Di Carlo, che succede? Vicenza già in affanno, Pordenone giù, Cittadella e Padova ok: Venezia, quanto è dura la Serie A…
domenica 29 Agosto 2021 - Ore 23:32 - Autore: Dimitri Canello
Sei partite fra precampionato, Coppa Italia e campionato, sei sconfitte. Per Mimmo Di Carlo l’inizio di stagione è un vicolo cieco a sorpresa, perché in pochi si aspettavano un simile flop. Non funziona quasi nulla, nel Vicenza che affronta il campionato con l’ambizione minima dei playoff (così da dichiarazione di tutti i protagonisti). Manca la velocità di manovra, il centrocampo è inceppato e prevedibile, la difesa fa acqua, Diaw non viene servito in verticale nell’uno contro uno e diventa pressoché innocuo, la squadra non tira in porta e si nota anche tensione fra i giocatori in campo. Siamo appena alla seconda giornata, ma Proia e Diaw sinora non hanno inciso e tutta la squadra non gira come dovrebbe. Sui social è un diluvio di commenti contro Di Carlo e sono in molti a chiederne l’esonero. Troppo presto per una svolta simile, ma di sicuro il tecnico dovrà rimediare, magari appigliandosi anche agli arrivi last-minute sul mercato, con un regista che serve come il pane.
La domenica sera è un incubo per il Pordenone, che dopo 15 minuti rimane in dieci e rimane in balia di un avversario (la Spal) in serata di grazia. Cinque gol sono tanti, troppi anche per la società che nel dopogara indice il silenzio stampa e chiede scusa ai tifosi. Anche per Massimo Paci, come per Domenico Di Carlo, c’è chi già chiede l’esonero e anche in questo caso serve tempo, ma è anche vero che questa Serie B non aspetterà nessuno, per cui la sosta, sia per il Vicenza che per il Pordenone, sarà benedetta e servirà una sterzata immediata.
Il Cittadella è uno spettacolo: Monza, Vicenza, Crotone. Tutte abbattute, come se la finale playoff dello scorso anno non fosse mai esistita, come se non fosse cambiato allenatore. L’organizzazione e l’intensità fanno la differenza, la squadra gioca a memoria, sbocciano talenti e se ne va chi nella città murata ha fatto il suo tempo, come Gargiulo, venduto al Lecce secondo chi scrive al momento giusto. La capacità di gestione societaria di Marchetti è eccezionale e ancora una volta il dg sembra aver trovato la quadratura con una politica di entrate-uscite accuratamente selezionate.
Parte bene il Padova, che rifila tre gol al Renate e che mette in vetrina una squadra che è la vera favorita per la promozione in B. Mancherebbe ancora qualcosa per essere perfetti (un centravanti, un regista che dia il
cambio a Ronaldo), ma già così per il traguardo massimo il gruppo è attrezzato. Pavanel, che ricomincia dalla città del Santo, ha raccolto l’eredità di Mandorlini con grande naturalezza e ha cominciato col piede giusto. Chi, invece, è partita male è la Triestina, bloccata sullo 0-0 dal Seregno e fischiata dal Rocco all’uscita dal campo. Dopo appena una giornata e un numero bassissimo di spettatori paganti, ci si interroga su un ambiente che sembra già sull’orlo di una crisi di nervi. In piazze così importanti il rischio è proprio questo. Più si rimane in queste categorie (vale anche per il Padova), più la gente esaurisce in fretta la pazienza e bastano uno o due risultati negativi per creare un clima difficile. Tatticamente Bucchi sta cercando una quadratura che sinora non ha trovato e i difetti sono simili a quelli già emersi lo scorso anno. De Luca, poi, comincia con un’espulsione e di certo non parte bene. Osservando la squadra è difficile dire dove possa essere migliorata. Probabilmente, nonostante l’arrivo di Angiulli, un innesto a centrocampo potrebbe aiutare l’allenatore a trovare la quadratura
Il Venezia è ancora a quota zero dopo due giornate. Prevedibile, considerata una squadra con 10/11 di giocatori esordienti nella massima serie, molti stranieri alla prima esperienza in Italia e un’identità del tutto da ricostruire. Paolo Zanetti, ovviamente, ha fatto l’unica cosa logica che poteva fare, ossia mandare in campo tutti i nuovi già alla seconda uscita, perché il tempo per aspettare non c’è e vanno ricreate in fretta identità e coesione all’interno del gruppo. Oggi è arrivata la notizia del no di Zuber all’offerta arancioneroverde e di sicuro non saranno contenti né Collauto e Poggi, né tantomeno l’allenatore, che speravano di avere lo svizzero in squadra. Nel pomeriggio di Udine, però qualche nota lieta c’è. Busio, che pure perde il sanguinoso pallone del 2-0, sin lì aveva esordito con qualità e personalità. S’intravede anche quello che può dare Henry.
Molto bene l’Udinese, partita con personalità, prima imponendo il pari alla Juve e poi battendo nettamente il Venezia. Gotti ha chiesto anche un colpo importante e l’ultimo botto arriverà. Due partite e due sconfitte per il Verona. Che ha giocato bene sia contro il Sassuolo, sia contro l’Inter. Anche Di Francesco è a quota zero, anche in questo caso basta poco per creare il cortocircuito per un allenatore reduce da due esperienze disastrose alla guida di Sampdoria e Cagliari. Chiusura con il bruttissimo episodio avvenuto fuori dal Bentegodi e denunciato dal conduttore televisivo Fabrizio Nonis. La descrizione dell’aggressione subita è agghiacciante e la speranza è che gli autori del pestaggio vengano arrestati il prima possibile. Siamo nel ventunesimo secolo ed è assurdo che possano accadere cose simili semplicemente perché ci si trova nel momento sbagliato nel posto sbagliato dopo aver visto una partita di calcio.
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