Il botto Luca Rigoni, la volata Triestina-Vicenza-Padova, l’X-Factor di Bocalon, il peso di una finale playoff persa e il mercato che chiude: finalmente…
lunedì 2 Settembre 2019 - Ore 23:09 - Autore: Dimitri Canello
Lo scorso anno il mondo del calcio prese una decisione perfetta. Ossia anticipare la chiusura del mercato a metà agosto, evitando la sovrapposizione con l’inizio dei campionati. Evidentemente la logica e il buonsenso, ancora una volta, non prevalgono sugli interessi mediatici e alla fine si è tornati indietro, mandando su tutte le furie allenatori e direttori sportivi, che si trovano costretti a gestire le ansie di giocatori che fino all’ultimo e a campionato iniziato non sanno quale maglia vestiranno. Un mercato assurdo e senza senso, quello che dura quattro mesi, da metà maggio quando cominciano a sistemarsi allenatori e direttori fino a settembre inoltrato. Perché credete che sia finita qui? In gran parte sicuramente sì, ma adesso comincia il mercato degli svincolati, un altro mercato, una fetta minoritaria ma che comunque farà ancora parlare di sé.
L’ultimo giorno, il 2 settembre, è quello dei colpacci. L’ultimo giorno come quello che porta Marius Stepinski al Verona, le cifre vere forse non si sapranno mai, in ogni caso conta il risultato finale. Dopo aver praticamente chiuso Barrow, Juric avrà un attaccante che la categoria la conosce e che forse renderà un po’ meno complicata la difficilissima missione salvezza. L’ultimo giorno, quello che porta Luca Rigoni a Vicenza. Un autentico botto, che sposta completamente gli equilibri del girone B. La mia personale griglia a una settimana dalla fine diceva Triestina, Vicenza, Feralpisalò, Padova, Piacenza, Carpi, Südtirol. Adesso qualcosa cambia, il Padova scala una posizione perché sulla carta ha pochi punti deboli, forse solo l’abbondanza in attacco dove ci sono sei giocatori offensivi (Mokulu, Santini, Pesenti, Soleri, Bunino e Gabionetta) e non sarà semplice la gestione per Salvatore Sullo. Il Vicenza fa due passi verso l’alto e affianca quantomeno la Triestina. Se Vandeputte è un talento ma sulla carta non è una mezzala (potrà sicuramente diventarlo, come l’hanno fatto anche Nizzetto e Falzerano), Luca Rigoni è il botto di fine estate. Quello che può far vincere un campionato. Se starà bene e avrà le giuste motivazioni (nessun motivo per dubitarne, visto che i primi contatti fra le parti risalgono al 6 giugno e il suo numero fu fra i primi ad essere composto sul cellulare da Domenico Di Carlo), può davvero essere una variabile promozione. La Triestina era già forte prima, il Vicenza adesso è una Ferrari, il Padova se non è una Ferrari con Buglio e Pesenti è quantomeno una Porsche. Insomma, in zona promozione ne vedremo delle belle, mentre la Feralpisalò sta già pagando l’incognita Zenoni, ben evidenziata anche su queste colonne dopo un’estate a cercare invano un altro allenatore. Il Carpi ha qualcosa in meno, ma un attaccante (Vano) che forse nessuno ha, il Südtirol ha trattenuto Morosini e vale come un acquisto, il Piacenza ha perso una finale playoff e potrebbe pesare nella testa dei giocatori.
A proposito di finali playoff perse. E’ l’unica incognita della Triestina, soprattutto psicologica, con cui sta combattendo Massimo Pavanel. Può annullare il valore assoluto della rosa, i valori tecnici indiscutibili. Un fantasma con cui sta combattendo anche Roberto Venturato. E mi spiego meglio: il Cittadella è partito malissimo, ha preso sette gol in due partite, è corso ai ripari acquistando un difensore esperto come Perticone e il terzo esterno destro (sulla carta) della rosa. Chiaro che, nell’evidenziare il valore assoluto della rosa, quello del Cittadella non dovrebbe stare così in alto (nella mia griglia era subito dietro le migliori). Ma neppure negli anni precedenti, a voler essere oggettivi, la rosa era competitiva per i playoff. Solo che non esistono solo i soldi e ci sono altre componenti che alzano la qualità dei granata complessivamente parlando. Se Marchetti e Venturato riusciranno a ricompattare ambiente e gruppo dopo aver accarezzato la Serie A, il Cittadella potrà dire la sua, altrimenti potrebbero esserci rischi inattesi. Poi, chiaro, se ci fosse un metro di giudizio oggettivo e univoco, i campionati non si dovrebbero neppure giocare, perché si vincerebbero a tavolino e non sul campo. Non esisterebbero realtà piccole come Virtus Verona e Arzignano (a proposito, complimenti per il doppio pari contro Piacenza e Imolese) e tutto sarebbe più facilmente decriptabile.
E invece c’è sempre un pizzico di mistero, che tiene ancora accesa la fiammella di questo calcio tanto disastrato che lotta per mantenere un minimo di credibilità. Come quell’X Factor che regala quel qualcosa in più rispetto agli altri e che però difficilmente si riesce a definire con le parole giuste: quello che ha Riccardo Bocalon. Segna un gran gol al Trapani, regala tre punti alla squadra della sua città, spazza via le voci che lo volevano in partenza, inserisce la spina nella presa di corrente e si ricarica. Dell’affetto della sua gente, che alla fine gli vuole bene, che si è arrabbiata perché l’anno scorso non era lui, ma che adesso è pronta a esultare con lui. Perché si riparte di nuovo. Con un nuovo progetto
Commenti
commenti