Triestina, ci siamo: arrivano gli americani e poi sarà joint venture col Venezia! Vicenza, in panchina un cavallo di razza. Padova, chi ben comincia… Venezia, un centro sportivo che profuma di A. Verona, una scelta cruciale. Treviso, la C nel mirino
lunedì 26 Giugno 2023 - Ore 00:04 - Autore: Dimitri Canello
Ci siamo davvero. Entro 48 ore verrà chiuso definitivamente l’accordo di cessione della Triestina da Atlas Consulting, attuale socio di maggioranza alabardato, a Lbk Capital Llc, una società creata ad hoc riconducibile a un fondo guidato da un big dell’imprenditoria di Atlanta. Nome ancora top secret, ma i soliti beninformati assicurano che non sarà uno degli attuali soci del Venezia, come rumors di corridoio ipotizzavano nei giorni scorsi. In attesa di togliere il velo all’operazione, c’è grande fermento sull’asse Venezia – Triestina. La nuova Alabarda non sarà una succursale arancioneroverde, questo lo possiamo garantire. Ma di sicuro il nuovo acquirente, che ben conosce Duncan Niederauer, riceverà ampi consigli da chi il calcio in Italia ha dimostrato di saperlo fare. Per i dirigenti, ci sono diverse opzioni in ballo, fra cui Stefano Capozucca, uno dei candidati per guidare il club. Ma non è l’unico e ci sono almeno altre due opzioni. Un ruolo dovrebbe averlo Morris Donati, che potrebbe essere messo a capo dello scouting del nuovo club, mentre continuano a piovere smentite sul fatto che Alex Menta avrà un ruolo nella nuova Triestina. Su quest’ultimo punto sospendiamo ogni considerazione e vedremo se le smentite ripetute corrisponderanno a quanto poi accadrà dopo il closing. Per l’allenatore, difficilmente sarà un esordiente, si vorrebbe andare piuttosto, secondo i primi rumors, su un nome di garanzia. Finisce, dunque, l’era di Simone Giacomini e dei suoi soci, un’era con molte ombre conclusa solo per miracolo senza una rovinosa retrocessione. Di quanto accaduto lo scorso anno abbiamo parlato in lungo e in largo, di sicuro se le cose stanno come ce le hanno raccontate chi è in uscita oggi da Trieste difficilmente verrà rimpianto. Il nuovo proprietario della Triestina è rimasto stregato da Trieste, ci è venuto già due volte, ha ricevuto referenze eccellenti da Alex Menta e da Duncan Niederauer, capisce le potenzialità sconfinate di una piazza che ha bisogno di un management capace e di proprietari presenti e partecipi. Le premesse, in tutta onestà, ci sembrano ottime e c’è da sperare per Trieste che non sorgano intoppi dell’ultimora, perché sarebbe un’occasione persa irripetibile per svoltare.
Dopo un’attesa di quasi un mese, nel frattempo, a Vicenza è arrivato il tempo delle scelte. L’allenatore è stato scelto e si è puntato su un cavallo di razza come Aimo Diana. Reduce da un secondo posto e da una promozione in Serie B, era uno dei migliori su piazza assieme ad Attilio Tesser e a Domenico Toscano e su questo versante la scelta non è criticabile, anzi va approvata. Vorremmo però davvero sapere come si è arrivati a Diana, perché si è atteso quasi un mese e se davvero era lui la scelta sin dall’inizio. Domani Diana dovrebbe risolvere il contratto con la Reggiana e poi sarà pronto per la partenza. E’ un caratteriale, spigoloso, deciso. Fautore di un calcio offensivo e spettacolare fatto di continue sovrapposizioni, duelli e di intensità agonistica, Diana è un fautore convinto del 3-4-2-1 o, in alternativa, del 3-5-2. Perchè con la Reggiana è finita? Non certo per motivi tecnici, ma per contrasti con la proprietà e su questo punto, in particolare, bisogna concentrare le eventuali criticità che potrebbero presentarsi lungo il percorso. Sul mercato non servono rivoluzioni, ma solo correzioni, perché la base della rosa è già buona. Servono innesti in difesa, serve definire il rebus Desplanches, che ha cambiato agente recentemente e serve anche puntellare la fascia sinistra. Tanto per cominciare. Per quanto riguarda il direttore sportivo, un diluvio di critiche social ha travolto il nuovo arrivato Luca Matteassi. Anche in questo caso un mese di attesa e tanti nomi accostati fanno sorgere più di qualche dubbio sulla genesi della scelta, ma tant’è. Matteassi viene da una retrocessione a Piacenza, ma la squadra in estate non la costruì lui e, una volta rientrato a ottobre, sul mercato di gennaio stravolse tutto cambiando 12 giocatori e facendo un girone di ritorno molto positivo. Non è bastato, perché arrivata una retrocessione, ma è giusto distinguere e spiegare, quando si commenta la scelta. Dopodiché abbiamo raccolto referenze su chi l’ha conosciuto a Piacenza (referenze buone, per non dire ottime), Modena (referenze buone) e Pescara (referenze negative). Per stringere il cerchio si può dire che Vicenza per Matteassi è un esame di maturità, è la sua grande occasione di dimostrare il suo valore. Non ha promozioni nel curriculum, per lasciare il segno e farsi apprezzare dovrà vincere, senza alternative. Vorremmo anche aggiungere, a quanti hanno ironizzato sui tentativi riferiti per Zeman e Rinaudo (specifichiamo, mai abbiamo detto che sarebbero arrivati, ma solo che c’erano stati dei tentativi fra i vari colloqui svolti) che abbiamo le prove di quello che abbiamo scritto e che, se saremo costretti, le tireremo fuori e poi vedremo chi ironizzerà, se chi ci accusa di essere nella migliore delle ipotesi poco affidabili oppure se saremo noi a farlo.
Chi ha cominciato bene il mercato è il Padova, che è avanti rispetto alla concorrenza di qualche settimana. Ha preso tre giocatori di categoria (Fusi, Villa e Capelli), ha ripreso Delli Carri, prenderà altri due difensori di cui uno di grido, poi passerà al centrocampo se partirà Vasic. Pinato è un’occasione da sfruttare, poi ecco le due punte che si alterneranno a Liguori e Bortolussi. In una stagione in cui molti ridimensionano (Padova compreso), il passo indietro di Oughourlian va attentamente ponderato e decriptato.
Pillole d’inizio estate. A Pordenone è tutto appeso a un filo e continuiamo a ritenere l’Eccellenza lo scenario più credibile. Ci vorrà tempo e anche pazienza, le variabili in gioco sono molteplici. A Treviso è iniziata l’era Gementi, un dirigente serio e preparato che ha centrato due promozioni a Trento e che è stato chiamato per riprovarci a Treviso. Il budget è ridotto rispetto all’esperienza precedente e serviranno delle idee per competere ad alti livelli in un girone davvero a cinque stelle. Ma l’obiettivo è prima strutturarsi e consolidarsi e poi riportare i biancocelesti in Serie C, perché Gementi è nella Marca per questo, al di là delle dichiarazioni ufficiali. Florindo è un nome interessante, anche se dovrà dimostrare di aver compiuto un salto di qualità importante. A Trento Zamuner ha metabolizzato in fretta la vicenda Vicenza, in cui qualcuno non la racconta giusta, ma tant’è. Il ds è già al lavoro per allestire la squadra con un budget simile allo scorso anno. Idee chiare, tandem con Tedino rinnovato, serenità assoluta di chi governa la barca nonostante le recenti scosse di terremoto. Matteo Lovisa studia in autonomia lontano dalla casa madre e ricomincia subito dalla Juve Stabia. E’ un’occasione importantissima per lui, che può dimostrare anche lontano da padre Mauro di essere un dirigente importante, in un ambiente difficile come quello di Castellammare. A Verona si sceglie: Sogliano ha un rapporto tormentato con gli allenatori, il ds vorrebbe mandare via Bocchetti, ma c’è un contratto di quattro anni di mezzo che complica tutto. Zaffaroni ricomincerà da solo altrove e occhio alle sorprese, mentre fra i candidati ci sono anche Marco Baroni e Beppe Iachini. Scelta cruciale, quella dell’allenatore per ricominciare, scelta da non sbagliare. Primi vagiti del nuovo mercato a Udine, dove è atteso Federico Balzaretti che, nonostante la mancata promozione di Vicenza, salirebbe addirittura di due piani, una vicenda simile a quella di Sogliano da Padova a Verona. Il Südtirol con Lonardi piazza un gran colpo, il Venezia ha 48 giocatori in rosa e deve cedere assolutamente prima di ripartire. Antonelli è sempre più al comando di una struttura imponente e il nuovo centro sportivo è un sogno. A queste latitudini, nessuno ha un gioiello simile e venerdì, al momento della presentazione, a Niederauer brillavano gli occhi. Saremo schietti: intravediamo un progetto importantissimo a Venezia, lo avevamo intravisto anche nell’anno della Serie A. Venezia ha ambizione, mezzi e capacità per andare lontano. Niederauer ha avuto la forza e l’intelligenza di capire i suoi errori e li ha corretti. Ora il panorama schiude scenari idilliaci, ora c’è tutto per andare lontano.
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