Chievo, Campedelli: “Ci siamo seduti tutti quanti, e la colpa è principalmente mia! E basta alibi…”
venerdì 23 Marzo 2018 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Nel giorno in cui porta il Chievo dentro un progetto inedito in Europa, «KickOffers», il presidente del club della Diga, Luca Campedelli, si ritaglia dieci minuti coi giornalisti per dire che se il Chievo è finito lì, sul tetto che scotta, ad appena +1 sulla zona rossa, è perché «ci siamo seduti tutti quanti, ed essendo io responsabile, come qualche tifoso giustamente mi ha fatto presente, la colpa è principalmente mia: d’ora in poi si sta tutti in piedi e ci si rimette a correre». Spazio Copernico Isola a Milano, ieri mattina, è lì che Campedelli parla del Chievo e di quella crisi da dieci sconfitte, un pari e una sola vittoria nelle ultime 12 gare: «Cosa non mi aspettavo di vedere? Forse il fatto d’essere stati un po’ troppo superficiali in alcune partite, io per primo, cosa che il Chievo non può permettersi, perché abbiamo sempre vissuto sull’essere noi quelli sottovalutati». La prossima, di partita, in casa con la Sampdoria, dopo la sosta, può decidere il futuro di Rolando Maran ma Campedelli a tal proposito risponde: «Intanto non penso a perdere ma a vincere. Poi bisogna vedere la partita. Per quel che mi concerne Maran è, e sarà, l’allenatore del Chievo, se non avesse la mia piena fiducia l’avrei già cambiato: gli allenatori del Chievo o hanno il 120 per cento della mia fiducia o non sono allenatori del Chievo». La verità, allora, arriva adesso. In un mese da sette partite: quattro in casa, con Samp, Sassuolo, Torino e Inter, e tre fuori, con Napoli, Spal e Roma, prima del trittico finale di maggio, Crotone-Bologna-Benevento. Riflette, Campedelli, che «per certi versi ci siamo messi nei guai da soli, però possiamo venirne fuori: serve solo stare concentrati, l’obiettivo è sempre stato la salvezza, magari gli anni scorsi eravamo stati abituati troppo bene ma ci sta, un anno, di soffrire, quindi rinserriamo le fila e andiamo avanti senza paura».
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Morale: tutti responsabili, tutti sulla stessa barca. «Allenatore, giocatori, società, presidente. Scaricare tutto su uno, vedi l’allenatore, mi sembra riduttivo e sarebbe l’ennesimo alibi. Basta alibi. Dobbiamo solo stare zitti e andare avanti».
(Fonte: Corriere di Verona. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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