Pordenone, si allarga la protesta: anche il direttivo del Club Pn Neroverde 2020 può disertare Lignano
sabato 12 Giugno 2021 - Ore 13:41 - Autore: Staff Trivenetogoal
Riceviamo e pubblichiamo da Pn Neroverde 2020: “Pordenone deriva dal latino Portus Naonis, porto sul fiume Noncello. Non sul Tagliamento, no in una pineta, no sulle rive di una spiaggia sabbiosa. Se i Pordenonesi amano svernare sulle coste di Sabbiadoro, che hanno sostanzialmente costruito nel corso dei decenni, il Teghil non può essere la casa dei Ramarri del Noncello (cit – Gildo Marchi).
La protesta dei gruppi ultras Supporters e Bandoleros colpisce nel segno ed é condivisibile nei contenuti. Pordenone, come già detto in altri post precedenti di questo club, sconta l’onta di non avere un solo campo regolamentare di calcio su tutto il territorio comunale.
Il Pordenone, di conseguenza, si trova a dover vagare, novello ramarro errante, di porto in porto, senza mai mettere radici nel porto cittadino. Un esilio a Udine, boccone amaro da buttare giù per chi conosce la storia della città, confino a Trieste, allontanamento a Lignano di lungo termine.
Recentemente, in pompa magna, é stato siglato l’accordo che sancisce il progressivo distacco dei neroverdi dalla città, alla presenza di rappresentanti cittadini che sono sembrati, se non contenti, quantomeno sollevati di non aver più a che fare con la “grana” Pordenone Calcio. Ci ha sorpreso vedere la stampa non pungolare a dovere, né direttamente, né indirettamente, chi ha il controllo delle leve del potere locale.
Se é vero che un progetto che prevedeva il Pordenone in A non poteva prescindere da un progetto di stadio almeno dalla stagione 2015/2016, é anche vero che da questa amministrazione non si é visto alcuno slancio verso le imprese sportive della compagine cittadina. Se Lovisa é stato facilitato ad accettare un accasamento di lungo termine a Lignano, la responsabilità é di chi continua a portare avanti la tarantella delle “opere accessorie”, che si traduce in “Lovisa caccia la grana” e pensa di aver fatto il suo con una panchina neroverde. Lo stadio da 16000 spettatori costa 20 milioni, che nessun presidente, per quanto ambizioso possa essere, ha nelle sue disponibilità liquide. Il grande mito dello stadio di proprietà é una leggenda incarnata solo dai miliardari globali. In tutto il resto d’Italia, il calcio professionistico si gioca in stadi comunali. Pordenone non ce l’ha.
Mettiamo dunque in chiaro che dire “aspettiamo il progetto dello stadio” significa pilatescamente non interessarsi alla questione. Pordenone é sempre stata in condizione di sudditanza rispetto a Udine e Trieste.
Se le acque devono essere smosse, é a Trieste che i responsabili politici devono farsi sentire; per una volta, che Udine e Trieste rinuncino a qualcosa. Lo porfido abbonda in città, tanto da poterci costruire lo stadio, sia per quantità di materiale che per soldi spesi.
La tranquillità che é traspirata dall’accordo tra il sindaco Fanotto e Lovisa é un’umiliazione pesante da sopportare per chi ama la città e il Neroverde. I Ramarri vestiranno pure il gialloblu lignanese, oltre a portarne il nome sulla maglietta.
Similmente a quanto deciso dai gruppi ultras, anche il Direttivo del Club PN Neroverde 2020 si riserva di disertare le gare casalinghe al Teghil qualora da qui all’inizio del campionato non vi siano passi avanti concreti verso la realizzazione dello stadio cittadino. Il tempo delle titubanze é finito.
Parafrasando uno dei cori più in voga sugli spalti del Bottecchia ci sentiamo di urlare forte: per la città! Non per per Lignano! Come Club continueremo a supportare i Ramarri fuori dalla regione (che dimostra scarso interesse al futuro sportivo di Pordenone), sperando di non vedere MAI il gialloblu calcare i campi lontano da casa. Che la politica e lo società agiscano tempestivamente e in maniera concreta per riportare i Ramarri alla loro tana sul Noncello!Siamo Naoniani e vogliamo una squadra a Pordenone!
Forza Ramarri! Forza Neroverdi! Forza Forza Forza Pordenone!!
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