Venezia, come una seconda promozione: il racconto di una serata magica al Penzo
martedì 24 Settembre 2024 - Ore 22:31 - Autore: Staff Trivenetogoal
di Enrico Veronese
Come una seconda promozione. La passerella del Venezia allo stadio Penzo, all’indomani della prima vittoria in campionato contro il Genoa, si trasforma in una festa all’esterno della curva sud, dove si mescolano calciatori e tifosi, tecnici e giganti celebrità cittadine: una squadra che è una città (anzi due), e si identifica in uno sponsor quanto mai azzeccato e abile nel branding, Cynar spritz che è dappertutto.
Ai ragazzini, più che ai lupi della gradinata, non pare vero di bazzicare per qualche ora lo stesso spazio dei propri beniamini, senza barriere né guardie del corpo o particolari attenzioni. Un clima di euforia -secondo qualcuno tra gli spalti- ancora poco giustificata, con la trasferta di Roma alle porte: anche se mister Di Francesco assicura che i ragazzi si stanno allenando sempre in maniera seria.
Comunque, ben seicento persone -non poche, di martedì sera- hanno accolto l’appello della società e hanno gremito la tribuna centrale dello stadio Penzo, “unico” come lo ha definito il presentatore d’eccezione Gianluca di Marzio: i più si rassegnano ad abbandonarlo, tra qualche anno, ma c’è chi non si nega che almeno per qualche partita potrebbe tornare buono anche in futuro.
Almeno per la prima parte della serata, protagoniste assolute sono state le zanzare: gli stessi calciatori arancioverdi hanno lottato per togliersele di dosso, proprio davanti alle panchine, dove sono stati chiamati uno alla volta per ricevere gli applausi della folla. Assente il presidente Niederauer, come pure il vicecapitano Zampano, il calore ha raggiunto picchi massimi per l’idolo di tutti, Joel Pohjanpalo («Mi sento uno di voi»), seguito a distanza dal connazionale Joronen e dal pur acclamatissimo Busio: solo il portiere si destreggia bene con l’italiano, gli altri hanno dato vita a siparietti apprezzati dall’eterogeneo pubblico.
L’happening è anche l’occasione per svelare qualche gossip del mercato ormai alle spalle: Duncan, ad esempio, era stato cercato dall’Olympique Marsiglia prima di accasarsi in laguna. E per una volta, sfilano anche i dirigenti: Andrea Rogg ringrazia Di Marzio per aver pubblicamente assicurato la bontà delle strutture di Ca’ Venezia, vanto della società.
Il vero top player, lo dicono tutti, sta dietro la scrivania: per Filippo Antonelli l’ovazione è quasi pari a quella del cannoniere finlandese, cosa rara per un direttore sportivo pure assai stimato come lui. Che auspica un Venezia «scomodo per gli avversari», confidando proprio nel fortino del Penzo.
Dopo, il palcoscenico è tutto della brass band Funkasin, che sciama e suona “contro il logorio della vita moderna”: fuori piovono gadget Cynar, innumeri come i selfie col centravanti di San Polo, e arrivano rassicurazioni per la salute di Altare e di Šverko, costretti a saltare le ultime due. Yeboah intanto sbircia una partita dal telefono, mentre un giovane dice a Nicolussi Caviglia, regista gentiluomo: «Ti ho “comprato” al fantacalcio». Il biondo sorride e si avvicina alla mischia. Dopo un paio di spriz si decide che è il caso di tornare verso il vaporetto: per stasera va bene così, la fiducia è tornata, il Venezia di tutti anche.
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