Venezia-Lecce 0-1, la porta maledetta condanna Di Francesco al ko, ma quanti rimpianti!
lunedì 25 Novembre 2024 - Ore 22:38 - Autore: Pietro Zaja
Il calcio è una brutta bestia. Perché puoi creare quanto vuoi, ma se non finalizzi non porti a casa il risultato. E perché all’avversario basta un solo tiro in porta per segnare e vincere. Sì, questo sport funziona così. E questa sera, il Venezia, l’ha imparato con uno degli schiaffi più duri, dirigendo una gara quasi perfetta per più di un’ora di gioco, ma non capitalizzando l’infinità di occasioni create, e subendo il gol della sconfitta sull’unico tiro in porta degli avversari. Karma.
Al Penzo c’è una squadra che nel primo tempo non scende in campo e un’altra che, invece, crea una miriade di occasioni, sciupate e non concretizzate. Per fortuna (dipende dai punti di vista, soprattutto dopo il fischio finale di Pairetto) dei tifosi lagunari, la squadra attiva è il Venezia, che inventa a partire dai piedi fatati del proprio mediano Nicolussi e imposta la gara con una pressione alta e una marcatura a uomo asfissiante per il primo Lecce di Giampaolo. Inesistenti i pugliesi, mai pericolosi dalle parti di Stankovic, impegnato solo in una presa sicura su un colpo di testa innocuo di Dorgu a metà frazione. Fioccano le chance da rete, invece, in casa Venezia. Fin da subito. Al 5’ apre Svoboda, con una capocciata di testa troppo centrale e letta con facilità da Falcone, poi Oristanio, il più frizzante dei suoi, scappa via sulla destra a Baschirotto, ma quando si trova a due passi dalla porta spedisce incredibilmente a lato. Bene anche Busio, sistemato da Di Francesco in una posizione ibrida tra la mezzala e il trequarti, che crea non pochi grattacapi alla difesa leccese, intontita dai continui movimenti dell’americano. Al 25’ Pohjanpalo spizza per Oristanio sul secondo palo, ma l’ex Cagliari si divora il gol mancando l’impatto con la sfera, mentre qualche minuto più tardi proprio Oristanio s’inventa un dribbling impressionante su quattro uomini, ma una volta di fronte a Falcone viene anticipato dalla sua uscita bassa. Poco dopo il Venezia spreca ancora: Zampano viene pescato libero a destra da una giocata visionaria di Nicolussi, ma invece che calciare il laterale di fascia serve in mezzo Busio, anticipato da Baschirotto. Negli ultimi minuti, però, ecco l’opportunità più grande. Prima Nicolussi calcia una punizione da quasi bordocampo dalla destra per la testa di Idzes, sfortunato a centrare in pieno la traversa in tuffo, poi Oristanio, con un’altra magia palla al piede, non vede Pohjanpalo tutto solo davanti alla porta e si lascia ipnotizzare da Falcone. Con un po’ di precisione e di altruismo in più il Venezia sarebbe avanti di due reti…
Nella ripresa il canovaccio è lo stesso, con il monologo veneziano recitato dal trio Pohjanpalo-Oristanio-Busio che continua a creare enormi difficoltà a un Lecce spettatore. Al 53’ l’americano e il finlandese inventano alla grande con un uno-due dentro l’area, ma il tiro di Busio è troppo centrale per Falcone, abile a respingere. Un giro di lancette più tardi, invece, Duncan si divora il gol del vantaggio con un bolide sganciato dalla sinistra, ma, complice una deviazione decisiva della retroguardia avversaria, anche lui non riesce a insaccare. La porta è maledetta, e la serata pure, perché nonostante un dominio totale e un atteggiamento quasi passivo del Lecce per tutti i primi 70’, la squadra di Giampaolo si porta clamorosamente avanti, trainato da un atteggiamento encomiabile del subentrante Rebic. Ripartenza fulminea sulla sinistra, con Gallo che affetta l’area di rigore in due con un passaggio strepitoso per l’accorrente Dorgu, a cui basta aprire il piattone destro per mandare in delirio il Venezia al primo tiro in porta. I padroni di casa, scioccati, provano a reagire, ma Pohjanpalo a un centimetro dalla porta non trova il tap-in vincente per una sfortunata deviazione di un difensore leccese pochi minuti dopo il gol dello svantaggio. Da qui in poi, con una botta psicologia difficile da digerire, le chance iniziano a scarseggiare e il Venezia, con il passare dei minuti, non trova più lucidità, finché, dopo il recupero concesso dall’arbitro non arriva il triplice fischio, che sancisce la sconfitta finale. Una beffa atroce, che rimarrà impressa nelle menti dei tifosi per parecchio tempo.
VENEZIA 0-1 LECCE
Marcatori: 70’ Dorgu (L)
VENEZIA (3-5-2): Stankovic; Idzes, Svoboda, Sverko (82’ Raimondo); Zampano (74’ Haps), Duncan, Nicolussi Caviglia (74’ Yeboah), Busio, Ellertsson (89’ Bjarkason); Oristanio, Pohjanpalo (82’ Gytkjaer). All. Esuebio Di Francesco. (A disposizione: Bertinato, Grandi, Altare, Sagrado, Crnigoj, Schingtienne, Candela, Andersen, Carboni, Doumbia).
LECCE (4-3-3): Falcone; Guilbert, Gaspar, Baschirotto, Gallo; Coulibaly, Ramadani (84’ Kaba), Rafia (78’ Helgason); Dorgu, Krstovic (56’ Rebic), Pierotti (56’ Jean). All. Marco Giampaolo. (A disposizione: Fruchtl, Samooja, Borbei, Pelmard, Morente, Oudin, Sansone, Janned, Marchwinski, Hasa).
Ammoniti: 2’ Rafia (L), 45+1’ Gaspar (L)
Espulsi: /
Arbitro: Pairetto
Assistenti: Mondin – Garzelli
IV: Ayroldi
Var: Di Bello
Avar: Meraviglia
Minuti di recupero: 2’ pt, 4’ st
Totale spettatori: 9.448
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