Treviso, Simeoni: “Possiamo fare un buon filotto di partite con voglia e convinzione. Il mio passato tra Pandev, Aramu…”
giovedì 23 Febbraio 2023 - Ore 12:30 - Autore: Pietro Zaja
Da Jesolo a Venezia, passando per Genova, Grosseto e Sona. Qui, una grande delusione. Promesse non mantenute e il passaggio al Treviso in Eccellenza, assieme a Boron proprio dalla squadra veronese. Debutto con la Liventina, già 2 reti segnate, ultima delle quali quella realizzata domenica nel pareggio per 2-2 con la Calvi Noale: stacco di testa su sponda di Mosca dagli sviluppi di un corner battuto dalla sinistra da Malagò. Nicolò Simeoni, centrocampista classe ’99 del Treviso, si è raccontato in un’intervista a Trivenetogoal. Un tuffo nel proprio passato, con quei capelli lisci e lunghi che ricordano un surfer di un qualsiasi film americano, ma che in partita sono rigorosamente raccolti da una coda che penzola su e giù mentre corre per il campo, passando per il presente in maglia biancoceleste, tra momenti più complessi e un obiettivo da raggiungere a fine stagione. Ecco le sue parole.
A livello personale, come ti senti e come vanno gli allenamenti?
“Personalmente mi sento bene, sia a livello di fisico che mentale, che per me è fondamentale. Prima penso a stare bene a livello di testa, poi il resto vien da sè. Nell’ultima settimana ho avuto l’influenza, ma ho saltato solo due giorni, e poi sono stato tranquillo”.
Infatti sei riuscito a esserci nella partita di domenica con la Calvi Noale (terminata 2-2)… Che prestazione è stata?
“Soprattutto nel primo tempo siamo stati parecchio in difficoltà. Loro giocavano a rombo in mezzo al campo, noi eravamo due centrocampisti e facevamo un po’ di difficoltà a accorciare su di loro. Diciamo che, a mio parere, loro sono una buona squadra, sono giovani, ma sono bravi a livello tecnico. Poi, nel secondo tempo, abbiamo cambiato qualcosa, abbiamo preso le misure e abbiamo trovato molte più linee di passaggio, in verticale, in uscita. Abbiamo mosso meglio la palla. Si è visto che era cambiata un po’ l’inerzia della partita. Siamo partiti con il 4-4-2, come anche avevamo affrontato la partita precedente con il San Donà. Domenica abbiamo però faticato un po’ di più, ma l’avversario era anche un po’ diverso. Forse non ci aspettavamo un approccio loro così importante alla gara, perché quando vengono a giocare in casa nostra sono tutti molto motivati, però una partenza così forte magari, con un possesso maggiore dalla nostra parte, ci ha messo in difficoltà”.
Hai segnato anche il gol dell’1-0. Me lo racconti?
“Di solito, quando battiamo da destra, li calcio io gli angoli, però, quando la palla è a sinistra vado sempre in area e di solito proviamo qualche schema che il mister ci dà in settimana. Abbiamo cercato la palla sul secondo palo e ho visto che era un po’ distante, quindi non ci sarei arrivato, ma sapevo che sicuramente qualcuno l’avrebbe rimessa in mezzo e mi sono staccato un pelo prima, vedendo anche che il portiere era un po’ in ritardo. Forse ha fatto un errorino, l’ho anticipato”.
Poi loro hanno ripreso la partita, ma voi siete riusciti a pareggiarla…
“Sottovia ha fatto un bel gol, che come al solito ci dà una grossa mano. Lui e Salviato sono i giocatori più importanti che abbiamo in squadra per la carriera che hanno fatto, ma anche a livello di personalità si fanno sentire. Se c’è da risolvere qualche problema o da organizzare qualcosa all’interno dello spogliatoio, se ne occupano sempre loro. Poi, Salviato ha fatto una carriera molto importante. Non c’è paragone”.
Sei arrivato a Treviso verso inizio dicembre. Che scelta è stata? Come ti stai trovando con il gruppo?
“Partiamo che si giocava a Verona, al Sona, e ero lì anche con Andrea Boron. Eravamo andati lì, sposando un progetto che doveva fondersi con quello del Chievo, poi però la fusione non c’è stata. C’è stato, invece, un po’ di confusione e le cose non sono andate come dovevano andare. Eravamo tutti un po’ frastornati da questo e anche a livello mentale eravamo un po’ spenti. Ci serviva qualcosa che ci poteva riaccendere un po’, una piazza che entusiasma, importante, e secondo me, anche il fatto di essermi riavvicinato un po’ a casa, essendo di Jesolo, mi ha spinto verso Treviso. Ora sono un po’ più sereno, mi sento più tranquillo senza la preoccupazione di essere lontano da casa. Poi, però, il progetto qui mi piaceva e quando mi ha chiamato il direttore ho accettato. L’offerta mi è piaciuta, il contesto che c’era attorno pure, e ho deciso di venire qua”.
Sembri un sacco un surfer di un film americano…
“C’è anche Mosca che me lo dice sempre. Mi dice che un giorno mi vedrà su Netflix su qualche serie americana (ride ndr.)”.
Dovresti esultare tu così, non Leao…
“Diciamo che Leao se lo può permettere un po’ di più (ride ndr.)”.
Comunque hai realizzato 2 reti da quando sei arrivato.
“Sì, ma bisogna cercare di farne altre, molte di più”.
Ti trovi bene in mezzo al campo con Malagò?
“Si si, con lui si, ma devo dire che mi sto trovando bene con tutti anche a livello personale, di gruppo. Nulla da dire su questo”.
E con i tifosi, sempre così numerosi al Tenni in Eccellenza?
“Per questa categoria avere così tanto pubblico è inusuale. Io lo vedo come un punto a favore. A me non dà fastidio, poi ogni tifoso è giusto che dica la sua, ma è una bella cosa che ci sia tutto questo pubblico allo stadio. Con la Liventina, d’inverno, di mercoledì sera, non era facile ci fossero così tante presenze. Un punto a favore per noi”.
Che indicazioni vi dà il mister e come vi incoraggia prima delle partite?
“Ogni allenatore ha i suoi metodi. Abbiamo cambiato solamente per avere un po’ più di compattezza e sicurezza a livello difensivo. Prima, magari, avevamo subito qualche gol in più rispetto a altri periodi e era solamente per quello che abbiamo cambiato. Magari rimanendo a quattro e restando un po’ più compatti dietro, si occupano meglio le zone del campo. Soffriamo un po’ le ripartenze, perché spesso giochiamo nella metà campo avversaria e ci sta che perdi palle, poi devi fare le preventive, e essendo in quattro magari è più semplice. Prima della partita il mister ci ripassa quello che si prova durante la settimana, ci dà qualche indicazione in più e poi ci motiva a livello caratteriale com’è giusto che sia. Poi, ognuno, a sé, deve trovare la sua concentrazione, usanze, abitudini…”.
Ne hai qualcuna tu?
“Diciamo che io in particolare non sono uno che guarda molto queste cose. Magari faccio le cose in un ordine che faccio sempre: prima mi metto una cosa, poi i calzini, poi altro. Sono un po’ scaramantico, ma nulla di che diciamo. Nel nostro spogliatoio non ho visto grandi scaramanzie sinceramente, almeno da quello che ho notato. Agostino Marcolin usa sempre i calzettoni bucati sui polpacci, gli piace così, ma nulla di particolare. Invece, nelle mie esperienze precedenti ne ho trovate (ride ndr.). Dipende anche dove giochi, perché di solito, quando vai un po’ più verso il sud Italia, ci sono molti ragazzi che sono scaramantici, ma anche a tavola: no sale, no pepe, no olio…”.
Tu hai giocato a Grosseto: che esperienza è stata?
“Mi sono trovato molto bene, ero in prestito dal Venezia e quella è un’annata dove ti mandano a giocare in prestito in Serie C per fare esperienza. Ho fatto anche abbastanza presenze, ho fatto 2 gol, ma per me è stata un’annata positiva. Eravamo un bel gruppo, siamo arrivati ai playoff di Serie C con una squadra neopromossa, quindi vuol dire che il nostro lo avevamo fatto. Anche lì c’era un bel gruppo di tifosi e per far calcio lì c’è una bella piazza, importante. Sono stato bene”.
E a Venezia?
“Lì ci sono rimasto penso dai Giovanissimi fino alla Prima Squadra. Ho fatto gli anni in Prima Squadra, sono rimasto anche un anno intero in Serie B con l’allenatore Dionisi che guarda molto ai giovani e eravamo rimasti in tre che avevano fatto il ritiro con loro. Poi, non sono riuscito a esordire, ma facevo parte del gruppo. Ho giocato con giocatori importanti. Quell’anno lì ho imparato molto, soprattutto a livello mentale entrare nell’ottica che questo sia il tuo lavoro: costanza, arrivare prima all’allenamento, palestra… Tutte cose che fanno di te un professionista. Ho giocato con giocatori molto forti, non semplice dire chi il più forte. Anche a Genova mi allenavo con la prima squadra e spesso c’erano giocatori importanti come Pandev, che aveva la sua età però si vedeva che aveva fatto categorie importanti come la Champions, poi anche Criscito, Bessa. Giocatori molto tecnici e vedi proprio la differenza nel tocco di palla. A Venezia mi ha impressionato Vacca. Aveva qualcosa in più. Ma anche Aramu…”
Nelle ultime cinque partite sono arrivate 2 vittorie e 3 pareggi. I punti sono arrivati. Prima cos’era successo? Cosa vi aspettate dalle prossime uscite?
“Penso che nelle partite che abbiamo pareggiato, tre di fila, eravamo andati lì a giocare, però ci eravamo trovati un po’ in un momento così. Qualche assenza di troppo… Abbiamo pareggiato con squadre che sulla carta nessuno avrebbe detto che potevamo pareggiare, però poi abbiamo fatto una buona partita a San Donà. Ci si aspettava la partita più difficile, ma invece abbiamo avuto più difficoltà con le altre, che erano più compatte. Io sono dell’idea che, dopo quella partita, anche se il primo tempo di domenica non è stato dei migliori, visto che siamo andati in difficoltà, ora come ora possiamo fare un buon filotto di partite con convinzione, voglia e potremmo toglierci soddisfazioni. L’obiettivo resta la promozione”.
Foto: Treviso FBC 1993 FotoStampa
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