Venezia, Bazzani: “In B era la squadra che giocava un calcio migliore: felice che Di Francesco riprenda subito ad allenare, se lo merita”
lunedì 24 Giugno 2024 - Ore 16:52 - Autore: Staff Trivenetogoal
In un’intervista a La Nuova Venezia, l’ex attaccante Fabio Bazzani ha parlato dei lagunari e dell’imminente arrivo sulla panchina di Di Francesco.
Bazzani, cosa si aspetta dal Venezia e da questo ritorno in Serie A?
“Mi aspetto che, dopo l’ultima esperienza, possano consolidare la propria presenza in Serie A. Il Venezia ha una piazza e una società che meritano questa categoria e io spero che possano riuscire a mantenerla”.
Da commentatore tecnico come ha visto il Venezia in questa stagione e cosa ha apprezzato di più?
“Il Venezia era la squadra che giocava il calcio migliore. In quest’ultima stagione in Serie B ha portato in campo un calcio propositivo e ad alta intensità. Il lavoro fatto da Paolo Vanoli è stato straordinario perché è riuscito a costruire un gruppo forte e coeso facendo emergere ogni individualità, mantenendo una continuità di risultati che non è mancata nello sprint finale e che poi si è tradotta nella vittoria dei playoff. Durante la stagione ha perso anche un giocatore del calibro di Dennis Johnsen, ma questo non gli ha fatto perdere stabilità, anzi, ha mantenuto il gruppo ben saldo raggiungendo nuovamente la Serie A”.
E tra i giocatori quali sono quelli che l’hanno colpita maggiormente?
“La forza di questo Venezia è stata data dal collettivo, certo avere individualità come Joel Pohjanpalo, Christian Gytkjær e Tanner Tessmann ti permette di poter contare su un assetto di base importante e che soprattutto ti garantisce tanti gol che sono quelli a fare la differenza. Vanoli, però, lascia un Venezia che quest’anno giocava alla perfezione: era come un’orchestra dove tutti gli strumenti suonavano all’unisono”.
Cosa ne pensa della scelta di affidare la panchina del Venezia a Eusebio Di Francesco?
“Sono felice che Di Francesco possa riprendere subito ad allenare perché se lo merita. Ha vissuto una retrocessione immeritata perché a Frosinone ha lavorati bene”.
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