Tripla finale in Europa: rinascita o illusione?
venerdì 2 Giugno 2023 - Ore 13:10 - Autore: Staff Trivenetogoal
Il contemporaneo approdo di Inter, Roma e Fiorentina alle finali delle tre coppe europee ha sorpreso un po’ tutti gli addetti ai lavori, dopo anni di reiterate delusioni per gran parte delle squadre di club fuori dai confini nazionali. Il clamoroso risultato ha aperto un dibattito sull’improvvisa risalita della Serie A e di tutto il calcio italiano. Ma è davvero così, o si tratta solo di un bel fuoco di paglia?
Miglioramenti e punti a favore
All’inizio della stagione, nelle sempre aggiornate scommesse calcio presenti sui siti specializzati, probabilmente nessuno avrebbe pronosticato di ritrovarci a maggio con tre squadre italiane nelle finali delle coppe, una per ogni manifestazione. Il trionfo della Roma in Conference League, un anno fa, era infatti arrivato dopo un lungo periodo di rimpianti, sconfitte, occasioni mancate ed eliminazioni cocenti, e non sembravano esserci immediati presupposti per una ripresa così repentina e altisonante.
L’analisi della situazione che si è venuta a creare può tirare in ballo numerosi fattori, tutti significativi. A partire dal fatto che, forse proprio grazie all’onda emotiva della serata di gloria romana lo scorso 25 maggio, si sono viste squadre che hanno affrontato le rispettive competizioni con un impegno e una serietà ben differenti rispetto a come spesso, troppo spesso, le avevano snobbate in precedenza. A ciò possiamo aggiungere, senza voler sminuire nessuno, la componente della buona sorte, che ha permesso ad esempio all’Inter di arrivare in finale di Champions senza incontrare lungo il cammino né il City, né il Real Madrid, né altre squadre di primissimo livello. La considerazione, lo ribadiamo, non desidera ridimensionare nulla, ma è giusto accennarla, nel quadro dell’applauso generale per le imprese della stessa Inter, nonché dei giallorossi in Europa League e dei Viola in Conference.
Oltre all’impegno messo in campo, c’è anche da dire che il calcio italiano ha finalmente iniziato ad alzare i ritmi, nel vero senso della parola, per cercare di avvicinarsi agli standard europei, pur senza rinnegare il valore sempre fondamentale della tattica e dell’attenzione difensiva. Si è poi trattata di una stagione particolare, a suo modo unica, con l’interruzione dovuta ai Mondiali in Qatar: questo può aver inciso sulle energie di alcuni campioni dei top club, e favorito spazi per l’inserimento di compagini non previste: spazi in cui i team italiani si sono inseriti con grande bravura.
Limiti ancora da colmare
Il tris nelle finali non deve però far chiudere gli occhi di fronte ai problemi, evidenti, che ancora attanagliano il nostro calcio. I debiti, la penuria economica, la questione dei diritti tv, la burocrazia estenuante, le infrastrutture vecchie, le enormi difficoltà per poter costruire stadi nuovi, sono intralci di cui si parla in continuazione senza però trovare modo di risolverli. Anche il discorso sopra espresso, riguardo all’aumento dei ritmi di gioco, non deve far dimenticare il gap che si nota rispetto ad altri campionati, soprattutto nel confronto tra match di Serie A talvolta lenti e sfide di Premier League spesso disputate a tutta velocità dal primo all’ultimo minuto.
Ogni esempio reca comunque in sé disquisizioni specifiche, non semplici da accorpare. È sufficiente affiancare proprio le tre finaliste, per avere di fronte tipologie di mentalità assai diverse: il calcio d’attacco della Fiorentina, con l’ossessiva ricerca del dominio del gioco; la strenua solidità della Roma, a cui diventa quasi impossibile segnare; la strada di mezzo dell’Inter, vincitrice anche della Coppa Italia, forte di schemi precisi e definiti, quasi sempre uguali, ma non per questo meno efficaci.
Il calcio italiano in ogni caso ha dato importanti segni di rinnovata vitalità, ossigeno per ridare aria a tutto il sistema. Sono tasselli da rafforzare, con cui costruire un nuovo volto che sappia recuperare il netto svantaggio accumulato in precedenza.
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