Trento, Tedino: “Questo club mi ricorda il Pordenone di cui ho fatto parte: ci sono persone serie e ambiziose, che farebbero invidia anche in B”
giovedì 27 Aprile 2023 - Ore 17:32 - Autore: Staff Trivenetogoal
“Alla salvezza ci abbiamo sempre creduto, perché tra tutti i comparti chiamati in causa c’è sempre stata fiducia, empatia, voglia di superare i momenti infernali nei quali alle volte siamo incappati, ma dai quali siamo sempre usciti. Sapevamo di dover dare ogni giorno qualcosa in più, e così abbiamo fatto, tirando poi fuori l’orgoglio e la dignità che sono figlie del popolo trentino, sempre danna nostra parte: basti pensare che prima della decisiva sfida contro il Novara, circa 100 ultras sono venuti a darci la carica, non potevamo tradire la loro stima”: esordisce così, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, il tecnico del Trento Bruno Tedino, tra i principali fautori della cavalcata che ha portato i gialloblù alla salvezza senza neppure passare dai playout.
“Gli allenamenti non li abbiamo mai sbagliati – prosegue il mister – e questo è il top per un allenatore, vedere come il lavoro viene recepito in maniera massimale dalla squadra, ma è chiaro che ci sono stati dei momento in cui abbiamo avuto paura: il gol all’80’ subito nel match di andata contro il Novara poteva essere una mazzata incredibile, avrebbe sancito la chiusura della prima parte di stagione con la settimana sconfitta consecutiva, ma al 92′ è arrivato il pareggio, la lanternina che si è accesa e ci ha poi portato alla fine di questo bellissimo percorso”.
Un percorso che potrebbe gettare basi per il futuro, magari partendo dalla sua conferma e da quella del Ds Zamuner…
“Le basi per il futuro ci sono, questo Trento mi ricorda il Pordenone di cui ho fatto parte: c’è anche qua un club molto attento e stimolato, composto da persone serie e ambiziose, che si sono circondate di professionisti come Zamuner e Di Taranto che fanno invidia anche in Serie B. Per progettare e pianificare un futuro di medio-lungo corso non manca niente, un progetto tecnico di un certo tipo è possibile. E non mi dispiacerebbe farne parte, qua sono stato benissimo, sia a livello lavorativo che umano”.
A proposito di questo, i momenti brutti hanno avuto come contraltare quelli belli. Se dovesse sceglierne uno tra questi, quale direbbe?
“Sì, di momenti belli ce ne sono stati tanti. Ma se proprio devo dirne uno, scelgo il triplice fischio del match di sabato, che ha sancito la salvezza, un obiettivo impronosticabile a dicembre: abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Ed è stata poi la festa di tutti, ci ho messo 40′ dal campo a rientrare negli spogliatoi, con la gente che mi diceva “grazie”: ecco, quel grazie è un rimbombo su cui costruire qualcosa”.
Parlava di spogliatoio. Proprio i ragazzi le hanno tributato un Bruno is on fire che ricorda un certo Stefano Pioli…
“Fermi tutti, l’unico comun denominatore tra me e Pioli è il preparatore atletico Roberto Peressutti, che ha lavorato con me una quindicina di anni e ora è al Milan! (ride, ndr) So di essere stato un vero rompicoglioni con i miei ragazzi, ma l’ho fatto per loro, per spronarli a fare sempre meglio, e vedere che loro mi hanno ascoltato da subito è stata una grande soddisfazione”.
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