Caos Treviso, Dondi: “O tesseriamo i giocatori o finisce tutto! Fino a stamattina non mollo…”
sabato 21 Gennaio 2017 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Ancora qualche spicciolo di speranza per la sopravvivenza dell’Acd Treviso: se entro le 12 di oggi la quindicina di giocatori allenati da mister Doardo in procinto di diventare biancocelesti non saranno tesserati, la squadra non giocherà domani a Portobuffolè, perderà 0-3, avrà un punto in meno in classifica e, di fatto, cesserà di esistere. Tutto dipende, com’è noto, da Tiziano Nardin, che deve chiarire una volta per tutte con Claudio Dondi la faccenda dei fornitori da saldare. Il problema è che fra i due c’è un livello molto scarso di comunicazione: il secondo dice di aspettare il primo, ma i rispettivi ritmi sono molto diversi. Dondi aspetta impaziente Nardin, che però a quanto pare se la sta prendendo comoda. «Io sono sempre qua in attesa», dice Dondi sempre più spazientito, «La squadra si sta allenando, già prenotati pullman e ristorante per Portobuffolè, sabato gli Juniores giocheranno al Tenni per concessione del Comune, dunque resto ancora moderatamente fiducioso che la storia si concluda in modo positivo. Io fino a sabato mattina non mollo, poco ma sicuro. Nardin poco fa mi diceva di essere in banca, ok, gli presenterò le malleve, per quelle che mancano gli darò degli assegni in garanzia, l’importante è tesserare i giocatori: a farlo on line ci si mette una decina di minuti. Se questo non succede è chiaro che finisce tutto». Avete previsto anche di andare al Comitato regionale? «Il presidente Ruzza s’è messo a disposizione e dice: quando ha di fronte Nardin mi chiami, basta che lui mi spedisca due righe di mail. Io sto facendo quello che mi dice Nardin, il guaio è che io le cose le decido in 5 minuti, come ho fatto con Michielan per lo stadio. Però ho anche tanta pazienza e non mi sogno nemmeno di gettare la spugna: se Nardin mi chiede di andare da lui a mezzanotte io ci vado, no problem, massima disponibilità. Nardin non può dire che Dondi non ha mantenuto gli impegni. Ma se non dovesse finire bene andrò avanti con la Procura e partiranno le azioni legali. Signori miei, per il Calcio Treviso, società in cui credo, io sto trascurando famiglia e lavoro: ora basta davvero».
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(Fonte: Tribuna di Treviso. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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