Venezia, puoi sognare. Vicenza, stai attento. Padova, puoi osare. Arbitri, una giornata nera
domenica 21 Febbraio 2021 - Ore 23:54 - Autore: Dimitri Canello
E’ stato un weekend non banale. Un weekend ricco di spunti. E che ha raccontato tanto, chiarendo contorni ancora oscuri, gettando qualche ombra su certezze che parevano assodate, ponendo nuovi interrogativi. Ha detto per esempio che il Venezia è bello, anzi è bellissimo. Che gioca bene, che ha carattere, che ha le individualità e pure la guida tecnica giusta. Che, se gli infortuni la smettono di martoriarlo, può davvero fare qualcosa di grande. Magari la promozione diretta è troppo, però questa squadra è da playoff. Eccome se lo è. E può arrivarci con la speranza di essere protagonista. La conferma: Aramu. La sorpresa: Di Mariano. La crescita: Johnsen. La carta di riserva che può diventare il jolly: Dezi. Insomma, questa squadra sembra avere le carte in regola per smentire chi la voleva a inizio anno ultima della classe in quarta fascia e chi scommetteva in second’ordine su un campionato tranquillo di medio – cabotaggio. Il calcio è bello anche per questo
Il weeekend ha detto anche che il Vicenza deve stare attento. Zero punti col Monza, uno a Salerno, uno con la Spal. Fanno due in tre partite, la zona playout si avvicina pericolosamente. Il fatto è che dietro corrono tutte e che non ci si può distrarre per un attimo. Dopo il bel gol di Pordenone, Longo si è fermato e sabato ha sbagliato una rete che doveva segnare. Di Carlo giustamente gli ha dato fiducia e continuità, ma le risposte ricevute per ora sono insufficienti. Per giocare a Vicenza ci vogliono carattere e personalità, quelli che di sicuro ha Meggiorini che il suo dovere lo sta facendo segnando. E quelli che deve tirare fuori Longo se vuole dare un senso all’investimento fatto in estate da Magalini. Per il resto c’è un Lanzafame di scorta da scoprire, mentre l’ingresso di Dalmonte sposta gli equilibri e aiuta Di Carlo ad evitare il ko e la difesa continua a subire un po’ troppi gol. La salvezza resta alla portata, ma le distrazioni sono vietate.
E’ la giornata degli errori arbitrali. Un rigore inesistente concesso alla Spal, un arbitraggio sconcertante nel primo tempo di Chievo-Monza. Talmente sconcertante da far esplodere Luca Campedelli, che minaccia addirittura di far sparire la squadra. Una volta in più, serve il Var, il cui utilizzo viene rinviato all’anno prossimo in categoria e che invece servirebbe già adesso. Sicuramente gli errori non sparirebbero, ma come dimostrato in Serie A verrebbero ridotti drasticamente. Errori arbitrali pure al Gavagnin per Virtus Verona-Triestina: Fresco si lamenta per un fallo da rigore su Carlevaris, ma lo fa a ragione pure Pillon. Scandagliando i vari filmati, alla Triestina manca un gol regolare e forse un altro rigore.
Si lamenta dell’arbitraggio pure il Südtirol, ma pure il Padova qualche sassolino da togliersi dalle scarpe ce l’avrebbe. Il big-match del girone B non tradisce le attese, la posta in palio aumenta di valore, protestano un po’ tutti. Al Druso finisce pari, che tutto sommato è anche il risultato più giusto. Il Padova dimostra carattere rimontando una situazione difficile e lavorando ai fianchi un avversario che era passato con un bel gol di Voltan. Crea più occasioni, ma rimette in piedi la partita solo a otto minuti dalla fine. Può osare. Con cinque punti di vantaggio e lo scontro diretto a favore, il gap fra le due contendenti è significativo. I conti, però, si fanno alla fine, anche perché il Modena non molla e il Perugia deve recuperare due partite.
Appunti sparsi, a ridosso della mezzanotte. Il Verona si mangia le mani dopo aver giocato una partita pressoché perfetta a Genova e aver ancora una volta preso un gol a tempo scaduto. Non può essere un caso se il copione si ripete, se poi aggiungiamo gli errori di Lasagna sottoporta si capisce perché certe partite finiscano con un pari e non con il successo pieno. L’Udinese va sotto a Parma, ma ha il merito di recuperare da 0-2 e non era scontato, vista come si era messa la partita. Il Cittadella sembra un disco rotto. Ogni volta che può fare il salto di qualità, deraglia. Quando sembra sul punto di mollare, risorge. E l’equivoco continua, fermo restando che il quinto posto per una realtà del genere resta tanta roba. Il Pordenone cade anche a Reggio Calabria, ma rimane in una posizione tutto sommato tranquilla. Nessun allarme rosso, ma un avvertimento sì. Con questa Serie B è bene non scherzare, perché si fa presto ad essere risucchiati verso il basso.
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