Fusione Treviso-Pordenone, non è fantascienza: la situazione
martedì 2 Aprile 2019 - Ore 21:32 - Autore: Dimitri Canello
Si dovrà scavare fra le pieghe del regolamento e l’epilogo è tutt’altro che certo, tuttavia sulla direttiva Treviso -Pordenone sono in corso ormai da settimane fitti colloqui. Non soltanto perché il Pordenone, in caso di promozione in Serie B, possa giocare il prossimo anno al Tenni, come confermato dal presidente Mauro Lovisa. C’è anche la possibilità, tutt’altro che fantascientifica, che si stia lavorando dietro le quinte a una vera e propria fusione Pordenone-Treviso oppure a un trasferimento di sede da Pordenone a Treviso del club neroverde con campo da gioco indicato nel Tenni ed eventuale cambio di denominazione sociale.
Le altre soluzioni (Udine esclusa), per una serie di motivi, non sono percorribili: il Bottecchia andrà fuorilegge; il Tognon di Fontanafredda sarebbe omologato, dopo i lavori, soltanto per la C e il percorso di eventuale omologazione per la B sembra troppo tortuoso; il Mecchia di Portogruaro è nella stessa situazione del Bottecchia essendo un velodromo; il nuovo stadio, che potrebbe sorgere su terreni individuati nell’area di Cordenons, presenta costi elevati e tempistiche incerte a partire dagli eventuali espropri. La Dacia Arena di Udine è una pista percorribile, ma ha costi di affitto importanti e per questo Mauro Lovisa guarda con grande interesse a Treviso e al Tenni, che l’amministrazione comunale intende sistemare e che verrebbe messo a norma per la Serie B.
Tutti da chiarire i contorni dell’operazione, se mai andrà in porto. Per quanto riguarda i trasferimenti di sede il precedente Bassano-Vicenza è molto recente: fu approvato con campo di gioco indicato nel Menti nonostante i Comuni di Bassano e Vicenza non fossero confinanti sfruttando un comma dell’articolo 18 delle Noif secondo cui “la società deve trasferirsi in Comune confinante, fatti salvi comprovati motivi di eccezionalità per società del settore professionistico”. Treviso e Pordenone sono province confinanti, ma non Comuni confinanti. Nel caso in cui si segua questa strada la Figc darebbe l’ok? Come si chiamerebbe eventualmente il nuovo club? Ci sarebbe una fusione subito o inizialmente ci sarebbero due entità separate? Quattro anni fa fu Lino Diquigiovanni a tentare il trasferimento del titolo del Real Vicenza a Treviso. Incontrò l’opposizione prima di tutto dell’amministrazione comunale. Mentre stavolta il sindaco Conte è più che disponibile a rilanciare il calcio nella Marca e ha aperto il canale comunicativo con i vertici del Pordenone. E ci sono stati già colloqui fra Lovisa e alcuni imprenditori trevigiani, che supporterebbero fattivamente l’operazione. Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane.
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