Il rischio concreto del fallimento se non si riparte (e anche se si riparte)
domenica 26 Aprile 2020 - Ore 23:51 - Autore: Dimitri Canello
Due milioni e settecentomila euro di perdita secca. Questa la cifra che mancherà mediamente nelle casse di una società di Serie B nel caso in cui il campionato non riparta dopo lo stop deciso nelle scorse settimane. Nel caso in cui la macchina si rimetta in moto si potrebbero recuperare un milione di euro dalla Legge Melandri e 350mila euro dai diritti tv garantiti da DAZN. Ma bisognerebbe sborsare ben 800mila euro per mettersi a norma con il protocollo salute messo a punto dalla Figc. Un danno notevolissimo in tutti i casi: riusciranno i club ad assorbirlo? La cifra si alza di molto se si parla di Serie A e scende un po’ se ci si rivolge ai club di C. La ripartenza dei campionati, così difficile, così ardua per la convivenza forzata col virus, è un passaggio cruciale per il calcio italiano, che già stava male prima, figuriamoci adesso. E che non è mai stato così vicino al crac nel caso in cui il Governo bocci il piano preparato da Gabriele Gravina e dalla commissione medica della federazione. Questa sera in diretta tv dal premier Giuseppe Conte abbiamo appreso che di allenamenti collettivi non se ne parla fino al 18 maggio, poi nel frattempo si valuterà quello che accade e, se le condizioni lo permetteranno, si tornerà ad allenarsi anche per le squadre professionistiche. Per i campionati veri e propri se ne riparla a giugno inoltrato. Ed ecco che si capisce che si stia giocando una partita cruciale, anche perché i primi rumors mettono talmente tanti ostacoli lungo il percorso da domandarsi come si riuscirà, eventualmente, a studiare un piano B che non costituisca una sorta di funerale per tanti club.
Parliamoci chiaro. L’estate prossima, anche alle nostre latitudini, si rischia di assistere alla sparizione di tante società, soprattutto fra i dilettanti, ma anche fra i professionisti se i campionati non ripartiranno. In B e in C il protocollo è oggettivamente inapplicabile per i costi esorbitanti che i club dovrebbero sostenere, in A la questione sarebbe diversa e forse più praticabile, fra mille incertezze legate ad eventuali nuovi casi di coronavirus e alle responsabilità delle società ancora tutte da chiarire. La Serie B per adesso prende tempo e sa perfettamente che, anche se si dovesse trovare il modo di terminare il campionato, il danno sarebbe fatale per più di qualcuno. In Serie C l’occasione è formidabile per creare una categoria d’elite con i club più blasonati e solidi e per ripristinare la vecchia Serie C2 in un regime semi – professionistico.
Prepariamoci, poi, a una serie infinita di ricorsi in caso di stop anticipato ai campionati. La Serie C vorrebbe tre promosse, più una quarta da decidere via sorteggio, ma il semplice prefigurarsi di un’ipotesi simile ha scatenato subito le prime minacciose lettere di diffida di Bari e Carpi, figuriamoci se si dovesse andare avanti su questa strada. La soluzione ottimale sarebbe terminare la stagione, ma abbiamo capito quanto difficile sia questa opzione. In caso contrario si creerebbe un cortocircuito difficilissimo da disinnescare e ci si dovrebbe preparare a un’estate di ricorsi in tribunale. Ad esempio: in Serie B la quarta retrocessa oltre a Livorno, Trapani e Cosenza sarebbe impossibile da stabilire, in quanto la Cremonese quartultima ha una partita da recuperare (con l’Ascoli) rispetto al Venezia quintultimo e, se non si dovesse giocare, il dilemma rimarrebbe irrisolto. La Serie C vuole le quattro promozioni e di aumentare gli organici delle categorie al momento pare che Gravina non voglia saperne. Chiedere il blocco delle retrocessioni sembra, invece, un ragionamento di parte, da qualsiasi angolazione si guardi la questione. All’orizzonte potrebbero profilarsi le promozioni di Vicenza, Monza e Reggina dalla C, le retrocessioni di tre squadre dalla B (le tre sopracitate), mentre dalla A scenderebbero le ultime tre e dalla B salirebbero Benevento, Crotone e Frosinone. Un bel caos, in una serata che di certo non ha fatto fare salti di gioia agli italiani. Auguri a chi si troverà a gestire una matassa tanto complessa da dipanare.
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