Il ruggito del Nord Est
domenica 3 Giugno 2018 - Ore 23:58 - Autore: Dimitri Canello
Sarà magari soltanto un caso (per me non lo è), ma è la settimana in cui il Nord Est ruggisce. Bolzano, Venezia e Cittadella, tre partite e tre pass staccati. Si chiamano semifinali playoff, si chiamano piccoli passi verso il paradiso. Il SudTirol è l’ultima squadra rimasta in lizza del girone B per un posto nella cadetteria 2018-2019. Dopo il secondo posto nella regular season, ecco il 2-0 alla Viterbese e adesso col Cosenza ci sono tutte le premesse per poter puntare alla finale. Un autentico miracolo, quello griffato da Paolo Zanetti, che però va a braccetto con una qualità d’organico eccellente, ben oltre le apparenze. Il Padova, che ha vinto il campionato e il girone B, faticò moltissimo all’andata anche in 11 contro 10 e al ritorno pareggiò a Bolzano. Insomma, i giocatori da annotare in rosso sul taccuino ci sono: Erlic e Broh di proprietà del Sassuolo, Costantino, Gyasi e il portiere Offredi sono diventate passo dopo passo autentiche certezze.
Ma il piatto forte arriva in serata con il primo turno dei playoff di Serie B. E la notizia che allarga i sorrisi del Veneto che torna a splendere è il doppio successo di Cittadella e Venezia. E’ da inizio anno che ripeto che Venturato e Inzaghi se la possono giocare fino alla fine, per quest’ultimo posto al tavolo dei signori del calcio. Il Cittadella ha strappato un 2-2 con le unghie al Bari, in una partita in cui sono andate in scena botte da orbi, contestazioni, rigori negati, gol e fuorigioco da rivedere più e più volte, cartellini rossi e polemiche. Era prevedibile che sarebbe andata così, dopo il verdetto del campo ribaltato dai Tribunali della Giustizia sportiva ben oltre il tempo massimo. Inevitabile che da Bari piovessero polemiche, ma la vicenda era talmente chiara che sarebbe stato un nonsenso se non fosse finita così. Perché se ci sono due precedenti in cui arriva un verdetto univoco, la terza volta la musica non può suonare note diverse, o peggio non suonare proprio. Il Bari tecnicamente era superiore, ma ha sbattuto contro un Paolo Bartolomei in stato di grazia, che ha segnato due autentici capolavori. Ora in Cittadella-Frosinone l’asticella si alza ancora, perché i granata avranno tre giorni di tempo per recuperare dopo 120 minuti faticosissimi. Il pro: le rotazioni di Venturato spesso hanno premiato la forza del gruppo. Il contro: se il Frosinone sta bene di testa e ha smaltito le scorie dell’incredibile finale di regular season, resta la vera favorita per la A.
Poi c’è il Venezia. Sarò onesto e dirò che avevo brutte sensazioni dopo gli eventi dell’ultima settimana (Inzaghi verso Bologna, Rinaudo verso Cremona, il rinvio dei playoff, le voci su allenatori e direttori sportivi), invece sono felice di essermi sbagliato. Inzaghi ha compiuto l’ennesimo capolavoro di una stagione fantastica, annichilendo il Perugia sfruttando tutte le caratteristiche migliori della squadra: “Se non andiamo a mille all’ora, possiamo perdere con chiunque”, aveva detto nell’antivigilia. Rovesciando il discorso, se gioca così il Venezia non può e non deve avere paura di nessuno. Neppure del Palermo, battuto 3-0 al Penzo della regular season dopo aver pareggiato al Barbera. Insomma, i rosanero restano favoriti anche per il miglior posizionamento nella regular season, ma la contesa è apertissima. Quante possibilità ci sono di una finalissima Venezia-Cittadella? Entrambe partono leggermente sfavorite, ma se dovessero riuscire nell’impresa, ci sarebbe davvero da divertirsi.
E’ stata anche la settimana di Renzo Rosso e delle roventi e per molti versi comprensibili polemiche fra Bassano e Vicenza. La buona notizia è che uno degli uomini più ricchi d’Italia abbia deciso di mettersi in gioco pesantemente puntando su una piazza storica. Se poi fosse affiancato, come i rumors sempre più insistenti sostengono da giorni, da imprenditori del calibro di Ennio Doris, Leonardo Del Vecchio e Paolo Scaroni, ecco che il Vicenza del futuro avrebbe un ponte di comando fra i più scintillanti di sempre. Su tutto il resto, preferisco rinviare ogni giudizio e ragionamento. Il motivo è molto semplice: sinora non sono stati svelati i contorni di un’operazione che presenta ancora diversi punti da chiarire, non c’è stata una conferenza stampa, non è stato spiegato l’iter e come si intende arrivare a dama. A Bassano è logico che non siano contenti e le proteste sono legittime.Qualsiasi discorso o analisi al momento sarebbe prematuro o, alla meglio, sommario. Una volta lette le carte, tornerò sicuramente sull’argomento.
Resta il Mestre. In serata il tam tam ipotizzava un clamoroso coinvolgimento dell’ex presidente del Padova Giuseppe Bergamin accanto a Stefano Serena per tenere in vita i colori arancioneri. Le smentite sono state nette, anche se un incontro fra i due a quanto pare qualche settimana fa c’è stato. Per ora sembra proprio una strada chiusa, l’apertura del sindaco Brugnaro sul Baracca ha rimescolato le carte sul tavolo, ma lo scenario resta ancora poco rassicurante. In settimana sapremo.
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