Triestina, niente scherzi. Pordenone, la fine più ingloriosa dopo anni da vetrina. Trento-Vicenza, cortocircuito Zamuner. Ecco gli uomini mercato e… bentornato Bassano!
lunedì 19 Giugno 2023 - Ore 00:00 - Autore: Dimitri Canello
Con la vittoria del Lecco sul Foggia (ma il girone A della Serie C non era il più scarso dei tre?) sono finiti tutti i campionati e, per i prossimi due mesi abbondanti, si parlerà quasi esclusivamente di calcio mercato. Per qualcuno è un circo mediatico stucchevole, per altri una droga a cui non poter rinunciare, per altri ancora qualcosa da prendere, ma a piccole dosi, non certo in quella spaventosa sovrabbondanza che portano con sé il calcio parlato, chiacchierato, le compravendite, le trattative, i rumors, i sussurri, le bufale, gli scoop, le notizie quelle vere e quelle presunte. Tant’è. Oggi una delle notizie è che il Bassano è tornato in Serie D con le sue forze e che si inserisce in un girone C mai così competitivo e stimolante: Treviso, Union Clodiense, Adriese, Luparense, Campodarsego, Clivense (speriamo presto Chievo…) e chi più ne ha più ne metta. Una bella notizia, la promozione del Bassano, che renderebbe così vana la fusione con Cartigliano ed Eurocassola. Oggi i colori giallorossi, cancellati fra mille polemiche da Renzo Rosso al momento di fare il salto a Vicenza, sono a una sola categoria di distanza dal vecchio patron, che in cinque anni è rimasto dove aveva cominciato. Bilancio non certo esaltante, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, ma di sicuro nessuno potrà rimproverare al patron di non aver speso, almeno nel campionato appena trascorso.
Le notizie della settimana sono due. La prima è il crac del Pordenone, un modo bruttissimo di concludere una storia di calcio che aveva fatto parlare l’Italia intera. Del Pordenone ricorderemo quella magnifica notte di San Siro, la semifinale playoff per la A col Frosinone, tante belle imprese su e giù per lo stivale. Solo che il dio pallone è spietato: se ti fai prendere la mano, finisci per farti molto male, esattamente quanto accaduto a Mauro Lovisa e alla sua creatura. Forse eviterà il fallimento e spunterà un concordato, di sicuro non eviterà la sparizione dal calcio professionistico. Sapevamo delle difficoltà neroverdi, mai avremmo immaginato che si fosse arrivati sull’orlo del baratro, così rapidamente, così all’improvviso, quasi senza avvisaglie vere. Ricostruendo quanto accaduto negli ultimi mesi, è evidente che Lovisa abbia fatto all-in al casinò, cercando l’immediata risalita in Serie B per provare a sistemare un po’ quei conti così disastrati che oggi lo affossano. Per una serie di motivi, probabilmente Pordenone è andata al di là di quello che esprime al momento il suo territorio quanto a seguito e passione. Senza un vero stadio che non sia il raffazzonato Tognon, è dura poter progettare il futuro, così come è utopistico parlare di nuovo stadio con un seguito così esiguo. Difficile, anzi difficilissimo. Oggi che Lovisa nella bufera, i tifosi si dividono fra chi ringrazia comunque il patron per aver fatto vivere emozioni impensabili a queste latitudini e fra chi non gli perdonano eccessi che gli sono costati il crac. La storia sarà giudice ultimo, di certo probabilmente la dimensione del Pordenone e di Pordenone, almeno oggi, non era quella Serie A che Lovisa a un certo punto aveva messo nel mirino e neppure la B, almeno fino a quando non ci sarà uno stadio. Oggi è il giorno in cui si celebra la caduta degli dei neroverdi, in cui si piange e in cui ci si rammarica, perché il Triveneto perde una protagonista degli ultimi anni che ricomincerà, ben che vada, dall’Eccellenza. E occhio, perché qualche scricchiolio sinistro si fa sentire pure a Trieste. Mancano due giorni alle scadenze per l’iscrizione, stasera si respirava un cauto ottimismo, ma le spese pazze degli ultimi mesi si fanno sentire tutte. E si parla anche di cessione societaria a un gruppo americano con investitori di Atlanta (Lbk Capital) in cui farebbe da tramite Alex Menta, con una trattativa che va avanti fra un tiramolla e l’altro ormai da mesi. L’altro soggetto interessato è italiano, tutto rigorosamente top secret, in attesa che Simone Giacomini si decida a spiegare alla città quello che sta succedendo. Sperando che fra una settimana non si debba celebrare un altro funerale dolorosissimo, questa sera vogliamo essere positivi e pensare che la Triestina ce la farà. Tutto il resto oggi è secondario.
La seconda notizia della settimana è il cortocircuito sull’asse Trento – Vicenza. Martedì sera riceviamo una telefonata che ci informa: “Il direttore sportivo del Vicenza sarà Giorgio Zamuner. L’allenatore sarà uno fra Tesser e Toscano”. Tempo di elaborare e la mattina dopo ci mettiamo a verificare la notizia. Ma riceviamo solo smentite per due giorni di fila, da tutte le parti in causa. Con qualche dubbio, decidiamo di tirare dritto, fino a quando prima un collega e poi un altro, lanciano la bomba: “Zamuner andrà al Vicenza, si deve solo liberare dal Trento”. Altra telefonata a Mauro Giacca, che alza un muro alto come un grattacielo e ci dichiara quanto avete letto. Il giorno dopo il presidente fa di più: foto di gruppo, un’aggiunta inequivocabile: “Non si pesca in casa Trento”. Dichiarazione del presidente, dichiarazione di Zamuner, che aveva appena rinnovato per due anni. Tanti saluti al Vicenza? Così sembra, difficile immaginare una marcia indietro dopo quanto accaduto. Le domande abbondano: con che stato d’animo rimarrà Zamuner a Trento? Rimarranno saldi i rapporti fra presidente e direttore? E il Vicenza cosa farà? Oggi è stata la giornata di Daniele Faggiano, in scadenza di contratto con la Sampdoria e con un super stipendio che non è facile da garantire neppure per Rosso in Serie C. Si tratta, si vedrà. E l’allenatore? Tesser o Toscano, gracchia radiomercato, vedremo se sarà così o se spunterà fuori il terzo incomodo, soprattutto se Faggiano dovesse raggiungere un accordo con il Vicenza.
Pillole sparse. Sean Sogliano e il Verona avanti insieme per i prossimi due anni, Venezia alle prese con 40 giocatori in rosa da smistare in buona parte altrove, Padova già al lavoro con un discreto vantaggio sulla concorrenza anche se con un budget decisamente ridotto, Udinese pronta ad accogliere Federico Balzaretti, Virtus Verona, Arzignano e Cittadella sulla strada già battuta negli ultimi anni, Südtirol alle prese con la stagione più difficile dopo l’exploit centrato nella stagione scorsa. Chiusura con gli uomini mercato alle nostre latitudini. Eccoli: Pohjanpalo (Venezia), Ngonge (Verona), Vasic (Padova), Ferrari (Vicenza), Lonardi (Virtus Verona), Antonucci (Cittadella), Beto (Udinese), Rover (Südtirol). Teneteli d’occhio, ne vedremo delle belle…
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