La demolizione di San Siro: il sogno dello stadio di Milan e Inter presentato al pubblico
mercoledì 5 Ottobre 2022 - Ore 15:03 - Autore: Staff Trivenetogoal
Un passo cruciale verso la demolizione dell’iconico San Siro inizierà quando Milano ospiterà il primo di una serie di incontri con il pubblico necessari per il nuovo stadio proposto dai due giganti del calcio della città.
Sia il Milan che l’Inter insistono sull’impossibilità di rimanere nell’attuale San Siro, di proprietà comunale, e hanno elaborato un progetto per un nuovo stadio da 60.000 posti affiancato da strutture sportive e ricreative sullo stesso sito, che sarà completamente ristrutturato.
In caso di realizzazione, il progetto dovrebbe essere completato nel 2030, con 1,3 miliardi di euro investiti congiuntamente da entrambi i club, che affermano di non potersi permettere la costruzione di nuovi campi separati e di aver bisogno dei maggiori introiti che questo progetto porterebbe.
A più di tre anni dalla presentazione del progetto iniziale, il pubblico potrà ora esaminarlo e dire la sua in 10 incontri che si terranno nell’arco di un mese, al termine dei quali, a metà novembre, gli organizzatori indipendenti degli incontri presenteranno un report alla città per saperne di più.
La città potrà quindi decidere se insistere su ulteriori modifiche a un progetto che, da quando è stato proposto, ha subito tagli per 50.000 metri quadrati di sviluppo, oppure procedere con l’approvazione.
Il progetto è diviso in due parti principali: la costruzione del nuovo stadio nell’area immediatamente a ovest di San Siro, attualmente occupata da parcheggi e da un parco locale, che i club vogliono terminare entro settembre 2027.
Una volta costruito, l’attuale stadio, destinato a ospitare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 2026, sarà demolito prima che le nuove strutture, tra cui centri commerciali, congressuali e sportivi, siano costruite intorno a un nuovo parco pubblico.
Speculazione immobiliare
Queste strutture e la distruzione di uno stadio simbolico hanno attirato le ire di alcuni residenti di Milano e di una parte consistente del consiglio comunale, arrabbiati anche per la concessione di terreni pubblici a investitori privati per una frazione dell’affitto che attualmente pagano.
Altre critiche riguardano la significativa riduzione del numero di posti a sedere – di cui oltre 10.000 potrebbero essere riservati all’ospitalità – che riduce di molto non solo la capacità di San Siro, ma anche il numero di tifosi che attualmente affollano il campo.
Sia l’Inter che il Milan hanno regolarmente superato le 70.000 presenze, grazie all’ondata di entusiasmo post-pandemia che ha portato i tifosi a tornare in massa negli stadi di tutta la Serie A.
Alcuni gruppi spingono per la ristrutturazione dell’attuale impianto e respingono le affermazioni dell’amministratore delegato del Milan Paolo Scaroni, secondo cui sarebbe “impossibile e pericoloso portare 50.000 tifosi in un cantiere”, citando la riqualificazione di San Siro in vista dei Mondiali di calcio del 1990, che ha aggiunto un intero nuovo livello allo stadio.
Tuttavia, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ripetutamente chiesto ai critici cosa potrebbero fare le autorità locali con un enorme stadio di calcio inutilizzato alla periferia della città, nel caso in cui il progetto non venisse approvato e i club decidessero di trasferirsi per far costruire il nuovo campo.
In estate, una fonte dell’Inter ha dichiarato all’AFP che, in caso di ulteriori intoppi burocratici, il progetto sarebbe stato spostato nel sito di un’ex fabbrica a Sesto San Giovanni, una località alle porte di Milano che si trova sulla rete metropolitana della città.
Un’area problematica
L’abbandono dell’area da parte delle squadre non lascerebbe solo la città con uno stadio di calcio senza club, ma avrebbe anche un impatto su quartieri che da tempo sono tra i più problematici della città.
A due fermate della linea “lilla” della metropolitana che porta i tifosi a San Siro si trova Piazzale Segesta, che fiancheggia un problematico complesso di case popolari, uno dei tanti della zona.
Laura Guardini, ex giornalista del Corriere Della Sera e volontaria dell’associazione di quartiere, racconta che delle 6.000 case del quartiere quasi 1.000 sono occupate abusivamente, spesso da persone coinvolte nello spaccio di droga e in altre gravi attività criminali.
La signora racconta che i residenti degli appartamenti occupati legalmente rifiutano le vacanze e a volte anche le cure ospedaliere, perché quando si viene a sapere che il loro appartamento è vuoto gli abusivi “sfondano le porte e prendono il controllo”.
Silvia Cavagnari, che gestisce una scuola locale di lingua italiana per stranieri, afferma che “alla gente di questa zona non potrebbe importare di meno del progetto dello stadio, hanno problemi ben più gravi”.
Laura Mariani, insegnante della scuola di lingue, spera che Milan e Inter riescano a far approvare il progetto.
“Spero che i club riescano a costruirlo”, afferma. “Perché se se ne andassero sarebbe un disastro per questa zona”.
Commenti
commenti