Pausa, stop, riflessioni. Cosa va e cosa non va nelle squadre trivenete
mercoledì 13 Novembre 2024 - Ore 22:17 - Autore: Dimitri Canello
Terza pausa di campionato dall’inizio della stagione e momento adatto per qualche riflessione sulle nostre protagoniste. Cosa va e cosa non va, cosa migliorare, cosa progettare, fra presente e futuro quando siamo arrivati a un terzo del percorso. Con conferme, sorprese e qualche sonora bocciatura
UDINESE – Cosa va: buona partenza, buona solidità di squadra, buon impatto di Runjaic con il calcio italiano. Lucca può arrivare in doppia cifra, Thauvin quando sta bene è un crac. Varietà di soluzioni a centrocampo. Cosa non va: Okoye non regala sicurezze e sembra non aver compiuto quel salto di qualità che ci si aspettava. Sanchez è un mistero e, oggi come oggi, sembra a fine corsa. Da Brenner ci si può e ci si deve attendere di più. Le tre sconfitte nelle ultime tre partite, sia pure contro avversari di livello, hanno fatto suonare il primo campanello d’allarme
VERONA – Cosa va: ogni volta che ha le spalle al muro, la squadra si rialza. Belahyane ha margini di miglioramento impressionanti. L’attacco ha una buona varietà di soluzione e, fra Tengstedt, Sarr, Livramento e Mosquera, qualcosa può sempre saltare fuori. L’estro di Serdar e di Suslov può tornare molto utile. Cosa non va: la difesa fa acqua da tutte, 27 gol subiti sono un’enormità. Manca un centrale all’altezza che possa dare sicurezza al reparto. Tchatchoua sembrava pronto al decollo, invece attraversa un momento difficile. Lazovic è una presenza importante per la squadra, ma pare in fase discendente
VENEZIA – Cosa va: nonostante l’ultimo posto, la squadra è viva. Pohjanpalo non ha risentito più di tanto del salto di categoria, 4 gol non sono pochi. Nicolussi Caviglia sta rendendo al di sopra delle attese e Oristanio è una spina nel fianco per le difese avversarie. Cosa non va: la qualità complessiva dell’organico è bassa, soprattutto in difesa dove manca almeno un rinforzo di spessore. Manca un attaccante di categoria che dia il cambio a Pohjanpalo e almeno un esterno di centrocampo. Con Gytkjaer, pur con grande riconoscenza, è giusto salutarsi a gennaio. I punti fatti sono più importanti del bel gioco. Con i complimenti non ci si salva.
CITTADELLA – Cosa va: nonostante le difficoltà, la mentalità della squadra resta all’altezza della categoria. Pandolfi ha qualcosa in più rispetto agli altri compagni di reparto (ma litigare con i tifosi è l’ultima cosa da fare). Vita resta un centrocampista di prima fascia per la categoria. Casolari in un altro contesto siamo convinti eccellerebbe. Cosa non va: nutriamo forti perplessità sul fatto che Dal Canto, per tante ragioni, sia l’uomo giusto per portare il Cittadella fuori dalle secche. Molti dei nuovi acquisti non hanno reso come ci si aspettava. Branca arranca e sembra in fase di eclisse. La squadra sembra soffrire psicologicamente molto il momento difficile
SÜDTIROL – Cosa va: la capacità della squadra di rimanere sul pezzo anche nelle giornate più difficili e i gol in zona Cesarini lo dimostrano. Il talento di alcuni (Rover su tutti) può fare molto comodo. Masiello, nonostante qualche scricchiolio, rimane un difensore all’altezza della situazione. Cosa non va: tre stagioni, tre cambi di allenatore. Sicuri che il problema non sia altrove e non in panchina? Gli infortuni in serie, in particolare quello di Tait, vero e proprio ago della bilancia del centrocampo e della squadra
PADOVA – Cosa va: praticamente tutto. Un ritmo da record, una difesa bunker, un allenatore che indovina praticamente ogni mossa, il gioco, un attacco che porta in gol tanti protagonisti. Fortin è destinato a grandi palcoscenici, Fusi è da categoria superiore, Capelli è cresciuto tantissimo, Crisetig ha spazzato via con tre mesi di grande livello tutte le assurde critiche ricevute. Cosa non va: Spagnoli è sicuramente importante per questa squadra, ma un attaccante deve segnare e un solo gol su rigore non può bastare: non ha fatto la differenza come si sperava. La spaccatura fra società e tifoseria rimane un’incognita, soprattutto se si dovesse perdere qualche partita
VICENZA – Cosa va – la solidità difensiva è un buon punto di partenza per provare a vincere il campionato. Carraro non è Ronaldo, ma dal suo rientro ha fatto decollare il rendimento della squadra. Costa, Zonta e Confente mantengono uno standard qualitativo molto elevato, con molti alti e pochi bassi. Cosa non va: segnare a Vicenza non è come segnare a Rimini: a Morra si chiede di più, come del resto a Zamparo, Rauti e a Rolfini. La qualità del gioco è più bassa rispetto allo scorso anno. Della Morte ha avuto quello che voleva: ora dimostri di esserci ancora con la testa, altrimenti a gennaio una cessione non sarebbe certo un dramma. Il peso di psicologico di chi sta dietro dovendo inseguire non è facile per nessuno da sostenere
TRIESTINA – Cosa va – niente. l’ultimo posto è il perfetto specchio di una gestione alla rovescia. Nel calcio, se fai costantemente il contrario di quello che devi, il conto che ti si presenta è salatissimo. Cosa non va: un elenco lunghissimo di cose. Manca un direttore sportivo che gestisca la quotidianità e che si interfacci con l’allenatore: lo ha chiesto persino Clotet. Risultato? Il solito silenzio, i soliti balletti. La perdita di controllo dei nervi: l’episodio Clotet – Krollis è stato da censura, certe cose vanno risolte nello spogliatoio e non con sceneggiate in pubblico. Krollis da 2 in pagella sinora, Clotet ha sbagliato e la pezza messa in un secondo momento è stata come sempre tardiva e sgangherata. Questione tecnica: manca un centravanti di spessore, che non può essere Olivieri (una seconda punta). A sinistra si aprono voragini. La difesa a quattro questa squadra la regge a fatica. Ma tutto, lo ribadiamo va ricondotto alla sconsiderata gestione societaria. O cambia e si assume un ds, oppure si rischia di far collassare non solo la squadra, ma l’intero progetto
TRENTO – Cosa va: quasi tutto. Squadra costruita benissimo, con ogni tassello al posto giusto e con la ciliegina sulla torta Di Carmine che ha fatto decollare tutto il gruppo. In crescita vertiginosa: Frosinini, Aucelli, Rada (la luce più splendente), Giannotti. I due portieri hanno entrambi regalato un rendimento importante. E poi, ovviamente, Tabbiani. Cosa non va: i troppi infortuni che continuano a martoriare la squadra. Disanto è uno dei pochi ad aver galleggiato sotto la sufficienza, a parte qualche rara impennata.
VIRTUS VERONA – Cosa va: dopo un inizio difficile, la squadra ha svoltato. De Marchi sembra trovare in questo borgo veronese la sua dimensione ideale. Metlika è pronto per altri palcoscenici, Amadio è una sicurezza, Rispoli germoglia bene. Cosa non va: in porta qualche incertezza di troppo, soprattutto perché non c’è un titolare chiaro. Pagliuca a corrente alternata. Da evitare il rischio presunzione una volta raggiunto il top della condizione
ARZIGNANO – Cosa va: dopo un inizio da incubo, Bianchini ha riportato serenità e dato un’identità chiara alla squadra. Lo spogliatoio che prima era in subbuglio, ora è tenuto insieme con il giusto carisma. Lakti ha grandi qualità, deve solo disciplinarsi, Bordo resta una sicurezza e Cariolato è una colonna per questi colori. Cosa non va: la scelta di Bruno è stata oggettivamente un errore. L’Arzignano non ha bisogno di formule magiche, ma di una tranquilla normalità.
UNION CLODIENSE – Cosa va: la gestione societaria resta ammirevole. Anziché cedere alla tentazione dell’esonero, si cerca di resistere in attesa del ritorno al Ballarin. La squadra, pur con qualche carenza, resta all’altezza della salvezza. Biondi resta un top in relazione agli obiettivi perseguiti. Cosa non va: la proposta offensiva di Andreucci in C non convince fino in fondo. La difesa subisce troppi gol. La zavorra rappresentata dall’impossibilità di giocare al Ballarin fino a questo momento ha fatto perdere tanti punti
CALDIERO TERME – Cosa va: pur in un momento difficile, è degna di ammirazione la volontà di continuare a voler insistere con un calcio propositivo e coraggioso. Marras è un acquisto indovinato. L’impianto di squadra regge il salto di categoria, Soave sembra essersi adeguato alle necessità della C. Cosa non va: la difesa va registrata al più presto, magari con un paio di ritocchi a gennaio. Anche a centrocampo sembra mancare qualcosa qualitativamente parlando
LEGNAGO – Cosa va: dopo l’esonero di Gastaldello la squadra ha riacquisito un minimo di compattezza. Svidercoschi resta una certezza a questi livelli e Martic non ha tradito. Cosa non va: la difesa va ripensata totalmente a gennaio e serve anche un centrocampista che in mezzo sappia schermare e proteggere la terza linea. Ma i ritocchi dovranno riguardare anche il reparto offensivo per sperare di poter conservare la categoria
Commenti
commenti