Venezia-Cittadella, copertina da A. Verona, il colpo di reni nonostante lo tsunami. Triestina, oggi non sei da primo posto. Padova, occasione sprecata. Vicenza, i piani per i playoff. Trento, Pavanel o no?
lunedì 15 Gennaio 2024 - Ore 00:00 - Autore: Dimitri Canello
In copertina questa settimana ci finiscono dritte, senza esitazioni, due squadre (Venezia e Cittadella) e un giocatore (Pohjanpalo). La classifica di Serie B è bella, anzi bellissima e sembra di essere tornati indietro al 2021, quando entrambe lottavano per la massima serie. Alla fine proprio la finalissima del Penzo regalò la Serie A agli arancioneroverdi. A distanza di tre anni, Venezia e Cittadella ci riprovano. Nessuna delle due era attesa a questi livelli, per il Venezia si parlava di playoff, per il Cittadella di campionato tranquillo con vista sulla zona spareggi promozione. Stanno entrambe facendo meglio di quello che si immaginava. Splende nuovamente il Venezia, nonostante una partita pazza, otto gol, una tripletta, un espulso, un quasi suicidio e una reazione rabbiosa da grande squadra. Davanti a 9mila spettatori (un pubblico quasi a livello dei massimi registrati nella massima serie) si è visto di nuovo il Venezia di Vanoli, con qualche svarione che non va sottovalutato, ma che alla resa dei conti non ha portato con sé danni irreparabili. In uno degli articoli scritti in settimana sul Corriere del Veneto ricordavo come l’anno scorso Joel Pohjanpalo fosse decollato nel girone di ritorno, dopo un’andata sottotono. Se quest’anno la storia si ripeterà lo capiremo presto, intanto il Venezia si gode di nuovo il suo super centravanti, che in un pomeriggio ha segnato più della metà dei gol che aveva messo a segno in tutta l’andata. Se poi arrivasse davvero Luka Romero, che Antonelli sta corteggiando con un’insistenza che meriterebbe di essere premiata, ci sarebbe un ulteriore salto di qualità grazie a un talento purissimo che attende solo di sbocciare definitivamente e la B sarebbe il giusto trampolino per decollare. Certo, vanno registrati gli equilibri difensivi perché si sta subendo decisamente troppo e, oltre a qualche falla al centro, anche le fasce scricchiolano un po’ a livello di copertura. A proposito di trampolini, il Cittadella visto sabato contro il Palermo è una squadra che scoppia di salute e che merita di potersi giocare il traguardo massimo. Oggi il Cittadella che si vede in campo non deve temere nessuno, perché ha abbandonato tutte le insicurezze dello scorso anno e anche quelle dell’inizio del campionato. Contro il Palermo è stato magnifico, ha messo in campo un’intensità eccezionale, ha sfruttato le qualità dei singoli, ha visto esplodere una coppia – gol su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo in estate, ossia Pittarello – Pandolfi. Difficile oggi dire chi stia stupendo di più. Pittarello ha avuto una crescita incredibile, sia dal punto di vista tecnico, che sotto il profilo dell’intelligenza tattica. Pandolfi ha affinato una qualità che spicca su tutte le altre, ossia il senso della posizione: fateci caso, è sempre dove serve e dove dovrebbe essere, è diventato un killer d’area, sbaglia pochissimo, magari tocca pochi palloni in alcuni momenti della partita, ma fa sempre la cosa giusta. L’altra esplosione clamorosa è quella di Alessio Vita. Era un onesto pedalatore di Serie B, è diventato un super tuttocampista, che fa tutto e dovunque lo metti fa bene. Certo, se si prendono i giocatori granata e si fa il gioco delle coppie allo specchio con le altre rivali, il confronto potrebbe apparire impietoso, ma c’è un quid in più granata che non tradisce mai. Ed è il senso di appartenenza che porta con sé chi gioca in questo club. Vedremo dove arriverà Gorini, un altro cresciuto a dismisura dopo aver fatto nutrire più di qualche dubbio anche a chi lo stimava più di altri. Per chiudere il capitolo della B resta il Südtirol. Federico Valente cambia modulo, porta a casa una vittoria che non importava come, ma doveva essere in qualche modo blindata. Non è stato un bel Südtirol, tanto ci sarebbe da dire su come è maturato il successo, ma ci sono momenti in cui non bisogna storcere il naso e, se si vuole salvarsi, si deve portare a casa quello che serve senza tanti fronzoli. Il resto dovrà darlo il mercato, nei quindici giorni che restano alla chiusura di questa finestra invernale che ha profondamente mutato e muterà i connotati della squadra.
In Serie A non si può non parlare del Verona che, nonostante il successo con l’Empoli, oggi sarebbe retrocesso, ma che si prende tre punti di platino in uno scontro salvezza che ha spinto verso il baratro una diretta concorrente. La sorpresa è un Milan Djuric improvvisamente protagonista, perché Ngonge non può essere una sorpresa. Il colpo di testa è la specialità della casa, quelle zuccate che portano punti e gol sono una delle poche armi rimaste al Verona saccheggiato dalla necessità di cedere i gioielli di famiglia. Dopo Faraoni e Hien, dovesse partire anche Ngonge sarebbe una catastrofe tecnica, anche perché i sostituti arriverebbero da fuori Italia e non è il massimo sapendo che si devono adattare a un nuovo campionato. Ma se il diktat che arriva dall’alto è quello di vendere a tutti i costi, che colpa può avere il direttore sportivo che si trova investito da uno tsunami tecnico impossibile da arginare? Un miracolo aver preso tre punti in una situazione simile. Batte un colpo anche l’Udinese, che sfiora l’impresa a Firenze e che si arrende solo a un rigore. La salvezza è sempre molto incerta e la lotta sarà senza esclusione di colpi, ma anche la rivoluzione in porta ha esiti piuttosto incerti e fare fuori Silvestri non è un atto indolore. Serviranno molte conferme.
Infine ecco l’ampio capitolo dedicato alla C. Partiamo da un primo punto fermo. Per quanto fatto vedere sinora, la Triestina non è da primo posto. E’ questo l’amaro verdetto per l’Alabarda dopo il ko interno contro l’Albinoleffe, il primo stagionale a Fontafredda. Un ko che ha avuto diverse motivazioni: l’incredibile e inaccettabile rilassamento dopo aver segnato il 2-0, l’errore di Matosevic sul 2-1, il cambio di D’Urso che io non avrei fatto, una difesa a tre che non ha dato i frutti sperati, la perdita delle distanze fra i reparti nei 20 minuti finali. Quando si voleva vincere e invece si è perso. Capita, quando si trovi a dover rincorrere e hai sempre il fucile puntato perché non puoi sbagliare mezza virgola. Ma cinque sconfitte a gennaio sono decisamente troppe per chi vuole vincere un campionato. Per il primo posto rimangono non più del 5% di possibilità dopo il pari odierno del Mantova, ma con ogni probabilità il focus adesso dovranno essere i playoff, arrivando più in alto possibile. Il Padova, dal canto suo, ha sprecato un’occasione gigantesca di tenere viva la fiammella della speranza. Otto punti da recuperare sono molti, tutto può succedere, ma le possibilità di rimonta oggi non superano il 20%. A Legnago pesa il rigore fallito da Liguori, ma si è avvertita ancora una volta in modo netto la mancanza (come vedremo a breve, colmata dal mercato) di un vero regista di ruolo. Vista la squalifica di Radrezza, in cabina di comando si è sistemato Bianchi, con risultati non esaltanti. Non era il suo ruolo, ma ha abbassato la testa e si è messo a disposizione dell’allenatore, visto che Dezi (parole di Torrente) non se la sente di giocare in quella posizione. In settimana è arrivato un botto fragoroso con il tesseramento di Lorenzo Crisetig, un top assoluto per la C, ma che è fermo da sei mesi. Se tornerà a uno standard atletico ottimale, è un colpo che può spostare gli equilibri. Certo, prendere uno svincolato il 13 gennaio è molto meno efficace che prenderlo il 13 novembre, ma le condizioni per l’operazione prima non c’erano e adesso invece sì. Per cui dopo un anno di appelli a vuoto finalmente Torrente ha quel giocatore strutturato da sistemare in cabina di regia che non ha mai avuto. Al Sandrini non si è visto un bel Padova, si è vista una squadra ancora scossa, tesa e non ai suoi livelli ottimali. Il pari del Mantova tiene tutto come prima, ma il gap è notevole e recuperarlo sarà un’impresa titanica. Il Vicenza, intanto, si è rimesso in moto e prepara i playoff da protagonista. La cura Vecchi funziona: oggi ha sfornato un primo tempo più che buono, poi è andato in apnea nella ripresa, con l’espulsione di Ferrari che ha complicato tutto e il tris di Rolfini che ha scacciato gli incubi. Cuomo è un buon rinforzo ed è stato gettato subito nella mischia, ora serve un attaccante di gamba e magari una mezzala di corsa che sappia inserirsi se partiranno Proia, Scarsella e Greco o anche due di questi tre. Poi questa sarà la settimana in cui si chiarirà il destino di Franco Ferrari: il Lecco è pronto a presentare un’offerta, poi bisognerà capire se soddisferà le richieste biancorosse o meno e se l’affare si farà. Pazientiamo e vediamo. Onore all’Arzignano che ha capito come fermare il Mantova e che si porta a casa un punto di grande prestigio dal Martelli. Il Trento è un grande mistero: oggi avrebbe dovuto essere il giorno dell’accelerazione per Massimo Pavanel dopo la sconfitta di Caravaggio e invece silenzio assoluto. La squadra vista sabato non è dispiaciuta, adesso il rebus è capire cosa ne pensi della proprietà e cosa verrà deciso. Se, prima della partita, le possibilità che Pavanel diventasse il nuovo allenatore gialloblù erano elevatissime, paradossalmente la sconfitta con l’Atalanta ma anche la buona prestazione offerta dalla squadra potrebbero aver rimescolato qualche carta e allontanato il suo arrivo. A breve il verdetto
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