Venezia, non c’è un solo motivo per non pensare alla A. Triestina, Padova, Vicenza: per la B c’è una concorrente inattesa. Verona, a Genova Baroni si gioca la panchina. Udinese, che impresa!
domenica 5 Novembre 2023 - Ore 23:52 - Autore: Dimitri Canello
E’ una lettera vietata nei commenti dei protagonisti, ma non trovo un solo motivo per cui il Venezia non debba ambire alla promozione diretta e alla A. Ambire alla A non significa che sia scontato né tantomeno obbligatorio conquistarla. Ambire significa provarci con tutte le proprie forze. E i segnali che continuano ad arrivare puntano sempre nella stessa direzione. Fateci caso: il Venezia ha perso con il Palermo e ha reagito immediatamente battendo Modena e Parma, ossia due dirette concorrenti. Ha perso a Reggio Emilia e si è rialzato subito, facendo il pieno contro Pisa e Ternana. Insomma, due colpi di reni da grande squadra e una gestione della sconfitta esemplare. Se il Parma sembra avviato a dominare la stagione, il Venezia può aspirare legittimamente alla seconda piazza. Ha finalmente trovato un Johnsen decisivo: l’azione del gol della vittoria a Terni è davvero eccellente, a cominciare dalla palla sradicata da Tessmann e al successivo lancio, ma il meglio è stato lo stop delizioso e l’assist del norvegese e l’inserimento di un Busio in condizioni sfavillanti. Quando tornerà Jajalo, se riuscirà a riprendersi la scena, il Venezia potrà compiere un ulteriore salto di qualità, ma già così viaggia a ritmi elevatissimi, piace e convince in tutte le sue componenti. Ha saputo sopperire anche agli infortuni di Idzes e Svoboda, visto che nei piani Modolo avrebbe dovuto essere l’ultimo della batteria dei centrali e invece ha risposto egregiamente. Bertinato ha sostituto in modo encomiabile Joronen. Venerdì c”è il Catanzaro, una sfida al vertice che potrebbe regalare ulteriori sprazzi di luce pura. Il Penzo si prepara a riempirsi e il legame ritrovato fra la squadra e la tifoseria è una delle più belle vittorie prima di tutto di Niederauer e poi a ruota di Antonelli e di Vanoli. Nel giorno in cui il Cittadella si prende una vittoria scacciacrisi sul Brescia dimostrando di aver imparato la lezione, sboccia sempre più un Cassano ben presto destinato a decollare verso altri lidi e regalano una prestazione con i fiocchi anche il miglior Vita da quando calca i campi di calcio e la locomotiva Carissoni lungo la corsia esterna. Tutta la squadra, però, si prende la scena proprio nel momento in cui serviva. Stecca, invece, il Südtirol, che perde contro la capolista Parma e stavolta non sono d’accordo con Bisoli quando attacca l’arbitro e dice di aver avuto otto ammoniti (in realtà sono cinque). Ho visto la partita e non ho notato una direzione pro – Parma né nella gestione della gara, né negli episodi, tantomeno sul rigore che (rivisto) ci sta tutto. Il campionato biancorosso rimane ampiamente sopra la sufficienza e non può certo essere inficiato da una sconfitta contro la capolista. E’ stato un pomeriggio difficile per Odogwu, isolatissimo in avanti e l’infortunio di Rover ha penalizzato notevolmente i meccanismi offensivi della squadra. Si volta pagina e si guarda avanti, alla ricerca del riscatto immediato prima della sosta.
Crisi nera a Verona, dove Marco Baroni si giocherà la panchina a Genova. Sulle tribune del Bentegodi si è visto Davide Ballardini che, in via del tutto teorica, sarebbe un candidato credibile per il dopo Baroni, se il club deciderà di esonerarlo. Questo perché è cambiato il regolamento e l’accordo collettivo in Serie B e se un allenatore viene esonerato prima del 20 dicembre, contrariamente a quanto accadeva in passato, può guidare un altro club prima della fine della stagione. Il Verona anche oggi è stato francamente inguardabile. I problemi maggiori sono in attacco, dove Ngonge si è liquefatto, Djuric non ha mai avuto troppi gol in canna, Henry è reduce da un grave infortunio, Mboula avrebbe bisogno di un contesto diverso per imporsi e Bonazzoli non può essere il salvatore della patria. Oggi, uscito Hien, si è aperta in due anche la difesa, perforata per ben tre volte dall’ottimo Monza. Funziona molto poco oggi in questo Verona e c’è preoccupazione anche per gestire il futuro.
Ho fatto una scorpacciata di calcio in questo weekend e ho visto, fra le altre, anche Milan – Udinese. Quando ho letto la formazione del Milan e visto Giroud e Jovic insieme in attacco mi sono chiesto se a Pioli avesse dato di volta il cervello. Volendo giocare a due punte, l’unica coppia logica è quella composta da Giroud e Okafor, non certo il fantasma dell’ottimo giocatore che fu l’ex Real Madrid. In questa evidente stortura si è infilato l’ottimo Gabriele Cioffi, che ha preparato una partita tatticamente perfetta, ingabbiando Leao e limitandone al massimo la voglia di rivincita, replicando colpo su colpo a centrocampo e rilanciando alla grande le quotazioni di Success in attacco. Questa è una vittoria che significa tantissimo e che può far svoltare la stagione. L’Udinese, che sembrava completamente inerme dopo il crollo di Coppa Italia, oggi si è rilanciata in toto.
Nelle previsioni di inizio anno in Serie C le favorite avrebbero dovuto essere Vicenza in primis, poi la Triestina, più staccato il Padova e fra le possibili sorprese il ripescato Mantova. Solo che il Mantova ci ha preso gusto a sorprendere e continua a vincere, segnando tantissimo, subendo il minimo e mostrando una grande attitudine al sacrificio. Quando vinci, poi, gli episodi spesso ti girano a favore e così è stato anche oggi con la Pergolettese. Se mi si chiede cosa penso del Mantova, rispondo che non la vedo all’altezza, per esempio, della Triestina che infatti nello scontro diretto l’ha battuta con uno scarto forse troppo largo, ma dimostrando comunque di aver qualcosa di più in tutti i reparti. Ma i pronostici sulla carta non significano che poi sul campo i valori vengano confermati in toto, altrimenti si potrebbe evitare di giocare i campionati. Per il resto, ho visto Arzignano-Vicenza, ho visto Alessandria – Triestina e anche Padova – Giana Erminio. Del Vicenza mi hanno colpito tre cose: 1) la straordinaria forza fisica della sua difesa e la voglia di andarsi a prendere il risultato fino alla fine nonostante un gioco che di sicuro non è quello che molti si attendevano; 2) l’esultanza fortemente polemica di De Col dopo il gol della vittoria rivolta alla panchina (altre versioni, che pure è doveroso ascoltare, mi sembrano francamente poco credibili); 3) un rimprovero di Diana a Ferrari che in campo non ha degnato l’allenatore di uno sguardo. Già è difficile per il Vicenza immaginare una rimonta d’altri tempi a -10 dal Mantova, a -7 da Triestina e Padova e a -4 dalla Virtus Verona, figuriamoci immaginarla con un Ferrari così. La rottura con l’allenatore mi pare evidentissima dopo due panchine consecutive. Di certo i 19 gol dell’anno scorso non possono essere messi nel dimenticatoio e Ferrari non può essere uno come gli altri. Diana rifletta e, con l’aiuto della società, risolva questa questione, oltre a quella con De Col. Nonostante la vittoria, a molti sono parsi evidenti problemi di spogliatoio tutt’altro che trascurabili. Se il Vicenza vuole ancora salvare la stagione deve partire da qui, al di là delle edulcorate versioni che potrebbero essere messe in vetrina e che servirebbero soltanto a nascondere la testa sotto la sabbia. Della Triestina, che messo sotto l’Alessandria con una prestazione importantissima, evidenzio tre cose: 1) la straordinaria capacità di Tesser di aver creato un gruppo praticamente da zero. Uno come lui è un cavallo di razza che anche quest’anno potrebbe arrivare al traguardo prima degli altri; 2) un Correia straripante, che con la C c’entra zero o quasi; 3) un Redan extralusso e un El Arzrak che non ha fatto rimpiangere D’Urso. Come ho già detto il nemico maggiore dell’Alabarda è interno ed è il Comune di Trieste con la sua gestione fallimentare del campo dello stadio Rocco. Non ci fosse questa variabile, non avrei dubbi a indicare nella Triestina la favorita numero uno per la promozione in B, ma stanti così le cose gli equilibri mi sembrano più incerti. Del Padova, infine, evidenzio tre aspetti: 1) Torrente con la rosa che si ritrova e con gli infortuni che ha dovuto patire sta facendo miracoli e ha meriti importantissimi se il Padova oggi non ha ancora perso una partita ed è in corsa per il primo posto pur avendo un organico inferiore a quelli di Vicenza e Triestina; 2) la capacità della squadra di portare gli episodi dalla propria parte. Viste e riviste le immagini del rigore del 2-1 i dubbi rimangono, ma va evidenziato che il ritorno di Liguori aumenta la possibilità di questo tipo di situazioni e, se la squadra se le va a cercare, prima o dopo capita la giornata in cui la bilancia si sposta dalla propria parte arriva; 3) se la squadra dovesse rimanere in una posizione simile fino a fine dicembre, la proprietà avrebbe il dovere di investire sul mercato (soprattutto a centrocampo) per giocarsela fino in fondo
Resta la Virtus Verona, che asfalta il Trento aprendo un altro capitolo nero della stagione gialloblù. Bruno Tedino si è scusato con tifosi e società e la prestazione di venerdì è stata davvero inguardabile sotto tutti i punti di vista. Inutile entrare in disamine tecniche perché non c’è proprio nulla da salvare. La Virtus con Ceter ha alzato (di molto) il livello di competitività e, nonostante un mercato estivo che di certo non ha migliorato la squadra, Gigi Fresco è lì a giocarsela con le prime. Visto quanto spendono i rossoblù a confronto delle concorrenti, qualche domandina altrove sarebbe giusto farsela…
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