Padova: “Ti esonero per salvare me stesso (e il mio mercato)”: a fine stagione la verità. Triestina, il rebus continua. Vicenza: Vecchi-Ferrari per la B. Venezia, la coperta è corta? Cittadella-Gorini: un unicum in Italia
lunedì 8 Aprile 2024 - Ore 23:00 - Autore: Dimitri Canello
Il lunedì sera del calcio triveneto è animato da una notizia che per molti sarà clamorosa, ma che per chi segue le vicende del Padova non è esattamente un fulmine a ciel sereno. Esonerato Vincenzo Torrente da secondo in classifica e senza che la società, a inizio stagione, gli avesse chiesto la promozione diretta. Nel 2022 era successo a Massimo Pavanel, cacciato da secondo in classifica e senza sconfitte da quattro mesi. Dentro Massimo Oddo, autore di una rimonta clamorosa, che però non si era concretizzata proprio all’ultima curva. Non solo, ai playoff vittoria col brivido ai quarti con la Juventus Next Gen solo per il miglior piazzamento nella regular season, vittoria al 95′ col Catanzaro e poi finale persa col Palermo, sia all’andata che al ritorno. Nel 2023 ecco Bruno Caneo, presentato come il più innovatore dei profeti a cacciato in malo modo a metà stagione con la squadra ai confini della zona playout e dentro Vincenzo Torrente, che alla fine chiuderà quinto, eliminato al secondo turno dalla Virtus Verona dopo un arbitraggio a dir poco penalizzante. Nel 2024, altro giro, altra corsa: esonerato Vincenzo Torrente, secondo in classifica e battuto in finale di Coppa Italia, riecco Massimo Oddo. Domanda dalla risposta facile: in tutto questo vortice, qual è la costante? La decisione odierna significa sostanzialmente una cosa: chi dirige cerca di salvare se stesso e il suo mercato di gennaio, che sinora e ad oggi si è rivelato un fallimento. Il giudizio sarà confermato anche a fine stagione? Lo vedremo. Già in sede di commento, facemmo notare come cinque acquisti sembrassero troppi per una squadra seconda e che aveva trovato una sua identità. Come hanno reso questi acquisti? Tordini non pervenuto, Valente infortunato dopo un buon inizio e poi inceppato, Faedo in drastico calo dopo un buon inizio, Crisetig fermo da troppo tempo e con appena pochi sprazzi del giocatore che è stato, Zamparo al ribasso dopo una parentesi negativa a Chiavari. In un clima tossico e irrespirabile in cui diventa difficile lavorare per chiunque, ecco che, appunto, per difendere se stessi e il proprio operato trattando per l’ennesima volta le persone come un codice a barre, arriva l’esonero, accolto da più di qualche giocatore come fosse uno scherzo, tanta era l’incredulità. Con una conseguenza ben precisa: a fine anno si capirà dove sta la verità. Era colpa dell’allenatore o era colpa della campagna acquisti di gennaio, che ha costretto Torrente a cambiare modulo, rinnegando tutto quello che si era fatto nel girone d’andata? Basterà attendere un paio di mesi e dopodiché sarà tutto più chiaro. E si saprà a chi presentare il conto.
Il Padova è la terza squadra triveneta in Serie C fra le big a cambiare allenatore dopo Vicenza e Triestina. Hanno cambiato pure Trento e Arzignano, a dimostrazione di una stagione molto tormentata. Ognuna delle tre storie raccontate per le protagoniste attese ha cadenze diverse. A Vicenza il cambio sta funzionando e Stefano Vecchi sta guidando la squadra al terzo posto, con qualche alto e basso, ma con un trend che punta decisamente verso l’alto. Mercoledì ci sarà il recupero con la Pro Sesto, dovessero ribaltare lo 0-1 i biancorossi salirebbero al terzo posto a -6 dal Padova e a +4 dalla Triestina. Vecchi ha tanti meriti sinora. Ha recuperato Ferrari, restituendogli un ruolo centrale nella squadra e ricevendo in cambio risultati immediati. El Loco sale a quota 12, ha invertito la rotta dopo i disastri dell’era Diana e potrà recitare un ruolo da assoluto protagonista anche ai playoff. Il resto lo fa una difesa di ferro, probabilmente la migliore dei tre gironi qualitativamente parlando e due esterni che stanno ricominciando a girare al massimo dei giri. A Trieste si era appena fatto in tempo a tornare a sorridere per le quattro vittorie consecutive e per il ritorno imminente della squadra al Rocco che sono arrivate due docce gelate. Quella di metà settimana contro l’Atalanta, con una vittoria sfumata in extremis e quella di ieri sera, con l’incomprensibile turnover varato da Bordin e con una sconfitta che fa male con la Virtus Verona. Anche in questo caso, dopo un inizio pessimo, qualche coccio era stato ricomposto. Rivedere Correa ad alti livelli è sicuramente una buona notizia, anche se gli errori gravi sul mercato di gennaio sono ancora lì a far rumore. Finotto fa faville a Carrara, Adorante a Castellammare è stato una delle chiavi della promozione, si fossero gestiti diversamente o si fossero sostituiti diversamente probabilmente a quest’ora staremmo parlando di un’altra verità. Ora è inutile continuare a riparlare di Tesser, perché lo si è fatto in abbondanza, gioverà concentrarsi sul presente e sul futuro. Quel futuro in cui si parla con insistenza di Domenico Toscano, che deve decidere se rimanere o meno a Cesena e che chiede un triennale per legarsi all’Alabarda se decidesse di lasciare da vincente, in cui si chiacchiera di Massimo Donati e di Andrea Dossena come possibili successori di Bordin. Il presente, invece, racconta di spareggi che potrebbero essere vissuti ancora da protagonisti, anche se personalmente nutriamo qualche dubbio. Troppe le incognite e troppe le contraddizioni, vedremo dove porteranno e se Bordin riuscirà a estrarre un coniglio dal cilindro. In chiave playoff se la giocheranno Trento e Virtus Verona, divise in classifica da un solo punto. Baldini sta facendo un ottimo lavoro, anche se le difficoltà offensive rimangono e davanti è sempre un terno al lotto pescare la combinazione giusta. Quello con maggiori margini di miglioramento è Italeng, il resto è tutto da costruire, ricamandoci sopra e mettendoci del proprio. Con una certezza: Cappelletti è tornato su buoni livelli e con Trainotti e Obaretin forma un reparto difensivo che funziona. Simone Bentivoglio si è preso una bella patata bollente fra le mani, ma per ora sta riuscendo nell’intento di salvare l’Arzignano. L’unica incognita è l’infortunio di Parigi, un giocatore imprescindibile per i colori giallocelesti.
Un passo in più e si sale in Serie B, dove il Venezia si è improvvisamente inceppato. Sorprendente e difficile da mandare giù, la doppia sconfitta dopo la pausa con la Reggiana. Si pensava a una resurrezione con l’Ascoli, invece senza Pohjanpalo abbiamo assistito a una prestazione grigia, senza squilli e con una sola grande occasione per segnare. Una cosa è certa, giocando come nelle ultime due partite non si va in Serie A, questo è poco ma sicuro. Il vero inghippo è che ancora la squadra non trova equilibrio e, comunque, la si giri, la coperta sembra corta. Per preservare la difesa, si toglie qualcosa all’attacco, se si molla qualche ormeggio, dietro si balla nonostante il 3-5-2. Vanoli ha una missione complicata, riuscire a far quadrare i conti nelle ultime sei giornate di stagione, recuperando il suo capitano diventato padre in un momento delicato della stagione e trovando soprattutto a centrocampo la chiave per riprendere Como e Cremonese. Torna a sorridere il Cittadella, dopo 11 partite senza vittorie, otto sconfitte e tre pareggi. In qualsiasi altro angolo d’Italia Gorini sarebbe stato esonerato, qui invece gli hanno dato fiducia al dodicesimo tentativo sono tornati i tre punti che mancavano da quasi tre mesi. Ottime notizie anche da Bokzano: Südtirol che blocca la capolista e che torna quel bunker difensivo che aveva fatto sognare ai tempi di Javorcic allenatore. Ma non c’è troppo tempo per festeggiare un risultato molto positivo. I playout distano appena quattro punti e il calendario è tutto fuorché agevole. La chiave? Saremo ripetitivi, ma Kurtic è l’ago della bilancia, se gira lui il Südtirol si salva, altrimenti diventa più dura.
Resta la Serie A. E’ appena terminato il posticipo e per l’Udinese arriva una beffa probabilmente immeritata. Frattesi al 95′ ricorda perché sia uno dei centrocampisti più decisivi di tutta la massima serie e dietro gli equilibri restano molto precari. Sembrava la giornata delle sliding doors con il gol di Samardzic, invece un rigore e un pacco-beffa fuori tempo massimo rimettono tutto in discussione. Sia l’Udinese che il Verona hanno tutte le possibilità di salvarsi, ma probabilmente la volata finale si deciderà per un punto, forse due, quindi ogni singola partita ha un peso enorme specifico da mettere sul piatto. Brutta sconfitta anche per l’Hellas: nonostante Bonazzoli e un gol di Swiderski annullato per un’unghia, il Verona affonda in casa con il Genoa in una partita in cui, rispetto alla tabella di marcia, avrebbe dovuto fare almeno un punto, se non tre. Anche qui, gli equilibri sono molto instabili, anche qui il calendario non aiuta, a cominciare da lunedì prossimo quando si andrà a Bergamo a caccia di punti pesanti e difficili. Ma non bisogna mollare, perché Sassuolo (senza Berardi) e Frosinone, al di là dell’attuale classifica, sembrano avere qualcosa in meno. E’ ora di dimostrarlo sul campo
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