Zamparini: “Non acquisterò la Triestina, ma è una piazza sottostimata: sulla fusione Venezia-Mestre ho ragionato come un imprenditore di bicchieri”
venerdì 29 Ottobre 2021 - Ore 12:03 - Autore: Enrico Soli
Qualche settimana fa Rino Foschi aveva dichiarato di essere stato contattato da Maurizio Zamparini per acquistare la Triestina. Oggi l’ex patron di Venezia e Palermo ha precisato a Trivenetogoal: “Non ho assolutamente intenzione di acquistare la Triestina. Ad ottant’anni e dopo appena aver perso un figlio, non intendo tornare nel calcio. Volevo solo dire che quella di Trieste è una piazza sottostimata”.
Con Zamparini è sempre molto piacevole parlare di calcio, data l’esperienza e la passione dell’imprenditore friulano. Alcuni mesi fa ha dichiarato che la fusione tra Venezia e Mestre del 1987 è stata la più grande cavolata della sua vita. Come mai questo ripensamento a quasi trentacinque anni di distanza? “Sono cose delle quali ti rendi conto dopo, con l’età – ha spiegato – Mi sono accorto di aver agito d’impulso, pensando di fare qualcosa di buono, ma senza considerare l’importanza del campanilismo nel calcio. Sarebbe una stupidaggine unire Milan e Inter. I tifosi del Mestre non saranno mai tifosi del Venezia: quella volta abbiamo compiuto una violenza perché ho ragionato da imprenditore di bicchieri o lampadari, ma il calcio è diverso”.
Come vede allora le nuove proprietà – molte ormai straniere – in Italia?
“Il calcio non è guadagno economico, ma offre grande pubblicità. Abramovic è diventato famoso come proprietario del Chelsea, non per il petrolio. Le multinazionali qui ottengono immagine e contatti. Chi conosceva i cinesi prima che venissero in Italia?”.
Segue anche le friulane?
“Sì, seguo con molta simpatia anche il Pordenone, che purtroppo sta andando male oltre ogni previsione. Ricordo ancora come gli hanno rubato la serie B quattro anni nella finale playoff contro il Parma con un arbitraggio vergognoso. In panchina, come oggi, c’era Bruno Tedino, un allenatore che mi piaceva, una persona seria che poi ho portato a Palermo: un passo troppo grosso, ma a Pordenone dovrebbe far bene. L’Udinese? Quello della famiglia Pozzo è già un miracolo così, se pensiamo che è una cittadina di centomila abitanti con una squadra sempre in serie A e che ha visto passare diversi campioni. Il fatto è che i Pozzo sono imprenditori del calcio, mentre io andavo al campo solo la domenica e mi affidavo a direttori generali. Spesso ne capivo più io di loro e infatti i più bravi li ho scoperti io, ma servirebbe quell’assiduità che invece io non avevo occupandomi d’altro”.
Come vede il Venezia impegnato nella lotta per non retrocedere?
“Penso che Zanetti, che conosco poco, abbia comunque grandi meriti se il Venezia è salito in A e sta facendo bene anche nella massima serie. Per me l’allenatore conta per il 70% nelle serie inferiori e quando devi giocare per salvarti. Nelle grandi conta meno. Io infatti gli allenatori li prendevo giovani, che avevano vinto nelle categorie inferiori. Mi sembra che attualmente l’organico sia un po’ troppo debole, il salto di categoria è difficile e può succedere di perdere come è successo con la Salernitana. Penso comunque che a gennaio Niederauer prenderà qualche rinforzo”.
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