Diana giù, Triestina – Vicenza è già decisiva. I cambi di Tesser e lo scempio del Rocco, il Padova che resiste, la crisi del Trento. Treviso – Mestre, oltre 3mila al Tenni: uno spettacolo degno dei professionisti
domenica 15 Ottobre 2023 - Ore 23:13 - Autore: Dimitri Canello
Anche questa settimana, dedicata solo alla Serie C, ho visto tutte e tre le partite di Triestina, Padova e Vicenza. Il borsino stavolta premia l’Alabarda, capace in una situazione difficilissima, di riprendere e addirittura ribaltare il Lumezzane in pieno recupero. Chiamatela zona – Triestina. L’anno scorso la salvezza acciuffata per i capelli è arrivata sempre fuori tempo massimo, sia nella regular season che ai playout. Dopo Meda, quando Tesser aveva acciuffato Pavanel nei minuti finali, ecco una nuova conferma. Se una squadra segna una volta nell’extra time può essere un caso o fortuna, a seconda di come la si voglia mettere. Se lo fa ripetutamente non è più un caso ma un marchio di fabbrica. Poi, certo, ci sono gli episodi, come un gol annullato al Lumezzane che probabilmente era valido e un rigore non dato alla Triestina che sembrava esserci. A ben guardare, però, gli episodi sono tali anche perché le squadre forti vanno a cercarseli. E la Triestina è una squadra forte, anche se non perfetta. Oggi è terza, venerdì chissà. Sì, perché il calendario, con un tempismo quasi sospetto se non si sapesse che tutto questo è assolutamente casuale, mette in vetrina proprio Triestina – Vicenza nel Friday night ottobrino. Domani si saprà se si giocherà al Rocco o al Tognon e ogni settimana che passa senza che la situazione del manto erboso dello stadio triestino sia risolta diventa sempre più imbarazzante la posizione del Comune e dell’ assessorato allo sport, che ne sta combinando di tutti i colori. Roba da dimissioni immediate per manifesta incapacità, perché quanto sta accadendo, oltre a danneggiare in modo eclatante la prima squadra cittadina, sta mettendo in vetrina il peggio della politica nostrana. Già che una squadra si trovi costretta a giocare una partita fuori città lontano dalla propria sede naturale perche chi di dovere non ha saputo fare manutenzione adeguata al prato dello stadio è gravissimo, figuriamoci se la situazione persiste e non si risolve. Ci auguriamo vivamente che, per entrambe le tifoserie, per lo spettacolo, per la regolarità del campionato Triestina – Vicenza si giochi al Rocco, diversamente sarebbe un autentico scandalo che ha pochi o nessun precedente in Italia. Col Lumezzane l’ha vinta Tesser grazie ai cambi e alla bravura di saper leggere la gara, ma neppure lui ha la bacchetta magica e non può sostituirsi a chi aveva un unico compito e ha dimostrato, per essere gentili, di non essere all’altezza.
Ora il Vicenza. Quindici minuti buoni, qualche fiammata, poi poco, troppo poco. Bastava guardare in faccia qualche giocatore per capire che i nervi sono già a fior di pelle (Ierardi l’esempio più eclatante) e che i problemi tecnici sono secondari a quelli caratteriali. Aimo Diana è un ottimo allenatore e secondo noi il Vicenza deve insistere con lui, almeno fino a quando l’evidenza dovesse risultare insostenibile. Qualche errore l’ha commesso, ma niente di irreparabile, almeno per il momento. L’unica perplessità che mi sento di sollevare riguarda Jacopo Pellegrini: lo ha voluto Diana, è il partner naturale di Ferrari e secondo noi questa è la soluzione su cui bisogna provare a insistere almeno per qualche partita. Pellegrini è un talento che ha bisogno di fiducia, poi riteniamo possa ripagare tutto con gli interessi. Il resto è sotto gli occhi di tutti: il Renate è un gran brutto cliente per tutti, Massimo Pavanel non è l’ultimo arrivato e, dopo aver rischiato di azzoppare la sua Triestina, ha fatto il bis oggi. Prestazione importante, quella del piccolo Renate, che da anni sgomita fra le big, rimanendo sempre o quasi ai vertici della C. Pavanel ha sbandato forte proprio a Trieste lo scorso anno, adesso deve ripartire da più in basso, ma tatticamente è un ottimo allenatore e la sua media punti negli ultimi anni parla per lui. In tutto questo Triestina – Vicenza è già un crocevia importante, in un caso forse decisivo. Se il Vicenza dovesse perdere ancora sarebbe una mazzata pesantissima, viceversa le carte verrebbero rimescolate in modo totale. Una partita da non perdere per tanti motivi, non c’è dubbio.
Il Padova, intanto, nonostante due pareggi consecutivi è ancora al comando della classifica e, mentre Vicenza e Triestina sono cadute già due volte, è ancora imbattuto. Un merito non da poco. Come stanno i biancoscudati? I segnali sono contrastanti. A Sesto San Giovanni nel primo tempo si è rivisto il bel Padova pre Pro Patria. Bortolussi ha sbagliato un rigore, poi ha segnato rifacendosi con gli interessi. Nella ripresa la squadra è calata fisicamente, come si era già intravisto sette giorni prima. E non per caso ha preso gol. Dezi, se questo è il rendimento che sa offrire, a gennaio farà le valigie senza troppi rimpianti da parte di nessuno. L’organico, se lo si scruta attentamente, è buono, ma non è così profondo come si vuole far credere e per primeggiare a lunga scadenza al Padova servirà sempre andare forte fisicamente e atleticamente, altrimenti emergeranno i limiti di alcuni dei protagonisti. Arzignano sarà un altro crocevia importante. Se il Padova dovesse vincere spazzerebbe via ogni dubbio e si candiderebbe prepotentemente per il primato, se al contrario dovesse rallentare ancora allora bisognerebbe fare altri ragionamenti. Ha fatto bene Vincenzo Torrente a esplicitare la sua insoddisfazione nel dopo gara. Significa che ci tiene e che si comporta coerentemente al suo obiettivo dichiarato, ossia il primo posto. Per il resto è ancora presto per dare giudizi trancianti, in un senso o nell’altro, perché il campionato è lungo e la variabili in gioco sono davvero tantissime.
La crisi vera è quella del Trento. Dove sta la verità ? Ci sono limiti tecnici oppure ci sono responsabilità dell’allenatore? Alcune scelte di Tedino, lo diciamo senza mezzi termini, non ci hanno convinto, a partire dal fatto che quando a Crema è entrato Sipos ci si poteva giocare la carta delle due punte, aumentando il peso offensivo e invece è uscito Petrovic. Troppe le formazioni cambiate senza aver trovato la quadra. L’anno scorso Tedino per mesi è andato avanti dicendo che la squadra non l’aveva costruita lui, facendo indirettamente capire che avrebbe fatto scelte diverse. Quest’anno ha lavorato dall’inizio e ha la possibilità di guidare un gruppo che ha contribuito in modo determinante a costruire. Non gli si chiedono mirabilie, ma di sicuro la squadra vale più di quanto fatto vedere nelle ultime settimane.
Sorridono Virtus Verona, Arzignano e Legnago. Gigi Fresco sta facendo miracoli con l’organico che ha a disposizione, tanto di cappello perché nessuno dei risultati ottenuti può essere considerato scontato. Eravamo sinceramente stupiti di vedere l’Arzignano in difficoltà a inizio stagione perché secondo noi la squadra sulla carta è più forte dello scorso anno. E adesso lo sta finalmente dimostrando. Il Legnago continua a stupire, ma fino a un certo punto. Il mercato estivo lo abbiamo promosso a pieni voti e sul campo stanno arrivando conferme. Questa è la strada giusta, avanti così e arriverà una comoda salvezza.
Uno sguardo, infine, alla D. Treviso – Mestre ha portato 3100 spettatori allo stadio, uno spettacolo unico per una partita dilettantistica, a dimostrazione che queste due piazze meritano di tornare fra i professionisti. Occhio al Treviso, che viaggia a fari spenti, ma che se a dicembre dovesse essere chi lì in alto, potrebbe decidere di investire per tentare il colpo gobbo. Oggi comanda la Dolomiti Bellunesi dell’ottimo Zanini, mentre il flop totale è quello di Carmine Parlato. Zanutta gli ha dato le chiavi del club, per ora i risultati sono purtroppo miseri. A tal punto che si comincia a parlare di esonero. Considerate le spese fatte, è più che comprensibile.
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