Setti, ma che fai? I curatori stoppano il Chievo. Ronaldo salta la barricata (e sono tre…). Vicenza-Pordenone per la B, Trieste alla riconquista dei tifosi e occhio alla Luparense di Zironelli
domenica 24 Luglio 2022 - Ore 23:55 - Autore: Dimitri Canello
Una provinciale è pur sempre una provinciale. Per quanto nobilitata da risultati lusinghieri, dunque, non c’è da stupirsi se arrivano cessioni dolorose. Ci sta che possa mettere insieme plusvalenze per sopravvvivere. Ci sta anche che ogni anno i tifosi assistano a partenze importanti, alcune da lacrime agli occhi. Ma quello che sta succedendo a Verona merita un approfondimento e qualche domanda. Maurizio Setti, ci scusi, ma che sta facendo? D’accordo la cessione di Simeone, solo un pazzo non avrebbe capito la mossa dopo gli arrivi di Djuric, Henry e Piccoli. E infatti il Napoli è dietro l’angolo e l’affare è ormai fatto. Ma ci può spiegare, caro presidente, come si fa a cedere Lazovic al Marsiglia inserendo nell’affare un giocatore purtroppo finito come Strootman? Usiamo termini forti per uno come la “lavatrice”, che a Roma aveva fatto meraviglie. Ma che poi è stato tempestato e subissato di infortuni. E allora è diventato un giocatore normale, anzi, in questo momento Strootman fatica a stare in Serie A. Perché poi, cedere Caprari in prestito e non a titolo definitivo? Il Monza non ha certo problemi di liquidità e se cessione doveva essere, quantomeno sarebbe stato opportuno farsi pagare subito. E, giusto per non farsi mancare nulla, i soliti ben informati avvisano che presto potrebbe essere la volta di Barak e chissà, persino di Iliic. A casa nostra questa operazione ha solo un nome: si chiama smobilitazione. Si salvi chi può…
Da Verona a Verona, sponda Chievo. Che ormai esiste solo nella testa di chi non vuole arrendersi all’evidenza. Quando l’altro ieri ho letto la nota inviata dai curatori fallimentari a Trivenetogoal in cuor mio ho tirato un sospiro di sollievo. Perché nei giorni precedenti, quando non riuscivo a capire quello che stava succedendo, tutti annuivano di fronte alle mosse di Campedelli e sembrava fossi un marziano. Il Chievo rinasce col Sona: ma come? Ma com’è possibile se il club è fallito? Quanto accaduto nelle ultime settimane aveva del surreale, tanto quanto il comunicato del Sona che trattava come fosse la cosa più normale del mondo una fusione di fatto con l’uso del proprio titolo sportivo per far rinascere un club che esiste solo sulla carta ma che di fatto non è iscritto ad alcun campionato. Ora attendiamo il Consiglio di Stato a ottobre, ma un’idea precisa me la sono già fatta. E già il fatto che siamo a oltre un anno dal crac e nessun tribunale ha dato ragione al Chievo dovrebbe far riflettere parecchio.
La settimana di calciomercato in Triveneto è stata animata da un’operazione sull’asse Padova – Vicenza. Per la terza volta in tre anni un giocatore biancoscudato salta la barricata. Prima era toccato a Cappelletti lasciare la città del Santo fra le polemiche, poi a Valentini (mai sopra le righe) e adesso ecco Ronaldo. Capitano con la fascia personalizzata degli ultras, uomo simbolo degli ultimi tre anni in cui la B, con quattro tentativi falliti (due nella regular season e due nei playoff), non è mai arrivata. Ad Alessandria, nel giugno 2021, in finale Ronaldo fece un partitone, servendo anche un magnifico assist sprecato a Biasci che poteva valere la promozione. Ma il capitano porta con sé anche tante spine. Improvvisi blackout, infortuni nei momenti topici, una valanga di cartellini gialli. Se i tifosi ne sopportavano anche le bizze, è anche vero che a Bolzano nella partita che poteva significare sorpasso Ronaldo è sparito dai radar e che per tutti gli ultimi playoff ha giocato sempre senza mai incidere. Chiudendo la sua avventura padovana con una sciagurata testata a Perrotta che, di fatto, ha affossato una squadra già con le spalle al muro. Ora la domanda è: la sua scelta di andare al Vicenza è legittima? Certo che lo è, perché parliamo di un professionista che ha il diritto di scegliere il meglio per la sua carriera, più che mai se la società (altrettanto legittimamente) ha deciso di scaricarlo. Peccato che Ronaldo abbia voltato pagina ancora una volta lasciando qualche ombra dietro di sé: perché al Catanzaro aveva detto sì, le due società avevano già firmato i documenti e Magalini lo aspettava a braccia aperte. Sentendosi poi dire da un momento all’altro “mi spiace direttore ma non vengo”. C’era il Vicenza dietro l’angolo. E allora Ronaldo avrebbe dovuto quantomeno spiegare i motivi della scelta, il perché col Padova era finita e non c’è stato un tentativo di ricucire con chi, in tre anni, gli ha dato forse più di quanto non abbia ricevuto. Se tre anni così non meritano neanche una parola, allora qualche dubbio sull’uomo viene. Ha scelto il meglio, perché il Vicenza che sta costruendo Federico Balzaretti sta spendendo tantissimo e oggi è la favorita per la promozione Serie B, in attesa di capire quali saranno le due punte del Pordenone che si candida a rivale più accreditata dei biancorossi con un telaio solido e un allenatore che in C sa come si vince. E il Padova? Parte a fari spenti, un po’ come la Triestina che però sta correndo per costruire una squadra all’altezza. Come a Padova, anche a Trieste c’è aria di reset totale e forse era inevitabile che andasse così. Bruno Caneo avrà il compito difficilissimo di riconquistare un pubblico deluso e smarrito con il gioco spumeggiante messo in mostra lo scorso anno alla Turris. Andrea Bonatti avrà un gruppo tutto nuovo e una piazza da trascinare dopo anni grigi in cui la gestione di Mauro Milanese ha portato più ombre che luci, oltre che nei risultati, anche nei rapporti con la piazza.
Il top della settimana è tutto qui, ma dedichiamo qualche pillola sparsa ad altre protagoniste del nostro territorio. 1) al Venezia, ancora indecifrabile dopo una campagna acquisti che non regala certezze granitiche di risalita; 2) al Cittadella, che riparte con la solita mission: fari spenti, tante scommesse da rilanciare (l’ultima è Felicioli, senza dimenticare Embalo e Asencio). Ma quest’anno salvarsi sarà ancora più difficile, più che mai essere protagonisti ai playoff come anni addietro; 3) al Südtirol, che dovrà superarsi per mantenere la categoria nella B più difficile degli ultimi anni; 4) all’Udinese, che ha fatto una scommessa in panchina e che punta alla solidità della sua struttura tecnica e societaria per restare ancora in A; 5) alla Luparense, che in D sta allestendo uno squadrone con un tecnico come Zironelli che rappresenta una solida certezza. Sarà il bis dell’impresa di Mestre?; 6) al Trento, che potrebbe essere l’outsider di lusso del girone A e che, con tre colpi ben assestati in tutti i reparti, diventerà difficile da battere per chiunque
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