, un ragazzo che farà molta strada. Inoltre serve un centrocampista per sostituire Vallarelli. L’Union Clodiense è affondata miseramente con la Pergolettese, fallendo quello che era un crocevia da non sbagliare. Sotto accusa finisce Antonio Andreucci, che guida una squadra che non vince da fine agosto. Secondo me, arrivati a questo punto, la società dovrebbe tentare la via dell’esonero per provare a a dare una scossa alla squadra. Perdere in casa in superiorità numerica dopo l’espulsione di Stante mostrandosi rassegnati al peggio è stato un segnale inequivocabile. D’accordo che il budget è l’ultimo della categoria, ma un allenatore deve sapersi evolvere e la proposta offensiva di Andreucci è palesemente insufficiente ormai da mesi. Dai primi rumors le intenzioni della società vanno in direzione opposta e non tira aria di esonero. Per me, detto con grande schiettezza, un errore.

A Venezia è arrivata un’altra sconfitta con l’Inter e la classifica mette i brividi. Il distacco dal quartultimo posto è di cinque punti, che sono tanti. Con Parma e Verona non si potrà sbagliare, ma anche qui grosse colpe sono della proprietà che, invece di correre ai ripari sul mercato subito con 3-4 acquisti, tiene in ostaggio Filippo Antonelli che, prima di comprare, deve vendere. Qui non si sta capendo l’importanza di mantenere la categoria, qui si sta giocando col fuoco e si sottovalutano clamorosamente le tempistiche corrette in situazioni di emergenza. Prendete la Triestina: ha messo a segno quattro acquisti subito e oggi si gode il meritato raccolto, mentre il Venezia aspetta sempre Zerbin, l’attaccante che dovrebbe aiutare Pohjanpalo, il difensore che dovrebbe rimpiazzare Svoboda e nel frattempo si è infortunato pure Altare. Ha ragione Di Francesco quando invoca rinforzi, ma il club sta commettendo un errore gravissimo e dovrebbe comprendere che mantenere la Serie A è nell’interesse stesso di chi guida il club, mentre tornare in B subito significherebbe dover ricominciare tutto daccapo. Oggi contro l’Inter la solita musica. Buona partita, coraggiosa, dignitosa, gagliarda a tratti, un palo e qualche chance, una resistenza coriacea di fronte a una corazzata. Ma non basta e oggi a mancare non è più l’allenatore, ma chi guida il club, che deve subito azzerare il ritardo rispetto alle concorrenti.

A Udine, come sempre, hanno capito tutto. Hanno tenuto in freezer Solet per mesi e lo hanno proposto alla prima occasione utile. Risultato: due partite da mvp o giù di lì e la difesa non ha subito neppure un gol nelle ultime due partite. Contro l’Atalanta si è vista un’ottima Udinese, che a centrocampo ha fatto densità, che ha accettato i duelli in ogni zona del campo, vincendone più del solito. Se Sanchez recupera una condizione fisica accettabile, può essere un valore aggiunto. Per la salvezza non ci dovrebbero essere problemi di alcun tipo, ma l’impressione è che con Runjaic si possa costruire piano piano anche un futuro più ambizioso. Il Verona torna da Napoli con una sconfitta onorevole. Il piano gara di Zanetti aveva il suo perché e per larghi tratti di partita ha funzionato, la difesa ha retto l’urto discretamente, ma il Napoli è semplicemente più forte e, rispetto all’andata, ha imparato la lezione. Ora resta da capire come si muoverà il club sul mercato dopo il closing societario, che avverrà in settimana. Si aprirà una nuova epoca, vedremo quanto redditizia e gratificante per le ambizioni della piazza.

Chiosa finale con la Serie B. Il Südtirol visto col Catanzaro ha mostrato qualche segnale di risveglio, palesando però tutte le problematiche che in questo momento lo condannerebbero alla retrocessione. Il gol di Pyyhtiä all’esordio è un’ottima notizia, ma ci sono tante altre zone d’ombra che il gol lampo dei calabresi ha contribuito a denudare. Il Cittadella, invece, si è rialzato quando sembrava spacciato. Buon punto di sofferenza anche a Cesena, tanti ringraziamenti a Kastrati per l’ottima prestazione fornita e undicesimo punto nelle ultime cinque partite. Dal Canto ha detto di non aver risolto i propri problemi, eppure la squadra oggi sembra essersi liberata mentalmente ed è tornata ad esprimersi ai livelli che può raggiungere. Sul mercato potrebbe arrivare un difensore, nonostante sia stato preso Capradossi e ci potrebbe essere qualche cessione eccellente. Ad maiora

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Venezia, la strada della salvezza e i colpi da fare sul mercato. Verona-Udinese, cos’ha detto il derby. Padova, una marcia inarrestabile. Vicenza, l’ultima speranza. Triestina, cosa c’è nel futuro. Il miglior Trento dell’anno a Lecco https://www.trivenetogoal.it/2025/01/07/venezia-la-strada-della-salvezza-e-i-colpi-da-fare-sul-mercato-verona-udinese-cosha-detto-il-derby-padova-una-marcia-inarrestabile-vicenza-lultima-speranza-triestina-cosa-ce-nel-futuro/226402/ https://www.trivenetogoal.it/2025/01/07/venezia-la-strada-della-salvezza-e-i-colpi-da-fare-sul-mercato-verona-udinese-cosha-detto-il-derby-padova-una-marcia-inarrestabile-vicenza-lultima-speranza-triestina-cosa-ce-nel-futuro/226402/#respond Tue, 07 Jan 2025 06:30:41 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=226402 Si può essere contenti di un pareggio interno contro l’Empoli? A giudicare da quanto visto sabato nei 90 minuti del Penzo, sicuramente il Venezia si deve tenere stretto il punto conquistato, che rappresenta pur sempre qualcosa da mettersi via in attesa di tempi migliori. Ma la domanda vera è se davvero questa squadra possa salvarsi […]

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Si può essere contenti di un pareggio interno contro l’Empoli? A giudicare da quanto visto sabato nei 90 minuti del Penzo, sicuramente il Venezia si deve tenere stretto il punto conquistato, che rappresenta pur sempre qualcosa da mettersi via in attesa di tempi migliori. Ma la domanda vera è se davvero questa squadra possa salvarsi se non vince in casa neppure una partita fra Parma, Lecce, Como ed Empoli. Quattro scontri diretti, due sconfitte e due pareggi, neppure una vittoria. L’unica è arrivata col Cagliari, troppo poco per poter pensare di salvare la pelle, almeno come stanno attualmente le cose. Eppure la distanza dal quartultimo posto non è incolmabile, quello che manca è un risultato davvero eclatante, di quelli che accadono una volta l’anno e che  rappresentano la chiave per evitare di tornare di nuovo in Serie B, in una sorta di saliscendi che non permette al club di strutturarsi davvero dal punto di vista finanziario e di fare progetti in prospettiva futura. Cosa manca, oggi, a questa squadra? Mancano uno o due difensori, manca almeno un quinto di gamba, un centrocampista per alzare il livello tecnico della batteria centrale, manca un’alternativa a Pohjanpalo che possa anche giocare con lui: l’identikit perfetto sarebbe Shomurodov, mentre non mi convince l’ipotesi Belotti, un doppione di Pohjanpalo che ben difficilmente potrebbe giocare con il capitano. Con queste operazioni il Venezia potrebbe davvero competere per la salvezza, ma il tempo stringe, siamo al 7 gennaio e ancora non ci sono state operazioni in entrata, salvo Condé, ormai in dirittura d’arrivo. L’impressione è che Antonelli  debba fare i salti mortali per far quadrare i conti, che prima di comprare debba vendere, ma con questo ritmo difficilmente si regaleranno a Di Francesco con la tempistica migliore i rinforzi richiesti. La proprietà dovrebbe capire che investire oggi farebbe tornare indietro tanti soldi domani in caso di salvezza. Il messaggio dell’allenatore, del resto, sabato è stato chiaro. Due cambi su cinque, come a dire: signori, questi ho e su questi per ora posso contare, il resto va corretto e cambiato. Non semplice, davvero.

Poi, sempre sabato, stavolta di sera, ho visto con attenzione Verona-Udinese. Cosa ho visto? Ho visto una squadra con una forte identità come quella di Zanetti. Ci ha messo un po’, a trovare la quadra, ma adesso il tecnico ha scelto una strada e la sta percorrendo e il gruppo risponde. Con l’Udinese se l’è giocata sia in mezzo che sulle fasce, sfruttando spesso la locomotiva Tchatchoua per rifornire le punte. Sarr è una buona soluzione, ma sembra esserlo solo per determinate partite, quando si può giocare provando ad attaccare la profondità. Tengstedt è una scheggia impazzita, nel senso che sul fronte offensivo lo trovi un po’ ovunque, ma il suo contributo lo dà eccome. Restano il cervello Duda, un portiere eternamente sottovalutato come Montipò, un talento come Ghilardi. Che con il tempo si farà, ma non va caricato di eccessive responsabilità. Anche Belahyane ha stoffa da vendere, ma secondo me non è ancora pronto per una grande squadra. Lo sarà fra un po’, ma oggi sarebbe bene aspettare ancora un po’, prima di farlo partire. Che Udinese ho visto? Una squadra solida e attrezzata, un Solet che rappresenta un acquisto coi fiocchi, perché giocare con quella personalità alla prima da titolare dopo una naftalina durata tre mesi non è da tutti. Lovric è il solito stantuffo che in zona gol si fa sentire, davanti Lucca per me rimane una certezza e non ho capito la sua sostituzione con l’uomo in più. Stimo molto Runjaic, che ritengo un ottimo allenatore, ma questa mossa non l’ho compresa. Magari non sarebbe cambiato nulla, ma in quei minuti finali in cui il Verona era alle corde, un riferimento centrale alla ricerca della spizzata e della zampata giusta sarebbe stato utile eccome.

Ferma la B, l’attenzione si sposta ancora una volta sulla C. Il Padova ormai non fa quasi più notizia, 57 punti con 18 vittorie e 3 pareggi sono una marcia semplicemente mostruosa e tutti gli ostacoli che si frappongono lungo il percorso vengono accuratamente schivati. La prima partita dopo la sosta è quella più insidiosa. Le trappole mentali e le scorie fisiche dopo le feste sono sempre in agguato e stavolta c’erano pure diverse assenze. Neanche stavolta la capolista è stata scalfita, a dimostrazione di una condizione mentale prima che atletica strepitosa. Ieri sera sono stato a TeleChiara e ho ascoltato con attenzione il ragionamento di Pieraldo Dalle Carbonare. Il suo pensiero, da tifoso ed ex presidente vicentino, non fa una grinza. Devo recuperare due o tre punti prima dello scontro diretto, poi spero di vincere al Menti e infine me la gioco. Certo, ma più facile a dirsi che a farsi. Il campionato al 90% ha definito la sua griglia, esiste ancora un 10% che è un po’ la stessa situazione che accadde nel 2017 fra Cremonese e Alessandria, quando i grigiorossi di Tesser recuperarono 11 punti ai grigi. Ci vorrebbe un cataclisma, perché il Padova perdesse questa Serie B, ma siccome ogni tanto i ribaltoni accadono, aspettiamo metà febbraio per tirare definitivamente le somme. Se il Padova può persino permettersi il lusso di non sostituire Broh (ma noi un sostituto lo prenderemmo senza esitazione), il Vicenza ora che sono rientrati Ronaldo e Ferrari deve cedere, sia in mezzo che davanti. I probabili partenti sono Rossi e Zamparo, da capire cosa faranno Greco, De Col e Laezza, mentre dietro l’obiettivo è un braccetto, soprattutto se dovesse partire Laezza. Se Ronaldo e Ferrari recuperano ai loro livelli, per il Vicenza sono due acquisti coi fiocchi. Quello che ha rappresentato Tronchin lo scorso anno per Ronaldo quest’anno potrebbe farlo Zonta. Ronaldo dà il meglio di sé quando ha qualcuno che corre per lui al suo fianco. Ferrari ha una struttura fisica imponente e potrebbe faticare a tornare al top. Vedremo. Fatto sta che oggi per poco non tornava gonfiando la rete e sarebbe stato un ritorno da caterpillar.

La Triestina prosegue il suo percorso verso un grande ritorno sulle scene. Battendo l’Union Cl0diense ha compiuto un passo fondamentale dal punto di vista mentale verso la normalità. Che non è certo la zona retrocessione, ma neppure il limbo di metà classifica. Oggi parlare di playoff non ha senso, magari fra due mesi si potranno fare altri discorsi, ma oggi è giusto concentrare le proprie attenzioni sul primo e unico obiettivo possibile: uscire dalla zona playout. Daniele Delli Carri ha fatto un lavorone sinora: tre acquisti subito, non ci è riuscito nessuno. Fiordilino in C è un lusso e lo ha già dimostrato nello spezzone giocato sabato, Udoh può essere una buona soluzione per scardinare le difese avversarie in un certo tipo di partite, Cancellieri è molto offensivo ma è comunque una scelta coerente. Certo, ci vuole altro. A destra siamo in emergenza piena dopo l’infortunio di Germano, davanti serve una punta fisica e strutturata e poi va aggiunto un difensore centrale per completare l’opera. L’Union Clodiense ha un problema: ha l’ultimo budget della categoria, ma non è inferiore al Caldiero Terme, tanto per essere chiari. Ergo, se in venti partite si è vinto una sola volta, è evidente che qualche problema a livello di guida tecnica ci debba per forza essere. Per quello che ho visto sinora, la proposta offensiva di Andreucci per ora non è stata all’altezza della categoria. Situazioni che possono andare bene in D, in C vanno alzate di livello. Il ds Alberto Cavagnis lo ha difeso ed è ammirevole il tentativo di proseguire in  una strada non facendosi prendere per il collo. Ma quella del prossimo weekend è davvero l’ultima spiaggia. Se con la Pergolettese non si vince l’extrema ratio dev’essere il cambio in panchina, per provare a salvare il salvabile. Il Trento a Lecco ha giocato una delle sue migliori partite della stagione: su un campo a dir poco ostico, dove i padroni di casa avevano messo assieme 20 dei 24 punti conquistati sinora, Tabbiani ha ritrovato la squadra che ultimamente si era smarrita. Non tanto col Padova, dove aveva giocato una buona partita, ma a Vicenza e, in parte col Novara. Il ritorno di Rada è stato terapeutico, Di Carmine è una sentenza e punta dritto a quota 20 gol per chiudere in bellezza una carriera sfavillante, Peralta è una delle chiavi tattiche della squadra, Vitturini non ha fatto rimpiangere l’ottimo Frosinini. Se fossi nella società non getterei via questa occasione. Per com’è strutturata la classifica oggi, il quarto posto è alla portata dei gialloblù. Per questo con due innesti mirati si può sognare in grande. La Virtus Verona corre con un De Marchi versione extralusso, l’Arzignano continua a incantare e ha rischiato di battere pure l’Albinoleffe. Alla prossima c’è il Padova, occhio perché i giallocelesti saranno molto diversi rispetto alla squadra dimessa e impresentabile dell’andata al Dal Molin

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(d.c.) – Se ne va in archivio un altro anno e con il 2024 passa un altro carico di speranze, delusioni, errori, intuizioni, guizzi vincenti e topiche clamorose. Come ogni anno ecco il pagellone da zero a dieci, senza eccezioni, riservato a tutti i protagonisti degli ultimi dodici mesi

Voto 10 a Matteo Andreoletti e a Samuel Di Carmine – Cinquantaquattro punti in quattro mesi di stagione, un rendimento stellare e una cavalcata incredibile. Difficile trovare un difetto per ora alla sua gestione a Padova, che rasenta la perfezione. Se il Padova andrà in Serie B di sicuro molti dei meriti saranno suoi, la vera arma in più per il Padova fra il 2023-2024 e il 2024-2025. Il centravanti, a 36 anni, arriva a Trento con i dubbi di chi crede sia venuto a svernare. Dieci gol in un girone zittiscono tutti, a dimostrazione della sua personalità e professionalità che l’accompagnano anche in quella che potrebbe essere l’ultima avventura della sua carriera

Voto 9 a Matteo Lovisa, Marco Baroni e a Filippo Berti – Promozione al primo tentativo a Castellammare di Stabia, quinto posto in Serie B. Anche qui una considerazione: i suoi detrattori dicevano fosse la zavorra di Pordenone, ha dimostrato esattamente il contrario. La matricola terribile Caldiero Terme guidata dal presidente Berti sbarca fra i professionisti rappresentando un paese di 8mila abitanti. Un successo straordinario, ora la missione più difficile, quella della salvezza. A Verona l’allenatore compie un vero e proprio miracolo e si ripete a Roma con la Lazio. L’Hellas dovrà ringraziarlo a lungo per quello che ha fatto

Voto 8 a Filippo Antonelli, Sean Sogliano, Alberto Cavagnis e a Giuseppe Bianchini – La media fra il 10 per la promozione in Serie in un mare di difficoltà, soprattutto finanziarie e il 6 per l’attuale campionato di Serie A, dove non basta quanto fatto e la salvezza è distante quattro punti. Il tecnico dell’Arzignano ribalta un verdetto che pareva scritto e fa viaggiare la squadra a ritmi da podio, agganciando persino il treno playoff. Complimenti sinceri. Sogliano, dopo gli insuccessi di Padova, vince con merito il premio come miglior ds della passata stagione a Verona, quest’anno galleggia in una situazione difficile. Per il voto finale bisognerà ripassare a fine stagione, ma le intuizioni sul mercato restano davvero notevoli. L’Union Clodiense torna dopo quasi mezzo secolo in Serie C e il merito è in buona parte di un ds come Alberto Cavagnis, che compie un vero capolavoro. Ora la missione più difficile sarebbe quella di mantenere la categoria. Ci riuscirà?

Voto 7 ad Attilio Gementi, Kosta Runijaic, Attilio Tesser, Filippo Costa e a Giorgio Zamuner – Il Treviso lo scorso anno ha completato il rodaggio e adesso è primo in classifica, con la voglia di tornare finalmente fra i professionisti dopo troppi anni di fango e di paludi. Può arrivare fino in fondo, con una squadra costruita con competenza e senso logico. A Trento regna l’armonia e le scelte sono fatte sempre secondo un criterio logico. L’esterno del Vicenza rimane un’arma in più con doti eccellenti sia in fase di spinta che di contenimento: avrebbe meritato la promozione dopo un campionato straordinario. Leggermente in calo nella seconda parte della stagione, ma è sempre un top assoluto per la categoria. Tesser torna, impone il pari al Padova, batte il Vicenza e il Novara, poi scivola ad Arzignano. Ma dimostra quanto può contare un allenatore facendo meglio dei suoi tre predecessori messi insieme. Buon impatto anche di Runjaic a Udine: dimostra di essere un signor allenatore e tiene lontana l’Udinese dalla zona pericolo

Voto 6 a Renzo Rosso, Antonio Andreucci e a Massimiliano Mirabelli – Secondo lo scorso anno dopo la finale playoff persa contro la Carrarese (il primo degli sconfitti), secondo pure in questo campionato dietro alla lepre Padova. Manca sempre qualcosa all’appello a Mister Diesel perché, dopo esserlo diventato nel campo della moda, possa bissare i suoi straordinari successi imprenditoriali anche nel mondo del calcio. Per il dirigente calabrese, la media fra il 4 dello scorso campionato, con l’insensato esonero di Torrente, l’eliminazione ai quarti col Vicenza e le imbarazzanti fughe di fine stagione e l’8 dell’attuale campionato, dove la migliore intuizione, più che un mercato che non ha portato grandi miglioramenti alla rosa rispetto allo scorso anno (Broh quasi mai utilizzato e ceduto dopo quattro mesi, l’ottimo Fortin al posto del buon Donnarumma e Spagnoli (2 gol) al posto di Zamparo), resta la scelta dell’allenatore. Media fra l’8 della promozione e il 4 dell’attuale stagione anche per l’allenatore dell’Union Clodiense. Dopo la splendida impresa dello scorso campionato, il salto di categoria non è stato digerito, una sola vittoria e una proposta offensiva che non convince per la categoria

Voto 5 a Luca Zamparo – Male a Padova, non bene neppure a Vicenza. Un anno non certo esaltante per il centravanti, che sbarca in Veneto senza riuscire a ritrovare i fasti di Reggio Emilia

Voto 4 a Paolo Bravo – A forza di cambiare allenatori abbiamo perso il conto. Un vortice assurdo di scelte errate e un penultimo posto figlio soprattutto dei suoi errori. Dopo gli indubbi meriti della promozione in B, ha smarrito il tocco magico, prima di tutto nei comportamenti con l’esterno e nella gestione complessiva.

Voto 3 ad Alex Menta – Alza un po’ il suo voto in extremis con la decisione finalmente più logica, una volta costretto dall’ultimo posto con le spalle al muro, nominando Daniele Delli Carri come direttore sportivo e richiamando Attilio Tesser. Dieci mesi di ordinaria follia, con tutti gli errori possibili commessi, cancellando anche il buono che c’è nel suo lavoro. E che adesso, finalmente, riemergerà. Ma spendere così tanto per ottenere così poco è un nonsenso.

Voto 2 a Pep Clotet – Per la sceneggiata in campo in mondovisione con Krollis, per l’imbarazzante balletto post match, per le zero vittorie, per i risultati che gli danno contro. E’ un buon allenatore, ma non ha capito la realtà in cui è sbarcato ed è stato giustamente allontanato

Voto 1 a Roberto Bordin e a Michele Santoni – Il primo sbarca a Trieste e inanella una serie di risultati imbarazzanti, fino all’uscita dai playoff in completo anonimato, il secondo crede di aver scoperto il calcio e cerca di applicare un concetto inapplicabile in Serie C. L’unica vittoria dell’Union Clodiense in stagione contro la Triestina in dieci contro undici: e non servono altri commenti.

Voto 0 a Daniele Gastaldello e ad Alessandro Bruno – Una gestione disastrosa a Legnago, con una serie di topiche imbarazzanti, un atteggiamento supponente del tutto fuori luogo e la perla al contrario dello 0-8 di Terni che rimarrà purtroppo negli annali della società. Anche ad Arzignano, un disastro su tutta la linea. Lascia con la squadra senza capo né coda che sembra condannata alla retrocessione, il suo successore dimostra quanto possa contare un tecnico nel calcio professionistico

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Venezia, una vittoria da sei punti. Padova, un piede e mezzo in B. Vicenza, il rischio che si corre adesso. Triestina, testa bassa e subito sul mercato. Treviso, è la volta buona? https://www.trivenetogoal.it/2024/12/24/venezia-una-vittoria-da-sei-punti-padova-un-piede-e-mezzo-in-b-vicenza-il-rischio-che-si-corre-adesso-triestina-testa-bassa-e-subito-sul-mercato-treviso-e-la-volta-buona/225645/ https://www.trivenetogoal.it/2024/12/24/venezia-una-vittoria-da-sei-punti-padova-un-piede-e-mezzo-in-b-vicenza-il-rischio-che-si-corre-adesso-triestina-testa-bassa-e-subito-sul-mercato-treviso-e-la-volta-buona/225645/#respond Tue, 24 Dec 2024 06:30:52 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=225645 Le notizie della settimana prenatalizia: il Padova ha un piede e mezzo in Serie B, il Venezia è ancora vivo e coltiva una concreta speranza di salvezza, Cittadella e Südtirol e sperano in un’inversione di rotta, l’Arzignano dà una lezione alla Triestina e dimostra quanto può contare davvero un allenatore, il Vicenza rischia di passare […]

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Le notizie della settimana prenatalizia: il Padova ha un piede e mezzo in Serie B, il Venezia è ancora vivo e coltiva una concreta speranza di salvezza, Cittadella e Südtirol e sperano in un’inversione di rotta, l’Arzignano dà una lezione alla Triestina e dimostra quanto può contare davvero un allenatore, il Vicenza rischia di passare un girone di ritorno senza reali obiettivi. Partiamo ancora una volta dal Padova, che continua a inanellare record su record. Batte un Trento coriaceo e ravveduto dopo la batosta del Menti, bissa il successo infrasettimanale di Chioggia e scava un solco profondo dieci punti sul Vicenza, fermato ancora una volta sul pareggio dalla Giana Erminio. Come all’andata. Oggi, come ha detto giustamente Stefano Vecchi, il campionato lo può perdere soltanto il Padova, che vede la B già adesso che è appena iniziato il girone di ritorno. Dieci punti sono tanti, anzi tantissimi. Certo, i cataclismi avvengono, le rimonte storiche come quella della Cremonese sull’Alessandria esistono, ma i biancoscudati sono padroni del proprio destino e dovrebbero davvero prodursi in un crollo con pochi precedenti per buttare via la promozione. Nonostante gli strali settimanali e le risposte piccate, Luca Tabbiani ha fatto la cosa giusta. Non ha snaturato il Trento, ma non l’ha mandato all’assalto all’arma bianca come fatto a Vicenza, con un baricentro esageratamente alto. Se l’è giocata con intelligenza, ha perso, ma di sicuro la sconfitta di domenica è ben diversa da quella della precedente uscita. Per questo, nonostante sia il terzo ko consecutivo, ci sono motivi di giustificato allarme solo in relazione alla frenata nei risultati. Ma se il Trento giocherà come ha giocato col Padova di punti ne farà parecchi. La nuova situazione rischia di trasformare il girone di ritorno del Vicenza in una sorta di via crucis. Troppo distante, forse, dal primo posto per sperare in un miracolo, troppo distante, probabilmente, dal terzo per doversi preoccupare seriamente di perdere la piazza d’onore. Trovare motivazioni in vista dei probabili playoff, se la corsa dovesse andare come suggerisce la logica, diventerà un’impresa titanica. A Gorgonzola non si è visto il Vicenza dei giorni migliori, eppure ha avuto una chance clamorosa per passare in vantaggio con Rolfini (fallita), ma dall’altra parte si contano due legni e un rigore spedito alle stelle. Come a dire che Chiappella ha capito come imbrigliare Vecchi, basterà ricordare quanto accaduto all’andata per comprendere che non è un caso quanto accaduto domenica. Sempre rimanendo in Serie C, sabato ad Arzignano è capitato quello che Attilio Tesser aveva capito in anticipo. Basterà rileggersi le dichiarazioni prepartita per prendere atto che il tecnico trevigiano sentiva puzza di bruciato, conoscendo la categoria, l’avversario e le sue caratteristiche, sapeva che l’Arzignano poteva mettere a nudo i difetti congeniti della rosa. Ne è uscito fuori un 3-0 che ha confermato che: a) Tesser è uno dei migliori allenatori, se non il migliore su piazza, ma non fa miracoli e non trasforma l’acqua in vino; b) se non hai le giuste motivazioni in C un Arzignano ben allenato e gestito può essere più pericoloso di un Padova o di un Vicenza; c) la rosa non è da penultimo posto e nemmeno da salvezza, ma ha difetti strutturali che andranno corretti a gennaio, il prima possibile dal ds Delli Carri; d) parlare di playoff è fuori luogo e l’unico obiettivo plausibile è e dev’essere la salvezza, e) gli haters in servizio permanente si sono subito scagliati per un ko pur pesante contro Tesser, anziché portare rispetto a un tecnico fra i più vincenti in circolazione e che ha accettato una scommessa sotto il suo standard per amore di questo club e non solo per non perdere lo stipendio. Di contro, guardate l’Arzignano. Con Bruno in panchina era un’armata Brancaleone che sembrava destinata alla retrocessione, con Bianchini è un gruppo che brilla, galoppa e strabili e può raggiungere i playoff. A dimostrazione che, come certificato anche a Trieste, in C l’allenatore conta tantissimo e questo è soltanto un altro esempio. L’Union Clodiense ha deciso di dare fiducia ad Antonio Andreucci e sinceramente qualche perplessità ce l’ho. Vero è che gli alibi ci sono, che giocare sempre in trasferta è stato un supplizio, che la squadra non è certo una corazzata, che tanti giocatori lo scorso anno militavano in Serie D. Tuttavia, si può forse sostenere che i granata siano sulla carta inferiori a Caldiero Terme e Pro Patria? Secondo chi scrive no e il ritorno al Ballarin per ora non è bastato. Col Padova si è perso, col Lecco si stava perdendo e ci si è salvati al 94′. Troppo poco per poter sperare nella salvezza, sinceramente parlando.

La domenica pomeriggio, quella che ci piace con le partite alle 15 senza nebbie, vento ed eccessi climatici in negativo, ha messo in vetrina un bellissimo Venezia, che si è preso i tre punti che in realtà valgono sei nello scontro diretto col Cagliari facendo tutto ciò che doveva fare. Preso per mano dai suoi due cavalli di razza, Nicolussi Caviglia e Oristanio, ha messo dentro prima uno e poi due palloni nella rete avversaria, con due gol di buonissima fattura. Il primo di Zampano con enormi meriti dell’ex di turno troppo presto accantonato, il secondo con Sverko che in caduta carpiata è riuscito a battere Sherri. Il Cagliari ha provato a reagire, ma oggi sta peggio del Venezia a livello psicologico, pur avendo un punto in più. Il Penzo resta uno stadio che evoca ai colori rossoblù bruttissimi ricordi. Ora si andrà a Napoli e poi bisognerà tuffarsi sul mercato. Se prima serviva un difensore, adesso ne servono due. I rinforzi dovranno essere mirati: un attaccante che possa giocare o al posto di Pohjanpalo o assieme a lui al posto di Gytkjaer, almeno un quinto di centrocampo al posto di Haps se si riuscirà a cederlo. Questo per definire le priorità immediate, per il resto si vedrà a seconda degli estri di Filippo Antonelli. Il Venezia ha recuperato in una giornata: tre punti a Genoa, Lecce, Verona, Parma, Como, Cagliari e Monza, in  un turno che più favorevole non si poteva. Psicologicamente, adesso, sta meglio sia del Cagliari che del Verona, che ha appena cambiato proprietà in attesa degli annunci e che vede tramontare l’era Setti. Ho visto Verona – Milan e ne ho ricavato queste impressioni: a) in difesa serve almeno un rinforzo di peso; b) Belahyane è un ottimo prospetto, ma parlare in continuazione su come farebbe in una big non fa che fargli del male, perché in tutta evidenza non è pronto per un salto tanto importante; c) davanti ci sono tanti “vorrei ma non ci riesco per poco”, fra Sarr, Livramento, Mosquera e Tengstedt. Nessuno offre garanzie granitiche; d) Lazovic è un capitano encomiabile, ma non ha più lo spunto dei giorni migliori; e) il successo di Parma non è stato risolutivo. L’Udinese piazza un colpo grosso di quelli che fanno rumore. Un Thauvin al massimo dei giri in Serie A è un lusso, Lucca secondo noi merita maggiore fiducia perché il suo contributo, quando è messo nelle condizioni di farlo, lo dà di sicuro. In porta continuano i brividi, con Sava che alterna parate prodigiose a svarioni preoccupanti. Neppure Okoye, in tal senso, aveva regalato certezze, ma nel complesso la prestazione di Firenze nasconde i difetti e mette in vetrina i tanti pregi di un mercato intelligente, a cominciare dalla scelta di un bravissimo allenatore come Runjaic. In estate profetizzammo un campionato ben al di sopra della zona retrocessione per i bianconeri e per ora il pronostico è stato rispettato.

Chiudiamo con la Serie B. E’ stato il weekend delle risurrezioni. Cittadella e Südtirol portano a casa vittorie pesantissime, che forniscono una prima risposta all’interrogativo con cui ci eravamo lasciati sette giorni fa. El Kaouakibi fa ricordare ai suoi estimatori il perché tre anni fa fosse considerato un prospetto dal grande futuro e perché finora non ha rispettato le attese. Fabrizio Castori per ora ha risposto alla grande. Nonostante l’età avanzata e un calcio non certo entusiasmante o avveniristico, oggi può provare a portare il  Südtirol fuori dalle sabbie mobili in cui è finito per i tanti errori societari commessi in estate e nella scelte strategiche e dirigenziali. Al terzo tentativo sarà finalmente la volta buona? Tutto sta nel capire chi, fra le due rappresentanti del Triveneto, abbia in canna un filotto di risultati. Il Cittadella si è risvegliato nel momento più difficile e basta guardare l’esultanza di Stefano Marchetti assieme ai giocatori per capire il livello di sofferenza del massimo dirigente granata. Capace di miracoli a ripetizione con il budget più basso della A, ma incappato in una stagione disgraziata dopo tante da applausi. Non è ancora tutto perduto, ferme restando le perplessità di alcune scelte. Applausi per Pandolfi, Tronchin, Ravasio e Rabbi che, con contributi diversi, hanno messo al tappeto una Reggiana davvero negativa nell’atteggiamento e nella prestazione, prima ancora che nell’intensità di gioco. Post scriptum per la Serie D, col Treviso che mette la freccia sul rettilineo di metà stagione, si prende il titolo di campione d’inverno, scavalca la Dolomiti Bellunesi e lancia un chiaro segnale al campionato. Non sappiamo come finirà la volata, ma se davvero i biancocelesti tornassero in Serie C, sarebbe una bellissima notizia per tutto il movimento calcistico, che ritroverebbe finalmente una protagonista mancata dopo tanti, troppi anni di anonimato in mezzo alle paludi del calcio dilettantistico, toccando davvero il fondo. Ora potrebbe essere arrivato il momento di risalire. Buon Natale e buone feste a tutti i lettori, ci sentiamo fra sette giorni per il pagellone di fine anno.

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L’America bussa ancora in Triveneto. Il weekend (bellissimo) di Padova, Vicenza, Triestina, Verona e Venezia. Trento, Tabbiani rifletta su quanto accaduto al Menti https://www.trivenetogoal.it/2024/12/16/lamerica-bussa-ancora-in-triveneto-il-weekend-bellissimo-di-padova-vicenza-triestina-verona-e-venezia-trento-tabbiani-rifletta-su-quanto-accaduto-al-menti/225095/ https://www.trivenetogoal.it/2024/12/16/lamerica-bussa-ancora-in-triveneto-il-weekend-bellissimo-di-padova-vicenza-triestina-verona-e-venezia-trento-tabbiani-rifletta-su-quanto-accaduto-al-menti/225095/#comments Sun, 15 Dec 2024 23:08:59 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=225095 Padova, Vicenza, Triestina, Verona, Venezia: questa settimana i sorrisi abbondando a molte latitudini del Triveneto. Ovviamente con diverse sfumature. Il Padova continua a marciare a un ritmo da record. Se mercoledì espugnerà Chioggia, taglierà il traguardo della fine del girone d’andata con 51 punti, eguagliando il record storico del Catanzaro, che nel 2022-2023 virò, appunto, […]

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Padova, Vicenza, Triestina, Verona, Venezia: questa settimana i sorrisi abbondando a molte latitudini del Triveneto. Ovviamente con diverse sfumature. Il Padova continua a marciare a un ritmo da record. Se mercoledì espugnerà Chioggia, taglierà il traguardo della fine del girone d’andata con 51 punti, eguagliando il record storico del Catanzaro, che nel 2022-2023 virò, appunto, a quella quota a metà stagione. Il cammino biancoscudato è senza macchia, si viaggia a un ritmo infernale e anche il Lumezzane, pur giocando una buona partita, si è dovuto inchinare. A ben guardare, la squadra è molto simile a quella dell’anno scorso, nell’undici titolare più utilizzato l’unica vera novità è Fortin al posto di Donnarumma, perché Bortolussi ha superato in minutaggio anche per via dell’infortunio l’altro nuovo acquisto Spagnoli. Detto che Fortin sta offrendo un rendimento clamoroso, la vera differenza oggi la sta facendo l’allenatore, ossia Matteo Andreoletti. Se pensiamo che il Padova lo scorso anno chiuse il girone d’andata con Torrente senza perdere una partita, l’exploit è ancora più evidente. Tutto questo offusca in parte il pur ottimo campionato del Vicenza che, virando a quota 43, ha una proiezione di 86 punti a fine stagione, una quota che in passato spesso ha permesso di vincere campionati. La Feralpisalò di Stefano Vecchi, giusto per fare un esempio, vinse con 71 punti, ma quell’anno a concorrere per il primato c’erano più squadre, come Pordenone, Vicenza, Lecco, persino la Pro Sesto di Andreoletti. Per questo quanto accade in vetta al girone A ha una spiegazione ben precisa. Padova e Vicenza hanno fatto il vuoto, staccando nettamente tutte le altre, a cominciare dalla Feralpisalò, davvero deludente sotto la gestione Diana considerato quanto speso per allestire la squadra. Il grande rimpianto abita a Trieste. E’ bastato rimettere Attilio Tesser al centro del villaggio, consegnare la gestione della squadra a Daniele Delli Carri, per scoprire che la rosa costruita in estate da Alex Menta non era un disastro come in troppi la volevano far passare. Il problema è che la quotidianità è più importante del calciomercato estivo e i giocatori che vengono acquistati poi vanno gestiti. Menta ha avuto bisogno di finire a un passo dalla Serie D per convincersi a fare quello che poi ha fatto. Mi auguro e spero che capisca che così facendo il suo lavoro verrà valorizzato, perché i buoni giocatori, nell’Alabarda, ci sono. A gennaio serviranno secondo me 4 innesti per puntare a conquistare prima di tutto la salvezza, più avanti chissà. A Novara non è stata una partita lineare, nonostante la superiorità numerica la Triestina si è fatta raggiungere due volte, ma ha avuto il merito di non arrendersi e alla fine è stata premiata proprio da quei due giocatori che erano finiti ai margini del progetto prima dell’arrivo di Delli Carri e Tesser, ossia Kiyine ed El Azrak. Sette punti in tre partite sono davvero molti, considerato da dove si partiva, ora bisogna tenere duro fino alla riapertura delle liste e provare a fare il pieno anche nel turno prenatalizio. Se Padova, Vicenza e Triestina, sottolineiamo ancora, sorridono con  sfumature diverse e Vecchi si gode la splendida prestazione contro il Trento che ha messo in vetrina forse il miglior Vicenza della stagione, proprio il Trento deve fare mea culpa dopo quanto fatto vedere al Menti. Con tutto il rispetto e la stima che nutriamo per Luca Tabbiani, che ha fatto un girone di andata eccellente, se giochi a viso aperto col Vicenza, sei perdente in partenza, perché i valori tecnici e pure la fisicità del gruppo gialloblù rispetto a quello biancorosso sono inferiori. Per cui quanto detto nel post partita dal tecnico gialloblù (“Noi siamo questi, non rinunciamo al nostro calcio e non  ci snaturiamo”) andrebbe rivisto e ripensato. Perché lo stesso destino, se il Trento non adotterà qualche contromisura, i gialloblù lo bisseranno al Briamasco contro il Padova alla prima di ritorno. Per cui Tabbiani rifletta e, anche senza stravolgere il suo credo, provi ad adattarsi all’avversario per scrivere un finale diverso. Per chiudere il capitolo Serie C, aggiungerei una postilla sull’Union Clodiense: con tutta la stima che possiamo avere per Antonio Andreucci, forse la società dovrebbe cominciare a considerare di esaminare la posizione dell’allenatore. La vittoria, l’unica ottenuta sinora, manca da fine agosto e il ritorno al Ballarin difficilmente potrà bastare per salvarsi, con queste premesse. Sinceramente riteniamo la squadra non certo fatta di fenomeni, ma neppure la consideriamo così inadeguata come racconta oggi la classifica. Mercoledì c’è il Padova, ma a Chioggia si dovrebbe fare un esame complessivo di quanto è accaduto sinora, se si vuole quantomeno provare a salvare la categoria.

E’ stato il weekend in cui, a proposito di sorrisi, ce n’è uno a trentadue denti, quello di Paolo Zanetti e del Verona dopo una settimana folle e uno a denti stretti, quello di Eusebio Di Francesco, che ha sfiorato l’impresa dell’anno a Torino con la Juventus, ma alla fine (come a San Siro) è stato beffato al fotofinish. Cominciamo dal Verona, perché Zanetti, a un certo punto, era stato davvero esonerato. Di questo siamo certi, quello che non sappiamo è cosa abbia fatto cambiare idea dopo che la decisione era stata presa. Fatto sta che la squadra, che non è mai stata contro l’allenatore, oggi a Parma ha dimostrato coi fatti che ci si può salvare anche in mezzo a un’autentica bufera. Perché nel frattempo la società potrebbe cambiare padrone, il Texas è dietro l’angolo e il vero nodo è il ruolo di Maurizio Setti. Chi compra lo vuole fuori, mentre il presidente vuole rimanere dentro e contare ancora nella gestione del fondo americano Presidio Investors. E così l’America, dopo aver bussato a Venezia e a Trieste, ha bussato con decisione anche a Verona e, dicono i soliti ben informati, ha tentato più volte di acquistare anche il Padova. E’ un trend che pare inarrestabile e a cui, probabilmente, ci si dovrà abituare. Nel frattempo oggi l’Hellas ha fatto un partitone, dimostrandosi tignoso, duro, determinato e ha battuto una diretta concorrente. I punti valgono doppio e la salvezza oggi è molto più vicina di quanto non lo fosse ieri. E il Venezia? Ha giocato non bene, ma benissimo a Torino. E’ andata sotto di un gol subendo per la settima volta su palla inattiva, aveva pure subito un altro (l’ottavo) cancellato dal Var dimostrando che esiste un problema, ma per tutto il resto ha incantato. I concetti di calcio di Di Francesco sono belli e audaci, il problema è che servono i risultati per salvarsi. Come quello fatto oggi dal Como con la Roma, sono queste le partite che alla fine ti regalano la salvezza. E al Venezia manca una vittoria come sarebbe potuta essere quella di Torino. A proposito, sta sbocciando una stella, quella di Hans Nicolussi Caviglia. Un acquisto indovinato e una scommessa vinta da Filippo Antonelli, che ci ha creduto, ha insistito e se l’è portato a casa e adesso se lo gode. Non dico che il campionato del Venezia si decida col Cagliari, ma nel prossimo weekend si capiranno molte cose. Il Venezia ha perso troppi punti contro Parma, Lecce e Como (appena 1 conquistato sui 9 disponibili) e adesso il margine di errore si è ridotto notevolmente. Intanto Di Francesco si tiene stretta la sua panchina dopo essere andato a un passo dall’esonero.

Post scriptum finali. All’Udinese non è bastato un ottimo primo tempo per tenere a bada l’irrefrenabile voglia del Napoli di bissare l’impresa di Spalletti, ma ha scoperto due possibili tesori: Razvan Sava a me sembra dia maggiori garanzie di Maduka Okoye. Saranno solo due partite, ma l’ultimo arrivato le ha fatte entrambe benissimo. L’ingresso sulla scena di Arthur Atta non è stato semplicissimo, ma ci si può lavorare e il futuro potrebbe essere suo. Il Cittadella è riuscito a imbrigliare la Cremonese portando a casa un punto. Un buon pari, anche se per salvarsi servono le vittorie e la maledizione del Tombolato è davvero incredibile. 11 mesi senza vittorie casalinghe sono una delle spiegazioni sul perché la squadra si trovi in questa situazione. Non sta meglio il Südtirol, che boccheggia e non va oltre il pari col Mantova nonostante una buona prestazione. Su entrambi i fronti le perplessità abbondano e i rischi di scendere di categoria sono enormi. Serve un’inversione di rotta vera, ma la domanda è: è nelle corde di queste due squadre un filotto di vittorie o comunque di risultati positivi? Presto sapremo, per ora l’allarme continua a essere rosso, che più rosso non si può

 

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Tesser-Delli Carri e Trieste torna a sognare. Vicenza, un ko che pesa e fa riflettere: il Padova può piazzare l’allungo decisivo. Cittadella e Südtirol da censura: così si retrocede. Venezia e Verona, le spine di Di Francesco e Zanetti. Trento, quelle assenze che pesano https://www.trivenetogoal.it/2024/12/10/tesser-delli-carri-e-trieste-torna-a-sognare-vicenza-un-ko-che-pesa-e-fa-riflettere-il-padova-puo-piazzare-lallungo-decisivo-cittadella-e-sudtirol-da-censura-cosi-si-retrocede-venezia-e-verona/224651/ https://www.trivenetogoal.it/2024/12/10/tesser-delli-carri-e-trieste-torna-a-sognare-vicenza-un-ko-che-pesa-e-fa-riflettere-il-padova-puo-piazzare-lallungo-decisivo-cittadella-e-sudtirol-da-censura-cosi-si-retrocede-venezia-e-verona/224651/#respond Mon, 09 Dec 2024 23:20:41 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=224651 L’ottimismo è il profumo della vita, recitava un vecchio azzeccatissimo spot pubblicitario. Quell’ottimismo che si scontra con un weekend tremendo per le squadre trivenete, molte delle quali sconfitte o boccheggianti, alcune sull’orlo di una crisi di nervi. Un ottimismo che un tifoso del Venezia, giusto per fare un esempio, fatica molto ad avere se è […]

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L’ottimismo è il profumo della vita, recitava un vecchio azzeccatissimo spot pubblicitario. Quell’ottimismo che si scontra con un weekend tremendo per le squadre trivenete, molte delle quali sconfitte o boccheggianti, alcune sull’orlo di una crisi di nervi. Un ottimismo che un tifoso del Venezia, giusto per fare un esempio, fatica molto ad avere se è vero che il sunto delle ultime cinque partite è che la squadra ha ottenuto appena un punto, non riuscendo a vincere nessuno dei tre scontri diretti al Penzo contro Parma, Lecce e Como. Per qualcuno è una condanna anticipata, per altri il battito che ancora si sente un segnale di vita e di speranza, sia pur flebile per quanto visto sinora.  Il trittico casalingo doveva essere l’appiglio a cui aggrapparsi nella lotta salvezza, sfruttando un calendario meno proibitivo rispetto a quello delle prime giornate, invece il responso dei punti è stato avvilente. Allo stesso tempo, però, la zona salvezza dista appena quattro punti, non certo un solco incolmabile e i valori nella parte bassa della classifica non sono così distanti come la graduatoria dimostra. Il piano di Filippo Antonelli, che avrebbe esonerato il tecnico in caso di ko col Como, sarebbe quello di andare avanti con Eusebio Di Francesco, a meno di rovesci pesanti nelle prossime due partite: il tecnico pescarese ha salvato la panchina grazie al pareggio di domenica con il consueto contributo della malasorte in occasione della bellissima rete annullata a Nicolussi Caviglia. In un quadro come quello di domenica, quando si è giocato in condizioni proibitive, resta difficile dare giudizi netti, in un senso o nell’altro, per commentare la prestazione delle due squadre in Venezia-Como. Qualche appunto sparso: alcuni giocatori non sembrano all’altezza di un campionato di A (Candela e Doumbia, tanto per fare un paio di esempi), per il gioco di Di Francesco servirebbero due esterni di categoria, pure in difesa e in attacco la sensazione è che serva altro. Sabato sera si va Torino contro la Juventus. Missione impossibile? A scanso di equivoci, per salvare la Serie A, da qualche parte i punti bisogna andarseli a prendere e se non si è fatto contro Parma, Lecce e Como bisogna provarci a Torino. E anche su quei campi apparentemente inviolabili che potrebbero al contrario nascondere opportunità sorprendenti.

Se a Venezia Di Francesco ha evitato l’esonero per un pelo, per Paolo Zanetti la strada sembra segnata. L’orientamento a stasera è quello dell’esonero come riferito nel tardo pomeriggio, se poi la notte dovesse produrre ribaltoni, per quanto visto domenica al Bentegodi sarebbe davvero una decisione sorprendente. Il Verona ha perso sette delle ultime otto partite, ha perso male ormai troppe volte (1-6 a Bergamo, 0-5 con l’Inter, 1-4 con l’Empoli, 0-3 col Monza) per far finta che non esista un problema serio. Paolo Zanetti è una persona e un allenatore capace, ma per qualche motivo, non soltanto imputabile a lui, ha creato un equilibrio troppo fragile e la sensazione è che il Verona si stia lentamente sgretolando. C’entrano anche le voci concrete di una cessione societaria? Di sicuro non possono non influire, di sicuro a Verona la terra in questo momento trema e troppi giocatori sono irriconoscibili. Il Monday Night ha raccontato di un Udinese sontuosa, capace di di espugnare Monza, che sarà il campo della penultima della classe, ma che non è una passeggiata violare. Nulla di scontato, insomma, soprattutto se l’eroe di serata è il contropiedista meno atteso, quel Bijol conosciuto molto più per le sue marcature attente e i suoi imperiosi colpi di testa piuttosto che per azioni come quella che ha portato al gol della vittoria.

Il capitolo più triste del fine settimana lo hanno regalato Cittadella e Südtirol. I granata sono stati travolti e suonati dallo Spezia, che li ha rispediti fra le mura con ben cinque palloni al passivo. In questo momento la squadra è inerme, merita l’ultimo posto, non ha né capo né coda. Se qualcuno ha visto miglioramenti rispetto alla gestione Gorini da quando è arrivato Dal Canto onestamente mi dovrebbe spiegare bene quali, perché io ad oggi vedo una squadra non soltanto non  migliorata, ma persino peggiorata. La scelta, l’ho scritto più volte, non l’ho condivisa, vedremo se sarò smentito dai fatti. Domenica abbiamo visto per l’ennesima volta il solito comunicato del cambio di allenatore a Bolzano. Ho perso il conto delle volte in cui mi è comparso il viso di Paolo Bravo con accanto il prescelto di turno. Zaffaroni non ha saputo legare con l’ambiente e la squadra, in tutta evidenza, l’ha rigettato. Dispiace per il professionista, perché è un uomo retto e un tecnico capace, ma il

Infine la Serie C. Parto da Triestina-Vicenza perché era la partita più attesa, un derby sentito, con 1800 tifosi in trasferta (complimenti sinceri)e una Furlan che cerca di ricomporre i cocci dopo i problemi conclamati degli ultimi tempi. Chissà, il ritorno di Tesser potrebbe, come per magia, aiutare a ricomporre anche i dissidi sugli spalti, dopo aver rimesso in piedi una squadra in neppure due settimane. Tesser aveva un calendario proibitivo, ha fermato la capolista Padova e avrebbe persino potuto batterla, poi ha fatto addirittura meglio col Vicenza, portandosi via tutto il bottino da un Rocco che era diventato terra di conquista. Un capolavoro assoluto, che non può essere in alcun modo scalfito dalle polemiche arbitrali. Perché se è vero che l’espulsione di Carraro non c’era  e il rigore concesso all’Alabarda si poteva dare come no, nel primo tempo è stato annullato un gol che a me è parso regolarissimo e non concesso almeno un rigore solare. Per cui, con tutto il rispetto per Vecchi che stimo, non condivido l’analisi post match che ha fatto. La Triestina ha vinto con pieno merito, grazie agli episodi, certamente, ma anche grazie a una squadra rivitalizzata nella sua interezza. Tonetto non aveva mai giocato e fra Padova e Vicenza non solo ha colmato la lacuna dell’esterno sinistro basso, ma è stato fra i migliori in campo. Olivieri assieme a Vertainen è una coppia che brilla e si completa in attesa del rinforzo pesante atteso a gennaio, il resto lo ha fatto Daniele Delli Carri, che sta riportando la normalità dopo mesi di ordinaria follia. Come ho già fatto notare spesso, era nell’interesse dello stesso, contestatissimo, Menta, fare le scelte che sono state fatte dopo mesi di errori. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, ora verranno valorizzate anche le cose buone fatte da Menta e per la Triestina comincia una lunga rincorsa verso la salvezza. Ora può rinascere un progetto, anche se per obiettivi diversi onestamente non mi pare ci sia spazio considerato che si dovrebbero recuperare 15 punti, una voragine troppo ampia. Il Vicenza di Trieste, dopo aver incantato con la Virtus Verona, non mi è piaciuto, ha sonnecchiato e galleggiato, senza primeggiare come stava facendo nelle ultime settimane. Pochi hanno brillato, molti hanno steccato. A tal punto che la domanda adesso è: il campionato è ancora aperto o il Padova lo ha ipotecato senza nemmeno giocare?

La squadra di Matteo Andreoletti si è e fermata non per una sconfitta, ma per la tempesta di vento di Chioggia, che ha impedito l’esordio stagionale al Ballarin dei padroni di casa. Un vantaggio o uno svantaggio? Probabilmente un vantaggio, anche se i biancoscudati si trovano ora a gestire un calendario fitto, con tre gare nell’arco di otto giorni: contro il Lumezzane (14 dicembre), Union Clodiense (18 dicembre) e Trento (22 dicembre). Nonostante il rinvio, il Padova può comunque festeggiare un traguardo importante: la squadra si è laureata campione d’inverno con un turno di anticipo, grazie alla sconfitta del Vicenza contro la Triestina. I biancoscudati potrebbero chiudere l’andata alla quota monstre di 51 punti e mantengono così un vantaggio di cinque punti in classifica sulla principale rivale, che potrebbe diventare di otto in caso di successo a Chioggia contro il fanalino di coda del campionato.  Una simile situazione non lascia intravedere troppi spiragli per un ribaltonee e sono in molti oggi a ritenere che solo i biancoscudati possano compromettere un vantaggio così solido. La differenza, tutta la differenza del mondo, la farà il recupero di Chioggia. A +5 o a+ 6 la questione sarebbe ancora aperta, mentre il +8 con una differenza reti migliore e con lo scontro diretto per ora a favore sarebbe una sorta di ipoteca, per mille ragioni sulla vittoria finale.

Il Trento si è fermato dopo sedici risultati utili consecutivi, a sorpresa contro il Novara, una partita in cui mi sarei aspettato un risultato diverso. Sinora la squadra era riuscita a mascherare le assenze di Rada e di Frosinini, due pezzi da novanta che oggi non ci sono  e che mancano come il pane. Venerdì a Vicenza ci sarà probabilmente il primo, mentre l’esterno dovrebbe ancora alzare bandiera bianca per un problema tendineo alla coscia. Dopo la Triestina, sarà il Trento a fare da arbitro alla corsa ai primi due posti, ma se fossi nella società un paio di rinforzi a gennaio li inserirei. Non per una questione di chissà quali carenze, ma per aggiungere numericamente giocatori a un rosa forse non troppo extralarge dando più scelta all’ottimo Tabbiani. Post scriptum della settimana: complimenti al Legnago per l’impresa clamorosa sul campo della capolista Pescara e all’Arzignano per un’ascesa straordinaria da quanto è tornato in panchina Bianchini. All’Atalanta è stata data una lezione di calcio, ridimensionandone molto i valori emersi sinora. Un ultimo asterisco e poi ci salutiamo: complimenti anche al Treviso, che ha vinto lo scontro diretto con la Dolomiti Bellunesi. Un solo punto divide le due squadre in Serie D, con  il Campodasergo a fare da terzo incomodo. Comunque andrà a finire, una bella volata, tutta da seguire

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Venezia-Di Francesco e Verona-Zanetti, c’è aria di crisi. Triestina-Tesser, un ritorno da primattore, Padova-Vicenza e una settimana decisiva. Trento da record, Südtirol da censura https://www.trivenetogoal.it/2024/12/03/venezia-di-francesco-e-verona-zanetti-ce-aria-di-crisi-triestina-tesser-un-ritorno-da-primattore-padova-vicenza-e-una-settimana-decisiva-trento-da-record-sudtirol-da-censura/224171/ https://www.trivenetogoal.it/2024/12/03/venezia-di-francesco-e-verona-zanetti-ce-aria-di-crisi-triestina-tesser-un-ritorno-da-primattore-padova-vicenza-e-una-settimana-decisiva-trento-da-record-sudtirol-da-censura/224171/#respond Mon, 02 Dec 2024 23:55:55 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=224171 Aria di crisi a Venezia e a Verona per due allenatori su cui Antonelli e Sogliano avevano puntato pesantemente in estate. Una puntata decisa, nella convinzione che fossero gli uomini giusti per guidare le rispettive squadre alla salvezza. Se il campionato finisse oggi il Verona sarebbe salvo per un punto (alla fine, è questo che […]

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Aria di crisi a Venezia e a Verona per due allenatori su cui Antonelli e Sogliano avevano puntato pesantemente in estate. Una puntata decisa, nella convinzione che fossero gli uomini giusti per guidare le rispettive squadre alla salvezza. Se il campionato finisse oggi il Verona sarebbe salvo per un punto (alla fine, è questo che conta, basta un solo misero punto per salvare una stagione), il Venezia sarebbe retrocesso. Di Francesco e Zanetti, dopo alcune ore di riflessione da parte dei club, restano in sella, ma si giocano tutto contro Como ed Empoli in un turno ad altissima tensione nel prossimo weekend. C’è qualcosa che non va nel Venezia ultimo in classifica e anche l’allenatore ha le sue responsabilità. Come abbiamo già scritto e ribadito in più circostanze, l’organico presenta diverse lacune e gli errori commessi in estate sul campo si vedono tutti: ergo, Di Francesco non può essere l’unico responsabile. Ma se col Lecce aveva tardato a fare i cambi, non capendo che il Venezia non poteva reggere ai ritmi della prima ora di gioco in tutto l’undici titolare, a Bologna è tornato al 3-4-2-1 che ha dato decisamente meno risultati del 3-5-2 e ha visto la sua squadra sciogliersi nella ripresa, uscendo completamente dal match. Abbia il coraggio, Di Francesco, di puntare sul 3-5-2, senza pensare di scimmiottare Vanoli, perché solo un cieco potrebbe non notare le differenze della proposta di gioco del tecnico pescarese rispetto al suo predecessore. Di Francesco aveva avuto l’intuizione di aggiungere (o meglio di spostare) un centrocampista, ora segua quella strada perché la squadra si equilibra meglio e rende meglio. Contro il 4-2-3-1 del Como, che poggia sugli estri di Strefezza e Nico Paz, sui disegni di Sergi Roberto (oggi assente per infortunio) e sulla voglia di concretezza di Cutrone, servirà un Venezia intenso e di grande corsa, che blocchi le linee di passaggio in mezzo al campo. Poi, se ancora non andrà, pagherà Di Francesco, ma i problemi non li risolverà certo tutti chi, eventualmente, gli subentrerà. E Zanetti? A Cagliari ha riproposto il 4-2-3-1 pre – Inter, ha ritrovato un Lazovic più presente nell’azione, ha fallito due grandi occasioni da gol, ha blindato la porta con un ottimo Montipò, ma ha subito il più classico dei gol dell’ex di Piccoli, uno che non segna tantissimo, ma che fa sempre gol pesantissimi. Oggi il Verona è una squadra alla ricerca di un’identità precisa, che si è vista solo in parte. L’Empoli che arriva al Bentegodi sembra essere sul punto di esaurire la verve d’inizio anno e, azzardiamo, potrebbe essere il momento giusto per affrontarlo e approfittarne. Se poi dovesse andare ancora male, come per Di Francesco, il cambio in panchina forse diventerebbe una strada a senso unico. Per chiudere il capitolo Serie A, anche l’Udinese non se la passa granché bene. Dopo appena due minuti col Genoa Touré ha commesso una sciocchezza da 3 in pagella, impossibile accettare un errore simile quando la partita era appena iniziata. Il difensore francese ci sta capendo gran poco e qualcuno ha scomodato paragoni imbarazzanti con Ruan Tressoldi, uno che sembrava capitato per caso in Serie A e che ha contribuito in modo determinante alla retrocessione del Sassuolo. Siamo convinti che Touré abbia qualità migliori, ma sinora non lo sta dimostrando e i danni fatti sono notevoli. Non è ancora allarme al quartier generale bianconero, ma l’andamento delle ultime giornate certamente è preoccupante.

Vanno malissimo le cose anche in Serie B, dove Cittadella e Südtirol sono ultime in classifica assieme al Frosinone. L’effetto Dal Canto, per ora, lo si ritrova più sui social per argomenti sui quali onestamente è meglio soprassedere che per una reale svolta arrivata dopo l’esonero di Gorini. Sei punti in sette partite sono un bilancio insufficiente, si è vinto solo a Palermo con una buona dose di fortuna e la squadra non ha tratto benefici evidenti dal cambio di allenatore. Ribadiamo tutte le nostre perplessità sulla scelta, anche se un alibi c’è e sono gli infortuni, che oggettivamente hanno creato più di qualche problema a Dal Canto. Il Cittadella oggi è una seria candidata alla retrocessione, ha l’attacco peggiore della categoria con appena dieci gol all’attivo, ma la strada è lunga e può ancora tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Non va meglio al Südtirol, con Marco Zaffaroni che da quando è arrivato ha sempre perso e che potrebbe giocarsi la panchina venerdì a Castellammare di Stabia. La squadra lo sta rigettando? La domanda è del tutto lecita vedendo i risultati e il fatto che nelle tre partite della gestione Zaffaroni non sia stato segnato neppure un gol, ma ribadiamo che bisognerebbe bussare a un’altra porta della sede del club per assegnare le giuste responsabilità di quello che sta accadendo e delle troppe giravolte di questi anni. La situazione, ad ogni modo, è difficile, ma non ancora compromessa del tutto. La classifica è corta per il Südtirol ma anche per il Cittadella bastano un paio di vittorie per invertire la rotta: per questo motivo sottolineiamo come le cose non stiano per nulla funzionando con precise ragioni tecniche, di costruzione della squadra e di gestione, ma invitiamo allo stesso modo ad aspettare ancora un po’, prima di sentenziare. Di certo gli infortuni di Poluzzi e di Kurtic, non due giocatori di secondo piano, non aiutano per nulla. Ma Bolzano è un ambiente particolare, non è facile inserirsi e legare, per cui Zaffaroni adesso deve svoltare dopo un inizio difficilissimo perché ogni allenatore è legato ai risultati, in tutte le categorie.

Bentornato ad Attilio Tesser a Trieste. Ho visto Padova-Triestina e meglio di così, in questo momento, il tecnico trevigiano non avrebbe potuto fare. In tre giorni di miracoli non se ne producono, si può tentare la via delle cose semplici, provare a utilizzare il meglio di quello che la rosa propone. Tesser alcune cose le ha fatte: ha messo Tonetto sulla fascia sinistra, ha schierato il maggior numero di italiani possibili e ha aggiunto quelli che conoscono già la categoria (Struna, Attys, Correia), è partito con una seconda punta (Olivieri) che faceva la prima punta semplicemente perché in questo modo si è potuto giocare un cambio come Vertainen (unico vero centravanti di ruolo a disposizione) a partita in corso. Ha fatto il massimo contro un grande avversario, che probabilmente ci ha messo del suo per non aver vinto una partita che rimaneva ricca d’insidie, ma alla portata. Il Padova ha segnato presto, ma ha creduto troppo presto di aver chiuso la contesa, magari pensando che quell’attacco così asfittico contro la miglior difesa del girone, non avrebbe potuto che fare il solletico. Invece è capitato un episodio, che stavolta ha girato contro il Padova ed ecco arrivato il pareggio che in pochi (ma non tutti, me compreso) non si aspettavano. Curioso che proprio Tesser possa diventare arbitro della corsa promozione. Se ha messo in difficoltà e tolto punti al Padova, accarezzando persino il sogno di una vittoria nel finale con Olivieri, adesso potrebbe fare lo stesso domenica col Vicenza. E’ una settimana molto importante nella volata Padova-Vicenza. I biancoscudati recuperano mercoledì il match contro l’Atalanta U23, poi domenica vanno a Chioggia a battezzare il nuovo Ballarin per la Serie C. Due impegni non scontati, che ridisegneranno la classifica. Presto per dire se il doppio passo falso con Caldiero in Coppa e con la Triestina in campionato possano essere legati. L’Atalanta, che arriva riposata al confronto dopo il rinvio della partita di sabato contro l’Union Clodiense per nebbia, darà la risposta. Se il Padova riuscirà a vincere, l’1-1 di domenica sarà subito dimenticato, altrimenti la situazione in vetta cambierebbe completamente. Il Vicenza corre forte e domenica ha giocato la sua miglior partita stagionale con la Virtus Verona. Ottimo primo tempo con un grande Sibi e sbarrargli la strada, ripresa devastante con tre gol d’autore. Passano le settimane e il recupero di Ronaldo è ormai imminente, aggiungendo una carta al tavolo da poker di Vecchi, che spera di ritrovare presto anche Ferrari, per il quale ci vorrà un po’ di più. Finalmente hanno segnato gli attaccanti (Rauti e Rolfini), Della Morte è tornato ai suoi livelli, il resto l’ha fatto una difesa registrata al meglio nonostante l’assenza di Laezza. A centrocampo il duo Carraro – Zonta si completa al meglio e oggi il Vicenza è una squadra in salute, pronta a sferrare l’assalto al primato. Ma occhio, perché a Trieste non sarà assolutamente facile fare bottino pieno e Tesser avrà una settimana di lavoro in più per incidere prima del rush finale di questo 2024 in attesa del mercato di gennaio.

Pillole finali per il Trento. Sedici risultati utili consecutivi e record storico del club della stagione 1970-1971 eguagliato. Venerdì col Novara appuntamento con la storia: questa squadra fa meraviglie e non ci sono più aggettivi per descrivere quello che sta facendo Tabbiani. A Meda non ha giocato bene, ma ha avuto il merito di non mollare, riuscendo a recuperare lo svantaggio. Di Carmine segna a raffica, è già a quota 9 e può arrivare a 20 se continuerà a questi ritmi. Sarebbe un successo clamoroso, ma sarebbe anche un errore grave pensare che il Trento sia solo lui. Il Trento è anche la sicurezza di Barlocco, il recupero di Barison, la crescita vertiginosa di Frosinini  e Aucelli, la classe di Rada, la duttilità di Peralta, gli estri di Giannotti. E tanto altro ancora. Tabbiani e la società hanno già fatto tanto, adesso l’obiettivo è quello di confermare il quarto posto da qui a fine stagione per gettare le basi a qualcosa di più grande…

 

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Quello scempio arbitrale al Castellani. Verona-Venezia, panchine che scottano. Südtirol-Cittadella, il peso delle scelte. Padova-Vicenza, il duello infinito. Trieste, una virata netta per cancellare un horror movie. Trento, che meraviglia! https://www.trivenetogoal.it/2024/11/26/quel-rigore-non-visto-al-castellani-che-grida-vendetta-verona-venezia-panchine-che-scottano-sudtirol-cittadella-il-peso-delle-scelte-padova-vicenza-il-duello-infinito-trieste-una-virata-netta/223732/ https://www.trivenetogoal.it/2024/11/26/quel-rigore-non-visto-al-castellani-che-grida-vendetta-verona-venezia-panchine-che-scottano-sudtirol-cittadella-il-peso-delle-scelte-padova-vicenza-il-duello-infinito-trieste-una-virata-netta/223732/#respond Tue, 26 Nov 2024 22:20:06 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=223732 Di temi di cui discutere questa settimana ce ne sono davvero tantissimi, in tutte e tre le categorie professionistiche che seguiamo. Apro con Empoli e dal mani di Cacace sul tiro di Lucca che sarebbe valso un sacrosanto rigore all’Udinese. Penso che un errore macroscopico simile non sia accettabile. Credo alla buonafede di chi dirige, […]

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Di temi di cui discutere questa settimana ce ne sono davvero tantissimi, in tutte e tre le categorie professionistiche che seguiamo. Apro con Empoli e dal mani di Cacace sul tiro di Lucca che sarebbe valso un sacrosanto rigore all’Udinese. Penso che un errore macroscopico simile non sia accettabile. Credo alla buonafede di chi dirige, ma in questo caso dire che mi sorgono dubbi è poco: se anche l’arbitro non lo avesse visto, il Var non può non aver posto rimedio a uno scempio simile. Non lo ha fatto, quindi qualcuno dovrebbe spiegare perché. Ovviamente  non avremo mai la risposta giusta e allora, scusate, visti tutti gli episodi che continuano ad accadere a tutte le latitudini se dovesse presto sollevarsi un polverone non ci sarebbe nulla di cui sorprendersi. Chi mi legge sa che non amo parlare degli episodi arbitrali, se non di quelli eclatanti. Siccome mi rendo conto io stesso che i casi si stanno cominciando a sommare anche nei miei scritti, ne traggo le dovute conseguenze. Fa bene Runjaic a lamentarsi, lo aveva già fatto Nani nelle precedenti puntate e gli episodi sono sospetti stanno cominciando ad essere un po’ troppi. Sul campo la squadra interrompe la striscia negativa con un pari al Castellani. Non è molto, ma quantomeno aiuta e adesso non si potrà sbagliare nel weekend prossimo col Genoa per evitare di tornare a contatto con la zona pericolo.

Allarme rosso a Verona e a Venezia, dove Paolo Zanetti ed Eusebio Di Francesco sono a rischio esonero. Il Verona è crollato di nuovo, dopo essere stato travolto a Bergamo, ne ha presi cinque in un tempo e deve ringraziare l’Inter per essersi fermata nella ripresa, evitando una Caporetto storica. Squadra senza capo né coda, demolita sia tatticamente che strutturalmente, ma anche fisicamente, da un avversario sì più forte, ma che ha fatto quello che ha voluto. Non ha funzionato il tentativo di Zanetti di mettersi a specchio dei nerazzurri, anzi la squadra è parsa snaturata e priva dei consueti riferimenti. La speranza per i tifosi gialloblù è che di solito quando l’Hellas ha le spalle al muro, riesce spesso a risorgere, come l’Araba Fenice. Sarà così anche a Cagliari? Va persino peggio a Venezia. La squadra è ultima in classifica, avrebbe dovuto fare almeno quattro punti fra Parma e Lecce per dare un senso al calendario e invece si ritrova con zero punti, una contestazione della curva e con una panchina a dir poco traballante. La società ha confermato la fiducia a Di Francesco, ma certamente oggi c’è molto da dire su quello che sta succedendo. Primo: la campagna acquisti oggettivamente per ora ha fallito. Duncan è sotto la sufficienza, Schingtienne e Sagrado sono due scommesse perse alla data attuale, Yeboah dopo una buona partenza si è perso, Raimondo non ha avuto spazio e Oristanio fa tutto bene eccetto che segnare, non esattamente un dettaglio. L’unico ad aver viaggiato con un rendimento sempre sopra la sufficienza resta Nicolussi Caviglia. Secondo: se decidi di giocare con un pressing costante, scambi sullo stretto, a mille all’ora con continue sovrapposizioni, non puoi pretendere che la squadra regga tutta, nei suoi undici, fino al 90′. Appena Giampaolo ha cambiato inserendo Rebic e Jean, la partita è cambiata, il Venezia è rimasto prima sorpreso e poi stordito, con cambi tardivi che non hanno dato alcun risultato. Si dirà: d’accordo ma il materiale umano è quello che è. Vero anche questo, ma con i complimenti e le occasioni mancate non ci si salva. Insomma, tocca a Di Francesco riprendersi il Venezia, studiando le contromisure necessarie per far rendere la squadra al massimo delle sue potenzialità . Se poi anche quest’ultimo tentativo non dovesse andare a buon fine probabilmente ci sarà soltanto una strada da percorrere. Quella di un cambio in panchina, reso inevitabile da un ultimo posto che se oggi appare ancora rimediabile, dopo un altro ko peserebbe come un macigno sul morale e sulle prospettive della squadra.

In Serie B piove, anzi grandina, su Südtirol e Cittadella. Visto che Zaffaroni (al quale ribadiamo la nostra stima totale) ha cominciato con il piede sbagliato perdendo due partite consecutivamente, verrebbe da riproporre lo stesso quesito che abbiamo posto al momento dell’esonero di Valente. Siamo sicuri che, con tutti gli allenatori che si sono alternati in questi anni sulla panchina biancorossa, il problema sia davvero in panchina? Il nostro consiglio ai vertici del club è, in tutta franchezza, quello di guardare altrove, dove è facile immaginare. A Cittadella ribadiamo, al contrario, tutte le nostre perplessità sulla scelta caduta su Alessandro Dal Canto per sostituire Edoardo Gorini. Stefano Marchetti si è guadagnato un credito talmente ampio in questi anni da non poter certo finire sul banco degli imputati come qualcuno suggerisce. La filosofia è rimasta sempre la stessa, il budget economico l’ultimo della categoria, gli acquisti sono in linea con quelli degli altri anni. ça perplessità riguarda il tecnico. Quali meriti ha Dal Canto per sedere dov’è? Abbiamo seguito la sua carriera  e onestamente ci sfuggono. In queste prime partite, peraltro, non c’è stato alcun segnale che ci abbia fatto cambiare idea. Su Capradossi sospendiamo il giudizio e attendiamo di capire quello che potrà dare a questa squadra dopo tanti mesi di naftalina. Come ha spiegato un noto direttore sportivo, “se qualcuno rimane svincolato per troppo tempo, un motivo c’è sempre”…

Mentre scriviamo a Trieste è appena andata in scena un’autentica rivoluzione. Daniele Delli Carri è diventato il nuovo direttore sportivo della Triestina e ha subito completato una virata di 360 gradi, riportando Attilio Tesser sul ponte di comando al posto di Pep Clotet. Una doppia scelta giusta (finalmente!). Le parti si sono incontrate oggi pomeriggio, ci sono state delle richieste, pochi minuti fa è arrivato il sì. Dal suo arrivo a Trieste, Clotet ha dato poco o nulla, non ha vinto neppure una partita, è rimasto coinvolto nel marasma e la non gestione del gruppo da parte della società ha continuato a fare danni peggio della grandine. Ci sono giocatori a cui non frega nulla di quello che sta succedendo, altri sembrano in gita turistica, altri ancora si comportano come dopolavoristi. A scanso di equivoci: riteniamo Delli Carri un’ottima soluzione, così come la sarebbe stata Mattia Collauto. Ora, però, il dirigente foggiano deve essere messo nelle condizioni di poter lavorare e provare a rimediare a un marasma senza precedenti. I dati dicono che, fino a quando c’è stato Tesser in panchina le cose funzionavano e la squadra era terza in classifica, Delli Carri lo avrebbe voluto a Pescara e adesso con lui di nuovo in sella potrà riportare la Triestina lontana dai bassifondi di una classifica horror. Forse la Triestina vede finalmente la luce in fondo al tunnel dopo mesi da manicomio. Domenica c’è il Padova, che ha vinto anche a Lecco, con il solito copione. Gioco buonissimo, episodi che girano tutti a favore, un Fortin insuperabile e un attacco che, non appena può, colpisce senza pietà. Era un passaggio molto delicato della stagione, con il Vicenza tornato per una notte addirittura a -1 con due partite in più, ma il Padova ancora una volta l’ha superato brillantemente. Per ora quella di Andreoletti è una cavalcata trionfale, siamo quasi a dicembre e la squadra non accenna a dare segni di cedimento, nonostante chi sta dietro abbia messo insieme quattro vittorie consecutive. E’ anche una guerra di nervi, quella fra Padova e Vicenza, fatta di tanti piccoli particolari. Come il trittico Triestina-Atalanta-Union Clodiense che in una settimana fornirà un verdetto probabilmente determinante sulla volata promozione. Il Vicenza, si diceva. Ottimo per 45 minuti a Legnago contro un’Union Clodiense in grave difficoltà, irriconoscibile nel secondo tempo quando i granata hanno prima segnato rimettendo in piedi la partita. In conclusione: se il Vicenza è quello del primo tempo del Sandrini col Padova se la può quantomeno giocare, se è quello della ripresa le possibilità diminuiscono drasticamente. La chiave? I recuperi di Ronaldo (ormai imminente) e di Ferrari (bisognerà aspettare gennaio). Se tornano quelli pre-infortunio sono due rinforzi che potrebbero spostare gli equilibri. Sul Trento ormai sono finiti gli aggettivi: altro successo pieno, altra conferma che la squadra è stata costruita veramente bene, che è stato scelto un allenatore bravo e capace, che anche i sostituti funzionano e regalano certezze, che la dirigenza lavora bene e con criterio. Il quarto posto oggi è un punto di partenza per un bel futuro. Il Trento può davvero costruirsi qualcosa di grande, se non avrà fretta, se muoverà i passi nella giusta direzione. Una priorità è ricostruire il rapporto con i tifosi, creare una nuova generazione che si innamori dei gialloblù, dopo tante vicissitudini. Se lo meriterebbe davvero

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Triestina, voci inquietanti sul futuro: Dejardins a colloquio con Menta, gli esposti fantasma, Kiyine fuori condizione ed El Azrak…. Vicenza, la vetrina è tutta per Zonta. Trento, gli infortuni sono il nemico principale https://www.trivenetogoal.it/2024/11/19/triestina-voci-inquietanti-sul-futuro-dejardins-a-colloquio-con-menta-gli-esposti-fantasma-kiyine-fuori-condizione-ed-el-azrak-vicenza-la-vetrina-e-tutta-per-zonta-trento-gli-infortun/223228/ Tue, 19 Nov 2024 20:57:03 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=223228 Il caos continua a regnare sovrano a Trieste, con il lavoro di Pep Clotet che prosegue in una baraonda senza precedenti. A Salò altra prestazione oscena per essere gentili e, verrebbe da aggiungere, per fortuna che la squadra aveva capito la gravità della situazione in cui si trova… In giornata si è sparsa la voce […]

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Il caos continua a regnare sovrano a Trieste, con il lavoro di Pep Clotet che prosegue in una baraonda senza precedenti. A Salò altra prestazione oscena per essere gentili e, verrebbe da aggiungere, per fortuna che la squadra aveva capito la gravità della situazione in cui si trova… In giornata si è sparsa la voce di un esposto presentato dalla Federazione lettone contro il tecnico alabardato per lo scontro avvenuto in campo dopo l’espulsione di Raimonds Krollis. Abbiamo cercato conferme su questa notizia senza trovarne, ma teniamo certamente le antenne dritte. Non è l’unica novità inquietante di giornata. In questi ultimi giorni, infatti, Brice Desjardins, tristemente famoso a Vicenza e pure a Trieste per operazioni ai confini del grottesco, è stato visto a colloquio con Alex Menta. Il quale spiega di averlo immediatamente allontanato e smentisce qualsiasi dialogo in corso. Quando certi personaggi si avvicinano a un club in difficoltà gli allarmi suonano all’impazzata e questo è uno di quei casi. Ma non è tutto perché oggi Clotet ha deciso di escludere Sofian Kiyine dagli allenamenti col gruppo. La ragione è che il tecnico vuole che che il centrocampista ritrovi una condizione minimamente degna visto che sul campo viaggia sotto ritmo e non è di alcuna utilità alla squadra. Per questo seguirà un programma di lavoro personalizzato fino a quando non raggiungerà uno standard accettabile. Infine El Azrak: su Instagram il centrocampista si è sfogato con un messaggio criptico. “ The problem with the world is that the intelligent people are full of doubts, while the stupid ones are full of confidence. Charles Bukowski”. Il destinatario? Non bisogna lavorare troppo di fantasia per immaginarlo, fatto sta che oggi le voci lo indicavano come prossimo ad essere messo fuori dal progetto. In questo caos si può immaginare un epilogo diverso da quello peggiore? Onestamente no, la strada da seguire è sempre la stessa, ma più passa il tempo più diminuiscono le possibilità che dirigenti in grado di dare una mano e di disincagliare questa armata Brancaleone dai bassifondi del girone A decidano di rimboccarsi le maniche e provare a mettere mano in mezzo al polverone aiutando Clotet. Ah, giusto per non farsi mancare nulla, si era pure ipotizzato un esonero di Clotet, che sarebbe stato sostituito da Gorgone in uscita da Lucca. Opzione, pare, al momento smentita.

Abbiamo cominciato ancora da Trieste perché purtroppo fa notizia ancora una volta in negativo. Parlando, invece, di performance decisamente diverse, ecco il Vicenza che non molla di un centimetro all’inseguimento del Padova. Sfruttando il rinvio della partita con l’Atalanta con annesse polemiche, i biancorossi mostrano in vetrina il volto operaio di Loris Zonta, premiato giustamente da un gran gol contro la Pro Vercelli dopo una scalata davvero imponente avvenuta nello spazio di pochi mesi. Dicevano che non aveva il piede educato, che era scarso tecnicamente, che non era all’altezza di una squadra da promozione. Invece Zonta ha sfruttato alla grande il prestito a Taranto, dove è cresciuto e si è affinato, poi quest’anno si è infilato in un centrocampo ancora alla ricerca di un’identità chiara in attesa di Ronaldo e si è preso la scena. Oggi merita la vetrina, mentre la squadra mostra solidità, vince la terza partita consecutiva e si porta momentaneamente a meno quattro. Cosa si può rimproverare al Vicenza sinora? Ben poco, perché con appena una sconfitta al passivo e ben dieci vittorie sono più o meno nella situazione del Padova lo scorso anno. Torrente chiuse il girone d’andata addirittura imbattuto e si presentò alla prima di ritorno allo scontro diretto a quattro punti di distanza, perdendo poi rovinosamente e scivolando a -7. Come a dire che quando qualcuno viaggia a ritmo di record poi sembra che chi insegue abbia chissà quali colpe. Non ne aveva il Padova lo scorso anno, non ne ha il Vicenza quest’anno. I meriti della capolista superano di gran lunga i demeriti della rivale. Su questo nessun dubbio. Intanto il rientro di Ronaldo sembra ormai vicino, mentre ci vorrà più tempo per Ferrari, il cui peso specifico all’interno della rosa (se recuperato adeguatamente) potrebbe spostare qualche equilibrio nel girone di ritorno dopo il crac al ginocchio.

Con Serie A e Serie B ferme per la pausa Nazionali, resta solo la C. E va concesso il giusto tributo al Trento, che ha allungato a 14 striscia di risultati utili consecutivi pareggiando a Zanica. Dai e ridai, a forza di scavare per scovare difetti ai gialloblù, si scopre che gli infortuni sono il nemico più pericoloso. Tommasi, Frosinini, Barison, Trainotti, Bernardi, Vitturini, Giannotti, Rada (due volte), Di Cosmo, Sangalli, Peralta. No, non è l’elenco della rosa di Tabbiani, ma tutti i giocatori che si sono fatti male nel corso di questi primi tre mesi di stagione. Come a dire: è qui il problema, è qui che bisogna agire per difendere il lavoro di un allenatore che sta facendo meraviglie. Con l’organico al completo non osiamo immaginare dove potrebbe essere questa squadra. Il resto del panorama? La determinazione ferrea del Caldiero, gli stenti di un Legnago a forte rischio Serie D, l’ affidabilità della Virtus Verona, la striscia di Bianchini ad Arzignano, la resistenza dell’Union Clodiense che aspetta come ossigeno puro il ritorno al Ballarin per evitare la retrocessione. In attesa del ritorno dei giganti di A e di B, per questa settimana mi fermo qui. Alla prossima

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Pausa, stop, riflessioni. Cosa va e cosa non va nelle squadre trivenete https://www.trivenetogoal.it/2024/11/13/pausa-stop-riflessioni-cosa-va-e-cosa-non-va-nelle-squadre-trivenete/222869/ https://www.trivenetogoal.it/2024/11/13/pausa-stop-riflessioni-cosa-va-e-cosa-non-va-nelle-squadre-trivenete/222869/#respond Wed, 13 Nov 2024 21:17:58 +0000 https://www.trivenetogoal.it/?p=222869 Terza pausa di campionato dall’inizio della stagione e momento adatto per qualche riflessione sulle nostre protagoniste. Cosa va e cosa non va, cosa migliorare, cosa progettare, fra presente e futuro quando siamo arrivati a un terzo del percorso. Con conferme, sorprese e qualche sonora bocciatura UDINESE – Cosa va: buona partenza, buona solidità di squadra, buon […]

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Terza pausa di campionato dall’inizio della stagione e momento adatto per qualche riflessione sulle nostre protagoniste. Cosa va e cosa non va, cosa migliorare, cosa progettare, fra presente e futuro quando siamo arrivati a un terzo del percorso. Con conferme, sorprese e qualche sonora bocciatura

UDINESE – Cosa va: buona partenza, buona solidità di squadra, buon impatto di Runjaic con il calcio italiano. Lucca può arrivare in doppia cifra, Thauvin quando sta bene è un crac. Varietà di soluzioni a centrocampo. Cosa non va: Okoye non regala sicurezze e sembra non aver compiuto quel salto di qualità che ci si aspettava. Sanchez è un mistero e, oggi come oggi, sembra a fine corsa. Da Brenner ci si può e ci si deve attendere di più. Le tre sconfitte nelle ultime tre partite, sia pure contro avversari di livello, hanno fatto suonare il primo campanello d’allarme

VERONA – Cosa va: ogni volta che ha le spalle al muro, la squadra si rialza. Belahyane ha margini di miglioramento impressionanti. L’attacco ha una buona varietà di soluzione e, fra Tengstedt, Sarr, Livramento e Mosquera, qualcosa può sempre saltare fuori. L’estro di Serdar e di Suslov può tornare molto utile. Cosa non va: la difesa fa acqua da tutte, 27 gol subiti sono un’enormità. Manca un centrale all’altezza che possa dare sicurezza al reparto. Tchatchoua sembrava pronto al decollo, invece attraversa un momento difficile. Lazovic è una presenza importante per la squadra, ma pare in fase discendente

VENEZIA – Cosa va: nonostante l’ultimo posto, la squadra è viva. Pohjanpalo non ha risentito più di tanto del salto di categoria, 4 gol non sono pochi. Nicolussi Caviglia sta rendendo al di sopra delle attese e Oristanio è una spina nel fianco per le difese avversarie. Cosa non va: la qualità complessiva dell’organico è bassa, soprattutto in difesa dove manca almeno un rinforzo di spessore. Manca un attaccante di categoria che dia il cambio a Pohjanpalo e almeno un esterno di centrocampo. Con Gytkjaer, pur con grande riconoscenza, è giusto salutarsi a gennaio. I punti fatti sono più importanti del bel gioco. Con i complimenti non ci si salva.

CITTADELLA – Cosa va: nonostante le difficoltà, la mentalità della squadra resta all’altezza della categoria. Pandolfi ha qualcosa in più rispetto agli altri compagni di reparto (ma litigare con i tifosi è l’ultima cosa da fare). Vita resta un centrocampista di prima fascia per la categoria. Casolari in un altro contesto siamo convinti eccellerebbe. Cosa non va: nutriamo forti perplessità sul fatto che Dal Canto, per tante ragioni, sia l’uomo giusto per portare il Cittadella fuori dalle secche. Molti dei nuovi acquisti non hanno reso come ci si aspettava. Branca arranca e sembra in fase di eclisse. La squadra sembra soffrire psicologicamente molto il momento difficile

SÜDTIROL – Cosa va: la capacità della squadra di rimanere sul pezzo anche nelle giornate più difficili e i gol in zona Cesarini lo dimostrano. Il talento di alcuni (Rover su tutti) può fare molto comodo. Masiello, nonostante qualche scricchiolio, rimane un difensore all’altezza della situazione. Cosa non va: tre stagioni, tre cambi di allenatore. Sicuri che il problema non sia altrove e non in panchina? Gli infortuni in serie, in particolare quello di Tait, vero e proprio ago della bilancia del centrocampo e della squadra

PADOVA – Cosa va: praticamente tutto. Un ritmo da record, una difesa bunker, un allenatore che indovina praticamente ogni mossa, il gioco, un attacco che porta in gol tanti protagonisti. Fortin è destinato a grandi palcoscenici, Fusi è da categoria superiore, Capelli è cresciuto tantissimo, Crisetig ha spazzato via con tre mesi di grande livello tutte le assurde critiche ricevute. Cosa non va: Spagnoli è sicuramente importante per questa squadra, ma un attaccante deve segnare e un solo gol su rigore non può bastare: non ha fatto la differenza come si sperava. La spaccatura fra società e tifoseria rimane un’incognita, soprattutto se si dovesse perdere qualche partita

VICENZA – Cosa va – la solidità difensiva è un buon punto di partenza per provare a vincere il campionato. Carraro non è Ronaldo, ma dal suo rientro ha fatto decollare il rendimento della squadra. Costa, Zonta e Confente mantengono uno standard qualitativo molto elevato, con molti alti e pochi bassi. Cosa non va: segnare a Vicenza non è come segnare a Rimini: a Morra si chiede di più, come del resto a Zamparo, Rauti e a Rolfini. La qualità del gioco è più bassa rispetto allo scorso anno. Della Morte ha avuto quello che voleva: ora dimostri di esserci ancora con la testa, altrimenti a gennaio una cessione non sarebbe certo un dramma. Il peso di psicologico di chi sta dietro dovendo inseguire non è facile per nessuno da sostenere

TRIESTINA – Cosa va – niente. l’ultimo posto è il perfetto specchio di una gestione alla rovescia. Nel calcio, se fai costantemente il contrario di quello che devi, il conto che ti si presenta è salatissimo. Cosa non va: un elenco lunghissimo di cose. Manca un direttore sportivo che gestisca la quotidianità e che si interfacci con l’allenatore: lo ha chiesto persino Clotet. Risultato? Il solito silenzio, i soliti balletti. La perdita di controllo dei nervi: l’episodio Clotet – Krollis è stato da censura, certe cose vanno risolte nello spogliatoio e non con sceneggiate in pubblico. Krollis da 2 in pagella sinora, Clotet ha sbagliato e la pezza messa in un secondo momento è stata come sempre tardiva e sgangherata. Questione tecnica: manca un centravanti di spessore, che non può essere Olivieri (una seconda punta). A sinistra si aprono voragini. La difesa a quattro questa squadra la regge a fatica. Ma tutto, lo ribadiamo va ricondotto alla sconsiderata gestione societaria. O cambia e si assume un ds, oppure si rischia di far collassare non solo la squadra, ma l’intero progetto

TRENTO – Cosa va: quasi tutto. Squadra costruita benissimo, con ogni tassello al posto giusto e con la ciliegina sulla torta Di Carmine che ha fatto decollare tutto il gruppo. In crescita vertiginosa: Frosinini, Aucelli, Rada (la luce più splendente), Giannotti. I due portieri hanno entrambi regalato un rendimento importante. E poi, ovviamente, Tabbiani. Cosa non va: i troppi infortuni che continuano a martoriare la squadra. Disanto è uno dei pochi ad aver galleggiato sotto la sufficienza, a parte qualche rara impennata.

VIRTUS VERONA – Cosa va: dopo un inizio difficile, la squadra ha svoltato. De Marchi sembra trovare in questo borgo veronese la sua dimensione ideale. Metlika è pronto per altri palcoscenici, Amadio è una sicurezza, Rispoli germoglia bene. Cosa non va: in porta qualche incertezza di troppo, soprattutto perché non c’è un titolare chiaro. Pagliuca a corrente alternata. Da evitare  il rischio presunzione una volta raggiunto il top della condizione

ARZIGNANO – Cosa va: dopo un inizio da incubo, Bianchini ha riportato serenità e dato un’identità chiara alla squadra. Lo spogliatoio che prima era in subbuglio, ora è tenuto insieme con il giusto carisma. Lakti ha grandi qualità, deve solo disciplinarsi, Bordo resta una sicurezza e Cariolato è una colonna per questi colori. Cosa non va: la scelta di Bruno è stata oggettivamente un errore. L’Arzignano non ha bisogno di formule magiche, ma di una tranquilla normalità.

UNION CLODIENSE – Cosa va: la gestione societaria resta ammirevole. Anziché cedere alla tentazione dell’esonero, si cerca di resistere in attesa del ritorno al Ballarin. La squadra, pur con qualche carenza, resta all’altezza della salvezza. Biondi resta un top in relazione agli obiettivi perseguiti. Cosa non va: la proposta offensiva di Andreucci in C non convince fino in fondo. La difesa subisce troppi gol. La zavorra rappresentata dall’impossibilità di giocare al Ballarin fino a questo momento ha fatto perdere tanti punti

CALDIERO TERME – Cosa va: pur in un momento difficile, è degna di ammirazione la volontà di continuare a voler insistere con un calcio propositivo e coraggioso. Marras è un acquisto indovinato. L’impianto di squadra regge il salto di categoria, Soave sembra essersi adeguato alle necessità della C. Cosa non va: la difesa va registrata al più presto, magari con un paio di ritocchi a gennaio. Anche a centrocampo sembra mancare qualcosa qualitativamente parlando

LEGNAGO – Cosa va: dopo l’esonero di Gastaldello la squadra ha riacquisito un minimo di compattezza. Svidercoschi resta una certezza a questi livelli e Martic non ha tradito. Cosa non va: la difesa va ripensata totalmente a gennaio e serve anche un centrocampista che in mezzo sappia schermare e proteggere la terza linea. Ma i ritocchi dovranno riguardare anche il reparto offensivo per sperare di poter conservare la categoria

 

 

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