Venezia, quant’è bello il primo sorriso. Vicenza-Pordenone, tonfi che fanno rumore: capolinea-Di Carlo?

domenica 12 Settembre 2021 - Ore 23:50 - Autore: Dimitri Canello

A Venezia serviva una sterzata decisa, per scacciare incubi e fantasmi. Esattamente la sterzata che si è vista a Empoli, perché il terzo ko in tre uscite, sia pure non irrimediabile considerando che il campionato è iniziato con l’anomalia di ben tre trasferte consecutive, sarebbe stato pesante da gestire soprattutto psicologicamente. Eccolo, invece, il primo sorriso. Della squadra vista al Castellani sono piaciute molte cose: l’idea di calcio di Paolo Zanetti, che si è vista in tutto il suo coraggio, il coast to coast di Okereke che ha ricordato addirittura un mostro sacro come George Weah, l’intelligenza e il talento di Busio, le sgroppate di Johnsen a cui manca soltanto il gol per decollare, il primo gol italiano di Henry, il senso della posizione di Vacca, i progressi di Caldara. E’ solo il primo passo, ma adesso la prima casalinga con lo Spezia può essere affrontata con meno paura. La salvezza sarà un’impresa quasi epica, ma il Venezia vuole stupire ancora dopo la promozione dello scorso anno.

A Vicenza sta accadendo quello che difficilmente si sarebbe potuto prevedere, più che mai con una simile tempistica. Sette sconfitte fra precampionato, Coppa Italia e campionato (dove i ko sono già tre nelle prime tre partite) e un pari contro una squadra di D in amichevole sono un biglietto da visita che metterebbe a rischio la panchina di qualsiasi allenatore. Anche quella di Domenico Di Carlo, che pure a queste latitudini è un totem ma che non è detto venga esonerato. Se davvero il Vicenza deciderà di cambiare lo sapremo domani, ma nel frattempo confermiamo le nostre perplessità, emerse anche nella disastrosa partita di Cosenza, sulla campagna acquisti condotta dal direttore sportivo Giuseppe Magalini. Ponendo come assodato l’obiettivo playoff, dichiarato più o meno apertamente dai protagonisti sul ponte di comando, la domanda è la seguente. Davvero basta quanto fatto in estate per ambire alle prime otto posizioni? I dubbi restano, anche se il tempo per rimediare, va sottolineato, c’è tutto. Certo, a vedere Proia e Diaw boccheggiare in queste prime uscite si capisce che giocare a Vicenza non sia la stessa cosa che farlo a Chiavari, a Pordenone, a Cittadella, a Bassano. Nel frattempo nel mirino c’è Roberto Venturato, la prima scelta della società, ma che allo stesso modo pare voler aspettare la A, magari a La Spezia se le cose a Thiago Motta andranno male. Dirà di sì all’abboccamento biancorosso? Per adesso bocche cucite in società e silenzio assoluto sui possibili scenari. Sulla piazza ci sono Liverani, Di Biagio, Corini, Nesta, Marino, Toscano, Brocchi, un’affascinante scommessa come Daniele De Rossi, più tecnici reduci da esperienze in Serie A che non è scontato possano accettare di prendere in corsa una squadra così in difficoltà.

Naviga in cattivissime acque pure il Pordenone, che ha incassato nove gol in due partite e a cui non è giovato per adesso neppure il cambio di allenatore da Massimo Paci a Massimo Rastelli. La squadra, a parere di chi scrive, vale la salvezza, ma in queste prime giornate non si è visto praticamente nulla di quello che si era immaginato. Tanti giocatori sono fuori condizione, i nuovi devono ancora inserirsi e la base dell’anno scorso per ora imbarca acqua da tutte le parti. Anche qui, il tempo per rimediare c’è, ma la categoria non aspetta nessuno, più che mai quest’anno.

Perde il Cittadella, al primo ko stagionale dopo una domenica da dimenticare allo Zini di Cremona, mentre in C avanza come un rullo compressore il Padova di Massimo Pavanel, che conferma pienamente il suo ruolo da protagonista assoluto in un girone A più modesto rispetto al girone B dello scorso anno. Il 4-0 al Legnago è un altro segnale di concretezza e di praticità, in attesa del big match contro la Triestina (impegnata domani nel posticipo col Piacenza) che chiarirà molte cose. Il derby Südtirol-Trento va a Javorcic, con un rigore discutibile che punisce Parlato oltre i propri demeriti. 7 punti in 3 partite sono la dimostrazione che per la promozione bisognerà bussare anche alla porta di Bolzano.

Due parole, infine, per l’Udinese. Partenza eccellente, c’è gioco, concretezza e pure qualità con 7 punti già in cassaforte. Anche per quest’anno non ci saranno problemi a condurre in porto una tranquilla navigazione ben al di fuori della zona rossa. Per tutto il resto, dettagli e rotta della stessa, servirà un po’ di pazienza. Ma le premesse sono sotto gli occhi di tutti. E sono ottime.

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