Venezia-Cittadella e l’ultima impresa. Trento, una cavalcata spettacolare, Colella da applausi. Padova, tocca a te
lunedì 24 Maggio 2021 - Ore 23:25 - Autore: Dimitri Canello
Novanta minuti alla fine, poi anche la Serie B andrà in archivio. Cosa sappiamo sinora? Il nome di due delle tre promosse (Empoli e Salernitana), quello delle quattro retrocesse (Cosenza, Reggiana, Pescara, Virtus Entella) e che i playout non si sono disputati. Resta il nome della terza eletta e giovedì si saprà: Venezia e Cittadella si giocano tutto in 90 minuti. All’andata l’ha spuntata Zanetti, con una partita tatticamente perfetta e con una gestione della stessa da applausi. Era l’ottavo match consecutivo giocato a distanza di tre giorni: logico che sia emersa qualche ruggine e che qualcosa non abbia funzionato nel modo migliore. Eppure, senza il suo uomo migliore (Maleh), il Venezia ha messo sotto scacco il Cittadella, rischiando il minimo e blindando un tesoretto che potrebbe essere decisivo al ritorno. Per ribaltare il verdetto, per Venturato ci vorrà un’impresa e non stiamo abusando di un termine spesso usato a sproposito. Vincere al Penzo con due gol di scarto è un blitz riuscito in stagione quasi a nessuno e il Venezia solitamente quando ha perso lo ha fatto quasi sempre di misura, salvo rarissime eccezioni. Eppure la storia insegna che i granata non mollano la preda tanto facilmente, come quando andarono a Benevento due anni fa cancellando una sconfitta che pareva incontrovertibile e portarono a casa un 3-0 da urlo, che valse la finalissima. Certo, arrivare a giocarsi la massima serie e uscire di pista all’ultimo atto è quanto di più atroce possa esistere nel mondo dello sport. Ma bisogna accettare anche le sconfitte, bisogna mettere in preventivo anche un epilogo come questo. Soprattutto quando essere in finale è già un capolavoro gestionale, senza “se” e senza “ma” per entrambe le protagoniste.
Il Trento torna in Serie C e pensa già in grande. Innanzitutto i meriti di una straordinaria cavalcata vanno condivisi fra Mauro Giacca, presidente innamorato di questa piazza e che non si vuole più fermare, Attilio Gementi, direttore sportivo che ha dimostrato che, con le risorse adatte, sa lavorare eccome e Carmine Parlato, all’ennesimo capolavoro di una carriera sfolgorante in Serie D. In questa categoria è un mago, gli verrà data la possibilità di ben figurare anche in C? I primi rumors parlano di un dg “pesante” in arrivo, con Werner Seeber, Rino Foschi e Fabrizio Lucchesi sondati dal patron. Insomma, se non proprio per i primi posti, il Trento potrebbe puntare ai playoff già al primo anno di C.
Menzione speciale per Giovanni Colella, che ha preso in corsa il Legnago, raccolto l’eredità di Massimo Bagatti e ha ribaltato la squadra guidandola alla salvezza. Merito alla società, che ha saputo riuscire laddove un’altra matricola come l’Arzignano, dodici mesi prima aveva fallito e che ha consolidato una posizione in un mondo così difficile come il calcio di terza serie.
Restano i playoff di Serie C e la più attesa è ovviamente il Padova di Andrea Mandorlini, che ha visto sfumare il primo posto nonostante 79 punti e un cammino quasi da record. Giovedì conoscerà la sua avversaria, mentre il Südtirol è già con l’acqua alla gola dopo il ko di Vercelli di domenica pomeriggio. Il Padova ha il problema di caricare le scorie di un finale da incubo e di buttarle nell’immondizia, ripartendo con i favori del pronostici che viene concesso alle seconde della classe. Ai quarti avrà anche il vantaggio del doppio risultato, per il resto dopo un mese di stop si vedranno le qualità di società e allenatore nel far ripartire una macchina con il motore ansimante e con le gomme quasi a terra. Nell’anno in cui un’altra veneta si prenderà la Serie A, sarebbe bello aumentare il numero di derby in Serie B. Sono il sale del calcio e i veri tifosi non vedono l’ora di poterli vivere.
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