Padova-Vicenza, sette punti sono tanti e su Liguori la penso così. Triestina, nella tempesta Collauto è la prima luce. Trento, troppe assenze ma la serie è d’oro
domenica 13 Ottobre 2024 - Ore 23:00 - Autore: Dimitri Canello
Passano le giornate e, non soltanto il Padova non si ferma, ma anzi accelera e aumenta il vantaggio sulle inseguitrici. Domanda a bruciapelo: oggi, 13 ottobre, quanti scommetterebbero su un Vicenza primo a fine campionato? Sette punti da recuperare sono oggettivamente tanti, c’è pure uno scontro diretto per ora a favore del Padova e una differenza reti largamente sbilanciata a favore della capolista, c’è tutta la pressione del mondo su chi insegue, ci sono infortuni che complicano maledettamente il lavoro di Stefano Vecchi. Oggi contro il Lumezzane ho visto una squadra spenta, che ha attaccato in modo confusionario con troppi cross dalla trequarti, senza un cervello pensante a centrocampo, con un’identità precisa ma alla quale mancavano troppi primattori per far vedere il meglio di sé. Oggi all’appello ha risposto assente tutta, e ripeto tutta, la spina dorsale dello scorso campionato: Confente, Golemic, Ronaldo, Ferrari. Toglietele la spina dorsale dell’undici titolare e qualsiasi squadra andrebbe in difficoltà. Il Vicenza, che ha fuori pure il sostituto di Ronaldo (Carraro), ha accusato il colpo del derby perso all’Euganeo, il Padova ha spinto ancora di più sull’acceleratore nella settimana in cui è deflagrato all’improvviso il caso Liguori. Questione spinosa, su cui almeno oggi è difficile esprimere un giudizio. Di sicuro nel diritto e nella procedura penale, la presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria. In particolare, l’articolo 27, comma 2, della Costituzione afferma che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva». Il tutto vale pure per Liguori. Però ci sono sei anni di indagini, un’accusa infamante per violenza sessuale, un giudice che ha deciso che qualcosa di grave è successo e una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione che fa pensare. Ci sarà un appello e forse un terzo grado di giudizio, ma ci sarebbe molto da dire anche su come la società ha trattato la questione, balzata agli onori della cronaca all’improvviso e senza preavviso. In casi e con accuse analoghe, il Cittadella aveva deciso di chiudere il rapporto con Santiago Visentin, mentre la Virtus Verona ha continuato a far giocare Gianni Manfrin pur con una condanna di primo grado a sei anni. Il Padova, però, quest’anno sembra più forte di tutto. Vince, convince, ha gli episodi che girano a favore, merita i risultati che ottiene, ha un allenatore che sta facendo un lavoro enorme. Ha qualcosa che al Vicenza manca, ossia i cross dal fondo, che poi sono il modo migliore per creare occasioni nitide e un’intensità che esalta le qualità dei singoli. A Gorgonzola sul fondo ci è arrivato tre volte nel primo tempo e ha creato tre palle gol, nella ripresa ha gestito senza quasi soffrire, colpendo un palo dopo quello colpito su punizione dalla Giana nel primo tempo e concedendo solo una punizione dal limite. Vero che siamo a un terzo della stagione, altrettanto vero che il campionato per ora ha messo un verdetto chiaro e il solco scavato in classifica è significativo. Non definitivo, ma sicuramente un indizio evidente impossibile da trascurare.
A Trieste il caos regna sovrano. Una prima luce nella tempesta potrebbe essere l’arrivo di Mattia Collauto, un dirigente capace, che ha già lavorato assieme ad Alex Menta con buoni risultati, che è stato a stretto contatto con Fabiano Speggiorin per anni, che ha una gran voglia di rimettersi in pista. A scanso di equivoci, diciamo sì con forza a un suo ingresso sulla scena, sarebbe il primo passo giusto nella giusta direzione. Sulle voci circolate in giornata circa un possibile cambio societario preferiamo al momento non scrivere nulla al di là delle smentite, sarebbe un rinnegare praticamente un anno e mezzo di lavoro (per quanto con risultati largamente insufficienti), non crediamo che sarebbe giusto e vogliamo sperare ci sia la voglia di rimediare più che di scappare. Capitolo allenatore. Ne serve uno, ne serve uno vero molto in fretta. Qui, se ancora non si è capito, si sta rischiando la retrocessione, di sicuro il rischio esisterà fino a quando le cose saranno gestite come fatto fino ad oggi. Ma c’è ancora spazio e margine di manovra, anche se il fallimento della strategia estiva è fragoroso. Venti punti dal primo posto alla nona giornata è qualcosa di inconcepibile. Molti spingono per il ritorno di Attilio Tesser e anche in questo caso dico che sarebbe una delle soluzioni giuste, a patto di chiarirsi prima di ripartire. Certo, con la rosa attuale giocare a quattro dietro mi sembra un rischio enorme, ma Tesser conosce l’ambiente, conosce la categoria, conosce la città. Non dovesse essere lui, Roberto Breda sarebbe comunque una buona opzione, l’importante è fare presto perché si è perso sin troppo tempo con conseguenze sotto gli occhi di tutti.
Il Trento inchioda uno 0-0 a Crema figlio delle tante, troppe assenze per infortunio. Senza la mente della squadra (Rada), il portiere più affidabile (Tommasi), l’estro in fascia (Peralta) e un centrocampista coi fiocchi (Sangalli) era difficile pretendere di più, con Aucelli che si è sistemato in cabina di regia armandosi di buona volontà in un ruolo non suo. Una volta tanto Di Carmine ha dimostrato di essere umano dopo partite da extraterrestre per un trentaseienne e la contesa è finita senza gol e con un punticino all’attivo. Sono e resto convinto che quando l’organico sarà completo si potrà ambire alle primissime posizioni della classifica, per adesso ci sono otto risultati utili consecutivi a confermare che la strada è quella giusta. L’Union Clodiense acciuffa un pari tirato per i capelli a Vercelli che dimostra che la squadra è viva e che serve resistere fino al ritorno al Ballarin, che porterà sicuramente punti e vittorie. L’Arzignano alla deriva esonera Alessandro Bruno e forse riprenderà Giuseppe Bianchini, il Caldiero Terme è in grossa difficoltà dopo la quinta sconfitta consecutiva ma resta una realtà ammirevole, la Virtus Verona si è tirata fuori dai bassifondi con due vittorie in altrettanti derby, il Legnago è tornato a boccheggiare dopo l’arrivo di Contini che aveva fatto sperare in qualcosa di diverso. Postilla finale sul Cittadella: ha esonerato Gorini per prendere Dal Canto, esattamente per quali meriti?
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