Padova, una zampata da big (ma il Vicenza non molla). Triestina, al peggio non c’è ma fine. Trento, Tabbiani non si snaturi. Il Venezia respira, il Verona crolla ma può rialzarsi subito. Cittadella, ancora un flop
martedì 29 Ottobre 2024 - Ore 00:24 - Autore: Dimitri Canello
Due notizie su tutte nel weekend calcistico appena trascorso per il Triveneto. Padova primo, Triestina ultima. In questa dicotomia ai confini dell’assurdo se qualcuno lo avesse predetto all’inizio della stagione, c”è molto del bello che offre in questo momento la Serie C. E’ stata una domenica da big per il Padova e l’importanza del successo in extremis a Zanica sull’Albinoleffe la capiremo forse fra qualche settimana. Il Vicenza aveva vinto, era tornato a -2, mettendo molta pressione alla capolista, che ha reagito, appunto, da big. Vincere a casa Lopez non è facile per nessuno, basti pensare che proprio su quel campo Vecchi ha perso due punti pesanti nell’economia della volata verso il primo posto. In tutta onestà, non mi è piaciuta la formazione iniziale scelta da Andreoletti, il falso nueve è un concetto calcistico che non mi ha mai entusiasmato, fatto sta che quando sono entrati Bortolussi e Liguori le cose sono cambiate completamente. Non dico siano state due partite diverse, ma di sicuro quello che del secondo tempo è un Padova scintillante e convincente, quello del primo molto più fumoso e inconcludente. Un dato, però, su tutti. Siamo a fine ottobre e il Padova non ha ancora perso una partita, la porta di Fortin è un bunker con appena quattro gol al passivo e il +5 sul Vicenza pesa. Altro discorso sono i rinnovi contrattuali, un argomento che per forza di cose la società dovrà affrontare molto presto. Bortolussi si è rabbuiato, quando in sala stampa un cronista gli ha chiesto del rinnovo. Già deve stargli stretto il ruolo di vice – Spagnoli, visto che ha già segnato quattro gol con un minutaggio decisamente inferiore, figuriamoci se ci addentriamo in questo argomento. In estate il Padova respinse l’offerta della Triestina e probabilmente, anzi sicuramente, Bortolussi sta molto meglio dov’è ora. Ma, come il Vicenza ha iniziato a prendere sul serio l’argomento rinnovi, presto dovrà farlo anche la capolista, sempre che non ci abbia già pensato per alcuni giocatori senza farlo sapere. Il Vicenza, si diceva. Un ottimo Vicenza ha battuto nettamente l’Atalanta Under 23, in una partita costellata di errori arbitrali (la mancata espulsione di Costa, il gol regolarissimo inspiegabilmente annullato a Zonta) e in cui si è visto tutto il meglio del gioco di Vecchi. Della Morte, tornato titolare dopo l’esclusione di Arzignano dovuta in buona parte al maltempo, ha bagnato il rinnovo contrattuale con un gol, al resto hanno pensato i compagni di squadra, a partire dall’ottimo Talarico, per finire a Rauti, che ha caratteristiche uniche nell’attacco biancorosso. Carraro è tornato, ma Vecchi pare aver trovato un equilibrio con un pedalatore (Zonta) e un giocatore più compassato ma molto più tecnico (Della Latta). Finché funziona, giusto andare avanti così, vedremo domani a Novara se cambieranno alcune gerarchie in mezzo al campo e davanti. Come ho già avuto modo di dire, cinque punti da recuperare non sono pochi, più che mai al cospetto del Padova che non sbaglia un colpo, ma mi sembra si stia andando verso un campionato simile a quello vinto dal Modena di Tesser in volata sulla Reggiana di Diana. L’Alcione sta facendo meraviglie, saprà tenere fino alla fine o rallenterà com’era prevedibile che facesse il pur buon Renate di Luciano Foschi?
Dalla prima all’ultima posizione del girone il passo è lunghissimo. La Triestina è in ambasce, le partite sembrano fotocopie una dell’altra. Discreto gioco, qualche occasione, un po’ di sfortuna, poi il solito gol su palla inattiva. Mi dispiace dover insistere, ma se non cambia qualcosa in società vedo concreto il rischio della Serie D, arrivati a questo punto, con una squadra che non era stata certo costruita per lottare per salvarsi. Clotet non mi ha convinto troppo all’esordio, ha schierato una squadra messa in campo con criterio, ma la difesa a quattro questo gruppo fatica oggettivamente a reggerla, soprattutto sulla sinistra in cui spesso si aprono voragini. E’ un allenatore che ha bisogno di tempo, ma quello che la proprietà americana di Ben Rosenzweig dovrebbe comprendere è che, avanti di questo passo, si finisce per schiantarsi e buttare via due anni di investimenti. I soldi sono stati spesi malissimo, alcune operazioni lasciano francamente perplessi e Alex Menta deve convincersi, nel suo stesso interesse, che un dirigente al suo fianco significa valorizzare il suo lavoro di scouting e non offuscarlo. Non si parla più di Mattia Collauto, che non è più stato contattato dopo avergli garantito che sarebbe stato lui il nuovo ds, Daniele Delli Carri è sempre alla finestra, ma le proprietà americane in Italia devono smetterla di pensare di aver inventato il calcio e di poter insegnare come si fa business in Italia. Fateci caso: la Roma è un disastro, il Parma ha cominciato a carburare quando ha messo un uomo come Mauro Pederzoli dietro la scrivania, lo Spezia ha rischiato di finire in C, la Triestina ha buttato tutto a mare dopo aver esonerato Tesser. L’anno migliore di Menta in Italia fu quello con Poggi e Collauto accanto a lui, quando aveva una sfera d’influenza limitata e le sue intuizioni innegabili venivano gestite. Non so più come dirlo o scriverlo: o si cambia, oppure può finire molto male.
Il Trento ha perso un’occasione incredibile per fare un salto in avanti eccezionali facendosi raggiungere al 95′ a Busto Arsizio. Per la prima volta non mi è piaciuto Tabbiani, per il resto inappuntabile e autore di una gestione che ha sfiorato la perfezione. Nella ripresa ha pensato di chiudersi a riccio con la difesa a cinque per ovviare alle difficoltà della squadra, ma il risultato è stato quello di arretrare il baricentro di venti metri, concedere due occasioni nitide e prendere il gol sulla terza. Nessun dramma, ci mancherebbe, ma Tabbiani insista sulla strada propositiva e “giochista” con cui si è fatto conoscere sinora. Molto bene la Virtus Verona, che ha strapazzato un’Union Clodiense in grossa difficoltà. Andreucci rischia? Se lo chiedono in molti, anche se il ds Alberto Cavagnis difende il suo tecnico a spada tratta. Certo, se le cose non dovessero cambiare è evidente che il tecnico rischierebbe l’esonero, questo è il calcio e non si deve sorprendere che funzioni così. Fresco si gode un De Marchi versione extralusso, porta avanti la nuova covata con un centrocampo che splende e spera in un anno senza assilli. Risorge l’Arzignano, che finalmente lancia un segnale preciso. Bianchini si prende la prima vittoria, dimentica il Vicenza e si rimette a correre.
In Serie A non stupisce troppo il tracollo del Verona a Bergamo. Quando l’Atalanta entra in forma, può mettere sotto una big del calcio europeo, figuriamoci una squadra di bassa classifica del campionato di Serie A. Nella serata del Gewiss Stadium non ha funzionato praticamente nulla, se non un’abbagliante prodezza di Sarr dai 25 metri e qualche lampo nel buio di Belahyane. Il resto onestamente da buttare e nelle scelte di Zanetti io ci ho visto la volontà di privilegiare il turno infrasettimanale e il fondamentale scontro diretto di Lecce. La speranza è che i vari Lazovic, Mosquera, Tengstedt, Suslov, Serdar, Duda abbiano tenuto il meglio in serbo per il via del Mare. Il Venezia ha interrotto l’emorragia di tre sconfitte consecutive pareggiando a Monza una partita che avrebbe potuto tranquillamente vincere. Se non queste partite, quando allora si vincerà? Se si vuole salvarsi da qualche parte i punti bisogna per forza di cose andarseli a prendere e contro l’Udinese non bisognerà sbagliare. Joel Pohjanpalo sta faticando, ma in tutte le stagioni in cui si è disimpegnato a Venezia ha iniziato a carburare davvero fra novembre e dicembre. La speranza di Di Francesco è quella di ritrovare presto il suo centravanti al massimo della potenza, perché se è vero che la difesa continua ad incassare troppi gol, è altrettanto vero che il reparto offensivo nel suo complesso non sta offrendo un rendimento all’altezza della situazione. Ancora una volta, se mai ce ne fosse stato il bisogno, è stato confermato quanto manchi come il pane alla squadra un centrale difensivo di livello e di esperienza per alzare la qualità della terza linea. Un’esigenza che probabilmente soddisfatta col mercato di gennaio, quando la società si è detta pronta a intervenire. L’Udinese sta facendo sognare i tifosi. Ineccepibile la vittoria sul Cagliari, evidente la sensazione di solidità che dà la squadra, la quale subisce pochi gol e non è facile da superare. Ho scommesso su Lucca a inizio anno e i risultati sono quelli sperati. La crescita è vertiginosa, così come quella di tutta la squadra nel suo complesso.
Male il Südtirol, che si schianta a Catanzaro e incassa il terzo ko consecutivo, malissimo il Cittadella. Alla seconda uscita, di effetto Dal Canto non si può parlare neppure parzialmente. La squadra è addirittura peggiorata, a Carrara è andata in scena una delle peggiori prestazioni stagionali, non ha funzionato proprio nulla, a cominciare dal portiere. Ho espresso tutti i miei dubbi sulla scelta compiuta da Stefano Marchetti dopo l’esonero di Edoardo Gorini (c’erano diversi tecnici più meritevoli di una chiamata dalla città murata, Zaffaroni su tutti) e oggi il Cittadella boccheggia. Vedremo se si rialzerà mercoledì contro la Sampdoria, un avversario difficilissimo da affrontare in uno dei momenti più complessi degli ultimi anni. Impossibile trarre conclusioni definitive, ma il quadro al momento è allarmante. Post scriptum sulla Serie D. In vetta veleggiano adesso Campodarsego e Dolomiti Bellunesi, che si affronteranno al Gabbiano, mentre il Treviso resta a -4. Una bella lotta in un girone particolarmente interessante, da seguire fino alla fine e dove potrebbero anche spuntare sorprese da ovest.
Commenti
commenti