Padova caterpillar, Vicenza in scia: a Trieste c’era un problema Pavanel, Fresco e Lovisa contro gli arbitri, Dionisi e il Penzo stregato, che bravo Venturato

domenica 29 Settembre 2019 - Ore 23:53 - Autore: Dimitri Canello

Domenica, tarda serata, le luci che si abbassano e un altro weekend che va in archivio. Il calcio viaggia a mille all’ora, non c’è il tempo nemmeno per fermarsi a pensare, perché giornate e partite si susseguono in un vortice senza interruzione. Ci eravamo lasciati una settimana fa con i titoli di coda che scorrevano sulla storia d’amore fra Massimo Pavanel e la Triestina. Sono passati sette giorni e pare che sia una vita fa. L’Alabarda ha vinto con l’Arzignano e ha espugnato Pesaro, si è rimboccata le maniche e si è rimessa a correre. I sei punti nelle ultime due partite dimostrano e confermano che a Trieste c’era un problema Pavanel. Attenzione, perché nessuno sostiene che l’allenatore fosse l’unico problema, ma evidentemente con il gruppo qualcosa si era rotto. Ci eravamo lasciati con Milanese che era in pressing alto su Pillon, il giorno dopo è arrivato il suo no: a sorpresa, almeno a sentire le voci di chi sta vicino all’ad, che non aveva un piano B pronto e questo è sorprendente, perché tutto si può dire di Milanese fuorché sia uno sprovveduto. Adesso che il prescelto sembra essere Carmine Gautieri, anche questa scelta è sorprendente perché non è che il suo curriculum offra certezze granitiche. Eppure….

Basta guardare Padova per rendersi conto che talvolta ci sono traiettorie che viaggiano per conto proprio, in spregio a qualsiasi considerazione sulla carta e Gautieri, in tal senso, andrà giudicato per quello che farà e non per quello che ha fatto. La traccia da considerare: Sean Sogliano in estate aveva scelto proprio Pavanel per succedere a Matteo Centurioni in panchina, Salvatore Sullo è arrivato dopo, quando dopo giorni di attesa la fumata è uscita di colore nero. Curriculum di Sullo: una pagina bianca, almeno da head coach e a 48 anni di solito qualcosa significa. Per ora è stato tutto ribaltato. Pavanel, che Sogliano voleva, dopo cinque giornate si ritrova esonerato, Sullo è primo con sei vittorie in sette partite e non ha sbagliato un colpo. Una partenza clamorosa, quella del Padova, a maggior ragione se si considera che la squadra è stata completamente rifatta. Oggi a Fermo c’erano 10/11 nuovi di zecca rispetto all’anno scorso e in questi casi ci vuole tempo per amalgamare tutto. A Padova no, la squadra avanza come un caterpillar, oggi si è sbloccato pure Mokulu su rigore. A volte a un attaccante serve una spintarella per rimettersi a correre e il gigante belga l’ha avuta da chi lo ha lasciato andare sul dischetto pur senza essere il rigorista designato. Buglio è già una certezza oltre che un quarto titolare, Pesenti deve ancora irrompere sulla scena.

Padova caterpillar, dunque, con il Vicenza che segue in scia. Vince al Gavagnin fra le polemiche, a centrocampo arriva l’ennesima conferma. Con Vandeputte e Rigoni parliamo di una corazzata, anche senza uno dei due è tutta un’altra cosa. La Virtus Verona schiuma rabbia, Fresco urla per il gol annullato a Odogwu in rovesciata e per l’espulsione di Danieli dopo 25 minuti, Di Carlo vince con Marotta e questo è un altro segnale forte. Sarà Padova-Vicenza? Mancano certezze definitive, però intanto la Reggiana e il Carpi, come prevedibile, iniziano a perdere colpi, il Südtirol vola ma il primo posto forse è troppo per Vecchi, Bravo, Baumgartner e company: Alvini in settimana ha espresso perplessità (eufemismo) sulla cessione di Rodriguez, perché Scappini è alle prese come l’anno scorso con pubalgia e fascite plantare e perché oggi non c’era nemmeno Mattia Marchi. Risultato: l’Arzignano si è preso un punto, la Reggiana non ha segnato. Il Carpi è caduto due volte, il che conferma che la squadra è buona, ma probabilmente non da primato. Chi resta? La Triestina, che però deve recuperare nove punti al Padova e il Piacenza che chiuderà quasi certamente molto in alto. E’ vero che è presto, ma nove punti sono tanti e in mezzo ci sono tante squadre, su tutte il Vicenza. Triestina, Vicenza e Padova, alla fine la promossa dovrebbe uscire da questo trio, con l’Alabarda che dovrà superarsi per cancellare un inizio da libro nero. Con Pillon l’avrei considerata ancora in corsa per il primo posto, con Gautieri la vedo molto più difficile, per tanti motivi, ma non si sa mai.

Fresco si scaglia contro gli arbitri, preceduto giusto di un paio d’ore da Mauro Lovisa, che spara a zero contro l’arbitro Massimi. Due cartellini rossi, tante polemiche, la tensione si alza e tutti i problemi del Chievo vengono messi a nudo in un pomeriggio sin troppo significativo. Perché tutti dicono che il Chievo sia da Serie A e per adesso, almeno a parere di chi scrive, ci sono ben pochi indizi che sia davvero così. Anche qui, per tanti motivi. Chi merita un elogio vero è Roberto Venturato: lo ha elogiato un suo giocatore dopo il blitz di Castellammare e le parole di Davide Diaw risuonano forti e chiare. Di solito non ci si espone così in assenza di qualche preciso motivo. Il Cittadella si è rimesso a correre, con troppa fretta erano risuonate le campane a morte ma, a differenza di Trieste, non risultavano spifferi di spogliatoio o che fra il gruppo e l’allenatore si fosse rotto qualcosa. Bravo, dunque, a Venturato, che ha tenuto il timone dritto quando la tempesta ha picchiato duro e che adesso all’orizzonte vede il sereno. Un bravo anche ad Alessio Dionisi, che sforna meraviglie in serie in trasferta con una squadra sulla carta da salvezza, anche se in casa sembra sia preda di un sortilegio. Su quel battello che da San Giuliano porta al Penzo, evidentemente c’è qualche zavorra da gettare in mare. Una volta fatto, il Venezia potrà dire la sua sotto tutti i punti di vista. Post scriptum su Udinese e Verona: Tudor batte il Bologna e allontana gli avvoltoi che già svolazzavano sopra la sua panchina, Juric continua a fare meraviglie nonostante una rosa monca e di qualità non certo sopraffina. Se si salverà sarà un miracolo vero. Alla prossima.