Verona, la salvezza è tutta nelle tue mani: ecco perché l’impresa di Zaffaroni può avere successo
giovedì 2 Marzo 2023 - Ore 22:42 - Autore: Pietro Zaja
Dati per spacciati prima della sosta per il Mondiale in Qatar. Squadra mal assemblata, già retrocessa, senza speranza. Se ne sono sentite di tutti i colori. La squadra che era di Cioffi pareva più con la testa alla Serie B che alla A. Già arresa a prescindere, ancora ai nastri di partenza. 5 punti raccolti in 15 partite. Un bottino misero. Poi, la breve parentesi capitanata da Bocchetti, ritenuta illecita. Ora, affiancato da Zaffaroni, apparso dal nulla, ma rivelatosi uomo saggio e dalle grandi visioni. Una stagione che adesso, finalmente, ha trovato un senso. Un motivatore, uno strizzacervelli che è riuscito a entrare nelle menti dei propri calciatori come i più grandi psicologi sanno fare con i loro pazienti. Li ha ribaltati come un calzino storto. Squadra passata da un gioco sterile e votato a soli scontri di gioco, a una strategia accurata, divisa in due piani d’attacco principali: la palla lunga per gli scatti dei tre attaccanti in profondità e il possesso palla a partire dai piedi educati di Duda, Lazovic e dei giocatori più tecnici della squadra. La macchina rodata da Zaffaroni funziona. Gli ingranaggi scelti iniziano a girare e a produrre un’energia positiva, che potrebbe portare sul serio il Verona a una salvezza che fino a poco tempo fa non sembrava altro che utopia. I tifosi ci credono.
La classifica adesso è decisamente più bella da vedere. Almeno per così dire, rispetto a inizio stagione… Terzultimo posto, 17 punti, -3 dallo Spezia quartultimo. Insomma, si può fare. Non sarà una passeggiata, ma i gialloblu hanno tutte le carte in regola per rimanere nella massima serie italiana almeno per un’altra stagione. I risultati stanno pian piano arrivando e chissà che il progetto avviato da Sean Sogliano con Zaffaroni e Bocchetti non possa rivelarsi a lungo termine. Le basi sono state gettate in questo periodo. Vanno coltivate e cresciute, a partire dai punti fermi della squadra per ogni reparto. Montipò tra i pali è un portiere affidabile e di tutto rispetto, Hien in difesa si sta dimostrando valido e roccioso come un fiero cavaliere medievale, Duda in cabina di regia più avanzato sa come smistare il gioco con i suoi piedi educati, Tameze è il faro del centrocampo sia in fase di difesa che in fase offensiva, Lazovic sulla trequarti è sempre una spina nel fianco per chiunque, Ngonge si sta rivelando una piacevole sorpresa e infine, lì davanti, Lasagna crea sempre, ma capitalizza poco. Se solo avesse quel killer instinct che potrebbe renderlo un vero bomber di razza. Chiedere a Terracciano per credere: con la Fiorentina, all’ultima di campionato, l’ex attaccante dell’Udinese si è divorato un gol praticamente già fatto, tutto costruito sull’asse offensivo. Ngonge per Lazovic, il serbo per Lasagna. Da qui, almeno davanti, deve ripartire l’Hellas, da questo tridente leggero, che può mettere in difficoltà chiunque.
Con i viola non ha funzionato, ma qualcosa di positivo si è visto, aspettando Gaich e Djuric. I tre, abili e rapidi nei movimenti, riescono a trovarsi con facilità e sanno come creare palle gol. Se supportati da due esterni giovani e di qualità come Doig e Depoali, poi, le cose dovrebbero semplificarsi e non di poco. I due laterali hanno qualità e sanno spingere. Soffrono un po’ in fase difensiva e in alcune deterimate situazioni di gioco, ma il talento resta e le soluzioni ci sono. Depaoli ha vagato tra Sampdoria e Chievo, ma adesso, complice un lunghissimo infortunio di Faraoni, sta trovando la sua dimensione. Era ora. E dal mercato sono arrivate forze fresche, più di testa che di altro. Duda è un giocatore di altissimo livello e lo si vede dalle sue giocate: una visione di gioco fuori dal comune e un’esperienza internazionale da vendere. Lo slovacco e Tameze formano una coppia di tutto rispetto. Ngonge ha portato serenità e spensieratezza a un gruppo che ne aveva un bisogno immenso. Frizzante e peperino, serviva un ragazzo come lui. La difesa, invece, pecca di qualità. Oltre a Hien, il più decisivo, Dawidowicz e Magnani, così come Ceccherini e Cabal, non hanno mai convinto del tutto. La difesa traballa e il resto della squadra ne risente. Serve trovare il giusto equilibrio. Zaffaroni ci sta lavorando. Adesso, però, l’obiettivo dev’essere quello di unire gli intenti e puntare dritti a una salvezza che appare possibile. La luce in fondo al tunnel non è poi così lontana: meglio raggiungere l’uscita della galleria, prima che crolli la montagna. Puntare sui propri punti fermi, sui propri giocatori migliori, su un gruppo ritrovato e su una tattica di squadra che finalmente inizia a avere un senso logico. Verona, vatti a prendere la salvezza!
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