Südtirol-Padova e la sfida finale, la bellezza di Udine e le spine di Trento, Vicenza e Venezia (con la possibile soluzione). Pordenone: è di nuovo Serie C
lunedì 11 Aprile 2022 - Ore 00:39 - Autore: Dimitri Canello
Südtirol 86, Padova 84. Pensateci bene. Chi guida la classifica del girone A del campionato di Serie C potrebbe non essere promosso con 89 punti. Un record del mondo o quasi, nella settimana in cui Javorcic espugna alla grande Fiorenzuola e rilancia le proprie quotazioni per il primo posto. Il Padova boccheggia, fatica tremendamente ancora una volta senza il suo faro Ronaldo, ma porta a casa un successo di platino con la Giana Erminio, l’ottavo della straordinaria gestione di Massimo Oddo. Non era retorica, quella odierna era davvero la partita più difficile. In settimana il Biancoscudo è andato a prendersi la Coppa Italia al Druso, ora di riproverà sabato prossimo, quando però dovrà giocare solo per vincere e con un solo risultato a disposizione. Certo, magari poi il Südtirol inciampa sulla buccia di banana all’ultima a Trieste, ma lo scenario più probabile non sembra essere questo. Tutto in gioco, dunque, in una volata incredibile in cui anche le virgole faranno la differenza. E in cui oggi il Südtirol ha dato una risposta forte e chiara dopo gli ultimi sbandamenti. C’è ancora tanto da scrivere, in un campionato incredibile, che osserva da lontano la Triestina far vedere quello che potrebbe fare e che troppo spesso non ha saputo proporre in una stagione che allontanato ancora di più il pubblico dalla squadra. E’ questa la sconfitta più grande di chi dirige, visto che la frattura nell’ambiente sembra difficilmente sanabile e che far risultato in un clima simile è molto più complicato.
Passiamo al Trento. Altro pareggio senza gol, la svolta tanto attesa con D’Anna sinora non è arrivata. I problemi sono gli stessi dell’era Parlato. Abbiamo circostanziato una critica al tecnico della promozione, ferma restando la stima intatta nei suoi confronti. Ma è un dato di fatto che in Serie C, per un motivo o per l’altro, Parlato non sia mai riuscito a sfondare. E un motivo ci sarà pure. Questo non significa che la scelta di andare a pescare un sostituto fermo da quattro anni sia stata la più logica. Anzi, è stata un vero azzardo (oltre a non poter rappresentare il futuro), mentre dietro le quinte in società si è consumata una frattura ormai insanabile fra il dg Werner Seeber e il ds Attilio Gementi. Neanche questa è una sorpresa, visto che Seeber è sempre stato un dirigente che ha seguito la parte tecnica e la convivenza con Gementi si annunciava in salita sin dalle prime battute. Gementi è in scadenza di contratto, il contratto quasi certamente non gli verrà rinnovato e probabilmente rimarrà Seeber, che il contratto per l’anno prossimo già ce l’ha. Ma per ripartire, oltre a scegliere un tecnico che conosca la categoria e che sappia mediare fra le diverse anime societarie, bisognerà chiarire bene i ruoli sul ponte di comando. Il Trento, che non ha una squadra da retrocessione, in un modo o nell’altro si salverà. La speranza è che si sia imparata la lezione. Un po’ di inesperienza ci può stare, basta che gli errori servano a qualcosa. Il Legnago vince e spera ancora nella salvezza, la Virtus Verona insegue il sogno playoff: obiettivi difficili, ma non impossibili. Per andare fino in fondo senza paura.
In Serie B c’è una buona notizia nella settimana nera del Vicenza. La prima è che la Reggina ha problemi sempre più seri e sono in molti nell’ambiente a giurare che in estate ne vedremo delle belle. La seconda è che la concorrenza fa acqua da tutte le parti. Fatta eccezione per l’Alessandria, ma solo in questa occasione. Bisoli a Cosenza continua a collezionare insuccessi, il Pordenone è colpito e definitivamente affondato, il Crotone ogni piccolo passo in avanti che compie ne fa due indietro. Tutto il resto che si tinge di biancorosso preoccupa molto. Il nervosismo e la sciocchezza da ragazzino di Meggiorini, una squadra che ancora una volta non sembra avere l’atteggiamento giusto di chi vuole salvarsi, i singoli che non rendono come dovrebbero. A quattro giornate dalla fine il calendario mette i brividi, ma gli scenari che si stanno prefigurando è che possa bastare arrivare quartultimi per salvare la categoria.
Finisce mestamente la stagione del Pordenone, che torna in C e che aspetta solo il verdetto della matematica per certificare quanto già sanno tutti. Una stagione infarcita di errori su errori, di allenatori scelti e silurati, di scelte di mercato che non hanno pagato né in estate né a gennaio, di un’amalgama difficile, di uno stadio che non c’è, di un ambiente deluso che andrà rimesso insieme. Nel futuro ci potrebbe essere Domenico Di Carlo, oppure Roberto Boscaglia, fatto sta che per risalire in una dimensione forse extralusso rispetto a quanto esprime al momento la città servirà un reset completo rispetto a quanto visto quest’anno. Il Cittadella proverà fino in fondo l’aggancio ai playoff, ma la missione è quasi impossibile e stavolta, con ogni probabilità, l’aggancio al treno degli spareggi fallirà.
Chiusura di sipario con la Serie A. Il Verona pensa già al prossimo campionato e potrebbe perdere Tony D’Amico in cabina di regia, mentre il Venezia è in caduta libera, perde la sesta partita consecutiva, per la quinta volta subisce gol in pieno recupero. L’Udinese gonfia il petto e mostra i muscoli, la categoria è salva e la missione ancora una volta è brillantemente compiuta. Quella di Giampaolo e Gino Pozzo è una delle realtà più belle della Serie A, rappresenta una città piccola di neppure 100mila abitanti ma che ha imparato a farsi apprezzare e che non ha la minima intenzione di abdicare. In autogestione e in autofinanziamento ormai da anni, l’Udinese continua a rappresentare il meglio che una società ben gestita sa offrire. Quanto al Venezia, la prima cosa da fare una volta chiusa questa stagione è quella di ricomporre i cocci all’interno del club. Perché i guai sul campo sono figli dello scollamento fra la componente americana e quella italiana della dirigenza, con visioni del calcio diametralmente opposte. L’impresa dello scorso anno ha forse nascosto la difficoltà di tenere insieme anime così diverse, incollate fra loro per i risultati incredibili ottenuti. Quando questi vengono a mancare, ecco che nascono i problemi. Non è ancora tutto perduto, ma la sensazione è che serva una svolta per rimanere in Serie A. Con questo andazzo l’unico epilogo possibile resta la retrocessione.
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