Triestina, due milioni per evitare la D. Cittadella, la domenica della paura. A Vicenza bolle qualcosa in pentola, mentre a Pordenone…
lunedì 19 Dicembre 2022 - Ore 07:30 - Autore: Dimitri Canello
Manca meno di una settimana a Natale, è andato in archivio un Mondiale stratosferico con la finale più bella che si ricordi a memoria d’uomo. Uno spettacolo fantastico, che ha ricordato l’essenza più pura del calcio. Alle nostre latitudini, intanto, si annaspa in mezzo alle nebbie alla ricerca di quelle soddisfazioni che molte squadre meriterebbero. In attesa del Monday Night di stasera Perugia – Venezia e con la Serie A ferma, tutto lo spettacolo si è concentrato nella giornata di sabato, con la Serie C a sparare tutte le cartucce in contemporanea alle 14.30. Ma partiamo da quello che è accaduto domenica, perché la vittoria del Südtirol maturata al Tombolato è di quelle che pesano come macigni. Se a fine anno i biancorossi si salveranno, la svolta definitiva dopo l’eccellente lavoro di Pierpaolo Bisoli dal momento del suo arrivo a Bolzano è maturata oggi. Perché in un colpo solo il Südtirol ha staccato da quattro a sette lunghezze la zona playout, inchiodando sul fondo della classifica il Cittadella. Mai così male, i granata, da sette anni a questa parte. I motivi, come abbiamo già avuto modo di spiegare, sono da ricercarsi anche nell’ecatombe d’infortuni che la squadra ha dovuto fronteggiare, ma non può esserci solo quello. Ingenuità come quelle di Danzi, espulso al 21′ del primo tempo per doppia ammonizioni, sono inaccettabili. Errori che possono costare un campionato, come quello di Branca con la Spal. Errori che si ripetono e che sono una parte della spiegazione dell’attuale crisi del Cittadella. Non è certo finita e tutto può ancora cambiare, ma la situazione comincia a farsi davvero complessa, soprattutto a livello mentale.
I verdetti del sabato mettono in vetrina, finalmente, la Triestina. Vittoria di carattere, quella alabardata, con i giocatori che finalmente si ricordano che, per alzare le braccia al cielo, ci vuole la “garra”. Prestazione nel complesso tutt’altro che esaltante, quella dell’Alabarda, ma con spunti degni di nota. Il primo gol di Minesso, per esempio: uno di quelli che avrebbe dovuto fare la differenza e che, invece, si è nascosto sin troppo a lungo. Meglio tardi che mai, in ogni caso e la speranza per la Triestina e per Massimo Pavanel, è che sia soltanto il primo di una lunga serie. La società, nel frattempo, ha deciso di investire pesantemente sul mercato a gennaio. Stando ai rumors, verranno messi sul piatto addirittura due milioni per evitare una retrocessione in D che sarebbe catastrofica. A queste cifre possono arrivare giocatori in grado di fare la differenza e possono partire le famose mele marce: sull’identità nessuna conferma granitica, nel frattempo si è saputo che potrebbero salutare Sabbione, Galliani, Rocchi, Sarzi Puttini, Pellacani, Lombardi e Petrelli . In entrata per ora abbiamo fatto quattro nomi, Maistrello, Mensah, Steffè e magari Monaco, pupillo di Pavanel che a Padova con lui giocava sempre e che rivorrebbe con sé, magari alla fine di gennaio. Ci sarebbe pure Hergheligiu, che però al momento non pare troppo convinto di muoversi da Salò.
Davanti frenano tutte. Pareggiano la straordinaria Pro Sesto (sorpresa clamorosa che, dopo un girone, non accenna a calare) e la Feralpisalò, non ne approfitta il Vicenza, che rimane impantanato in una partita sporca e rognosa come quella col Piacenza e neppure il Pordenone, che si fa raggiungere sul più bello a Zanica dall’Albinoleffe. Secondo pari consecutivo per Modesto, che sotto l’albero spera di trovare un difensore centrale e che potrebbe presto procedere a un cambio fra i pali. L’errore di Confente di sabato non è il primo che il portiere commette e potrebbe costare caro all’attuale titolare della porta vicentina. Desplanches era arrivato convinto di poter fare il titolare e ora dietro le quinte scalpita: ci sarà il cambio della guardia? Presto si saprà. Venerdì si va a Sesto San Giovanni, l’occasione giusta per chiudere in bellezza un 2022 che ha regalato decisamente più amarezze che gioie. Il tutto mentre a Pordenone, in attesa del ritorno in città (o meglio, vicino a casa, a Fontanafredda), si scopre che per cambiare marcia potrebbero servire due pedine: un difensore centrale e una punta. Da cinque partite non si vince, l’ultimo sorriso è datato 19 novembre col Novara. Nell’ultimo mese il cammino è lontanissimo da quello di una big del girone. Se Di Carlo vuole la B, deve scovare soluzioni immediate per arginare la prima “mini crisi” stagionale.
Il Trento si prende un punto a Novara e spera di arrivare a gennaio per sistemare la rosa. Ma follie non se ne possono fare, servono piuttosto giocatori di categoria per puntellare la squadra in ogni reparto, a cominciare da un difensore centrale, senza trascurare una punta più “fresca” se partirà Bocalon. Anche il Padova andrà sul mercato. La prima di Vincenzo Torrente non ha certo portato notizie entusiasmanti, ma era difficile pensare che tutto potesse cambiare in quattro giorni. La squadra è malata, vive di insicurezze ed equivoci che andranno risolti presto. Per il 4-3-3 del neo tecnico e stare tranquilli ci vogliono un nuovo centravanti, un regista puro e magari una mezzala se partirà Vasic (che ha diverse richieste, Roma su tutte) e un difensore che faccia coppia con Valentini, senza contare che a sinistra il Curcio attuale e lo Zanchi visto sinora hanno aperto una falla che dovrebbe essere coperta. Complimenti finali alla Virtus Verona, che in un mese si è tirata fuori dalla palude dei playout con una serie di risultati eclatanti. Non dovrebbe avere grosse difficoltà a salvarsi l’Arzignano, che sinora ha dimostrato di valere la categoria al di là del brutto scivolone di sabato.
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