Padova- Südtirol all’ultimo respiro, le variabili Lanzafame e Giacomelli, l’occasione mancata dal Venezia. Pordenone: senza Diaw è dura
domenica 14 Marzo 2021 - Ore 23:19 - Autore: Dimitri Canello
C’è chi dice che si sia riaperto un campionato, quello di C, che pareva avviato in direzione Padova e invece la verità è che non è mai stato chiuso. Non era chiuso perché per troppe volte in questa stagione si è avuta la conferma che il girone B sia un girone ancora senza un vero padrone, o quantomeno ancora senza una squadra in grado davvero di spezzare gli equilibri. Nessuno poteva però immaginare che il Padova perdesse 4-1 a Macerata contro il Matelica come una provinciale qualunque, surclassata sul piano del gioco oltre che del risultato. Il Südtirol ha fatto il suo dovere, ossia strapazzare l’Imolese ed è lì, a -2 con lo scontro diretto a sfavore. Il Perugia è a -4 con una partita da recuperare e improvvisamente la capolista sente di nuovo il fiato sul collo della concorrenza. Per sua fortuna mercoledì si gioca di nuovo e ci sarà subito l’opportunità di riscatto contro la Feralpisalò, ma di sicuro quanto accaduto oggi aggiunge ulteriori elementi per commentare uno scenario incerto, in cui tante spigolature possono fare la differenza, in un senso o nell’altro. E non ci sarebbe da stupirsi se tutte e tre le contendenti fossero lì fino alla fine a giocarsi il traguardo finale. La Triestina vista all’opera con la Feralpisalò lascia ben sperare per questo finale di stagione, ma gli infortuni sono troppi e bisognerebbe interrogarsi sulla preparazione estiva, oltre che sul covid e su una classifica che non era quella sperata a inizio stagione. I tanti pareggi e la striscia utile sono un punto di partenza per un playoff da protagonista. Complimenti, intanto, a Giovanni Colella per un esordio che migliore non sarebbe potuto essere. Legnago rivitalizzato con un colpo di bacchetta magica e 3-0 servito al Fano: non un inizio banale, in attesa di ulteriori conferme sulla missione salvezza che gli è stata affidata dal presidente Venturato.
Saliamo di alcuni scalini, al piano di sopra. Ci sono segnali che vanno colti al volo. Ad esempio dal Cittadella, che sfrutta pienamente il momentaccio del Pisa sotto il profilo degli infortuni e della bufera. Vittoria che pesa, nella volata playoff, mentre perdono terreno il Venezia, bloccato sul pari ad Ascoli nonostante la superiorità numerica e soprattutto il Chievo, travolto da un Lecce che sta finalmente tirando fuori le qualità che si immaginavano a inizio stagione. Peccato mortale, quello del Venezia, non aver espugnato il Del Duca per come si era messa la partita. Da quando si è parlato apertamente di promozione la squadra sembra averne risentito, tanto da aver perso col Brescia e pareggiato ad Ascoli, con appena un punto in due partite. Venezia – Lecce arriva al momento giusto e chiarirà molte cose sulle ambizioni arancioneroverdi, comunque ben superiori a quanto si potesse immaginare in estate. La sconfitta del Vicenza con l’Empoli ci sta, la squadra non demerita e potrebbe pure pareggiare dopo l’ingresso di Lanzafame. Dopo la splendida prestazione del Bentegodi, l’attaccante prelevato l’ultimo giorno di mercato a gennaio batte un altro colpo e cambia la partita. Se riesce a seppellire una parentesi turca tutt’altro che entusiasmante, può essere una variabile importante in questo finale di stagione assieme a Stefano Giacomelli, davvero straripante da qualche tempo a questa parte. Occhio, Pordenone. La partenza di Davide Diaw, sacrosanta sotto il profilo del bilancio, ha significato un depauperamento tecnico innegabile e non è stata un affare neppure per il giocatore, che non ha ancora segnato da quando è passato al Monza. L’unico obiettivo possibile per i Ramarri dev’essere la salvezza, da centrare il prima possibile per evitare brutte sorprese.
Ancora qualche gradino ed ecco il piano più alto, la Serie A. Il Verona perde a Sassuolo senza meritarlo, dopo aver rimontato due volte e aver giocato una partita tutt’altro che negativa. Ci sono giornate così, in cui semplicemente non gira per il verso giusto. La speranza è che la squadra non perda autostima e fiducia nei propri mezzi, perché quando non arrivano i risultati sperati si può innescare una spirale negativa. Il calcio di Ivan Juric, sempre più nel mirino del Napoli per la prossima stagione, è per palati fini. E neppure quello di Luca Gotti è da meno. Coordinate diverse, solidità e qualche lampo in mezzo al percorso, un De Paul che quando si accende è sempre uno spettacolo e una riserva argentina che rappresenta una solida base su cui poggiare la rincorsa salvezza ormai completata.
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