Triveneto, quattro sconfitte all’esordio e solo un sorriso: a Cittadella. Verona: è già allarme, Venezia: giudizio sospeso, Südtirol: un inizio flop. Cosa serve a Padova, Vicenza, Pordenone, Triestina e Trento
martedì 16 Agosto 2022 - Ore 00:02 - Autore: Dimitri Canello
Sono cominciati i campionati e cinque squadre trivenete sono scese in campo per la prima di campionato. Bilancio quasi disastroso: non fosse per il Cittadella, che ha superato il Pisa con una prestazione scintillante e grazie anche a tre rigori, sarebbe stato un’en plein alla rovescia piuttosto preoccupante. L’unica luce arriva dal Tombolato. E’ il solito Cittadella, che conferma l’inizio – boom di Lecce mettendo al tappeto Rolando Maran che, anziché parlare dei penalty concessi ai granata, dovrebbe preoccuparsi di quanto (non) sta facendo la sua squadra in queste prime uscite. Incompleta sì, ma con un’idea di gioco molto offuscata, a conferma che il nome di un tecnico non basta da solo come garanzia di successo. Il marchio di fabbrica di Gorini è sempre lo stesso. Tanta fisicità e corsa, una preparazione perfetta, che ancora una volta porta la squadra al top con l’inizio della stagione. Il resto è un’orchestra che suona a memoria e che si distrae solo nel finale, quando ben due gol segnati nel recupero macchiano appena una serata da applausi.
Il resto del quadro è, purtroppo, fortemente negativo. Il Verona, dopo aver incassato quattro gol dal Bari in Coppa Italia, ne prende cinque dal Napoli e conferma tutte le perplessità emerse in questa prima fase di stagione. Il povero Cioffi reclama rinforzi, ma Setti pensa di vendere pure Barak e Ilic e sta privando la squadra della propria spina dorsale. L’unica nota lieta è l’attacco, il resto per ora un pianto greco. Mancano gli equilibri, la difesa non gira, la squadra è spesso lunga e non c’è coesione fra i reparti. Serve tempo, ma a Cioffi verrà concesso? Il rischio di un cortocircuito è concreto. L’Udinese perde a San Siro col Milan dopo aver offerto una prestazione più che dignitosa, il rigore concesso ai rossoneri è generoso, ma lamentarsi subito alla prima giornata sembra quantomeno prematuro. Il Venezia perde la terza partita consecutiva in casa, dopo gli stop col Cesena in amichevole, con l’Ascoli in Coppa Italia e col Genoa in campionato. Non è il caso di azionare la sirena d’emergenza, in un quadro in cui Javorcic non è riuscito a lavorare come avrebbe voluto e in cui il giudizio va giocoforza sospeso, almeno per un altro paio di settimane. Poi, se davvero non ci saranno risultati in controtendenza, allora ci si potrà davvero preoccupare. Passiamo al Südtirol: un inizio flop e ce lo si poteva attendere, dopo un mercato tutt’altro che entusiasmante e la vicenda Zauli sulla quale abbiamo già avuto modo di esprimere le nostre forti perplessità (eufemismo). Il piano di Paolo Bravo sarebbe quello di tenere Leandro Greco in panchina, c’è da capire se la società gli concederà il visto di esecutività. O se pretenderà un allenatore che non sia un novizio assoluto. Pierpaolo Bisoli è qualcosa più di un’idea, nelle prossime ore sapremo. Nel frattempo sconfitta secca all’esordio al Rigamonti ed esame col Venezia in arrivo che assume già una valenza significativa.
Detto di chi è sceso in campo e ha giocato, parliamo invece di chi dovrà attendere fino al 4 settembre. E cioè di Padova, Vicenza, Pordenone, Trento, Triestina, Virtus Verona e Arzignano. Di cosa c’è bisogno per completare la campagna acquisti delle sette sorelle? Proviamo un po’ a capire nel dettaglio. Al Padova, a nostro giudizio, servono un attaccante e un centrocampista, oltre a un difensore se partirà Monaco. Al Vicenza un portiere, almeno un difensore e un esterno sinistro di centrocampo (e magari una ciliegina su una torta già molto gratificante). Al Pordenone una mezzala e una punta, che potrebbe essere Dubickas. Alla Triestina un attaccante, un esterno alto e un difensore centrale (che sarà Di Gennaro). Al Trento un difensore centrale e un centravanti. Alla Virtus Verona un ritocco per reparto, all’Arzignano un centrocampista e magari un difensore per alzare il livello della terza linea. Si chiude il primo settembre e da oggi si entra nelle due settimane più calde dell’estate
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