Verona-Lazio 1-1, Ngonge risponde a Pedro: grande prova di forza dei gialloblu. La salvezza non è più utopia
lunedì 6 Febbraio 2023 - Ore 20:28 - Autore: Pietro Zaja
Prova di forza quella di oggi pomeriggio contro la Lazio del Verona, che ha regalato ai propri tifosi una prestazione soddisfacente sotto tutti i punti di vista. Zaffaroni ha rivitalizzato un gruppo che fino a qualche settimana fa era dato per spacciato e retrocesso in Serie B. Grinta, una mentalità del tutto rivoluzionata e un’organizzazione pensata nei minimi dettagli sia in fase difensiva che in quella offensiva. La salvezza resta complessa da raggiungere, ma non sembra più un’utopia. Merito anche di una campagna acquisti che senza ombra di dubbio ha dato una scossa a tutto l’ambiente. Ngonge sembra arrivato da quest’estate, Duda ha tutte le qualità in regola per comandare a centrocampo. Gli altri si sono visti ancora poco. Hanno debuttato Gaich e Abildgaard. Ancora presto per valutarli al meglio.
Un inizio di gara a tinte biancocelesti, con un riflesso gialloblu sempre più emergente e splendente con lo scorrere dei minuti, troncato al 45′ da una prodezza di Pedro, che senza guardare la porta si è girato in area e ha spedito in rete con il mancino un pallone servitogli da Cataldi. Un bel primo tempo al Bentegodi, equilibrato, ma c’è chi riesce a fare la differenza con una sola giocata. Magia di Pedrito e ospiti in vantaggio: 0-1. Forse la Lazio, però, si aspettava un Verona diverso, più scarno e povero d’idee. Invece, Sarri e compagnia, si sono trovati a lottare con una squadra coraggiosa, solida e organizzata. Soprattutto nella fase difensiva: gli scaligeri hanno messo in campo un pressing ragionato e asfissiante, che non ha permesso ai giocatori laziali di costruire le proprie manovre di gioco con la solita fluidità che le contraddistingue. Zaffaroni si è affidato a un tridente leggero composto da Lazovic, Ngonge e Lasagna, supportato da una mediana di tutto rispetto guidata dal tecnicissimo Duda e dal possente Tameze, che ha obbligato la Lazio a giocare rapida anche dietro e a rimanere sempre vigile a causa delle ripartenze provocate dai molti errori in fase di impostazione dei suoi giocatori. Palla in avanti per il velocista Lasagna nel primo quarto di gara. Tanta corsa, ma nulla di concreto. Le migliori occasioni scaligere arrivano sui piedi di Ngonge e Doig prima e Depaoli poi. Quanto rammarico. La Lazio, dal canto suo, non ingrana mai al 100%. Merito del Verona: Lazovic si tiene a uomo Cataldi, che non è libero di manovrare le azioni di gioco, e Tameze non molla Milinkovic-Savic, che al 10′ aveva rischiato di portare avanti i suoi con un gran tiro direttamente da calcio di punizione, terminato di un soffio a lato, e che con un colpo di testa illuminante aveva spedito Immobile davanti a Montipò. Alla fine, occasione buttata. Domina l’equilibrio, con azioni da una parte e dall’altra. Un Verona libero di mente e coraggioso, una Lazio stupita dall’atteggiamento degli avversari, ma sempre pericolosa con i soliti interpreti. Chiedere a Pedro per credere.
Nella ripresa il Verona scende in campo con la stessa intensità mostrata nei primi 45′ di gioco e dopo qualche minuto trova il gol del pareggio. 1-1. Difesa della Lazio ferma su un calcio di punizione battuto da Lazovic dalla sinistra: sul cross del serbo ci mette la testa Ngonge, che insacca e batte Provedel. Scaligeri scatenati e rivitalizzati: subito dopo Lazovic s’inventa una traiettoria a giro clamorosa, che si spegne sul palo. Trema la porta laziale. Scendere in campo con lo stesso atteggiamento del primo tempo dopo la batosta subita da Pedro non era così scontato… I minuti passano e la trama della partita resta più o meno sempre la stessa. Ci prova anche Doig, due volte, prima con il solito mancino e poi anche con il destro, ma la palla non entra. Gara fisica, con molti scontri in mezzo al campo. D’altronde il Verona è sempre una squadra ostica da affrontare sotto il punto di vista della fisicità. Proprio per questo Sarri toglie dal campo Cataldi e inserisce Vecino, incaricato di dirigere le operazioni in mezzo al duo Milinkovic-Luis Alberto. La situazione non migliora più di tanto: il tempo scorre e la partita non cambia. Nel finale di gara la Lazio prova a imporsi anche con l’ingresso di un giocatore di qualità come Felipe Anderson, che è riuscito a dare più fluidità alla manovra lì davanti, grazie ai fraseggi corti e veloci messi in atto. Al triplice fischio del direttore di gara la partita termina in pareggio: 1-1. Un risultato che va più che bene al Verona. Due pareggi di fila con Udinese e Lazio, ma adesso si può essere più ottimisti di prima. Credere nella salvezza è lecito.
VERONA 1-1 LAZIO
Marcatori: 45′ Pedro (L), 51′ Ngonge (V)
VERONA (3-4-2-1): Montipò; Magnani, Hien, Coppola (79′ Ceccherini); Depaoli, Tameze (86′ Sulemana), Duda, Doig; Lazovic (79′ Abildgaard), Ngonge (68′ Gaich); Lasagna. All.: Zaffaroni. (A disposizione: Berardi, Perilli, Zeefuik, Cabal, Terracciano, Verdi, Braaf, Kallon).
LAZIO (4-3-3): Provedel; Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovic, Cataldi (59′ Vecino), Luis Alberto; Pedro, Immobile (68′ Felipe Anderson), Zaccagni. All.: Sarri. (A disposizione: Maximiano, Adamonis, Lazzari, Patric, Pellegrini, Gila, Marcos Antonio, Basic, Cancellieri, Romero).
Ammoniti: 24′ Duda (V), 28′ Zaccagni (L), 34′ Magnani (V), 81′ Hien (V), 87′ Depaoli (V)
Espulsi:
Arbitro: Ayroldi
Assistenti: Costanzo – Passeri
IV: Giua
VAR: Banti
AVAR: Longo S.
Minuti di recupero: pt 1′, st 6′
Foto: Hellas Verona FC Facebook
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