Virtus Verona, la commovente storia di Sheikh Sibi: arrivò con un barcone dal Gambia, ora è il portiere titolare dei rossoblu
venerdì 5 Ottobre 2018 - Ore 13:11 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Alla lingua italiana ancora non dà del tu, ma poco importa se le parole escono prima dagli occhi: Sheikh Sibi quando lasciò il suo Gambia e partì in cerca di una nuova vita laggiù, oltre il deserto, oltre il mare dove dicono che ad attenderti ci sia un futuro migliore. Li chiamano i viaggi della speranza, ma il suo è l’inseguimento di un sogno: Sheikh, che nel suo paese d’origine giocava a pallone e guardava il nostro campionato in televisione, sognava di fare dei guantoni da portiere la sua professione prendendo a modello il suo idolo Gigi Buffon. Otto mesi di cammino attraverso il Sahara per raggiungere le coste libiche e approdare a Lampedusa su un barcone di fortuna: “Arrivato in Sicilia, mi assegnarono a Verona al Centro di Accoglienza di Costagrande, dove rimasi per una ventina di giorni. Mi segnalarono a Luigi Fresco e fu così che mi trasferii qui alla Vita Virtus, la Onlus gestita dalla Virtus Verona che fa da accoglienza ai migranti”.
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Sibi sa che la strada è lunga: “Sono giovane, ho solo vent’anni, e posso farcela costruirmi una carriera. Sogno un futuro in serie A, in Premier o nella Liga. Vorrei un giorno vestire la maglia della nazionale del mio paese. Lavoro duro per realizzare i miei sogni. Non ho paura. La paura non esiste“.
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A Verona, nella Virtus ha trovato una nuova famiglia e in Luigi Fresco qualcosa di più che un allenatore: “Gli devo tutto. Per me è come un padre“.
(Fonte: Gazzetta dello Sport. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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