Pordenone e Triestina fino alla fine, Zanetti e quella panchina nel cuore, Vicenza e la Coppa libera-tutti e Gigi Fresco superstar
domenica 24 Marzo 2019 - Ore 23:30 - Autore: Dimitri Canello
Giornata di pausa per Serie A e Serie B e tutte le attenzioni puntate sulla Serie C. Sembrava tutto finito in vetta alla classifica e probabilmente il Pordenone di Attilio Tesser vincerà il campionato, ma la Triestina sta facendo di tutto, ma proprio di tutto, per trascinare la contesa fino all’ultimo minuto dell’ultimo recupero dell’ultima partita. Apparentemente potrebbe sembrare una giornata favorevole all’Alabarda, ma credo che il pari di Terni sia una buonissima notizia per la capolista, che affrontava un avversario quasi allo sbando e con le spalle al muro, partito per vincere il campionato e che rischia addirittura la Serie D se la caduta non dovesse arrestarsi. Senza Burrai e Misuraca, con 2/3 del centrocampo titolare fuori, l’1-1 del Liberati consegna al campionato una prima della classe che sa gestirsi bene, che difficilmente perde e che riesce a sopperire anche alle carenze di un organico buono, ma che va un po’ in difficoltà soprattutto se mancano le prime linee. In attesa di capire come finirà la questione e se, in caso di promozione, Attilio Tesser rimarrà in sella o sceglierà altre avventure, ecco piombare sulla scena l’Alabarda.
Fateci caso: dopo lo scontro diretto perso c’era il serio rischio che la squadra (a -10 dal primo posto) mollasse o che, comunque, avesse un contraccolpo psicologico negativo. Niente di tutto questo: sei gol in due partite, Vicenza e Sambenedettese spazzate via e quattro punti recuperati in due partite al Pordenone. Che veleggia verso il traguardo, ma che dovrà stare attento a non distrarsi, anche se adesso Pavanel dovrà andare a Imola, dove vincere è un’impresa per chiunque e la partita dopo a Gubbio. Anche il Pordenone avrà il suo bel daffare. Prima il Sudtirol in casa, poi il Ravenna in trasferta. Insomma, sarà bene non dare nulla per scontato, anche se al momento i Ramarri hanno l’80% di probabilità di festeggiare la B e poi bisognerà capire in quale stadio andranno a giocare (occhio alle sorprese). Tesser vigila, sa bene che il calcio è strano e proprio lui recuperò ben dieci punti all’Alessandria, vincendo il campionato all’ultimo tuffo quando era allenatore della Cremonese, Pavanel spera.
A proposito di SudTirol. Un uccellino mi ha detto che Paolo Zanetti è un serio candidato per la panchina del Vicenza per la prossima stagione, quando c’è la volontà (da verificare poi alla resa dei conti) di costruire una squadra in grado di tentare il grande salto. Zanetti costruisce le sue fortune sulla solidità difensiva, ma anche su un gioco che tiene conto di tutto, anche dei dettagli apparentemente più insignificanti. Merita una chance importante, fermo restando che il suo SudTirol sarà un osso duro per tutti anche ai playoff, dove lo scorso anno arrivò in semifinale. A inizio stagione lo avevo inserito in griglia in terza posizione, oggi è quinto e può ancora migliorare. Intanto Zanetti in un’intervista ha lanciato un messaggio preciso, se son rose… Oggi il Vicenza al Druso ha buttato via una grande occasione, facendosi rimontare due gol di vantaggio. Il segnale che la stagione è questa, prosegue sull’ottovolante e che ha un solo modo per vedere impennate le proprie quotazioni. Un blitz da urlo in Coppa Italia a Monza, dove c’è da rimontare un 1-0 per prendersi la finale, dove non ci saranno tifosi biancorossi per la contestata decisione del Prefetto di Monza spalleggiato dal solito Osservatorio e dove c’è da fare i conti pure con il peso mediatico del duo Berlusconi – Galliani di cui hanno abbondantemente disquisito addetti ai lavori e dirigenti in queste settimane.
Chiusura di sipario d’obbligo per Luigi Fresco. Ha battuto il Vicenza, si è ripetuto con la Feralpisalò, ha espugnato Teramo e ha travolto il Rimini, con una striscia in trasferta Settebellezze. La Virtus Verona a fine gennaio era praticamente retrocessa, adesso potrebbe addirittura salvarsi scavallando i playout. Standing ovation per Mister 37 anni di panchina nello stesso club, qualcosa di inimmaginabile solo a pensarci. Bisogna aspettare il verdetto di fine stagione, ma sarà il caso che mi alzi in piedi anche io per applaudire. Tanto di cappello per quanto fatto sinora.
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