Il giallo dell’estate: come finirà fra Pohjanpalo e il Venezia. Verona, da stropicciarsi gli occhi. Vicenza in pole-position, a Trieste servono due colpi per sognare in grande. Padova, la vetta è lontana. Trento e Virtus Verona le possibili sorprese
lunedì 28 Agosto 2023 - Ore 00:04 - Autore: Dimitri Canello
L’estate sta finendo, il calciomercato pure. Lo abbiamo già scritto più volte, lo ribadiamo anche in questa occasione. Le trattative aperte con i campionati già cominciati sono un’assurdità bella e buona che serve solo ad alimentare equivoci e un circo mediatico che finisce per diventare stucchevole. L’unica cosa sensata sarebbe uno stop alla sessione quando suona il gong d’inizio stagione. Si eviterebbero situazioni grottesche, giravolte imbarazzanti e strategie che cambiano per una partita andata male o bene. Tanti i temi caldi di questo finale di agosto. Cominciamo dal Verona, che si è preso la scena con un uno-due micidiale fra Empoli e Roma: sei punti in due partite, da Bagnoli in poi nessuno era riuscito a fare meglio. L’onda lunga di entusiasmo maturata dopo l’incredibile salvezza dello scorso campionato è proseguita grazie alla scelta di puntare su Marco Baroni in panchina. Il suo Lecce per lunghi tratti di stagione ha regalato un bel calcio e si è salvato con grandi meriti e con altrettante valorizzazioni di talenti che hanno accompagnato una crescita esponenziale di tutta la squadra. L’inizio è stato abbagliante: Ngonge si conferma un uomo da vetrina e, se rimarrà, sarà uno dei punti di forza dell’intera stagione. Duda ha messo la quinta dopo una metà di stagione cominciata bene e finita così così. Mboula è un bel prospetto e Bonazzoli può essere un’arma potente se innescata nella maniera giusta. C’è la mano di Sean Sogliano in questo Verona, negarlo sarebbe disonesto dal punto di vista intellettuale. Non siamo stati teneri con il dirigente piemontese, che a Padova ha molto da farsi perdonare, mentre a Verona ha trovato una dimensione a lui congeniale e ha sfruttato come meglio non avrebbe potuto la chance che Maurizio Setti gli ha offerto. L’assurdità, lo ribadiamo ancora, è contestare un presidente che ha dalla sua numeri, cifre e risultati. Difficile contestargli qualcosa a ragion veduta, le prese di posizione della tifoseria sono a nostro parere quanto di più anacronistico ci può essere osservando quello che accade nel resto del territorio. Verona resta un’eccellenza da Serie A e come tale va trattata, a cominciare dal suo presidente. Che lungo il percorso qualche fuoripista l’ha imboccato, ma nel complesso dal punto di vista dei risultati è inattaccabile.
In Serie B il Südtirol è ripartito come un caterpillar anche nell’attuale stagione. Con la Sampdoria in Coppa Italia ha perso ai rigori in modo immeritato, con lo Spezia è andato sotto tre volte e tre volte ha rimontato. Quando segni al 90′ una volta può essere fortuna, se succede ripetutamente significa soltanto che la squadra è sul pezzo e ringhia sul pallone fino al tramonto del match e oltre. Qualcuno sostiene che Pierpaolo Bisoli sarebbe fortunato, ma io dico che la fortuna bisogna anche andare a prendersela. Con la Feralpisalò ho visto una squadra che aveva il baricentro di gioco spostato in avanti di almeno venti metri rispetto alle abitudini. Lo ha sottolineato l’allenatore, è doveroso ricordarlo. Quest’anno sarà molto più difficile ripetersi ed è giusto mordere il freno come ha fatto Bisoli. La squadra ha una solidità innegabile, non ha grandi individualità, ma sa come stare in campo in Serie B. Il Cittadella affronterà il campionato con le solite coordinate: dinamismo, compattezza, grande intensità di gioco. Ha limiti oggettivi in attacco (nessuno dei giocatori presi ci convince sino in fondo, eccetto Cassano che potrebbe esplodere) e le incognite gravitano su Baldini dopo un grave infortunio. I successi o meno dei granata ruoteranno attorno al recupero di questo giocatore, mentre fra i nuovi acquisti promuoviamo Amatucci, Tessiore e Carissoni.
Il giallo dell’estate alberga in laguna. Nelle calli strette di Venezia ci si domanda come finirà fra Joel Pohjanpalo e il Venezia. C’è una clausola di 3,5 milioni di euro che ha messo oggettivamente in difficoltà il club, ma è anche vero che, senza quella clausola, forse Pohjanpalo non sarebbe venuto a Venezia. Giusto anche sottolineare che il tanto vituperato Alex Menta ha portato anche giocatori eccellenti a queste latitudini e Pohjanpalo è soltanto uno degli esempi. Dovessimo scommettere oggi su cosa accadrà da qui a venerdì saremmo veramente in difficoltà. A sensazione ci sbilanciamo e diciamo che con l’adeguamento contrattuale e la clausola alzata a 6 milioni il capitano rimarrà dov’è, ma certezze assolute non ce ne sono e in questi ultimi giorni può davvero accadere di tutto. Quel che possiamo dire con certezza è che Pohjanpalo a Venezia sta a meraviglia, la birra bevuta a fine partita con i tifosi è il segnale di un legame forte e che non sempre i soldi possono tutto. Le pretendenti: nonostante la presenza di Federico Balzaretti al Penzo sabato, l’Udinese non è interessata a Pohjanpalo per sostituire il partente Beto, lo confermano tutte le fonti consultate. Il Genoa c’era per davvero, ma proponeva uno scambio con Coda e Aramu e il Venezia ha detto no. La Cremonese ci ha provato, ma non ha mai avuto il sì del giocatore, mentre c’è qualcuno che azzarda che il Bologna o il Cagliari potrebbero fare un tentativo last minute. Per ora zero conferme, ma presto sapremo. Il resto del progetto va a gonfie vele: dietro la scrivania Filippo Antonelli, passo dopo passo, ha posto rimedio a una gestione fuori controllo e a spese pazze che hanno caricato di costi il club, mettendolo in difficoltà. Ma Ca’ Venezia, un centro sportivo da Serie A, la gestione complessiva del club e la solidità della proprietà e un probabile ingresso nel pacchetto societario a settembre rendono il Venezia una potenziale candidata per la promozione. Per ora è stato fatto tutto bene: Altare è un signor rinforzo difensivo, Gytkjaer è qualcosa più di una riserva, Lella un prospetto interessantissimo, il resto della squadra attrezzato in ogni reparto. Vanoli predica prudenza, ma si può scommettere tranquillamente su un Venezia protagonista assoluto quest’anno, forse anche per la A diretta.
E la Serie C? Il campionato partirà con una settimana di ritardo, ma c’è già una chiara favorita sulla carta, ancor più di quanto non lo fosse già lo scorso anno. Premessa fondamentale: i valori sulla carta non sempre vengono confermati dal campo, ma se lo scorso anno i biancorossi hanno tradito le attese, quest’anno ai nastri di partenza sono ancora più forti e ben attrezzati. I rinforzi sono tutti mirati e di primissima qualità: Golemic e Laezza alzano il livello difensivo in modo consistente, facciamo fatica a considerare Massolo una riserva, Costa e De Col blindano le fasce, Fausto Rossi è un fedelissimo di Diana e conosce l’ambiente, mentre Jacopo Pellegrini è forse l’operazione più importante di tutta l’estate. Con Ferrari, sempre sulla carta, la coppia è perfetta come caratteristiche e interscambiabilità. Il rush finale consterà soltanto di ritocchi, perché il più è stato fatto. Detto molto onestamente: oggi il Vicenza è strafavorito per la promozione e l’unica che sembra davvero poterlo impensierire è la Triestina, ma solo a patto che indovini due acquisti top da qui a venerdì. Se il Cosenza prende Improta, D’Urso potrebbe davvero abbracciare un cavallo di razza come Attilio Tesser, il resto è tutto da valutare e ci si possono aspettare sorprese. La squadra sinora è buona, Alex Menta ha fatto mosse interessanti ma il lavoro non è ancora finito. Da cerchiare in rosso: Lescano, un assoluto top per la categoria, e scommetteremmo senza esitazioni El Azrak e Correia, due profili che possono sfondare in Italia. Il Padova, sempre sulla carta, è più staccato. Il budget è stato ulteriormente ridotto (da 5,7 a 4 milioni), Joseph Oughourlian sembra disinteressato ai destini della squadra e tutte le sue mosse confermano come il club sembri quasi un peso e non una risorsa da rilanciare. L’unica vera buona notizia è stata l’ingresso sulla scena di Francesco Peghin, che ha portato una ventata di aria nuova e fatto prospettare qualche novità nel prossimo futuro. Il resto sembra una squadra buona sì, ma non abbastanza da puntare al primo posto. Vincenzo Torrente parla di vincere il campionato e, per carità, tutto può accadere, ma i valori sulla carta sono ben distanti da quelli del Vicenza. Sono arrivati giocatori di categoria (Villa, Capelli, Fusi, Varas) che hanno fatto bene in piazze di secondo piano e che rappresentano proprio per questo motivo un’incognita, Bianchi e Palombi sono reduci da due stagioni da dimenticare e cercano il riscatto, Perrotta ha avuto qualche alto e basso, lo scorso anno ha fatto bene a Vercelli ma ha un buon pedigree. Il sunto: un valore da terza/quarta piazza, più o meno come lo scorso anno, poi magari il campo smentirà, ma i valori presunti oggi sono questi. Il Trento ha costruito una buona squadra, attrezzata in tutti i reparti e ben equilibrata e potrebbe togliersi qualche soddisfazione. Se poi andranno a segno un paio di innesti da qui a venerdì magari l’asticella potrebbe essere ulteriormente alzata. La Virtus Verona parte a fari spenti, ma vuole crescere ancora, magari ma due botti di fine agosto da mettere a segno per alzare il valore della squadra, l’Arzignano vuole consolidare la sua posizione nella categoria. Le dolenti note arrivano da Pordenone, dove il calcio rischia seriamente di sparire, almeno per un anno. Se davvero Mauro Lovisa dovesse riuscire a iscrivere la squadra alla prossima Serie D, con le carte che abbiamo visionato negli ultimi giorni, sarebbe un autentico miracolo. Giusto essere realisti e dirlo con chiarezza
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