Fateci uscire da questo incubo
mercoledì 4 Marzo 2020 - Ore 23:46 - Autore: Dimitri Canello
Viviamo giorni surreali, in cui si cerca di parlare di calcio ma è praticamente impossibile. Fateci uscire da questo incubo. Perché ad ogni ora siamo bombardati da messaggi e da titoli ansiogeni che ci fanno venire i pensieri più cupi. E perché nemmeno il calcio e lo sport in generale sono quelle ancore di salvezza che un tempo non molto lontano ci permettevano una piccola, significativa, evasione. Adesso è tempo di: 1) partite a porte chiuse; 2) ordinanze sempre più restrittive; 3) divieti che fino a un mese fa sarebbero parsi fantascienza, come quello che impediva mercoledì a un veneto di confine (per esempio di Cordignano) di andare a vedere Pordenone – Juve Stabia a Udine; 4) messaggi sempre più preoccupanti di contagi che rischiano non tanto di mietere vittime in serie più di quanto non lo facciano già altre malattie ma di far collassare la sanità italiana, checché se ne dica, una delle migliori al mondo (chiedere per informazioni ai connazionali che vivono all’estero, dove in molti stati non esiste welfare e chi non ha un’assicurazione non può curarsi); 5) atleti contagiati, come il giocatore del Trissino hockey trovato positivo al virus. Alcuni siti hanno fatto il nome che tutti sanno e i familiari hanno minacciato querela, giusto per capire il clima in cui si vive e dove ci si guarda intorno alla ricerca di normalità e invece è impossibile non farsi qualche domanda. Ti capita magari di guardare con sospetto un allenatore che conosci perché tossisce. E via di questo passo. Tutto questo si riconduce allo spauracchio Coronavirus, che modifica abitudini, che incupisce i pensieri, che condiziona i rapporti sociali, che tiene i bimbi a casa da scuola e chi più ne ha più ne metta.
Le cronache dei nostri giorni raccontano anche quello che accade sui nostri campi. A Cittadella niente conferenze stampa, come del resto ovunque dopo le ordinanze. Tifosi che cercano invano di tifare da dietro i cancelli e vengono fatti allontanare dai carabinieri per raduno non autorizzato, addetto stampa che raccoglie le domande dei giornalisti per porle all’allenatore e poi manda un video a tutti i giornalisti. Tre giorni dopo a Cosenza tutto normale, come se nulla fosse accaduto e stesse accadendo alle nostre latitudini. A Venezia Dionisi fa una chiacchierata coi cronisti dopo la partita col Cosenza en passant, senza poter transitare in sala stampa, snocciolando due concetti stando bene attento a rispettare le distanze di sicurezza. A Verona neppure quello, con Marcolini che viene esonerato senza dire una parola dal Chievo. A Salerno tutto normale, come a Cosenza, come se fosse un’altra Italia. Insomma, neppure i protagonisti alle nostre latitudini vivono tempi facili. Prima di ogni partita casalinga arriva una sfilza di dettami da rispettare, bisogna accreditarsi anche se lo si è già, a volte sì e a volte no, non bisogna essere in sovrannumero rispetto ai massimi consentiti, non si può andare in mixed zone, si staziona in uno stadio deserto e quando finisce la partita si torna subito a casa.
I lettori a volte non possono avere la percezione di cosa significhi lavorare in queste condizioni e sarebbero bello riuscire quantomeno a informare sui fatti cercando di aiutare la gente a vivere questo momento senza più ansia di quanta già non ci sia. Parliamo di calcio? Ci provo, quantomeno in qualche pillola sparsa: 1) il Pordenone ha reagito da grande squadra alla crisi, ha fatto sei punti in due partite, ha espugnato Empoli, ha spazzato via i malumori e l’insofferenza di Mauro Lovisa alle sconfitte, perché il presidente non è uno abituato a perdere e quando diceva “non dobbiamo crearci tensioni” probabilmente in quel momento stava parlando anche a se stesso. Davvero notevole il modo in cui società e ambiente si sono immediatamente ricompattati e il modo in cui Tesser ha punto nell’orgoglio la squadra, che si è rialzata alla velocità della luce; 2) il Cittadella ha fatto sette punti in tre partite e punta di nuovo dritto al secondo posto. Come ho sempre pensato, sarà protagonista fino in fondo e ai playoff ci arriverà senz’altro. Chissà se riuscirà a fare qualcosa di più… 3) non mi sarei mai aspettato l’esonero di Marcolini, quantomeno non subito, non dopo aver vinto due partite contro Salernitana e Pordenone e dopo il ko tremendo col Livorno. Evidentemente sotto la cenere covava malessere già da tempo. Aglietti comincia con un pari e avrà le sue belle difficoltà a ripetere il miracolo Hellas; 4) Il Venezia in tre giorni ha dilapidato il tesoro prezioso dei tre punti di Pisa e, fino a quando non riuscirà a fare un filotto di almeno due vittorie, ben difficilmente potrà scacciare l’incubo playout.
Il resto è tutto fermo: in Serie A succedono cose incommentabili (basti pensare, per quanto ci riguarda, a Sampdoria – Verona e, peggio ancora, a Udinese – Fiorentina), in Serie C non si gioca più e chissà se si riprenderà con i recuperi fra una settimana. Il Vicenza dovrebbe vincere un campionato, ma si ritroverà per un mese a giocare al Menti senza tifosi, così come Padova-Vicenza andrà in scena a spalti deserti. A Trieste si apprende la notizia che un parente di un calciatore della Reggiana è positivo al Coronavirus e, giustamente, scattano mille allarmi. E’ calcio questo?
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