Vicenza, una retrocessione meritata (con le ultime sulla riammissione). Triestina, futuro in bilico. Venezia, una sola strada per ripartire. Treviso, ora la fusione? Padova per la B
martedì 24 Maggio 2022 - Ore 07:30 - Autore: Dimitri Canello
Questa settimana sono in ritardo di qualche ora con l’editoriale. Proviamo a rimediare, ripartendo da quanto accaduto nell’ultima settimana, perché di cose da raccontare e da commentare ce ne sono parecchie. La più dolorosa parte da Trieste, con la scomparsa prematura di un gigante come Mario Biasin, che aveva saputo restituire alla città un ruolo da protagonista, quantomeno nell’anno della finale playoff persa col Pisa. Biasin è morto in un incidente stradale, abbiamo rispettato la richiesta della famiglia del silenzio negli ultimi giorni, ma adesso qualcosa lo diciamo. Biasin non è morto per una lunga malattia, com’è stato scritto, ma per una tragica fatalità. Ora nessuno sa cosa potrebbe accadere. Mauro Milanese è volato in Australia assieme alla sorella Romina per il funerale di Biasin e anche per capire che ne sarà della Triestina. Perché la priorità era un’altra, ma presto bisognerà capire che fare. Entro il 22 giugno la squadra va iscritta al prossimo campionato e questo è il primo punto fermo. Ora la cessione del club, esclusa nei mesi scorsi dallo stesso Milanese, è un’eventualità da mettere in bella evidenza, perché la famiglia potrebbe decidere che la Triestina non è più un asset primario. Insomma, da qualunque angolazione la si voglia vedere, Trieste vive giorni di autentica apprensione per il futuro. Con un’ulteriore considerazione: nel recente passato la società avrebbe potuto essere venduta a Milan Mandaric, che oggi ha 83 anni e che probabilmente non è più interessato. Nei mesi scorsi si era parlato anche di un interesse (confermato dai diretti interessati) della famiglia Zanutta, anche qui senza sviluppi tangibili.
La settimana è proseguita con la retrocessione del Vicenza. Devo dire la verità, sono molto sorpreso dall’esito del ritorno dei playoff perché, dopo la partita dell’andata, ero convinto che i biancorossi l’avrebbero spuntata. Non è stato così e, come avevo già avuto modo di sottolineare, la retrocessione è l’esito più giusto di un campionato senza capo né coda. Con 22 sconfitte sulle spalle e un’intera stagione trascorsa nelle retrovie, il club di Renzo Rosso torna al punto di partenza al termine della quarta stagione. E’ un fallimento? Assolutamente sì, considerati i progetti iniziali (Serie A in cinque anni) e una serie di scelte sbagliate che si sono sommate. E’ stata sbagliata la costruzione della squadra in estate, non c’era più la fiducia fra Di Carlo e il gruppo, si è sbagliato a prendere Brocchi, si è perseverato nel voler assumere decisioni illogiche che hanno condotto in un vicolo cieco. Ha cercato di metterci una pezza Federico Balzaretti, che qualche acquisto l’ha indovinato e che non buttiamo dalla torre, a differenza di Di Carlo, Magalini, Rosso e Bedin. Acquisti che hanno dato qualcosa: Contini, De Maio, Cavion, il sorprendente Maggio, Bikel. Gli altri sono stati una delusione: Lukaku si è presentato in condizioni imbarazzanti, che non fanno onore a un professionista, Teodorczyk (bastava guardare il biglietto da visita) era una scommessa persa in partenza, Da Cruz ha confermato i forti limiti caratteriali che lo hanno sempre accompagnato, Boli non ha dato nulla, Greco è ingiudicabile. Ora cosa accadrà? Rosso continua a collezionare errori strategici e di comunicazione (l’ultimo i festeggiamenti per lo scudetto del Milan) che hanno ormai reso l’aria irrespirabile. Il legame con la piazza è ai minimi storici ed è inconcepibile che un imprenditore come lui non si sia reso conto del patrimonio della gente di Vicenza. Una piazza che trasuda passione e che non ha mai smesso di sostenere, neppure nei momenti più bui. Domanda da un milione di dollari: il Vicenza verrà riammesso? Le possibilità sono molto alte, per svariati motivi. Sulla Reggina facciamo una semplice considerazione: quale imprenditore solido può essere mai interessato a un club il cui monte debitorio supera di gran lunga i 10 milioni in Serie B? Domanda che facemmo a suo tempo a Treviso, che ripetemmo a Padova, che riproponemmo a Vicenza e che torniamo a fare oggi. Leggiamo dichiarazioni e manifestazioni d’interesse, sempre dall’estero, come accadeva anche in precedenza. Non sappiamo se la Reggina si iscriverà, di sicuro è sull’orlo del precipizio. Il Vicenza è pronto, terrà tutto a bagnomaria per un mese e poi si muoverà. Ma per ripartire bisognerebbe innanzitutto chiedere scusa per davvero alla piazza, poi provare a ricomporre il legame con la tifoseria sul serio, abbandonando superbia e presunzione. Altrimenti il vicolo sarà sempre quello cieco e i risultati alla lunga saranno gli stessi.
Abbiamo ritardato l’editoriale perché volevamo ascoltare la conferenza stampa di Duncan Niederauer. Perché ci pareva impossibile, dopo tutto quello che era accaduto, che davvero il presidente volesse ripartire a Venezia da Giovanni Savarese. L’uomo dei Portland Timbers, zero esperienza di Italia e di Serie B, a quanto pare, non arriverà. E, ci sbilanciamo, è un bene: una mossa condivisibile, perché l’arrivo di Savarese sarebbe stata una dichiarazione di guerra a una piazza in subbuglio. E’ stata una conferenza stampa dura, tesa, in cui il presidente si è difeso dai molteplici attacchi arrivati da tutte le parti. Collauto è stato silurato, Poggi ha deciso di andarsene, forse perché si è reso conto che il suo peso nelle decisioni sarebbe stato limitato. Lasciano due pilastri del club e adesso la scelta dovrà cadere su direttore sportivo e allenatore. Niederauer ha chiarito che il nuovo ds sarà italiano e, aggiungiamo noi, dovrà conoscere l’inglese e possibilmente lo spagnolo. Non solo. Non sarà il direttore sportivo tradizionale, quello che agisce da solo, ma probabilmente un profilo giovane e capace di condividere il metodo i lavoro del presidente. Qualche nome fra i tecnici è uscito. Inzaghi tornerebbe più che volentieri, Clotet è un altro identikit che piace, per il resto si vedrà. Di sicuro la strada per ripartire è una sola: andare sul sicuro, evitando scommesse esotiche. Oltre al fatto che i sostenitori non capirebbero e si acuirebbe la frattura proprietà-tifoseria, si tratterebbe di un modo per perseverare su una strada totalmente errata se si vuole tornare presto in Serie A.
Tempo di scelte anche a Verona, dove il ds Tony D’Amico se ne andrà all’Atalanta e verrà quasi certamente sostituito da Francesco Marroccu. In panchina Gabriele Cioffi, mentre Paolo Zanetti potrebbe sostituirlo a Udine. Il risiko delle panchine è appena cominciato e ne vedremo delle belle.
Due post scriptum per chiudere il cerchio settimanale: il Padova passa il turno soffrendo con la Juventus Under 23, un avversario terribile e temibile per tanti motivi e adesso troverà il Catanzaro. Per il secondo anno consecutivo sbarca in semifinale e per il secondo anno consecutivo trova una squadra del sud sulla sua strada. E ritrova anche l’ex Tommaso Biasci, che in Calabria è rinato con sette gol nella regular season e uno nei playoff. E’ ancora di proprietà biancoscudata, ma c’è da scommettere che non farà sconti. Il Biancoscudo ce la può fare, è una squadra che ha difetti, ma che resta competitiva e attrezzata. Con una certezza: nessuna fra le quattro contendenti è imbattibile, arrivare in fondo si può e la B sarebbe un giusto premio per una società che ha fatto l’impossibile per raggiungerla, oltre ad aver messo insieme 164 punti in due campionati senza riuscire per due volte ad arrivare prima.
Questa settimana resta il Treviso, per chiudere l’editoriale. Esce con il Montecchio Maggiore e ancora una volta fallisce l’assalto alla Serie D dopo aver gettato alle ortiche tre rigori su tre in modo imbarazzante con giocatori che avrebbero dovuto fare centro bendati, vista la loro esperienza. Adesso la strada che si può percorrere è quella della fusione col Montebelluna. Le voci circolate sono vere, l’ipotesi è in ballo, anche se poi per arrivare a dama come sempre ci sono mille ostacoli. La nuova squadra acquisirebbe il titolo sportivo del Montebelluna in Serie D, si chiamerebbe Treviso, giocherebbe al Tenni e manterrebbe il settore giovanile a Montebelluna. Per ora è un’ipotesi più concreta di quanto si possa immaginare, più avanti chissà. Se son rose…
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