Mercato Chievo, Maran: “Allenerò ancora i clivensi nella prossima stagione! E sono felice…”
domenica 11 Giugno 2017 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Si scrive Chievo, si legge Rolly Maran. Il record dell’alta fedeltà, adesso, è lì, a portata di una lavagna tattica che ha garantito sin qui equilibrio, solidità e spavalderia in uno dei passaggi più delicati – vedi l’onda lunga dell’addio del ds Giovanni Sartori – nella storia del club della Diga. Se fantomatici venti contrari non si metteranno di traverso, Maran diventerà l’allenatore degli allenatori nel cammino del Chievo in A: 134 panchine per Gigi Delneri (2001-2004, 2006-07), 110 per Mimmo Di Carlo (2008-2010, 2011-2013), l’uomo di Trento è medaglia di bronzo a quota 107 ma la notizia è che il matrimonio continua anche l’anno prossimo e – salvo imprevisti – alla 28esima giornata del torneo 2017/18 l’album di famiglia avrà un nuovo n.1 della panchina. La notizia è fresca: Maran, contratto sino al 2018 con opzione di rinnovo biennale, non si muove da Veronello. Non c’è stato bisogno, alla fine, di aspettare che il Chievo ratificasse il nome del nuovo ds, cioè quel Giancarlo Romairone che domani lascerà Carpi e da martedì sarà a Verona per la firma. Il presidente Luca Campedelli e Maran si sono visti prima, comunque, per ragionare sul futuro e decidere di restare nella stessa carreggiata. E Maran, ch’era stato contattato sia dal Sassuolo (poi affidatosi a Bucchi) sia dal Genoa, l’ha fatto sapere in prima persona, ieri, ospite in collegamento telefonico a «Italia nel pallone», Radio Due: «Devo ancora parlare col nuovo ds ma con Campedelli c’è già stato l’incontro: la prossima stagione sarò ancora l’allenatore del Chievo».
[…] «Al Chievo ci sono meno pressioni. Tante volte questa calma può non dare gli stimoli giusti in certi momenti del campionato. Ma ripeto: si vive bene, si lavora sereni, non esistono quegli aspetti esterni che possono disturbare. Allenare una big? Me lo chiedono spesso, ma non decido io. Per me è un privilegio poter essere sul campo tutti i giorni a fare quello che mi piace: lo faccio in una piazza bellissima e mi va bene così, mi sento già felice».
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(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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