I voti alla stagione del Triveneto: Verona, Vicenza, Trento e Pordenone da 9, sotto la sufficienza Padova e Triestina
domenica 16 Agosto 2020 - Ore 23:40 - Autore: Dimitri Canello
Ora che finalmente sono andati in archivio tutti i campionati (manca solo il ritorno della finale playoff che non riguarda, ahimè, il nostro amato Triveneto), è tempo di voti per il Nord Est calcistico. E così, andando da Ovest a Est partiamo dal Verona, che si prende un 9 in pagella, con una stagione incredibile da incorniciare. Prendiamo a prestito le parole di Ivan Juric, che ha detto testualmente che la società gli aveva chiesto “una retrocessione con onore”. Lui ha fatto qualcosa di strepitoso, valorizzando giocatori poco conosciuti al grande pubblico come Rrahmani, Kumbulla e Amrabat, senza dimenticare Gunter o l’ascesa di un Pessina da vetrina e di un Di Carmine oltre i suoi limiti. Certo non si può non dare merito alla società e al lavoro di Tony D’Amico, che ha ribaltato ogni giudizio sul suo conto, ma rimarrà sempre il dubbio che i meriti maggiori siano di Juric. Un altro allenatore avrebbe saputo fare lo stesso? Nessuno lo può sapere, ma va sottolineato che l’allenatore lo hanno scelto Setti e D’Amico e la scelta è stata una vittoria su tutto il fronte. Il Chievo si prende un 6 dopo una stagione che poteva finire in gloria e che tuttavia è stata solo la sagra del rimpianto. Il futuro è un gigantesco punto interrogativo, il passato recente parla di una squadra che Michele Marcolini aveva tenuto dentro i playoff e che Alfredo Aglietti era riuscito a portare agli spareggi. Ma resta l’amaro in bocca per aver dilapidato un grande vantaggio in semifinale, perché il 2-0 dell’andata allo Spezia andava gestito meglio. Scendendo ai piani di sotto 6,5 alla Virtus Verona, che con l’accoppiata Fresco-Spinale ha regalato sprazzi di bel gioco e anche un discreto numero di punti. Grande merito per aver valorizzato Odogwu, con in mezzo tanti primattori del calcio di ieri (Bentivoglio e Sammarco) che sono venuti a divertirsi nell’ultima parte della loro carriera nella terza squadra di Verona. La quarta, il Legnago, si prende un 8 perché si fa trovare pronta alla chiamata della Serie C, sempre in scia al Caampodarsego, al quale stava recuperando punti prima del lockdown. Ora l’esame più bello, quello del calcio professionistico e sarà un bel vedere.
Sempre a ovest sulla nostra cartina un bel 9 in pagella al Trento, che vince a mani basse il campionato di Eccellenza e sale in Serie D, pronto a tentare la scalata alla C. Obiettivo dichiarato senza nascondersi, come ripete il presidentissimo Mauro Giacca, che sta costruendo una vera e propria corazzata per riuscire nel suo intento. 6 al Südtirol, che rovina con un playoff da dimenticare una regular season a tratti incantevole e chiusa con un più che onorevole quarto posto. Le cose buone sono Morosini (quanto pesa il suo addio…), Mazzocchi e Ierardi, oltre che una fisolofia che alla lunga può portare il club in alto. 5 all’Arzignano, che ci prova a salvare la pelle, ma che alla lunga paga un rendimento casalingo deficitario e retrocede: impossibile pensare a qualcosa di meglio quando non vinci neppure una partita in casa. 9 al Vicenza, che fino al lockdown era stato quasi perfetto. Partenza lenta, poi un irresistibile crescendo e la promozione sancita al secondo anno dell’era Rosso. Tante le cose buone, fra i migliori Cappelletti e Padella, a tratti straripante Vandeputte e fa bene pure un attacco che manda a segno a rotazione un po’ tutti. 7 al Cittadella, che sforna il miglior risultato della sua storia piazzandosi quinto, ma che esce al 121′ di un preliminare playoff da incubo. 7,5 al Bassano, che si prende un’altra promozione e scala il secondo gradino della sua giovane storia e 5,5 al Padova, che deraglia strada facendo dopo un inizio debordante e un primo posto che regge fino a novembre. Bene Ronaldo, che si carica spesso sulle spalle la squadra, dietro la lavagna l’attacco, con una serie di flop che alla lunga pesano sul risultato finale. 6 al Mestre, che chiude in modo dignitoso una stagione senza particolari squilli, 6,5 al Venezia, che compie la missione che si era prefissato andando a prendersi una salvezza più che meritata a cui in molti non credevano. Fra i promossi Aramu, Maleh e Lezzerini, che diventano uomini mercato, bene anche Fiordilino, bocciati Monachello e Montalto.
A est il Pordenone si prende un bel 9, arrivando addirittura a sfiorare la Serie A a un passo dalla finalissima. Gran lavoro da parte di Matteo Lovisa nella costruzione della squadra con risorse limitate, si vede come sempre la mano di Tesser, che sfiora l’ennesimo miracolo. Fra le note liete Ciurria e Pobega, si fatica a trovare qualcuno da mettere dietro la lavagna. 5 alla Triestina, che viaggia ben al di sotto della sufficienza nonostante un buon playoff. Era partita per vincere il campionato, si è ritrovata a lottare per un posto ai playoff e , considerando il valore della squadra, la sufficienza non può proprio essere strappata. Fra le note liete Gautieri, che sembra aver trovato una buona alchimia con Milanese, fra le cose da dimenticare la gestione del dopo-Pavanel e alcuni flop di giocatori che avrebbero dovuto lasciare il segno, come Gatto, Ferretti e Costantino. Dulcis in fundo, un bel 7 all’Udinese, che riesce a salvare ancora una volta la categoria confermandosi una realtà della massima serie. Sugli scudi un grande Musso, oltre a un superlativo De Paul, che merita altri palcoscenici.
Commenti
commenti