Udinese, il trionfo della programmazione e della competenza. Cioffi, Baldini, D’Anna: tre panchine tremano. La svolta a Bolzano e a Venezia
martedì 4 Ottobre 2022 - Ore 00:01 - Autore: Dimitri Canello
Il weekend si chiude con un’altra fantastica impresa targata Udinese. Una meraviglia per gli occhi, la cavalcata inarrestabile di Andrea Sottil che ha battuto tutti gli scettici (noi compresi) facendo compiere alla squadra un incredibile salto di qualità. Corre, pressa, non molla mai, ha un Deulofeu straripante, Beto poi è una forza della natura e magari proprio Sottil ha trovato il modo migliore per gestirlo. Dove può arrivare questa Udinese? A questo punto, dopo i successi contro Inter e Roma e la sconfitta immeritata all’esordio col Milan, non resta che sedersi e immaginare quello che potrà essere. Se una società azzecca tutto, pescando talenti ovunque (l’ultimo è Bijol) con errori ridotti al lumicino, non ci si deve porre limiti, perché quando si innesca un circolo virtuoso poi tutto lievita, anche gli aspetti migliorabili, che ci sono e ci mancherebbe che non ci fossero. Tutto questo nella serata in cui l’altro lato della medaglia mette dietro la lavagna Gabriele Cioffi e il suo Verona, alla terza sconfitta consecutiva. Come previsto in estate, avanti di questo passo si rischia grosso e, a leggere i risultati, vien da pensare che il successo con la derelitta Sampdoria sia stato un episodio in mezzo a un quadro sempre più chiaro in cui le cessioni estive hanno depauperato un organico che girava a meraviglia. A distanza si spiega così l’addio di Tudor, i cui motivi erano paesi subito chiari e legati non solo all’addio di D’Amico. Adesso Cioffi rischia l’esonero: sullo sfondo Ballardini, Andreazzoli, De Rossi e pure Paulo Sousa, per due volte consecutive avvistato allo stadio e che qualcuno spinge forte verso Verona.
L’altro Monday Night mette in vetrina Padova e Feralpisalò. Due squadre che ambiscono al traguardo massimo e in campo, infatti, si vede una partita davvero bella, luce per gli occhi per un pantano come la C, dove tutto assume tonalità grigio – scuro e dove a volte, invece, ci si può anche godere una partita gradevole. Sì, anche in terza serie. Ambizioni e auspici intatti per entrambe, per le sentenze definitive ripassare più avanti. Davanti adesso c’è il Novara, che asfalta il Vicenza mettendo in crisi la posizione di Baldini, che rimane in sella, ma che traballa eccome e ha bisogno di risultati per non essere esonerato. Le voci circolate su Massimo Oddo per ora non trovano conferme granitiche, eppure a unire i puntini dietro le quinte ci si accorge che qualcosa si è già mosso. Con la Pro Patria non sarà semplicissimo fare bottino pieno, con tutta la pressione del mondo che mette uno stadio come il Menti. Capace di tifare senza sosta, ma anche (se necessario) di contestare. A questo Vicenza, è chiaro, manca equilibrio e quanto evidenziavamo a inizio stagione si sta confermando un problema. Ci sono centrocampisti bravi a inserirsi e ad attaccare, meno a difendere e infatti il primo a fare le spese della situazione è stato un primattore come Scarsella. Ronaldo si è presentato colpendo una traversa, ma faticando più volte in fase di copertura. La giornata negativa di Cavion ha fatto il resto. È dura la vita in Serie C e non è facile neppure per un’altra delle favorite, il Pordenone di Domenico Di Carlo. Un punto in due partite e frenata decisa. Davanti c’è bisogno dei gol di Palombi, il vero ago della bilancia per le ambizioni neroverdi. La domenica porta la prima vittoria della Triestina, che arriva su un rigore a dir poco generoso che fa schiumare rabbia Gigi Fresco e la Virtus Verona. Ci sono momenti in cui una vittoria acciuffata per i capelli può cambiare la vita e vedremo se Bonatti riuscirà a svoltare provando a sfruttare un 3-2 che porta con sé un chiaro messaggio di speranza. L’identità di squadra ancora non c’è, ci pensano i singoli (che valgono) a scacciare gli incubi. Incubi che non passano a Trento, dove la squadra rischia di perdere ad Arzignano (e lo avrebbe meritato) e dove D’Anna ha responsabilità precise ed è sempre più in bilico. La sensazione è che il tecnico si giochi tutto col Renate.
Chi ha svoltato per davvero è il Südtirol, che sembra abbia bevuto la pozione magica di Bisoli. Ci aspettavamo una sterzata, ma crediamo che nessuno, neppure il più ottimista dei tifosi, potesse prevedere dieci punti in quattro partite. E se gli episodi (l’errore di Pigliacelli su Odogwu è una topica clamorosa quantomai gradita) girano tutti nella direzione giusta, finisce che la zona salvezza si allontani tantissimo. Siccome amiamo il confronto e ci interroghiamo sempre anche sulle sfumature, abbiamo fatto quattro chiacchiere con 5-6 addetti ai lavori. Tutti sostengono che il Südtirol sulla carta sia una delle squadre più deboli della B, eppure la realtà oggi dice cose diverse e bisogna prenderne atto. Allarme, invece, a Cittadella, dove le assenze di Asencio e Baldini trascinano al ribasso una squadra che dopo aver battuto il Frosinone pareva in fase di decollo e che adesso deve guardarsi le spalle. Questa B non aspetta nessuno e ne sa qualcosa il Venezia. Che ha sudato freddo ma che a Cagliari ha visto finalmente la luce. In soffitta il 4-3-3, largo definitivamente al 3-5-2 (con Ceppitelli in arrivo perché serve un centrale in più) e quattro botti di quelli veri all’Unipol Domus. Merito di Ivan Javorcic che, siccome è una persona intelligente e un bravo allenatore, ha capito che era inutile continuare a insistere su quello che rischiava di essere un vicolo cieco. La rosa, lo abbiamo ribadito più volte, non è da retrocessione, ma una stagione è fatta di tanti piccoli aspetti che compongono un mosaico complesso. Ma Pohjanpalo e Cheryshev in B sono due potenziali crac e finalmente lo hanno dimostrato. Il resto lo ha fatto la società, che finalmente ha capito che non si può andare allo scontro con tutto l’ambiente che ti circonda. Apprezzabili il riavvicinamento ai tifosi, la passeggiata fra le calli per il nuovo shop a Rialto e qualche segnale lanciato dietro le quinte. Aspettiamo per dire che qualcosa sia veramente cambiato, ma è prima di tutto nell’interesse dello staff arancioneroverde far sì che le cose funzionino. Non solo in campo.
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