Padova, sei anni dopo manca l’ultimo scatto. Venezia: più vicina, eppure più lontana. Triestina, Rosenzweig dove sei? Trento, occhio alle differenze
mercoledì 23 Aprile 2025 - Ore 00:44 - Autore: Dimitri Canello
Sei anni dopo l’ultima apparizione fugace e poco felice in Serie B, il Padova è a un passo dalla promozione. Lasciare l’inferno della C è la priorità di tutte le big che annaspano in terza serie, dove si perdono montagne di denaro, dove club falliscono a stagione in corso, dove altri non pagano gli stipendi e altri ancora si accorgono a fine stagione di aver speso troppo e non riescono neppure a gestire l’ordinaria amministrazione. Insomma, un vero girone infernale, con mille trappole disseminate lungo il percorso. L’ultima il Padova la affronterà a Lumezzane e sottolineo subito che le partite vanno giocate, vinte (o pareggiate in questo caso) e poi si possono fare tutti i discorsi del mondo. Non prima. Altrimenti si rischia di farsi molto male. Il Padova oggi ha il 90% di possibilità di tagliare il traguardo e di lasciarsi alle spalle un anno folle, in cui ne sono successe di tutti i colori. Ma c’è un 10% in cui il Vicenza, che ha avuto il merito di tenere vivo un campionato quasi chiuso fino all’ultima giornata, vuole provare a infilarsi. Detto molto schiettamente. Che il Padova perda a Lumezzane e il Vicenza vinca a Trento lo ritengo molto improbabile per tante ragioni, ma il calcio in passato ha saputo apparecchiare scenari impensabili anche quando tutto sembrava viaggiare verso un’unica direzione. Nell’ultimo turno il Padova ha battuto l’Union Clodiense, non senza fatica, con un solo gol di scarto, a dimostrazione, anche qui, che non si trattava di una passeggiata. Il Vicenza ha battuto a sua volta la Triestina, un altro risultato non scontato, dimostrando uno spirito battagliero ammirevole, anche quando tutto sembrava remare in direzione contraria. Quell’ultima palla che Correia avrebbe potuto spingere dentro di testa e che invece ha svirgolato con Udoh che si è dimenticato di essere in fuorigioco mentre la accompagnava in fondo al sacco è l’ennesimo fotogramma di un campionato pazzesco. In cui abbiamo visto il Padova battere i record e salire a +10 con lo scontro diretto a favore e a +13 per un giorno, abbiamo vinto il Vicenza rimontare e portarsi a -3 scivolando malamente a Salò, abbiamo visto il Padova riprendersi fino allo scontro diretto del Menti, abbiamo visto il Vicenza segnare e controllare la partita a lungo e poi prendere gol al 94′ da Spagnoli, abbiamo visto il Padova perdere a Verona e poi a Salò, abbiamo visto il Vicenza che ogni volta che aveva la possibilità di compiere l’ultimo passo per il sorpasso fino a mettere la freccia si inceppava, abbiamo visto il Padova pareggiare a Caravaggio e il Vicenza vincere a Vercelli salendo a +1 per due settimane, abbiamo visto Gigi Fresco riscrivere un altro capitolo della fatal Verona mentre il Padova vinceva a Trieste sospinto da 2100 tifosi. Ora manca l’ultimo passaggio. Il Vicenza andrà a Trento su un campo tutt’altro che semplice, il Padova affronterà una squadra già salva che a Busto Arsizio con la Pro Patria sembrava già in vacanza. Il duello infinito Padova-Vicenza assomiglia molto a quello Modena-Reggiana di qualche stagione fa. Detto e scritto schiettamente: meriterebbero la promozione entrambe per quello che hanno fatto e la mia speranza è che il duello si rinnovi il prossimo anno in Serie B. Chi delle due andrà ai playoff avrà una zavorra pesantissima con cui fare i conti, ma quanto a valori tecnici affronterebbe gli spareggi se non da favorita, da protagonista annunciata.
Il tutto mentre a Trieste verrebbe da chiedersi che fine abbia fatto Ben Rosenzweig. Un presidente che ha dimostrato ancora una volta tutta la sua inadeguatezza. Aveva promesso dopo il -4 in classifica che tutto sarebbe stato sistemato, invece si è aspettato l’ultimo giorno utile per pagare all’ultimo respiro gli stipendi di febbraio, mancando però le scadenze Irpef e Inps (ancora!) e compromettendo non solo questa stagione, ma anche quella prossima. Il peggio possibile. Com’è possibile che si spendano così male i soldi e che, dopo aver buttato 27 milioni al vento in neppure due anni ci si ritrovi nemmeno a riuscire a finire una stagione. A Delli Carri e Tesser dovrebbero fare un monumento. Hanno preso la squadra a 6 punti, l’hanno risollevata, l’hanno trasformata in un gruppo vero, quando stavano per uscire dalla zona salvezza e accarezzavano persino il sogno playoff hanno buttato loro addosso un tir in piena corsa. Psicologicamente, per la Triestina, è stato tremendo affrontare le ultime partite, con l’incubo di non essere pagati, con un’incertezza che domina la scena, fra cambi di proprietà ipotizzati e mai avvenuti, con una LLC che in questo momento boccheggia e non fornisce alcuna garanzia per il futuro. Quasi sicuramente ci saranno i playout, ma se così sarà, tutto il credito che si era guadagnata nei primi mesi di gestione, questa società l’ha letteralmente buttato al vento. Un delitto, per le potenzialità che questo gruppo dirigente ha sprecato nel peggiore dei modi. Un peccato, davvero, perché di tante situazioni societarie viste in 30 anni di professione, questa di Trieste ancora mi mancava. Vedere un club che aveva tutto per essere protagonista essere messo accanto a Lucchese, Taranto e Turris grida vendetta sotto tutti i punti di vista.
Il Trento, intanto, sta frenando proprio sul più bello, quando sarebbe servito lo scatto finale per portare a casa un piazzamento lusinghiero. Invece a Novara è andata in scena la peggior versione possibile vista quest’anno dei gialloblù. Lenti, impacciati, involuti negli uomini simbolo, con un Barlocco in versione horror, senza contare la difesa che improvvisamente ha fatto acqua da tutte le parti. La squadra vista al Piola i playoff sarebbe soltanto una comparsa che quasi certamente uscirebbe di scena al primo turno, ma sarebbe un vero peccato per tutto quello che ha fatto prima. Manca ancora la partita col Vicenza, poi ci saranno gli spareggi promozione, in cui l’obiettivo sarebbe quello di arrivare alla fase nazionale. Vedremo se Luca Tabbiani riuscirà a rimettere in sesto un gruppo improvvisamente in ambasce. La Virtus Verona si gioca un piazzamento lusinghiero ai playoff, il Caldiero sgomita per provare a prendersi la salvezza all’ultimo tuffo e anche oltre i tempi supplementari, l’Arzignano vorrebbe sognare un finale di stagione da protagonista.
Con la Serie B fermata dalla tragica scomparsa di Papa Francesco, tutte le attenzioni si spostano sulla Serie A. Sulla carta, dopo l’ultimo turno, il Venezia è più vicino alla salvezza, che adesso dista un solo punto quantomeno per giocarsi tutto allo spareggio. Ma a ben guardare, in realtà, quella salvezza che sarebbe salvifica per mille motivi, dopo il 2-2 del Castellani è più lontana. Perché il successo che stava maturando a sei minuti dalla fine avrebbe permesso di scavalcare in un colpo solo due squadre. Avrebbe probabilmente inferto un colpo mortale all’Empoli soprattutto dal punto di vista psicologico e avrebbe messo il muso davanti al Lecce per la prima volta dall’inizio del campionato. Invece, con un errore di squadra imperdonabile, si è subito un gol di Anjorin assolutamente evitabile e si è rimasti appesi a un filo. Se il cuore e la speranza dicono che il Venezia ce la può ancora fare, guardando il calendario le certezze crollano drasticamente. Milan, Fiorentina e Juventus in casa, Torino e Cagliari in trasferta, di peggio ce l’ha soltanto il Lecce, mentre l’Empoli ha un cammino meno in salita di quanto non aspetti Di Francesco. Se davvero il Venezia dovesse salvarsi sarebbe un’impresa titanica, considerate le condizioni in cui sta operando il tecnico arancioneroverde, che per inventarsi qualcosa in attacco è aggrappato alle invenzioni dei suoi centrocampisti e magari di quel turbo che Yeboah potrebbe aver innestato proprio nelle ultime curve prima del rettilineo finale. Domenica al Penzo arriva l’incerto Milan che neppure con il 3-4-3 è riuscito a dimenticare gli stenti di un annus horribilis. Il 4-0 di Udine è stata un’illusione, con l’Atalanta si è ritornati improvvisamente e bruscamente sulla terra. Qui si deve infilare il Venezia per provare a trasformare il sogno in realtà.
Post scriptum sul Verona. A Roma, nonostante il ko, ha fatto una signora partita. Non è ancora salvo ma lo sarà presto. E a quel punto si dovrà tributare i giusti onori a una dirigenza e a un allenatore che hanno fatto veramente un miracolo. Spendendo pochissimo e mettendo a segno una serie di operazioni eccezionali, si stanno tenendo ancora stretta la Serie A. Nella speranza che Presidio Investors metta mano al portafoglio e provi a regalare in riva all’Adige una nuova epoca d’oro.
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