Vicenza, Triestina e Padova, il termometro delle tre big: come stanno, dove possono arrivare, quali carte possono giocarsi. Virtus Verona, come stupire tutti (ancora) con poco. Trento, si studia da grande squadra
martedì 12 Settembre 2023 - Ore 00:00 - Autore: Dimitri Canello
Nella settimana in cui Serie A e Serie B vanno in naftalina, tutta la scena se la prende la Serie C, con una postilla dedicata alla prima giornata di Serie D. I campionati corrono, nessuno aspetta e ormai si entra nel vivo. E’ la domenica dei risultati più attesi, ossia rispondono presente tutte le migliori: a valanga il Vicenza a Gorgonzola, di cattiveria e in rimonta la Triestina a Zanica, con qualche difficoltà ma alla fine senza subire gol il Padova nel derby con il Legnago. La vetrina, però, se la prende tutta la Virtus Verona di Gigi Fresco che, incredibilmente, non solo non risente delle partenze di uomini cardine come Hallfredsson, Lonardi, Fabbro, Giacomel e Cella, ma addirittura si trova a punteggio pieno dopo due giornate. In questo straordinario risultato c’è tutta la bravura di Luigi Fresco, che sfida anche l’evidenza e trasforma Faedo in un killer d’area sulle palle inattive, riattiva Juanito Gomez, premia la crescita di Casarotto e punta sull’estro di Demirovic, unica vera novità nell’undici titolare rispetto allo scorso anno. Presto per dire dove arriverà la Virtus Verona, ma oggi quella vetta dipinta di rossoblù racconta di un piccolo, grande capolavoro.
Poi ci sono le big. Il Vicenza gioca al gatto con il topo con la Giana Erminio, vince una partita di forza, di tecnica e di precisione chirurgica, sfrutta gli svarioni di un avversario intimorito di fronte a tanta qualità e lancia un segnale forte al campionato. I biancorossi fanno sul serio e quest’anno non vogliono più sbagliare, più che mai se funziona la coesistenza di Fausto Rossi e Ronaldo, a suo agio anche nel ruolo di mezzala, forse persino di più rispetto a quello di regista. Il resto lo fanno il solito Franco Ferrari, la crescita di Jacopo Pellegrini, la voglia di tutta la squadra di dimostrare sul campo che i pronostici che la indicano come favorita stavolta, contrariamente agli anni scorsi, verranno rispettati. Ruggisce anche la Triestina, che espugna Zanica in rimonta e scopre una squadra che può lentamente sbocciare. Di solito Tesser non parte bene, ma quest’anno ci ha messo solo una giornata a ingranare. Sontuosa la doppietta di Lescano, da applausi gli inviti a nozze di D’Urso, che dimostra di essere un giocatore di categoria superiore, a sprazzi Correia, che comunque rappresenta una diga davvero importante davanti alla difesa e che deve solo tararsi rispetto a un campionato sloveno che mette in mostra altre cadenze, altre caratteristiche. La squadra sulla carta ha un solo difetto, sulla fascia sinistra dove la perdita di Rocchetti non è stata rimpiazzata e dove forse potrebbe servire un intervento sul mercato degli svincolati. Per il resto un fuoriclasse come Tesser, vero cavallo di razza degli allenatori del girone A, ha a disposizione una rosa davvero importante e attrezzata per competere per il traguardo massimo. Un commento per forza di cose lo merita la vicenda Rocco: ancora una volta i concerti sono nemici del calcio, perché poi il campo va completamente rizollato e rimesso a nuovo. Il fatto che l’Alabarda sia costretta a un esilio di una o due partite a Fontanafredda (dove aver constatato che al Teghil non si poteva andare) è una sconfitta per tutti, soprattutto per l’amministrazione comunale, che si arrampica sugli specchi , ma che in questo caso colleziona una brutta figuraccia. A fari spenti viaggia il Padova, che batte il Legnago in una partita sull’0ttovolante. Poteva finire 3-0, come 2-2 o persino con una vittoria di Donati, se davanti non avessero deciso di sprecare l’impossibile. Ha vinto il Padova perché ha più qualità, perché ha sfruttato le occasioni e perché Vincenzo Torrente ha in mano il gruppo e si vede. Non è ancora la miglior versione biancoscudata ed è tutto da vedere che possa riuscire a scavalcare le due grandi favorite per la vittoria finale, ma la buona partenza messa sulla scena non era scontata. Se poi Palombi si ricorda di essere un attaccante che sulla carta c’entra poco con questa categoria, magari nell’anno del grande freddo con la tifoseria, degli investimenti in frenata e di un patron che sembra disinteressato a far brillare di luce pura una delle sue tre cerature, il Padova potrà forse sorprendere prima di tutto se stesso.
Il Trento gioca una buona partita contro l’Atalanta Under 23, conferma che la squadra costruita dall’ottimo Giorgio Zamuner ha un suo senso preciso e una sua fisionomia da tratteggiare in modo chiaro man mano che passeranno le giornate. La partenza è stata buona dopo un buon precampionato, che non sempre è garanzia di replica quando i punti cominciano a pesare. Qualche scommessa è molto interessante, Petrovic può esplodere e Rada prendere per mano il centrocampo, mentre dietro Obaretin ha un futuro radioso davanti a sé e bisogna incrociare le dita che Barison possa essere assistito dalla condizione fisica, tenendo lontani gli infortuni. Dove può arrivare il Trento? Potrebbe essere una sorpresa da medio – alta classifica, sulla carta un quinto o sesto posto potrebbero essere alla portata, nell’anno in cui le prime due (Vicenza e Triestina) e un po’ più staccata la terza (il Padova) sembrano distanziarsi dalla concorrenza in modo evidente.
Resta l’Arzignano e qui è davvero difficile capire cosa stia accadendo. Sulla carta la rosa è più forte di quella dello scorso anno, ma in due partite sono arrivate altrettante sconfitte con zero gol fatti e sei subiti. Che succede ai giallocelesti? La speranza è per Lino Chilese e Giuseppe Bianchini che sia soltanto una falsa partenza in attesa dei fuochi d’artificio veri da esplodere più avanti. Il problema è che il campionato non aspetta nessuno e se parti male poi diventa più difficile disincagliarsi dalle sabbie mobili.
Ultimo pensiero per la prima di Serie D. Stecca il Cjarlins Muzane, una delle favorite d’obbligo, che si fa bloccare in casa dal Montecchio Maggiore, gonfia il petto il Bassano, giganteggia la Luparense, si prende la scena il Mestre. Poi c’è il big match Union Clodiense – Treviso: la spunta Andreucci, anche se Florindo avrebbe forse meritato il pari. Siamo appena agli inizi, ma anche qui stesso discorso: nessuno aspetta nessuno, ogni partita pesa come un macigno, soprattutto per chi vuole vincere e prendersi i professionisti.
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