Venezia, Pierini: “Vanoli? Eravamo ultimi, adesso siamo secondi: ma oggi non dobbiamo guardare la classifica”
martedì 21 Novembre 2023 - Ore 14:14 - Autore: Staff Trivenetogoal
Un secondo posto che autorizza a sognare in grande, un record da battere, il ‘fattore’ Vanoli e qualcuno da ringraziare: di questo e altro ha parlato Nicholas Pierini, attaccante del Venezia, in esclusiva per TuttoB.com.
Tre vittorie di fila, secondo posto in classifica, quarto attacco, seconda difesa: numeri da big. Chi vorrà salire in Serie A dovrà fare i conti con voi.
“I numeri al momento sono questi. Siamo contenti, ma non dobbiamo abbassare la guardia perché, in Serie B, è un attimo perdere quota e ritrovarsi in tutt’altra posizione. La classifica è molto corta e nel giro di pochi punti sono raccolte tante squadre”.
Finora hai accumulato 13 presenze in campionato condite da 4 gol: soddisfatto del tuo rendimento?
“Sì, ma so che posso e devo fare di più. Non mi accontento. Voglio stare in campo più possibile per avere maggiori occasioni di segnare. Considerate, però, anche le stagioni passate, sono vicino al mio record in B, che è di 5 gol più un sesto in Coppa Italia con lo Spezia. L’anno scorso ne ho fatti 5 giocando poco, invece adesso sto trovando continuità anche perché gioco di più”.
Quali e quanti i meriti di mister Vanoli?
“Il mister in una squadra è l’attore principale perché indirizza il tipo di gioco, inculca ai giocatori la mentalità e il modo di approcciare le partite. Vanoli ci ha aiutato tanto sin da quando è subentrato a novembre dell’anno scorso, basta guardare la classifica del Venezia prima e dopo il suo arrivo: eravamo ultimi, e adesso siamo secondi. Questo è un grande merito che va riconosciuto a lui in primis, ma anche a noi giocatori che andiamo in campo”.
Sei tra i pochissimi italiani in una squadra imbottita di stranieri, ma in campo vi intendete benissimo.
“Il calcio non è una lingua, è universale. Quando sai giocare, basta anche un semplice sguardo per farsi capire dal proprio compagno. Poi, ovviamente, ci vediamo ogni giorno, facciamo allenamenti e gli stranieri imparano sempre di più l’italiano, quindi le dinamiche relazionali non possono che migliorare ulteriormente”.
Quali le squadre più attrezzate per puntare alla promozione?
“A inizio stagione ne avevo indicate tre: Parma, che infatti attualmente è primo, Sampdoria e Spezia. Ora mi direte che le ultime due sono in basso in classifica: avete ragione, ma secondo me, a livello di organico e di giocatori sono molto forti. Certo, la Serie B è strana: noi, per esempio, l’anno scorso eravamo scesi dalla A e ci siamo ritrovati nella stessa situazione. Può accadere che chi retrocede subisca l’impatto del cambio di mentalità e ci metta un po’ di tempo per ingranare; credo sia quanto sta succedendo a Samp e Spezia. Detto questo, ribadisco che le squadre più strutturate per salire in Serie A sono quelle tre”.
Quale, invece, la squadra che finora ti ha più impressionato?
“Direi il Catanzaro, anche perché nonostante abbiamo vinto (2-1) ci è stato molto superiore sul piano del possesso palla, facendo registrare percentuali del 70-72%. Noi ci abbiamo messo del nostro muovendoci poco, senza però nulla togliere ai giallorossi. Che sono una sorpresa incredibile, essendo una neopromossa, e stanno facendo un grandissimo campionato, grazie anche alla mano di un allenatore che fa esprimere alla squadra un bel gioco; noi ne abbiamo avuto la riprova, perché praticamente non abbiamo visto la palla. Probabilmente, a livello di palleggio, il Catanzaro è la squadra più forte di tutta la Serie B”.
È un campionato governato dall’equilibrio, sia in testa che in coda: si deciderà tutto in Primavera?
“L’ha detto anche il mister, non dobbiamo guardare la classifica. Certo, siamo lì davanti, la gente lo vede ed è normale che parli, ma sono chiacchiere da bar. Noi dobbiamo restare concentrati sul nostro obiettivo, che è lavorare settimana dopo settimana per arrivare al meglio alle partite e poi, strada facendo, vedremo dove saremo in Primavera. Da lì inizieremo a fare veramente i conti perché è quello il periodo in cui si decide tutto. Adesso è troppo presto”.
C’è una persona a cui devi dire grazie nel mondo del calcio?
“Francesco Palmieri: è lui che mi ha accolto a Parma quando sono arrivato dalla Spagna e poi, in seguito al fallimento del club ducale, mi ha portato a Sassuolo. Mi ha aiutato molto, seguendomi e tenendomi sotto la sua ala: è stato come un secondo padre per me; colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente. Oltre a lui dico grazie a tutti i mister che hanno creduto in me: Viali a Cesena, Mignani a Modena che mi ha restituito quell’entusiasmo che all’epoca avevo perso, e Vanoli che mi sta dando più possibilità dell’anno scorso”.
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