Vicenza, un finale di stagione clamoroso (con il balletto ripescaggio-riammissione). Venezia, basta scommesse. Triestina, la Furlan torna ma l’Alabarda stecca. Trento, è quasi salvezza. E in Serie D….
martedì 10 Maggio 2022 - Ore 00:18 - Autore: Dimitri Canello
Il finale di stagione del Vicenza è qualcosa di clamoroso. Dopo la sconfitta col Perugia, come ha giustamente ricordato Sebastien De Maio, le possibilità di salvezza erano ridotte a un misero 5%. Una percentuale coerente con quella che era la situazione di quel preciso momento della stagione. Si erano innalzati i primi de profundis, si erano stilati giudizi che, per amor di verità, si sarebbero dovuti procrastinare a verdetti ottenuti. Si è dimenticato che nel calcio c’è sempre una componente di imponderabilità che lascia aperte tutte le strade, anche quando sembrano quasi chiuse. Ed ecco la vittoria di Como, quella che ancor oggi fa discutere col Lecce e quella di Alessandria. Che non fa una grinza e che punisce chi, come Moreno Longo, aveva preparato la partita decisiva per pareggiare. Tattica suicida e se non tiri in porta una volta in 90 minuti quando ti devi salvare, è giusto che tu retroceda, anche se sei stato tutto l’anno fuori dalla zona pericolo. E così il Vicenza, nonostante 22 sconfitte e un campionato horror, sempre in zona retrocessione, ha ancora la possibilità di salvarsi sul campo. Affronterà un tecnico come Pierpaolo Bisoli mai amato a queste latitudini. Il suo Cosenza parte da un minimo ma significativo vantaggio, quello del doppio risultato fra andata e ritorno. Ma il tema dominante, da qualche settimana a questa parte, rimane la questione ripescaggio – riammissione. Da quando, ormai due mesi fa, proprio su queste colonne abbiamo gettato un sasso nello stagno senza nascondere la mano. La Reggina scricchiola, adesso è di dominio pubblico, prima no. Si salverà? Riuscirà a iscriversi? Domande per ora senza una risposta, certezze granitiche non ne esistono ma l’impalcatura traballa paurosamente. A tal punto da prefigurare l’abbattimento? Nessuna sorpresa se accadesse tuttavia, giusto per fare un esempio, si pensava che il Catania non si sarebbe iscritto e invece è riuscito per due anni a prolungare l’agonia. Domanda da un milione di dollari: potrebbe essere un playout inutile? Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto smentiamo nella maniera più assoluta che il Cosenza non possa essere ripescato. Lo scorso anno, in occasione del caso – Chievo, come da comunicato ufficiale Figc, fu riammesso alla B e non ripescato. Ma se la Reggina saltasse, parleremmo di riammissione o di ripescaggio della perdente dei playoff? Tecnicamente, come spiega l’articolo 49, comma 5, delle NOIF, se la Reggina sparisse per il Cosenza o il Vicenza si parlerebbe di riammissione per vacanza di organico: «In caso di vacanza di organico nei campionati professionistici rispetto al numero che ogni lega ha individuato in conformità al comma 4 determinatasi all’esito delle procedure di rilascio delle Licenze Nazionali o determinatasi per revoca o decadenza dalla affiliazione o mancanza di requisiti per la partecipazione al Campionato, gli organici si integreranno attraverso la procedura di riammissione delle migliori classificate tra le società retrocesse della stessa Lega. La presente disposizione non si applica tra la Lega Italiana Calcio Professionistico e la Lega Nazionale Dilettanti». Va poi sottolineato, per completezza d’informazione, che la matricola del Vicenza è quella del vecchio Bassano e di questo va tenuto conto quando si parla di un ripescaggio che in questo caso non sarebbe tale. Perché, come spiega l’articolo 49, comma 6, delle NOIF «Solo nel caso in cui non vi sia ai sensi del comma 5 un numero di squadre da riammettere sufficiente a colmare le vacanze di organico, l’organico così come deliberato dalla Lega di competenza ai sensi del comma 4, verrà integrato attraverso la procedura di ripescaggio secondo i criteri deliberati dal Consiglio Federale». Criteri che, al momento non sono ancora decisi. Per ora è tutto, a bocce ferme una volta ottenuto il verdetto del campo ne riparleremo.
Il Venezia rimane in vita, vince 4-3 col Bologna, progetta un rush finale in cui la parola d’ordine rimane “dignità”. Dopo dieci sconfitte arriva un sorriso abbozzato al 90′, poi da Salerno sembra arrivare il colpo di grazia, fino al 99′ quando Altare rimette tutto in discussione. Ora, anche in questo caso, la logica dice che il Venezia retrocederà in Serie B, ma fino a quando non maturano certezze assolute, è giusto lasciare aperto uno spiraglio di luce. E, per i poveri tifosi veneziani provati da un anno davvero sofferto, c’è da sperare che l’idea di ripartire da Giovanni Savarese balenata in giornata sia soltanto una boutade, perché significherebbe che Niederauer non ha imparato nulla dalla lezione di quest’anno. In B servono tecnici capaci e che conoscano la categoria, basta con le scommesse. Se si vuole davvero rilanciare si punti su un cavallo di razza a cui affidare una squadra che qualcosa da dire in prospettiva futura ce l’ha. Non è tutto da buttare, insomma, a patto di abbandonare le vie impervie e di tornare a battere piste più consone e conosciute.
Un brivido lungo l’ha fatto provare domenica il Rocco di Trieste, con 7mila spettatori, due curve fantastiche e un bellissimo spettacolo sul campo. Se finalmente la Furlan è tornata, facendo capire in due uscite casalinghe quanto sia mancata alla squadra nell’attuale stagione, la Triestina vista col Palermo è piaciuta in parte solo nel secondo tempo. E ha un piede fuori dai playoff, perché dovrà espugnare il Barbera con due gol di scarto. Senza Gomez e con altri due infortuni con cui fare i conti, la missione che attende Cristian Bucchi si annuncia quasi impossibile. Ma anche in questo caso, mai dire mai: Sarà pure 80% Palermo e 20% Triestina, ma non 80-20 non è 100-0. Ed è giusto giocarsela.
Tocca al Trento accarezzare la salvezza, quasi toccarla con mano e poi prendere gol al 90′ rimettendo un po’ tutto in discussione. Anche qui, parliamo di 80% Trento, 20% Giana Erminio, ma siamo sicuri che al quartier generale del presidente Giacca nessuno abbia voglia di rischiare o di scherzare. Sarà sofferenza sino alla fine ma, con tutto il rispetto per la Giana, il Trento è più forte e lo ha dimostrato in modo chiaro all’andata, confermando che non ha un organico da retrocessione. Ora serve l’ultimo scatto, per mettere a posto tutto definitivamente.
Chiusura di sipario con la Serie D. Domenica prossima al Ballarin di Chioggia si deciderà chi fra Union Clodiense e Arzignano salirà in Serie C nella prossima stagione. Un epilogo pazzesco, quello del girone C, con i giallocelesti a quota 72 ma in caduta libera nelle ultime settimane e con Andreucci che aveva in canna il sorpasso ma non è riuscito a battere il San Martino Speme in superiorità numerica. Domenica il verdetto finale. Per l’Arzignano sarebbe un ritorno fra i professionisti dopo l’assaggio dolce amaro di due anni fa, per l’Union Clodiense una ventata di novità per il calcio triveneto. E il prossimo anno occhio alle Dolomiti Bellunesi: fanno tremendamente sul serio e puntano in alto, probabilmente con Luca Piazzi in cabina di regia. Se son rose…
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