Bassano-Reggiana, Fabbro: “Avevo proprio bisogno di un gol da tre punti!”
lunedì 29 Agosto 2016 - Ore 15:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Un minuto, l’ultimo, dentro una centrifuga. All’inferno e ritorno. Bassano-Reggiana è un film, nemmeno trascendentale per 93 minuti, salvo la perla di Minesso, eppoi si trasforma in un corto mozzafiato. Dove la prospettiva del dopo partita a pizza e birra diventa all’improvviso una cena di rimpianti e mugugni serviti sul piatto finchè il lampo sul gong di Fabbro rivoluziona umori e stati d’animo ribaltando il risveglio domenicale a mezza città. Tu chiamale se vuoi, emozioni. Ed è proprio così che le definisce Riccardo Taddei che per bagnare la sua prima panchina in assoluto da officiante capo al posto dello squalificato D’Angelo avrebbe anche preferito una partenza meno movimentata e tumultuosa. «Ma no, queste scariche di adrenalina sono il bello del nostro sport – sorride – eppoi il pari sarebbe stata un’ingiustizia. Semmai, questo sì, in taluni frangenti siamo stati esageratamente contratti e timorosi, a volte volevamo un po’ strafare e ci ha fregato un filo di emozione per l’esordio, tuttavia la prestazione è ugualmente positiva. Quanto alla sofferenza è da mettere in conto se affronti una big come la Reggiana». Piuttosto è il man of the match Michael Fabbro che a ventiquattro ore di distanza ha ancora i brividi sottopelle. «Tutte le volte che vado dentro cerco di metterci una determinazione inaudita, son fatto così, ancora di più se da subentrante – argomenta il furlano -. Ma avevo proprio bisogno di un gol da tre punti, di quelli che pesano. Reti del genere, anche se di semplice realizzazione sono fondamentali per carica, fiducia e autostima. E io ora ne ho a pacchi. E con me la squadra che ha dato prova straordinaria di capacità di rimettersi in piedi alla grandissima e di voler vincere sino all’ultimo pallone». Sicchè Mattia Minesso, per il quale era già in stampa la copertina da risolutore, si è visto costretto a cedere la prima pagina al socio d’attacco. «Vincere in questo modo è stato un sussulto – conviene l’esterno – di buono c’è che abbiamo dimostrato di saper soffrire e reggere a qualunque difficoltà. Meno positiva invece, a mio avviso, la gestione dei possessi. Lì si può crescere e progredire ancora un bel po’. Però in questo gruppo c’è una qualità diffusa e allora lavoreremo per migliorare su questo aspetto e non solo. Dai, è solo la prima gara…». A Reggio se la passano di gran lunga peggio: erano reduci dalla passerella trionfale di due giorni prima col nuovo proprietario Mike Piazza a promettere scenari hollywoodiani e si sono ritrovati sempre al Mercante a buscarle come da copione. È sognare Monica Bellucci e aprire gli occhi con a fianco la signorina Silvani. «Noi ci saremmo anche stancati di perdere sempre a Bassano», sfilavano mesti l’altra sera i cronisti reggiani. Più che altro è qua che non si sono ancora stufati di vincere. Ma l’happy hour è finito. A Teramo torna il pane duro e nero della C.
(Fonte: Giornale di Vicenza)
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